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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
ACCADDE OGGI
Primo volo dei
fratelli Wright

17/12/2010 - 16:37

Orville e Wilbur Wright di professione producevano, vendevano e riparavano biciclette nel loro negozio di Dayton, nell'Ohio.

 

Oggi un'eguale professionalità potrebbe essere spesa per allestire una bici destinata al record dell'ora, oppure per realizzare uno di quei trabiccoli con ali e pedali che alcuni anni fa sono stati usati per attraversare la Manica o per librarsi sull'isola di Santorini, nell'Egeo, più o meno dalle stesse in parti in cui un tale Icaro con le sue ali di piume tenute assieme dalla cera... Certo è che difficilmente potrebbero inventare un velivolo capace di rivoluzionare l'immediato futuro dei trasporti.

 

Poco più di un secolo fa furono invece due abili e intraprendenti venditori di biciclette americani a compiere il primo volo prolungato e motorizzato nella storia dell'umanità. Al primo volo, avvenuto il 17 dicembre 1903 - una data storica, che ha segnato l'anno zero nello sviluppo della tecnologia aeronautica e la nascita dell'aviazione - i Wright giunsero però dopo cinque anni di intenso lavoro, sulla scia di un diffuso clima di euforia per i cosiddetti "mezzi più pesanti dell'aria".


Una svolta fondamentale nella ricerca di sollevarsi in volo fu segnata dall'invenzione del motore a scoppio. I sostenitori del volo motorizzato potevano ora avere a disposizione un propulsore decisamente piccolo, leggero e potente.


Fino a quel momento il mondo del volo sembrava essere riservato solo a facoltosi e stravaganti inventori o a scienziati di chiara fama. Orville e Wilbur, non appartenevano a nessuna delle due categorie. Nati a cinque anni di distanza l'uno dall'altro (Wilbur nel 1867 e Orville nel 1871), figli di un vescovo evangelista, non avevano potuto frequentare l'università. Prima di aprire il negozio di biciclette, nel 1892, si erano guadagnati da vivere nei modi più disparati. La passione per la meccanica e l'applicazione metodica, assieme a una concezione della vita molto austera e aliena da qualsiasi vizio, erano gli elementi che li accomunavano.

Fu solo sette anni dopo l'inizio dell'attività su due ruote che riuscirono a mettere a punto il loro primo aliante. Era il 1899 e i giornali di tutto il mondo da tempo stavano dando grande risalto alle macchine volanti e ai loro bizzarri inventori. C'era la sensazione che ormai i tempi fossero maturi per il volo. Ma ancora non si era riusciti a creare una sintesi tra le esperienze con gli alianti e i primi goffi tentativi di volo motorizzato. Nessuno ancora si era provato a creare un velivolo che mettesse a frutto le caratteristiche di entrambi.

I fratelli Wright erano convinti che non bastasse costruire un velivolo che si innalzasse in volo se poi non esistevano gli adeguati comandi per pilotarlo. Occorreva poter muovere il velivolo nell'aria in alto e in basso, correggerne la traiettoria, controllare gli spostamenti laterali. Ma con quali sistemi? Così come in passato, in pratica da Leonardo Da Vinci in avanti, lo spunto arrivò dagli uccelli. Per mantenere l'equilibrio laterale e comandare il rollio i Wright studiarono un sistema di svergolamento delle estremità alari molto simile a quello impiegato dai volatili. La costruzione del loro primo aliante biplano prese il via nel 1899, dopo un metodico studio di tutto quanto fosse stato realizzato fino ad allora sulla tecnica del volo. Fecero anche numerosi test, applicandosi in una lunga serie di osservazioni teorico-pratiche. I primi voli planati diedero ottimi risultati.

Nel 1900 i due fratelli si alternarono ai comandi dell'aliante lanciandosi dalle dune di una spiaggia nella Carolina del Nord. In condizioni ideali, cioè in presenza di una brezza costante che contribuiva al sostentamento del velivolo, riuscirono a testare e a verificare l'efficacia dei comandi: il mezzo rispondeva docilmente, spostandosi sia sul piano orizzontale che su quello verticale. Anche gli atterraggi non diedero problemi. Un secondo aliante, di dimensioni maggiori, sperimentato l'anno successivo, si rivelò invece meno efficace. Con l'incremento delle dimensioni delle ali non si otteneva automaticamente un maggiore sostentamento. Occorreva studiare ancora a fondo i problemi relativi alla portanza e alla sezione alare ideale.

La convinzione allora molto diffusa era che la sezione alare dovesse essere molto sottile, per poter "penetrare" con maggiore facilità nell'aria. I due fratelli americani allestirono quindi una rudimentale galleria del vento, dove mettere alla prova i diversi profili aerodinamici. Una nuova versione di aliante, la terza, dotata oltre che di un timone di profondità anteriore anche di una coda a doppia deriva, fu preparata nel 1902 e diede discreti risultati, almeno per l'epoca: solo poche centinaia di metri percorsi, per periodi di volo di non più di mezzo minuto. Ma se non altro a questo punto i sistemi di controllo non rappresentavano più un problema.

Restava invece insoluta la questione del propulsore. I primi motori a scoppio di tipo automobilistico erano ancora troppo ingombranti e poco potenti. Ce ne voleva uno molto piccolo, che offrisse una scarsa resistenza all'aria e potesse essere alloggiato di fianco al pilota (che, vale la pena ricordarlo, manovrava il mezzo stando sdraiato sull'ala inferiore.
Doveva inoltre riuscire a mettere in movimento due eliche spingenti collegate a una trasmissione a catena, proprio come quella delle biciclette. Anche in questa circostanza i Wright fecero tutto in casa. Costruirono da sé un motore a benzina a quattro cilindri, raffreddato ad acqua, capace di sviluppare un potenza massima di 12 cavalli e lo montarono sul loro aliante. Al nuovo velivolo fu assegnato il nome di Flyer. Impiantarono quindi un nuovo campo di prova, sempre nella Carolina del Nord, ma questa volta sulle colline di Kill Devil. Tutto era pronto per il primo tentativo di volo motorizzato della storia.

I primi test tra il settembre e il novembre del 1903 furono però costellati di problemi piccoli e grandi: inconvenienti al motore, alle catene di trasmissione, agli alberi delle due eliche e alle eliche stesse. Il successo, però, era ormai nell'aria.
La corsa contro il tempo per passare alla storia come autori del primo volo motorizzato si stava giocando sul filo dei giorni. Il 14 dicembre 1903 un tentativo di spiccare il volo con il Flyer si risolse in un brutto capitombolo, ma per fortuna i danni si rivelarono di scarsa entità.

Tre giorni dopo, il 17 dicembre, una leggera brezza diede al Flyer, pilotato da Orville, la spinta necessaria al decollo. Lanciato lungo una guida in legno (il carrello di decollo e atterraggio non era ancora stato inventato) il primo aereo della storia si innalzò di pochi metri con una certa difficoltà, percorse 36 metri e ricadde al suolo dopo una manciata (12) di secondi.

 

Il sogno che dai tempi di Icaro non aveva smesso di affascinare l'uomo - in quel famoso 17 dicembre 1903- si era finalmente concretizzato.


 

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