Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Questi poveri aironi guardiabuoi sembrano tanti befanotti con la schiena curva dal carico dei doni che portano, insieme alla Befana, in questa stagione nevosa e in questi giorni in particolare.
Sarei poco originale ora se facessi la storia, seppur breve, dell'Epifania e mi limito solamente a riportare una dolce leggenda del perchè la Befana, impersonata da una vecchia, si festeggia il 6 Gennaio, giorno che ricorda la visita dei Re Magi a Gesù Bambino.
"Tre re, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, partirono da paesi diversi, forse la Nubia, la Godolia e Tharsis, per portare doni a Gesù: oro, incenso e mirra.
Attraversarono molti paesi seguendo una stella, e in ogni luogo in cui passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro.
Ci fu solamente una vecchietta che in un primo tempo,voleva andare, ma all'ultimo minuto cambiò idea, rifiutandosi di seguirli. Il giorno dopo, pentita, cercò di raggiungere i Re Magi, che però erano già troppo lontani. Per questo motivo la vecchina non vide Gesù Bambino.
Da allora, nella notte fra il cinque e il sei Gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesù".
Così come non sarebbe originale riportare la filastrocca della befana con le scarpe rotte e 'r culo tondo, quindi ecco una strana canzoncina, "La Befana Trulallalà" cantata da Gianni Morandi nel 1978:
Trullalà Trullalà Trullalà
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la calza appesa al collo
col carbone, col ferro e l’ottone.
Sulla scopa per volare.
Lei viene dal mare. Lei viene dal mare.
E la neve scenderà
sui deserti del Maragià
dall’Alaska al Canadà
E partire lei dovrà
e cantando partirà
da ciociara si vestirà
con il sacco arriverà
la bufera vincerà
E cantando trullalà
la Befana arriverà
Trulallà Trullalà Trullalà
Un bambino, grande come un topolino,
si è infilato nel camino
per guardarla da vicino.
Quando arriva la Befana
senza denti
salta, balla, beve il vino.
Poi di nascosto s’ allontana
con la notte appiccicata alla sottana.
E un vento caldo soffierà
sui deserti del Maragià
dall’Alaska al Canadà
Solo una stella brillerà
e seguirla lei dovrà
per volare verso il nord
e la strada è lunga
ma la bufera vincerà
E cantando Trullalà
la Befana se ne va.
E cantando Trullalà
Truallalero Trullalà
Trullalà Trullalà Trullalà
Lo spirito beffardo e toscanaccio fece un suo colpo a spregio dei francesi che si erano impadroniti del Granducato di Toscana, chiamando a gran voce "Befane" le donne vizze incipriate e imparruccate che i funzionari d'Oltralpe avevano al loro seguito, contrabbandando come un complimento il nome della vecchietta con il sacco, al posto di Bellefamme, leggerissimamente corretto italianicamente, come credevano di capire gli usurpatori.