Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Riportiamo l'intervento del geologo Roberto Balatri a proposito del lago di Massaciuccoli
VECCHIANO - Anche se indirettamente la rottura arginale a Nodica, avvenuta durante la piena del Serchio del 25 dicembre, mette in risalto la debolezza idrica del bacino del lago di Massaciuccoli.
Per prosciugare completamente, il conseguente lago artificiale che si è venuto a creare con danni ingenti alla zona industriale di Migliarino e al sistema viario Pisa-Viareggio, occorreranno mesi. E si è rischiata la catastrofe anche nella bonifica di Massarosa, dove per giorni e giorni il livello del lago ha minacciato la tenuta degli argini, lasciando con il fiato sospeso per le gravi conseguenze che avrebbe subito l’area industriale di Montramito. Adesso come sempre si invocheranno ingenti finanziamenti per rinforzare gli argini del Massaciuccoli e potenziare gli impianti idrovori.
Ma non è così che si risolve la grave crisi che investe il bacino del lago di Massaciuccoli, dove ormai un perverso sistema di bonifica spinta alle sue estreme conseguenze impone l’abbassamento del livello piezometrico della falda, anche di 5 metri al di sotto del livello medio marino, con il conseguente richiamo continuo di acqua di mare che inesorabilmente insieme ad una quantità elevata di inquinanti provenienti dal sistema agro-florovivaistico finisce nel lago.
E tantomeno il problema può essere risolto dal "tubone" (grande derivazione dal fiume Serchio) che lascia aperte molte incertezze sulla reale possibilità della sua efficacia.
Non possiamo più continuare a rimuovere gli effetti senza rimuoverne le cause e cioè senza rimuovere le origini degli inquinanti e quelle dei rischi idraulici.
Occorre allora il coraggio amministrativo di imporre il riallagamento di alcune aree di bonifica a partire da quelle più critiche di Massarosa, responsabili in primis dell’eutrofizzazione del Massaciuccoli e della sua elevata salinità, occorre intervenire sugli inquinanti agricoli e florovivaistici, senza pensare di diluirli con l’acqua del "tubone", ed è solo questa la strada che può riportare in vita il lago di Massaciuccoli.
Roberto Balatri - geologo