Un esperienza di crescita di gruppo famiglia grazie a due meravigliosi cucciolotti.
RAFEE, figlia di una galga spagnola abbandonata incinta, salvata da un associazione .Tutti i cuccioli sono stati adottati.
UGO meticcio di una cucciolata abbandonata. Saputo successivamente che insieme ai fratellini è stato protagonista di un servizio TV sui cani abbandonati..
Buona domenica con la nuova veste della "Voce".
Come avrete notato da tempo non sono inserite più le notizie degli avvenimenti successi "a Pisa" e penso che per le "fasi lunari" sia superfluo perché basta alzare gli occhi al cielo (di notte, mi raccomando!).
La possibilità che i lettori hanno, con "il commento" ad ogni articolo, di dire la loro ci aiuterà a migliorarci.
La nuova versione dell'Almanacco non prevede l'anteprima, quella che commentava la foto d'apertura e allora la inserirò all'inizio dell'articolo.
Come eravamo:
è molto difficile oggi, se non a volte impossibile, mandare i bambini all'asilo nido, ma prima, come nella foto inizio '900, c'era la possibilità di avere l'a solo nonno.
Quale è il solo maschietto della bella nidiata di sei nipotini vicino al nonno?
Facile, quello con il ginocchio sbucciato!
Come piccolo anticipo dell'argomento di oggi è quel ? dell'anteprima e infatti il punto inerrogativo è sostanziale prerogativa dell'indovinello.
"Semplici giochi verbali mai passati di moda".
Gli indovinelli e gli scioglilingua appartengono al vasto mondo delle filastrocche per bambini, ma presentano caratteristiche tipiche e strutture talvolta profondamente diverse da altri componimenti in rima per l’infanzia.
L’indovinello è un gioco popolare assai antico e per definizione è:
“una frase, spesso in versi, di tono per lo più scherzoso, che propone con parole oscure e ambigue un enigma da risolvere”.
Era uno dei passatempi preferiti dai contadini che, alla sera, si riunivano nelle stalle o intrattenersi intorno al fuoco e dedicare l’ultima parte della giornata al racconto delle favole e al divertimento; in queste occasioni gli indovinelli facevano la loro comparsa e rappresentavano un momento di svago e di esercizio mentale all’agilità e alla flessibilità dell’immaginazione.
Gli indovinelli nascono generalmente intorno a oggetti o personaggi che popolano il nostro mondo e le nostre giornate e che, pertanto, risultano familiari.
Questa è la condizione che permette, soprattutto ai bambini, di indovinare ciò che è nascosto dietro le parole.
L’indovinello però ha una dimensione magica in grado di farci scoprire il mondo da un altro punto di vista.
Infatti nell’indovinello vengono ricamate intorno a oggetti consueti delle parole inconsuete, e si accostano termini ed espressioni insoliti, diversi da quelli quotidiani. In questo gioco libero di parole vengono essi in luce aspetti di un oggetto che l’abitudine non ci fa più vedere e che, ricuperati, sembrano svelarci un nuovo mondo e farci ritornare tutti un po’ bambini.
Ecco, per esempio, come un indovinello è capace di presentarci con freschezza e fantasia i denti:
Stanno in compagnia
nella rossa scuderia
trenta cavallini
bianchi e piccolini
sempre sull’attenti.
Chi sono? Sono i…
La magia dell’indovinello consiste nel descrivere un oggetto nascondendolo e rendendolo il più misterioso possibile.
Per il bambino indovinare che cosa si nasconde dietro alle parole è una sfida emozionante che intraprende come se si trattasse di un’avventura.
Rodari così spiegava l’interesse suscitato dagli indovinelli nel bambino:
“Per un bambino il mondo è pieno di oggetti misteriosi, di avvenimenti incomprensibili, di figure indecifrabili. La loro stessa presenza nel mondo è un mistero da chiarire, un indovinello da risolvere, girandogli attorno con domande dirette o indirette. La conoscenza avviene, spesso, in forma di sorpresa”
Nella famiglia degli indovinelli esistono anche i cosiddetti “falsi indovinelli” che contengono già al loro interno la soluzione. Un esempio tratto dalla tradizione popolare è:
Giovedì andai a caccia
e sparai a una beccaccia.
Venerdì ME LA mangiai,
peccai o non peccai?
In questi casi si tratta di stare all’erta per non cadere nel tranello che viene teso dalle parole.
A volte ci vengono presentate delle false alternative, come in questo indovinello citato da Rodari:
Un ortolano di poco cervello
seminò nel suo orto la parola ravanello.
Una risposta da voi si vuole:
crebbero poi ravanelli o parole?
Bisogna riflettere un attimo sulla soluzione perché qui la risposta non è contenuta nel testo dell’indovinello, ma dopo un attimo si giunge alla soluzione che… dall’orto non crebbe niente.