MELONI, LA BOMBA MEDIATICA

Da 80 anni in qua non era mai accaduto che i destini del mondo fossero nelle mani di un uomo spregevole come Donald Trump. Non è questione di idee politiche differenti, la storia è piena di avversari politici che mantenevano un rapporto corretto tra loro e il rispetto per i principi di base della convivenza umana.

Nessuno, prima di Trump, aveva infierito contro le vittime manifestando sostegno ai loro assassini; nessuno aveva irriso i poveri sostenendo che la loro misera condizione fosse la punizione divina per non essere stati capaci di arricchirsi; nessuno aveva abusato della propria condizione di potere per offendere, umiliare, disconoscere, ricattare con l’arroganza più volgare i rappresentanti legittimi di altri popoli della terra, imponendogli di piegarsi ai suoi voleri da satrapo orientale di 5mila anni fa. Soddisfare la vanità personale e la sua avidità di denaro sono lo scopo della sua vita, i parametri coi quali misura il grado di utilità dei rapporti istituzionali, politici e umani. Se li giudica inutili al perseguimento di quegli scopi li cancella.Quello che impressiona è l’allineamento di certi media italiani, soprattutto di destra, all’andazzo trumpiano. Andazzo , perché le convulsioni e i minuetti cervellotici di Trump non possono essere definiti una linea politica. Ogni mattina la rassegna stampa ci regala le piroette del celebre direttore o dell’esimio opinionista che cercano di ricavare una teoria a valle dalle corbellerie fatte a monte da Trump. Tentano di mettere le braghe allo sporcaccione che, regolarmente, li costringerà a cambiare, il giorno dopo, il senso della loro genuflessione

Tra le cose che Trump non sopporta il posto d’onore spetta all’Europa. Perfino l’Europa cristiana, la cui versione laica è il welfare, lo fa uscire dai gangheri. Così, in attesa dell’udienza a Meloni, Trump intensifica la pressione contro l’UE e molti si domandano come sarà faticato l’esito, qualunque sia, di quell’incontro. Chi sostiene che Meloni otterrà poco o niente, altri che otterrà qualcosa in omaggio alla “comune appartenenza ideologica alla grande famiglia della destra mondiale”. E su questa comune appartenenza sarebbe utile riflettere. In che cosa concretamente si sostanzierà qui da noi? Dobbiamo aspettarci che progressivamente Meloni abbracci le teorie trumpiane , dalle endovena di varechina ai dazi? O saranno sufficienti i pipponi quotidiani di Sechi e Belpietro per mantenere la messa in piega elettorale ai nostri spaventati dalla sostituzione etnica?

Se Trump fosse intelligente e volesse dare un colpo duro all’UE dopo avere ricevuto con tutti gli onori Meloni le concederebbe qualcosa di grosso e la esporrebbe come la Madonna Pellegrina all’adorazione dei suoi famigli nello studio ovale. La dove fu sacrificato Zelensky, per marcare la differenza.In questo modo Meloni tornerebbe da vincitrice, altro che Ursula, Sevcovic e Kallas! Sarebbe una bella sceneggiata americana, con l’esito già scontato alla partenza. Un aiutino per la maggior gloria della destra in Italia e in Europa. Una vera bomba mediatica. Quando si dice la forza della famiglia. Macron, Merz, Starmer sarebbero tutti avvertiti, l’UE e l’Europa non esistono, esistono solo i leader amici.

Naturalmente tutti i direttori dei media di destra, e dintorni, sarebbero già schierati a Ciampino, in perfetta livrea, con la grancassa pronti a celebrare il bacio bilaterale.

Staremo a vedere.