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Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
PISA - Calcio
La nascita del Pisa Sporting Club e la finale scudetto

24/10/2010 - 12:08

Pisa

 

Il calcio a Pisa comparve per la prima volta nell'inverno del 1908, sul prato della piazza di San Paolo a Ripa d'Arno, dove alcuni ragazzi cominciarono a dar calci ad una palla di stracci, tra due porte create con giacche e cappotti. Quegli stessi ragazzi fondarono poco dopo la Società Sportiva Etruria, avente per divise alcune camicie biancorosse in onore dei colori del gonfalone cittadino, e iniziarono a usare come campo di gioco il prato del Duomo e la Piazza d'Arme. La prima partita "ufficiale" avvenne proprio in quell'anno contro una compagine livornese, la Libertas: nel campo labronico di Piazza Orlando i padroni di casa si imposero per 5-0.

Nell'aprile dell'anno successivo, il 1909, quel gruppo di giovani pisani cambiarono il nome alla società, creando il Pisa Sporting Club. Il nome della nuova società venne proposto da Marino Scotti, uno dei fondatori, mentre i colori sociali, inizialmente biancorossi, divennero definitivamente nerazzurri l'anno successivo in onore dell'Inter vincitrice dello scudetto 1909-10 e su suggerimento del segretario Ferruccio Giovannini.

In città esisteva a quel tempo un'altra società calcistica [5], il Pisa FootBall Club, costituita da alcuni studenti universitari: indossava casacche granata e giocava nel prato del Velodromo Stampace. Per evitare confusione con l'altra neonata squadra, il Pisa F.B.C. mutò il proprio nome in Alfea F.B.C.. Nacque subito una forte rivalità tra le due compagini, finché non fu deciso di organizzare uno scontro per scegliere l'unica squadra che avrebbe avuto l'onore di rappresentare la città pisana: vinse la squadra più giovane, l'Alfea venne sciolta e alcuni dei suoi giocatori andarono a completare l'organico del Pisa S.C..

I primi giocatori del Pisa Sporting Club furono, quindi, innanzitutto studenti: ai fondatori si aggiunsero col tempo anche alcuni stranieri, come il francese Romieux e gli inglesi Emery e Schmidt, tutti fantini. La squadra iniziò a partecipare a competizioni con rappresentative dei capoluoghi vicini, ottenendo il primo successo nel 1911 in un torneo quadrangolare, sconfiggendo la Spes e la Virtus di Livorno e il Lucca F.B.C.. Il campo di allenamento e di gioco, dopo le soluzioni iniziali tra cui il Velodromo Stampace, venne realizzato dagli stessi giocatori nei pressi della Cittadella: il campo dell' Abetone, tuttora esistente e utilizzato dalla compagine femminile.

Nel novembre del 1914, sotto la guida del nuovo Presidente Giacomo Picchiotti, cominciò l'attività ufficiale del Pisa S.C. con l'iscrizione alla Coppa Federale Toscana. In quegli anni il Pisa S.C. dominò sulle altre squadre toscane (Firenze FC, Livorno, Lucchese, AC Viareggio, Prato, S.S. Gerbi Pisa, Libertas Firenze), conquistando cinque titoli di Toscana consecutivi dal 1914 al 1921 (dal 1917 al 1919 le attività furono sospese a causa della prima guerra mondiale), ma non riuscì ad andare oltre la poule per il titolo Centro-Meridionale.

Il 26 ottobre 1919 fu inaugurato il nuovo stadio, l'Arena Garibaldi, e nella stagione successiva il Pisa S.C. si presentò con una squadra forte, una società competente, un impianto sportivo moderno e capiente, ma soprattutto l'ingaggio del grande allenatore Joseph Ging, ex-capitano della nazionale ungherese. Nonostante la squadra favorita per la vittoria del titolo regionale fosse l'U.S. Livorno, che rimase in prima posizione per gran parte del campionato, nella partita decisiva disputata all'Arena Garibaldi, il Pisa superò il Livorno per 3-0 aggiudicandosi così la Coppa Toscana per la quinta volta consecutiva.

Entrambe le squadre passarono alla fase interregionale con il Naples e la Bagnolese e si dimostrarono nettamente più forti delle squadre campane, ritrovandosi in finale per il titolo centro-meridionale il 3 luglio 1921 a Bologna. Moltissimi tifosi partirono per Bologna e spinsero la squadra allo storico successo sugli amaranto: Pisa S.C. - U.S. Livorno 1-0.

Il Pisa S.C., neocampione Centro-Meridionale disputò la finalissima per il titolo italiano contro la fortissima e pluriscudettata Pro Vercelli, ma il 24 luglio 1921 a Torino non bastò una strepitosa prestazione del portiere neroazzurro Gianni a contrastare i piemontesi: la Pro Vercelli batté il Pisa per 2-1. Alcune fonti evidenziano numerose irregolarità arbitrali della partita, fra cui il secondo gol dei piemontesi in netto fuorigioco, dovute alla faziosità del direttore di gara condizionato dalla potenza "politica" che all'epoca aveva la Pro Vercelli. Appare non casuale il fatto che il campo neutro scelto per disputare la partita fu quello di Torino.Inoltre la partita non fu preparata al meglio dagli uomini di Ging ancora storditi dai festeggiamenti avuti all'Arena il giorno precedente, che influirono sulla prestazione globale della squadra. Ad esempio Poggetti, un terzino, si sentì male durante il viaggio in treno. Anche a fronte di un bruttissimo fallo di Rampini, mastino della Pro Vercelli, su Gnerucci, costretto ad uscire dal campo con una tibia fratturata, il Pisa sporse reclamo a fine gara, che tuttavia fu respinto. Questa la mitica formazione pisana: Gianni, Bartoletti, Giuntoli, Gnerucci, Tornabuoni, Viale, Merciai, Colombari, Corsetti, Sbrana, Pera.

 

Le foto sono del 1909 (la prima squadra), campionato 1911 e i vicecampioni d'Italia del 1921.

 

vp

Fonte: Wikipedia
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