Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Sentite la musica che dà il dialetto siciliano a questa poesia sui funghi diStefano la Motta:
Tempu di funcia
Cadunu li primi acqui,
cadunu li primi fogghi...
S'arrifrisca l'aria,
l'arbiri si fannu spogghi.
Nova stagiuni veni e annuncia
chi già è tempu:
tempu di funcia!!
A tutti l'ura vannu
li funciari
a rritta e mmanca a ffirriari...
Ccu 'i cesti chini chini di sti
"ciuri"
tornano a vvalli e cantunu
li circaturi.
Cadunu li primi acqui,
lu tempu cancia!
Bbeddu è lu boscu
rricamatu a ffuncia...
Mannu 'ncantatu!
Ppi nnui chistu è surrisu!!!
Picciotti!
Tinemulu caru stu "Paradisu"...
e anche noi pensiamo a tenercelo caro il nostro!
Ed ora ecco quella del noto Marino Moretti (Cesenatico 18 luglio 1885– 6 luglio 1979)
Moretti è stato uno scrittore, poeta e romanziere italiano. Fu anche autore di opere teatrali. È noto soprattutto come poeta crepuscolare:
Autunno – Il fungo
Il cielo ride un suo riso turchino
benché senta l'inverno ormai vicino.
Il bosco scherza con le foglie gialle
benché l'inverno già senta alle spalle.
Ciancia il ruscel col rispecchiato cielo,
benché senta nell'onda il primo gelo.
E sorto è ai pie’ d’un pioppo ossuto e lungo
un fiore strano, un fiore a ombrello, un fungo.