Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Petalo bianco - L’illusione degli anti Meloni di acchiappare voti con un partitino cattolico
Dopo la morte di Papa Francesco è circolata di nuovo l’ipotesi di una Margherita 2.0, ma sarebbe l’ennesima soluzione senza respiro e senza una vera ambizione. Un partito progressista in grado di attrarre quei voti ci sarebbe, o c’era, si chiama Pd
La domanda è semplice: che appeal potrebbe avere un partitino cattolico? Neanche una Margherita 2.0 ma un petalo bianco fragile, senza base, senza gruppi dirigenti, senza una meta precisa, che spazio può avere? Nei giorni del Grande Smarrimento dopo la scomparsa di Jorge Mario Bergoglio qua e là si (ri)ascoltano discorsi evergreen sul ruolo dei cattolici in politica, ma con qualche oncia di velleitarismo in più rispetto al passato.
Sarà perché s’immagina una chissà quale svolta dal nuovo Pontefice, oppure, più verosimilmente, perché si sta entrando nel lungo corridoio che porta alle urne. Fatto sta che a sinistra si registra la ripresa d’interesse verso l’ipotesi di un nuovo partito di centrosinistra guidato – l’ipotesi è sempre quella – da Ernesto Maria Ruffini, l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate cui Elly Schlein ha chiesto da tempo di scendere in campo.
È la solita modalità della sinistra: creare soggetti-satelliti in grado di parlare a mondi a cui il Partito democratico non è capace di arrivare. E dunque nella costellazione immaginata della leader attorno al pianeta-Pd ci sarebbero il satellite rosso di Alleanza Verdi-Sinistra, quello radicale di Riccardo Magi, Italia Viva, e appunto il petalo bianco di Ruffini, una galassia ovviamente alleata con il Movimento 5 stelle, il cui capo Giuseppe Conte, secondo Swg, ormai tallonerebbe Schlein come candidato premier.
È un’esercitazione di bricolage tradizionalmente escogitata in vista degli appuntamenti elettorali: tutto molto freddo, cervellotico, slegato dalle reali dinamiche culturali e politiche, o per dare l’idea di un’articolazione fittizia. Il che ricorda un po’ la storia citata spesso da Francesco Cossiga sui comunisti della Ddr, che per dare l’impressione di un limitato pluralismo di facciata avevano ammesso l’esistenza della piccola Cdu, partito cristiano ma obbediente ai dettami del comunismo.
Un bricolage soprattutto in contraddizione con l’idea di fondo del Partito democratico, in origine concepito come soggetto autonomamente in grado di parlare a tutte le culture riformiste senza appaltare in outsourcing la rappresentanza partitica delle varie case progressiste.
È vero che i cattolici si sono trovati all’interno di un Pd ormai concentrato su battaglie radicali e che al tempo stesso ha ritrovato la tradizionale funzione di partito di sinistra, socialista in qualche modo. Ma questo dell’insofferenza dei cattolici, per Schlein, è un problema da recuperare o una rinuncia da sancire? E poi si fa presto a dire mondo cattolico: quale mondo cattolico? Lo sfrangiamento politico-culturale dei cattolici è tale che ogni tentativo di reductio ad unum appare velleitario, e non è improbabile che in quel mondo possano esserci presto più o meno grandi novità: qualcuno le connette all’ipotesi di un nuovo Pontefice, specie se dovesse trattarsi di un italiano.
Ma in ogni caso è da escludere che il successore di Bergoglio avrà interesse per i movimenti sulla scena politica italiana. Quel tempo è finito da parecchio. E nulla è in grado di farlo rivivere. Spiega Stefano Ceccanti: «Nessun Papa può essere oggi interessato a partitini minoritari di soli cattolici. Altra cosa è il discorso sull’impegno politico dei cristiani secondo le direttrici pluraliste e miste delineate dalla Costituzione conciliare “Gaudium et spes” e dalla lettera apostolica “Octogesima adveniens” del 1971», nella quale da Paolo VI veniva una fortissima sollecitazione alla responsabilità di ogni cattolico a farsi carico dei problemi del mondo: un impegno morale alto, non l’idea di un partitino raccattavoti.
Taglia corto, tagliente, Marco Follini: «Un’iniziativa politica non può nascere al modo di un protettorato. Né se si pensa che il lord protettore sia il segretario di un altro partito, né tantomeno se si sogna che il lord protettore possa addirittura essere il Papa». C’è poco da farsi illusioni. Non ci sono scorciatoie per attrarre i voti cattolici, ma solo la strada maestra di un riformismo che parli a tutti. Altro che un petalo bianco acchiappavoti.