Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Questa mattina alcuni tecnici del Parco (Francesca Logli responsabile settore forestale), della provincia (Alberto Panicucci responsabile settore forestale) e dell'Arpat (Gabriele Gilli esperto fitopatologico,) accompagnati da un componente la Famiglia (Iacopo Salviati), si sono recati a verificare quello da noi esposto in questo giornale il 20 settembre.
Si prende nota ben volentieri dell'interesse che le istituzioni, naturalistiche chiamiamole, hanno mostrato per questo Monumento del parco e dell'intera nostra comunità.
Dopo aver visto nell'articolo precedente la maestosità della Quercia del Cinto, con i suoi grandi rami e la chioma allargata e fronduta, nel lontano 1970, eccovi ora lo stato attuale.
Gli esperti intervenuti hanno preso l'impegno di lavorare congiuntamente per cercare di salvare lo storico esemplare.
Noi lo crediamo sinceramente e ringraziamo a nome di coloro che sono stati, almeno una volta, all'ombra del pluricentenario albero.
u.m.