Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
UN PAESE VIOLENTO
Una scena purtroppo non nuova negli ultimi tempi nel nostro paese. Due persone che litigano, un uomo e una donna che si vedono in lontananza ripresi da una telecamera di sorveglianza. Siamo alla stazione Anagnina, la stazione del metrò di Roma vicina a Cinecittà. Confusamente vediamo che i due sembrano calmarsi ma poi il ragazzo sputa alla donna, questa allunga il braccio verso l’uomo, forse uno schiaffo, e l’uomo che reagisce sferrandole un pugno in faccia. La donna cade pesantemente a terra sbattendo la testa e restando immobile. L’uomo, che è poi un ragazzo di 20 anni, si gira e se ne va.
Una brutta scena, una scena di violenza in una delle più belle città del mondo, in un paese famoso per il suo clima, i suoi poeti, i suoi artisti, le sue bellezze naturali, fino a ieri uno dei paesi più tolleranti, più amanti del quieto vivere, dove amore fa rima con cuore, dove esiste la migliore cucina del mondo, dove le occasioni per vivere felici fino a ieri si sprecavano.
Ancora più brutta perché il litigio pare per un mancato rispetto della fila, per un biglietto, un motivo apparentemente molto futile ma significativo della maleducazione che oramai ci accompagna in ogni istante della nostra vita.
Ma il peggio deve ancora venire. I passanti vedono la donna a terra, si avvicinano per curiosità, danno un’occhiata e se ne vanno. Non si chinano per sincerarsi delle sue condizioni, per vedere se la donna stesa a terra ha bisogno di aiuto, per prestare soccorso. Guardano e se ne vanno per i fatti loro, la cosa non li riguarda, non si vogliono impicciare, in fin dei conti cosa c’entrano loro con quella donna stesa a terra.
Sembra perduto oramai da tempo, in questo mondo così competitivo e arido di buoni sentimenti, il senso della solidarietà umana, l’empatia nei confronti degli altri e nemmeno sembra permanere quella carità cristiana che dovrebbe abbondare nei cittadini di un paese di cattolici, tanto poco praticanti quanto invece attivamente partecipi e aggressivi nelle decisioni che riguardano questioni piuttosto astratte come quelle su embrioni e fine vita.
Dopo alcuni interminabili minuti solo un passante si china, si sofferma accanto alla donna a terra, guarda, sembra l’unico che si comporti da cittadino, da persona responsabile, ma poi anche lui si allontana in tutta fretta.
La donna, una infermiera 32enne rumena impiegata a Roma in una clinica, sposa e madre di un figlio di 3 anni, è in coma e viene finalmente soccorsa. Operata per un ematoma cerebrale a causa del trauma subito dopo alcuni giorni in rianimazione è deceduta stamattina.
Il ragazzo è stato fermato da un sottufficiale della capitaneria di porto che rientrava a casa e che aveva assistito alla scena. "Sta malissimo e si scusa" dice la mamma del ventenne "e preghiamo tutti i giorni perché quella donna si salvi!" "Alessio è un bravo ragazzo, non ha precedenti, non è un violento, e non si era reso conto di ciò che aveva fatto. Quella vecchia denuncia per violenza in una lite è stata poi ritirata" dice anche il suo avvocato.
Insomma un bravo ragazzo che colpisce una donna con un pugno, ma se ne scusa, non voleva, non si rendeva conto, si è chiuso in un mutismo e piange.
Piangono anche i parenti del tassista milanese di 45 in coma farmacologico all’ospedale Fratebenefratelli per avere investito un cane lasciato libero sulla strada e malmenato fino quasi al linciaggio da un gruppo di balordi che non solo hanno aggredito il tassista incolpevole ma hanno anche pestato un fotoreporter che faceva foto al luogo dell’incidente ed incendiato l’auto di un paio di testimoni che avevano avuto il coraggio di riferire quello che avevano visto.
Ragazzi normali, a spasso insieme alle fidanzate e al povero cane, anche questi ora in galera.
Purtroppo non sono gli unici episodi di violenza di cui siamo testimoni di questi tempi, sono solo gli ultimi. Ieri un vicino ha accoltellato due donne, una è morta, perché disturbato dai cani delle donne che abbaiavano e un gruppo di amici in un ristorante nella periferia di Napoli hanno malmenato pesantemente il padre di un bimbo che ha rifiutato di farsi da parte nei giochini davanti al locale lasciando il posto al bimbo dell’altro! Due diciassettenni di "buona famiglia" organizzano una rapina ad una prostituta di colore attirandola in un’imboscata per rubargli 70 euro. La colpiscono e la lasciano in fin di vita, dopo essersi cambiati gli abiti insanguinati a testimonianza della freddezza e dell’attenta preparazione del misfatto.
La violenza sembra stare infiltrandosi minacciosa sempre più in profondità, giorno dopo giorno, nella nostra vita. Violenza fisica, come quella di questi episodi, come modo comune di confrontarsi con gli altri, specie con i diversi, estremizzazione fisica della maleducazione e della ignoranza. Un comportamento diventato oramai usuale e sempre sottovalutato dalle famiglie fino a che non succede qualcosa che sembra incomprensibile, con la madre che piange e dice che il bimbo è tanto dispiaciuto, che non si capacita, che si è pentito, che chiede scusa piangendo e i soliti vicini che affermano che sembrava tanto un bravo ragazzo, così gentile, salutava sempre.
Ma c’è anche la violenza verbale, quella della televisione, una violenza elevata addirittura a spettacolo quotidiano, dove si fa a gara a far comparire personaggi o schiere di persone con l’unico scopo di confrontarsi fra loro in maniera violenta e aggressiva con offese, minacce, qualche brutta parola, anche qualche tentativo di aggressione fisica.
Poi ci sono quelle nuove e preoccupanti, come quella delle aggressioni ai sindacati e ai loro rappresentanti, l’aggressione della grande fabbrica nei confronti degli operai rei solo di avere cercato di difendere i propri diritti di lavoratori, quella, recente, dei giornali padronali nei confronti degli avversari politici scomodi o non allineati, la solita violenza negli stadi con punte di eccezionalità come quelle di martedì sera ammantate di ideologia politica (ma quella dei nazionalisti-delinquenti serbi non è l’unico esempio).
Un paese sempre più violento nei fatti e nelle parole, derivato dalla progressiva e preoccupante mancanza di cultura e di educazione dei cittadini italiani (a cui si sta negando anche quella modesta struttura di contrapposizione che è la scuola) e dove anche la televisione ed un certo tipo di politica urlata hanno la loro incidenza.
Possiamo solo sperare che questo brutto momento sia solo passeggero ed in gran parte dovuto alla crisi economica e sociale che sta attraversando il nostro paese. Una crisi che tende inevitabilmente ad accentuare i problemi, a rendere insormontabili le difficoltà, a rendere più incerto il futuro per sè e per i propri figli, capace di generare nei cittadini paura, insicurezza, una esagerata aggressività ed una progressiva chiusura in se stessi.
Una nota finale è che in tutti questi spiacevoli episodi sono in causa italiani e almeno questa volta non si può dare la colpa allo straniero, stavolta non è colpa degli "altri" ma solo di noi stessi.