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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
TOSCANA
Cinquantamila firme dei sindacati contro le aperture domenicali di negozi e supermercati

17/11/2010 - 7:59

COMMERCIO
Cgil, Cisl e Uil consegnano al presidente una petizione dei lavoratori del settore
Commercio, 50.000 firme contro le aperture festive
Rossi: «Serve una modifica alla legge regionale, entro 20 giorni attiveremo l'iter»

di Pamela Pucci
Firenze Un voluminoso fascicolo contenente 50.000 firme di commesse e commessi è stato consegnato ieri mattina al presidente della Regione Enrico Rossi dai segretari regionali del settore commercio di Cgil, Cisl e Uil per chiedere modifiche alla legge regionale 28/2005 che consente ai Comuni di concedere deroghe alla chiusura degli esercizi commerciali nei giorni festivi. I lavoratori del commercio nella loro petizione denunciano pesanti disagi dovuti alla sempre maggiore richiesta di turni festivi, anche durante i giorni festivi di forte valore sociale o religioso, come il 1° maggio o il 25 aprile, ma anche Santo Stefano e Pasquetta.


«In Toscana ci sono circa 350.000 persone che lavorano nell'ambito del commercio - ha detto il presidente Rossi - ed è giusto pensare ad una revisione della legge regionale sia per venire incontro alle loro esigenze, sia per tutelare alcune buone tradizioni che fanno parte della nostra identità e che credo debbano essere salvaguardate dall'invasione di una mentalità consumistica. Già in campagna elettorale mi ero espresso contro il proliferare di aperture nei giorni festivi, perché credo che ci siano dei capisaldi della nostra cultura che vanno tutelati: è necessario fare spazio al nuovo ma bisogna trovare un modo perché questo non avvenga a scapito di importanti valori sociali o religiosi».


Il presidente ha spiegato ai sindacati che l'iter di revisione della legge sul commercio sarà lungo ed articolato e prevederà vari passaggi dalla Giunta al Consiglio regionale, ma ha assicurato loro che entro 20 giorni concerterà con le forze politiche toscane le possibili tempistiche. «Personalmente - ha puntualizzato Rossi -credo che ci siano due punti che da inserire in una revisione della normativa attuale: anzitutto devono essere stabilite delle festività valide per tutti, senza la possibilità di deroghe, poi occorre fare in modo che per concedere una deroga sia necessario l'accordo con i sindacati e non soltanto la loro consultazione.

 

Per far questo e per trovare un accordo tra le esigenze della modernità e quelle di tutela dei lavoratori e dei valori tradizionali servirà una discussione ampia e approfondita con tutte le forze politiche e sociali, ma sono certo che alla fine troveremo una soluzione. Mi fa piacere che i sindacati abbiano scelto di portare avanti le richieste dei lavoratori del mondo del commercio in maniera costruttiva e senza polemiche, individuando nella Regione il loro referente. Sono onorato da questa scelta e garantisco il mio impegno per venire incontro alle loro richieste».

 

Fonte: Regione Toscana
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17/11/2010 - 9:47

AUTORE:
Cittadino amministrato

...era questa la bella prospettiva indicataci dai dirigenti politici di città(anche di sinistra) fino a poco tempo fa.
Poi finalmente dalla Regione Toscana con l'arrivo di Rossi alla presidenza e via Conti che avrebbe fatto costruire anche in piaggia, lì dove Romano tiene paperi ed anitre; ora l'assessore si chiama Marson e si ritorna pian piano ai valori fondanti un popolo solidale e forte.

Accettare "il meglio che niente" ci portava pian piano alla rovina. Come si può pensare (soprattutto rivolto al femminile) di lavorare tutti i fine settimana fino a buio strinto ed anche oltre quando "il marito"ha lavorato l'intera settimana ed i figli piccoli hanno la scuola chiusa e specialmente con le feste natalizie tale fenomeno raddoppia.
Ma...ci disse un dirigente politico (cittadino): siamo noi che si determina il tutto; si lavora tutta la settimana ed il sabato sera fino a tardi oppure tutta la domenica lo passiamo a fare "scioppinghe".
Va bene la domenica mattina nei posti di villeggiatura per piccoli negozi che tendono a fare come le formichine per poi mangiare e riposarsi nei mesi meno adatti alla villeggiatura.
Va bene anche distributori automatici di beni e cose ma...che i politici e gli amministratori "nostrali" caldeggiassero un troppo grosso centro commerciale nel nostro piccolo paese per far lavorare tutti i fine settimana le nostre mogli/figlie magari laureate a vender seggioline reclinabili a 80 centesimi meno che dal gioralaio in piazza a quel punto proporci di grattare il fondo del barile era roba da conigliolate nel groppone(come disse giustamente il Chiucconi).
Bene Rossi; ti abbiamo eletto nostro Governatore e tu ci ripaghi in ritrovata dignità lottando insieme a noi per un lavoro stabile ma..in giorni lavorativi appunto.
I giorni di festa furono inventati nei secoli scorsi per far arricchire di conoscenze la gente dei campi e delle officine con un semplice gesto: ritrovarsi nelle piazze e scambiarsi opinioni sul fare nel miglore dei modi e d'imparare non si finisce mai: è bene ritrovarci ancora e ancora!