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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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GUERRA E PACE
di Trilussa

9/1/2011 - 9:50


In una bella Rubrica di questo giornale, una rubrica che somiglia molto alla pagina culturale dei quotidiani, è stato affrontato un argomento molto particolare riguardante il significato del Presepe. Se considerarlo cioè un’occasione per celebrare, come ogni anno, la tradizione religiosa della Natività oppure se farne occasione anche di denuncia sociale. La discussione, per chi l’ha seguita, è stata molto vivace e interessante e si è protratta molto a lungo con interventi veramente ben argomentati.

Poi, lentamente, intervento dopo intervento, l’argomento religione è stato abbandonato e la discussione si è orientata verso le spese militari. Sulla necessità o meno di dedicare risorse, spesso molto ingenti, all’acquisto di velivoli costosi e sofisticati, perplessità accentuata dalla particolare crisi economica e sociale del nostro paese e sul fatto che comunque questi aerei sono strumenti di guerra.

Altri hanno argomentato che questi  stessi apparecchi potevano essere considerati, al contrario, un valido deterrente per eventuali minacce esterne ispirandosi al detto degli spartani “ se vuoi la pace prepara la guerra”, e quindi diventare strumenti di pace. Insomma opinioni diverse e non di rado contrastanti. Argomenti comunque molto interessanti e chi ne vuol saper di più può andare a leggersi la cinquantina (!) di post che sono arrivati dai lettori. http://www.lavocedelserchio.it/vediarticolo.php?id=8942&page=0&t_a=il-presepe-lalbero-babbo-natale-la-befana-don-armando-e-i-bombardieri Poi siamo passati a Gino Strada e alla critica della sua partecipazione alle attività di protesta studentesche dei primi anni 70, considerata come viatico negativo da cui sembra derivato il suo odierno sentimento antiamericano.

Anch'io ho l'età di ricordarmi di quegli anni tumultuosi e pieni di idee. Conosco molti che come me  vi hanno partecipato e devo dire che gli ideali di uguaglianza, giustizia sociale, solidarietà che ci ispiravano quel tempo sono rimasti inalterati e ancora oggi  mi trovo a reagire con un certo sdegno (sia pure mitigato dall’età e dagli acciacchi) ai quotidiani esempi in cui questi ideali vengono calpestati. Essere stato uno studente che contestava e manifestava mi rende ancora orgoglioso di quella scelta, uno studente in parte lavoratore e proveniente da quel proletariato che un tempo squalificava chi osava frequentare l'università, appannaggio dei figli di ricchi mercanti o di professori o professionisti destinati poi a prendere il posto dei padri.

Come del resto era sempre successo in passato, fino a quegli anni straordinari in cui qualcosa poteva veramente cambiare ed anche io, figlio di un umile dipendente dallo stipendio mensile equivalente al costo di un singolo libro di un corso di studi della mia facoltà,  potevo con molti sacrifici aspirare ad arrivare alla prima Laurea della mia famiglia.

Proprio da questi ideali giovanili di grande solidarietà e di amore per gli umili e gli oppressi credo sia derivata la scelta di Gino Strada della difficile strada della chirurgia di guerra. Una strada ben più ardua rispetto alla più facile e remunerativa carriera di chirurgo in qualche privata clinica del Nord, meta di ricche signore da restaurare o vecchi mariti in cerca di una perduta giovinezza.

Il sentimento antiamericano, che io mi sento di condividere, non è contro il popolo americano che ispira molta simpatia e a cui dobbiamo tutti una grande riconoscenza, né contro il sistema Usa all'avanguardia in fatto di severità, fermezza, legalità, sentimento di unità e di orgoglio nazionale, bensì contro la politica instaurata dagli Usa nello scacchiere mondiale, una politica ispirata e condizionata dagli interessi delle multinazionali, con in prima linea quelle delle armi e del petrolio. Un forte condizionamento che lo stesso Obama ha ancora oggi grandi difficoltà a contenere nonostante le incoraggianti promesse in campagna elettorale.

Una scellerata politica di morte, per i suoi stessi giovani militari che oramai hanno raggiunto cifre preoccupanti,  (al 20 ottobre 2010 risultavano 2.095 i morti della coalizione solo in Afghanistan), ma soprattutto per la popolazione  civile che subisce le terribili conseguenze di un intervento che somiglia sempre meno ad una operazione di pace. Un intervento armato che ha come unico scopo quello dell'acquisizione di posizioni di predominio in campo militare e soprattutto economico da attuarsi tramite il controllo diretto delle principali fonti energetiche.

