Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Buona domenica con la nuova veste della "Voce".
Come avrete notato da tempo non sono inserite più le notizie degli avvenimenti successi "a Pisa" e penso che per le "fasi lunari" sia superfluo perché basta alzare gli occhi al cielo (di notte, mi raccomando!).
La possibilità che i lettori hanno, con "il commento" ad ogni articolo, di dire la loro ci aiuterà a migliorarci.
La nuova versione dell'Almanacco non prevede l'anteprima, quella che commentava la foto d'apertura e allora la inserirò all'inizio dell'articolo.
Come eravamo:
è molto difficile oggi, se non a volte impossibile, mandare i bambini all'asilo nido, ma prima, come nella foto inizio '900, c'era la possibilità di avere l'a solo nonno.
Quale è il solo maschietto della bella nidiata di sei nipotini vicino al nonno?
Facile, quello con il ginocchio sbucciato!
Come piccolo anticipo dell'argomento di oggi è quel ? dell'anteprima e infatti il punto inerrogativo è sostanziale prerogativa dell'indovinello.
"Semplici giochi verbali mai passati di moda".
Gli indovinelli e gli scioglilingua appartengono al vasto mondo delle filastrocche per bambini, ma presentano caratteristiche tipiche e strutture talvolta profondamente diverse da altri componimenti in rima per l’infanzia.
L’indovinello è un gioco popolare assai antico e per definizione è:
“una frase, spesso in versi, di tono per lo più scherzoso, che propone con parole oscure e ambigue un enigma da risolvere”.
Era uno dei passatempi preferiti dai contadini che, alla sera, si riunivano nelle stalle o intrattenersi intorno al fuoco e dedicare l’ultima parte della giornata al racconto delle favole e al divertimento; in queste occasioni gli indovinelli facevano la loro comparsa e rappresentavano un momento di svago e di esercizio mentale all’agilità e alla flessibilità dell’immaginazione.
Gli indovinelli nascono generalmente intorno a oggetti o personaggi che popolano il nostro mondo e le nostre giornate e che, pertanto, risultano familiari.
Questa è la condizione che permette, soprattutto ai bambini, di indovinare ciò che è nascosto dietro le parole.
L’indovinello però ha una dimensione magica in grado di farci scoprire il mondo da un altro punto di vista.
Infatti nell’indovinello vengono ricamate intorno a oggetti consueti delle parole inconsuete, e si accostano termini ed espressioni insoliti, diversi da quelli quotidiani. In questo gioco libero di parole vengono essi in luce aspetti di un oggetto che l’abitudine non ci fa più vedere e che, ricuperati, sembrano svelarci un nuovo mondo e farci ritornare tutti un po’ bambini.
Ecco, per esempio, come un indovinello è capace di presentarci con freschezza e fantasia i denti:
Stanno in compagnia
nella rossa scuderia
trenta cavallini
bianchi e piccolini
sempre sull’attenti.
Chi sono? Sono i…
La magia dell’indovinello consiste nel descrivere un oggetto nascondendolo e rendendolo il più misterioso possibile.
Per il bambino indovinare che cosa si nasconde dietro alle parole è una sfida emozionante che intraprende come se si trattasse di un’avventura.
Rodari così spiegava l’interesse suscitato dagli indovinelli nel bambino:
“Per un bambino il mondo è pieno di oggetti misteriosi, di avvenimenti incomprensibili, di figure indecifrabili. La loro stessa presenza nel mondo è un mistero da chiarire, un indovinello da risolvere, girandogli attorno con domande dirette o indirette. La conoscenza avviene, spesso, in forma di sorpresa”
Nella famiglia degli indovinelli esistono anche i cosiddetti “falsi indovinelli” che contengono già al loro interno la soluzione. Un esempio tratto dalla tradizione popolare è:
Giovedì andai a caccia
e sparai a una beccaccia.
Venerdì ME LA mangiai,
peccai o non peccai?
In questi casi si tratta di stare all’erta per non cadere nel tranello che viene teso dalle parole.
A volte ci vengono presentate delle false alternative, come in questo indovinello citato da Rodari:
Un ortolano di poco cervello
seminò nel suo orto la parola ravanello.
Una risposta da voi si vuole:
crebbero poi ravanelli o parole?
Bisogna riflettere un attimo sulla soluzione perché qui la risposta non è contenuta nel testo dell’indovinello, ma dopo un attimo si giunge alla soluzione che… dall’orto non crebbe niente.