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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

AlterEgo Fiere
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Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Non avrei mai voluto vederti così
Ma è inevitabile
Chiudo gli occhi per non guardare
Ma quella livida rigidità
appare scompare riappare
Io ti .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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L'IMPAGLIATA

3/1/2011 - 14:38


 L'impagliata


"Nato che è il figliolo, fra i nostri contadini usa l’Impagliata, che nelle gronde di Valdinievole dicono lo Spaglio,  a Pistoia la Scapponata.

 

Ai tempi di una volta la solennizzavano anco di più, specie al primo figliolo, e se era un maschio, allora si bruciava il mondo!

Nato dunque il bimbo, quando tutto è andato bene, così dopo otto o dieci giorni, le zie e le altre parenti vanno a visitare la mamma e portano il fagotto, cioè una quantità di pasta e ova, polli e altre cose simili da mangiare. Allora se a famiglia del bimbo hanno intenzione di fare l’impagliata, che però non è obbligatoria, a quelle che hanno portato il regalo, gli fanno lasciare il salvietto e gli dicono che lo torneranno a prendere per il tal giorno, che è per l’appunto quello del rialto in famiglia.

 

Viene dunque il giorno fissato, e nella casa della sposa si prepara un bel desinarone con tutti i timpani, come usa nelle ricorrenze contadinesche, quando fan da vero. Gli invitati sono pronti come campanelli, tutti i parenti stretti, le zie, quelle del fagotto e tutti quelli che avevano assistito al battesimo, specialmente, s’intende, il compare e la commare,  che una volta si chiamavano il santolo e la santola, e dalle parti di Moriano si sente dire sempre anche oggi.

Si mettono dunque a tavola a santa pace pia allegramente, con certi appetiti incredibili e fanno onore alle pietanze che via via capitano, ciccia a cascare, cucinata in quattro e sei maniere, torte, dolciumi e vino a sine fine dicentes.

Quand’è là un certo momento che comincia il vocio e tutti sono accesi in viso per aver alzato la gloria e aver bombato bene, eccoti che fra gli evviva e i battimani, è portata nella stanza la creatura, tutta puita, ben fasciata e infioccata, e dall’uno all’altro se la passano e fa il giro della tavola e tutti l’ammirano e la lodano per un bel bimbone o una bella bimbona, latte e sangue, e fatto senza risparmi e contro la cattiv’aria:

“E su’ padre nato e sputato e non ne perde un pelo: il Signore lo benedica e la Madonna, o possa campar mille anni”

e tutti gli fanno più begli auguri del mondo. Viene poi che capita fra le braccia del compare, e lui deve tener pronti due o più scudi e così di straforo glieli deve rimpiattare giù dentro le fasce. La commare invece il suo regalino glielo appende al collo con un nastro o con una catenina.

Poi lo riportan via, e i convitati seguitano tranquillamente a dipanare e a imbottare sino a che c’è rèspice di roba, e per lo più va a finire in isbornie santissime da muro a muro ed anco a ferma là.

E questa è l‘Impagliata per la nascita di qualche figliuolo tra i contadini."
 
E la mamma lucchese canta al suo coccorino la cantilena simile a quella che la mamma pisana usa per addormentare il suo bimbetto:


Fate la ninna nanna, se dormite,

il letto vi sia fatto di viole;

la materassa di  piume gentile,

il capezzaI di penne di pavone;

e le lenzuola di tela d’Olanda,

fate la ninna e poi fate la nanna.


Fate la ninna nanna nelle pezze,

v’addormirà Gesù e San Giuseppe;

fate la ninna nanna nella culla,

v’addormirà Gesù e la Madonna.


Fate la nanna coscine di pollo;

la vostra mamma v’ha fatto un guarnello,
e ve l’ha ricamato torno torno;

fate la nanna coscine di pollo.

 

Fai la nanna, coccorino,
della mamma e del babbino;
coccorino, fai la nanna
del babbino e della mamma.

 

e tutteddue le donne ne canticchiano un'altra, quando nessuno le sente e i bimbi dormono, che è tutto un altro genere:


Ninna nanna la malcontenta,
babbo gode e mamma stenta;


babbo va all’osteria,
mamma tribola tuttavia;


babbo mangia il baccalà,
mamma tribola a tutt’andà;


babbo mangia li fagioli,
mamma tribola co’ figlioli,


babbo mangia le polpette,
mamma fa delle crocette.
 
 

Fonte: Idelfonso Nieri- Vita infantile e puerile lucchese- 1914 (coll. priv.)
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