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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
CURIOCHITA'
di u.m. e Vari
Non fu mai veduto tanto disforme tempo.

14/12/2010 - 15:33

 

"Nelli anni MCLXVIII per li tempi antichi non fu veduto tanto disforme tempo né tanta abondantia d’acqua, lo quale fue da metà settembre perfine a tutto ottobre, che furono infatti in quel tempo nove inondazioni del fiume Arno, che la maggior parte della villa di Putignano e l’arco grande del ponte di Stagno distrussero e fecero inclinare le sue grandi murelle di pietre. Al contrario non si ricorda e non fu mai visto un tempo tanto secco e freddo, tanta serenità dell’aria e tanto crudele freddo quale fu dal principio di novembre perfine a dì’ 15 di gennaio.

Nelli anni MCLXVIII, del mese di gennaio, lo fiume Arno tanto forte ghiacciò che grande copia d’omini e di donne sopra di quello prendeano solasso, et homini a cavallo sopr’esso cavalcavano e alquanti giovani giochavano a schacchi e altri a giuocho di taule; e molte grande cose di sopra facevano e carri sopr’esso andavano, e molti homini di Carraia Ghonduli perfine alla chiesa di Santo Matheo andaro sopra d’esso.

E durò quella giaccia dalli 8 di gennaio perfine alli dì 20 di detto mese. E fu questo medesimo anno, a dì 2 di gennaio, per tutta la cità di Pisa e di Chinsica grandissimo tremuoto, con uno grande mùggio mai non istato udito, che gli omini e lle donne grande timore di morire n’ebeno".

 

(dalla Cronaca di Pisa di Anonimo, ms n. 54 dell’Archivio di stato di Lucca c.45vA)

 

"Anno Domini MCCCXXXIII, ne la indictione seconda, del mese di novembre, a di 4 di novembre, giovedì a sera, passato gli Ognissanti, creve tanto l’Arno in Pisa, lo giovedì, di giorno, che quelli di Kinsica non poteano passare di là se non a cavallo o in iscafa, perocchè l’acqua era di lung’Arno e per Borgo e per gli autri chiassi che rispondeano lung’Arno; e venedo la sera, lo giovedì  sopradetto, creve sì l’acqua di subito, che allagò tutta Kinsica generalmente, e li chiassi e le carraie, in qualunque modo la via fusse stata più auta, che quanto in Kinsica, quanto tenea la Legatia, de fuori alla spina di lung’Arno e dentro da via, fue l’acqua sì auta ch’entrò per le botteghe e indella loggia di quelli del Grugno e in bottega di Nocco Ciabatta, e per tutte le autre botteghe. Dunque sappiate che in entro era troppo più auta l’acqua che li grandi paluiscarmi, bateli, scafe e autri legni, andavano per tutta Kinsica, ciercando tutte le vie generalmente; e questo andare de’ legni fue lo venardì mattina veniente. E durò tanto questa piena che le persone istavano assediate in casa, chi quattro giorni chi otto e chi sei, tanto che, chi voleva uscire di casa, era in bisognio che montasse in iscafa o a cavallo, autramente non avesse fatto niuno ragione di uscire. E stenno tutto lo sopradetto venardì le porte di pisa chiuse, ché non si poteano aprire. In Kinsica cadenno, a Sancto Paulo a Ripa d’Arno, più e più case. In ponte, in Mezzo e in Foriporta ognia casa allagatò, ché l’acqua era per tutta la via di Sancta Maria; e fue questa acqua in tali luoghi che mai per noi né per gli antecessori si vidde.

Tutto lo Vaudodiserchio e ‘l Piano di Pisa allagò, che istavano, in Vaudodiserchio, le giente su per li arbori ed era loro porto da vivere in su le scale. Mouto bestiame però annegoe; e questo fue in questa nostra parte." […]

 

Da Fragmenta Historiae Pisanae, in Rerum Italicarum Scriptores di L.A. Muratori, vol XXIV, Milano 1738. 

 

Nei nostri moderni strumenti e modi di misurare le piene e le loro portate, vi è la "piena dei 200 anni", quella che sarebbe la più disastrosa e che viene messa in conto nella programmazione dei lavori e disposizioni edilizie da parte dell'Autorità di Bacino.

 

Anche fra le due piene sopraddete sono passati due secoli!

 

Fonte: Ottavio Banti: Racconti Pisani, Pisa 2007 (Pacini ed.)
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