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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
PUBBLICITA'
di Chiube
Ah, che bell' o cafè...

8/12/2010 - 8:02

Quella del caffè è una storia che si perde nella "notte dei tempi", tanto varia, sfuggente e antica è la sua origine, a cominciare dal nome.

È l’altopiano di Kaffa in Etiopia, ricco di colture, ad aver dato il nome alla celebre pianta o è questa che ha dato il nome all’altopiano?

Pare che l’altopiano abissino abbia ricevuto questo nome quando ormai il caffè era già noto in tutto il mondo ed il termine caffè deriverebbe allora dal turco Kahvé, a sua volta proveniente dall’arabo Qahwa, che vuol dire vino o bevanda eccitante.

E' difficile districarsi tra racconti di autentica storia e fiabe di suggestiva leggenda.

Nella Bibbia (primo libro dei Re), David porta come dono di conciliazione "dei grani abbrustoliti", cioè dei chicchi di caffè. Ma è ancora caffè la bevanda amara che Elena aggiunge al vino per asciugare le lacrime degli ospiti alla mensa di Menelao, bevanda definita da Omero utile "contro i dispiaceri, i rancori e la memoria dei dolori".


E che cosa è se non una tazzina di caffè bollente ciò che l’Arcangelo Gabriele offre a Maometto, colpito improvvisamente dalla malattia del sonno? La pozione nera mandatagli da Allah gli permetterà non solo di recuperare subito forza e salute, ma di essere in grado in breve tempo di "disarcionare quaranta cavalieri e di soddisfare altrettante donne".

 

Maggior consistenza storica la si può rintracciare a partire dal XIV secolo, epoca in cui si hanno notizie della lenta ma progressiva invasione del caffè in Arabia, Egitto, Siria, Turchia.
Dappertutto trova immediatamente un largo favore tra la popolazione. Cominciano da questo momento le prime testimonianze scientifiche sulla bontà del caffè e sulla sua capacità terapeutica. Avicenna, grande medico arabo, come il suo collega Rhazes, lo prescrivono come medicamento.  A partire dal XVI secolo alcuni grossi imprenditori cominciano ad introdurre il caffè anche in occidente: grosse partite di caffè affluiscono soprattutto ai porti di Alessandria e di Smirne. Tuttavia, di fronte alla crescente richiesta e date le spese e le forti tasse che gravano enormemente sui prezzi, si cominciò a pensare di trapiantare il caffè anche in altre parti del mondo. Così gli olandesi impiantarono estese coltivazioni a Giava, i francesi in Martinica e nelle Antille e, successivamente, gli inglesi, gli spagnoli e i portoghesi in Africa, Asia e America. In India pare ci sia arrivato grazie ad un pellegrino che, recatosi alla Mecca, trafugò sette semi di caffè.

Fu una mattina del 1570 che i veneziani scoprirono per la prima volta l'aroma forte del caffè.
Era stato un medico-botanico, Prospero Alfino, che aveva soggiornato a lungo in Egitto e lì aveva scoperto la bevanda "di colore nero e di sapore simile alla cicoria".

Fu così che a Venezia si aprì anche il primo "bar" o meglio la prima caffetteria. La primissima, in ordine di tempo, era stata aperta nel 1554 a Costantinopoli. In Europa fu aperto un caffè a Marsiglia nel 1659 e uno ad Amburgo nel 1679. Da allora nuove botteghe sorsero ovunque in città (nel 1763 se ne contavano 218!), divenendo luoghi di incontro per discutere di affari, per fare quattro chiacchiere. La nuova usanza dilagò ben presto in tutta l'Italia: a Torino, Genova, Milano, Firenze e Roma sorsero caffè poi divenuti celebri e importanti centri culturali, punto di incontro di scrittori, politici e studiosi d'ogni tempo.

Nel movimento illuminista, il caffè trovò ampia considerazione. Tutti i grandi illuministi furono forti bevitori di caffè, per essere svegli e preparati al dibattito. Voltaire fu il più accanito: pare che ne bevesse una trentina di tazze al giorno.

Al caffè fu intitolato il primo periodico italiano, fondato da un illustre gruppo di illuministi lombardi, come i fratelli Pietro e Alessandro Verri, Cesare Beccaria e altri membri della "Accademia dei Pugni". Sulle pagine de "Il Caffè" si trattarono argomenti di vario genere: dalle scienze alle arti, alla vita sociale.

Anche presso i turchi il caffè era legato all’attività intellettiva, tanto che le prime caffetterie erano chiamate scuole delle persone colte o scuole del sapere.

 

Questa galleria si chiude con un moderno  testimonialsimbolo che non ha bisogno di mostrare il suo "latoB"!

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