Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
La Signora in bianco.
Si è svolto domenica mattina, 19 dicembre, il tradizionale Concerto di Natale a Palazzo Madama.
Le note dell'Inno di Mameli, suonato dai Solisti Veneti diretti dal maestro Claudio Scimone, hanno fatto da preludio al concerto. Poco prima aveva fatto il suo ingresso in Aula il capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Oltre al maestro Scimone e ai Solisti Veneti, protagonista di questa 14esima edizione del tradizionale appuntamento è stato il tenore Andrea Bocelli.
Nell'emiciclo, che già nel 2001 ospitò l'esibizione di Bocelli, allora accanto al maestro Salvatore Accardo, hanno così risuonato belle pagine della letteratura musicale scritte da Vivaldi, Rossini, Donizetti, Handel, Donaudy, Pasculli, Tosti, Leoncavallo.
Un ricco programma per un appuntamento che ha visto il Senato aprirsi alla cultura nell'intento di contribuire alla valorizzazione dello straordinario patrimonio musicale italiano.
Di Leoncavallo il nostro famoso conterraneo ha cantato la romanza “Mattinata”, scritta in onore e per la voce del grande Enrico Caruso nel 1904.
Il brivido che mi ha preso alle note e alle parole di uno dei primi grandi successi dell’inizio del secolo scorso, era pari a quelle sensazioni che, quasi con lo stesso tema, mi avevano colpito due giorni prima percorrendo la via innevata che avevo paragonato ad una Signora in rosso su questo giornale il 6 c.m.
Ora dedico alla stessa, prima sensuale e poi immacolata strada, questa vecchia struggente romanza:
Mattinata
L’aurora di bianco vestita
Già l’uscio dischiude al gran sol;
Di già con le rosee sue dita
Carezza de’ fiori lo stuol!
Commosso da un fremito arcano
Intorno il creato già par;
E tu non ti desti, ed invano
Mi sto qui dolente a cantar.
Metti anche tu la veste bianca
E schiudi l’uscio al tuo cantor!
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l’amor.
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l’amor.