Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il vermouth
Il vermouth o vermut, è un vino liquoroso aromatizzato, di gradazione alcolica non inferiore al 16% e non superiore al 21% in volume, ottenuto da vini bianchi zuccherini dal sapore neutro e delicato (bianco secco), da alcol a 95-96°, da zucchero (saccarosio) e da piante aromatiche, delle quali la più importante è l'assenzio maggiore (Artemisia absinthium L.) una pianta della famiglia delle Compositae.
Il vermouth fu inventato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano a Torino, che scelse questo nome riadattando il termine Wermut, con il quale viene chiamata l'artemisia maggiore in lingua tedesca
In seguito alla guerra di successione spagnola, iniziata nel 1701, che vide contrapporsi la Francia e l'Inghilterra, quest'ultima si trovò a dover superare i problemi derivanti dall'impossibilità di ricevere le normali forniture di vino francese. Per tale motivo, nel 1703 venne stipulato, tra l'Inghilterra e il Portogallo, il trattato di Methuen che prevedeva vari accordi di tipo politico, militare e commerciale, con particolare riguardo all'importazione in Inghilterra di pregiati vini liquorosi portoghesi, a fronte dell'esportazione in Portogallo di pregiati tessuti inglesi.
Questi vini ebbero un grande successo in tutta Europa, sia per il gradimento delle dame verso il gusto dolce, sia per l'intrinseco significato antifrancese che tale consumo comportava.
Così, creatosi un mercato stabile di consumatori, molti furono i tentativi di offrire una bevanda similare che potesse essere proposta in alternativa. Tra questi esperimenti commerciali, nella seconda metà del XVIII secolo, emersero il Marsala che replicava in Sicilia i metodi di vinificazione e invecchiamento portoghesi e il Vermouth che ebbe il merito di permettere l'utilizzo di vini giovani ad alta gradazione, surrogando le sapidità tipiche dell'invecchiamento attraverso l'aggiunta d'una particolare miscela di erbe aromatizzanti.
La mistura registrò una grande diffusione, sia per la gradevolezza del gusto, sia per l'inferiore costo di produzione, e venne immediatamente adottata in gran parte dell'Europa, particolarmente dai vinificatori di Francia, ove nacquero diversi produttori di Vermouth. Tra questi il farmacista parigino Joseph Dubonnet, fondatore dell'omonima azienda vinicola, che nel tentativo di realizzare un composto adatto a far assumere gradevolmente le necessarie dosi di chinino alle truppe francesi di stanza in Africa, inventò il Vermouth chinato che ebbe un enorme successo commerciale, oltre a divenire un "genere di conforto" tradizionale della Legione Straniera.
Per legge (n. 224 del 23 gennaio 1934) il termine vermouth è riservato ad un prodotto ottenuto da vino di produzione nazionale addizionato di sostanze aromatiche e amaricanti permesse.
La gradazione alcolica non deve essere inferiore al 16% in volume e il contenuto in zuccheri complessivi, espressi come zucchero invertito, non inferiore a 14 grammi per 100 ml.
Nei vermouth indicati come secchi o dry il contenuto alcolico minimo è del 18% e gli zuccheri non possono eccedere i 14 grammi.
Gli aromi derivano da foglie o piante intere di artemisia o assenzio (aroma principale prescritto dalla legge n. 108 del 16 marzo 1958, ad esclusione di alcuni tipi destinati all'esportazione), di camedrio, di cardo santo, della centaurea minore, della coca, dell'issopo, della maggiorana, della melissa, del dittamo, del timo, della salvia ed anche da fiori di camomilla, di luppolo, di sambuco, di zafferano, chiodi di garofano misti a frutti di anice stellato, di finocchio, di coriandolo, di cardamomo, di arancio (cortecce), macis, noce moscata, fava tonka, vaniglia senza tralasciare le radici di angelica, di calamo aromatico, di enula campana, di galanga, di genziana, d'imperatoria, di ireos, di zenzero, di zedoaria infine, come se non bastasse, le scorze di cannella, di china, di melograno con un tocco finale di legno di quassio e il succo di aloe.
Pensate a quante cose berrete in un solo bicchiere: un orto botanico!