Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
25 aprile 2025 – Libertà è anche nome di donna.
Qui in Toscana ancora vivono donne ormai vecchie dal nome Libera a sottolineare l’impagabile valore del non avere catene di nessun tipo che i genitori avevano voluto sottolineare dando a quelle donne quel bellisimo nome...
Oggi, 25 aprile 2025, si celebra in Italia con una festività civile l’anniversario della Liberazione: una data fondamentale nella memoria collettiva del nostro Paese, che ricorda la fine definitiva del regime fascista, dell’occupazione nazifascista e la vittoria di tutto quel movimento popolare che ha preso genericamente il nome di Resistenza.
È il giorno in cui, nel 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò la conclusione vittoriosa dell’insurrezione nei territori ancora occupati, aprendo la strada verso il referendum del giugno 1946 e alla nascita della Repubblica, sancita poi dalla Costituzione del 1948.
In questa storia, troppo spesso raccontata al maschile, le donne hanno avuto un ruolo decisivo ma spesso taciuto o distorto. Furono in realtà partigiane, staffette, armate e senza armi, resistenti spesso silenziose; sempre instancabili . Presero in mano la cura della vita che continuava nonostante le guerre, delle famiglie, sostituirono gli uomini dove fu necessario, nei lavori e nelle campagne, rischiarono la vita per trasportare messaggi, armi, viveri.
E alcune pagarono con la propria libertà e con la vita. Non combatterono solo contro un nemico armato, ma anche contro un sistema patriarcale che le voleva mute, invisibili, marginali. Per anni la martellante propaganda del regime fascista le aveva proposte come massaie, fattrici di molti figli per le guerre coloniali in atto, sottomesse ai padri e ai mariti.
Con il 25 aprile si chiudeva un’epoca e se ne apriva una nuova per noi donne più rispettosa.
Il 25 aprile deve essere anche questo: il ricordo di una lotta femminile per la libertà, la dignità, l’uguaglianza dei diritti conquistati e da conquistare.
Le radici profonde della democrazia che, con grande impegno, noi donne stiamo contribuendo a migliorare hanno le radici in quella Resistenza che ha saputo unire donne e uomini, persone di ogni età e stato sociale, spesso giovanissime, in nome di un’Italia diversa, fondata su ideali di giustizia, solidarietà, compartecipazione e diritti umani.
Oggi più che mai, in un tempo in cui la memoria sembra sbiadire e l’individualismo avanzare, è necessario restituire senso e profondità a questa ricorrenza.
Celebrare il 25 aprile con eventi, cerimonie, letture, incontri pubblici con e senza insegne e sigle non è solo doveroso: è un atto politico.
È un’occasione per rimettere al centro della coscienza collettiva ciò che significa davvero liberazione non solo da un regime, ma da ogni forma di oppressione di non libertà di azione e pensiero.
E ricordare che ogni vera liberazione è anche, e soprattutto, una liberazione femminile perché tutte le dittature sorgono dalla egemonia patriarcale..
La Redazione di Spazio Donna