Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
PISA. Il viale dell’aeroporto è un unico corteo di ragazzi che trascinano il trolley verso lo scalo internazionale. Sono gli studenti fuori sede e i giovani che vorrebbero tornare a casa o andare in vacanza. Ma anche ieri è stata un’altra giornata di "passione", con le piste del Galilei ghiacciate e i voli cancellati. Al terminal, solo le "Partenze" sono deserte; il resto è un colossale bivacco.
Alla stazione ferroviaria, la situazione non è migliore: di mattina, i ritardi medi sono di circa due ore con punte di quattro. Nel pomeriggio con gradualità tutto torna a livelli quasi accettabili: molti dei treni da e per Firenze sono soppressi, ma per gli altri convogli basta aspettare una ventina di minuti.
Migliaia di turisti, cittadini e universitari si sentono «abbandonati». All’euforia per la nevicata di venerdì, ieri è subentrata la rabbia; centinaia le segnalazioni arrivate al sito del Tirreno: la parola più ricorrente è «vergogna». Una pensionata, davanti all’aeroporto: «Ok, è nevicato. Ma se succede a Bolzano, mica si blocca tutto».
Al Galilei ci sono i disagi maggiori: gente che ha dormito sulle brande, approntate dalla Sat, società che gestisce lo scalo; gente che è appena arrivata ma sa che «oggi dobbiamo armarci di pazienza e chissà se riusciremo a partire».