Chi vede questo intervento come un’operazione di pace con lo scopo principale, se non esclusivo, di alleviare le difficoltà di una popolazione, di porre rimedio ad una anacronistica condizione femminile, di mettere fine alla sottomissione di un popolo fiero e orgoglioso a degli aguzzini, di sconfiggere in tal modo il terrorismo ha una visione molto ottimistica e parziale, per non dire idealistica, di questo intervento militare. Questo equivoco e questa contraddizione il dottor Gino Strada la vede purtroppo giornalmente nelle carni dei feriti, uomini, donne e bambini innocenti e inermi che arrivano dilaniati ogni giorno dalle bombe nei suoi ospedali.Bombe americane o bombe talebane è difficile, ed anche poco utile, fare una distinzione.

Non voglio certo difendere il popolo dei talebani, autori di stragi e orrendi delitti, oppressori di una intera popolazione piegata al loro dissennato fanatismo religioso, capaci di orrendi crimini contro gli uomini, le donne, contro la cultura, contro l’intera umanità ma in una guerra di questo genere non è possibile fare una distinzione manichea fra i due schieramenti come suggerito da molti interventi. Gli Usa e gli alleati non sono semplicemente il Bene. Sono andati in Afganistan ed in Irak per scopi  molto meno nobili di quelli più volte dichiarati. Gli stessi poco nobili scopi che avevano portato gli Stati Uniti a finanziare gli stessi talebani durante l’invasione sovietica fornendo loro soldi ed armi. Armi che ora gli sparano contro e che sono le stesse che uccidono anche i nostri giovani militari.

E non erano certo diversi o migliori quei talebani ma all’Amministrazione Americana faceva comodo contrastare l’espansione sovietica che avrebbe impedito il passaggio di un oleodotto che attraversava tutto il paese e che era considerato fondamentale per l’economia USA.

Come si può vedere, sia pure con grande amarezza, motivazioni che sono molto distanti da quelle ideali di portare in quel paese martoriato la pace e la democrazia o per la lotta al terrorismo.Se i talebani uccidono lo fanno anche le bombe americane, specie quelle cluster bomb, le bombe a grappolo, capaci di storpiare e mutilare interi gruppi di bambini.

Bambini che poi arrivano a Gino Strada feriti, mutilati, dilaniati ed è difficile, a questo punto, riuscire a dare un giudizio e stabilire di chi sia la colpa, chi sia nel giusto e chi invece nello sbagliato, chi lotti per il bene o si adoperi invece per il male.Sono semplicemente il frutto sventurato ed innocente di una guerra che non li riguarda.La parola pace non figura purtroppo in quelle polverose corsie di dolore.

 


               

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11/1/2011 - 20:49

AUTORE:
Illuminato

La domanda è:
Come si può combattere la guerra?
La risposta invece non è, ma dovrebbe essere:
Con la pace.

Mai vista combattere una guerra con un’altra guerra.
La guerra trasforma gli uomini, anche i migliori, i più sensibili, i più umili perché mettono a repentaglio la propria vita e questo fatto genera il mancato rispetto, come reazione naturale, di quella degli altri che perde valore. Non è più una vita, un essere umano, non è una storia ma diventa una cosa che è più facile uccidere, violentare senza alcun senso di colpa. Qualunque cittadino di qualunque paese, tedeschi in Europa, Americani in Vietnam e in Irak, italiani in Grecia e Africa, turchi in Armenia, serbi in Croazia ogni popolo ha i propri carnefici. Non sono i popoli ma la condizione in cui i propri capi li mettono, quella della guerra con delle scelte scellerate pensando di poter imporre pace e democrazie con le armi.
E’ la guerra il nemico da combattere, e quella che stanno facendo i nostri soldati in quelle lontane terre non può essere definito in altro modo. Dove ci si odia, si spara, si combatte e si uccide lì c’è la guerra.
La CRI ha molti meriti ma non va difesa per principio. Dove ci sono sprechi, disservizi, ruberie, appropriazioni indebite, corruzione c’è cattiva gestione. Ancora più grave che si speculi su un’associazione benemerita nata per fare del bene. Una difesa di principio non fa bene a nessuno, nemmeno alla stessa organizzazione.

11/1/2011 - 19:58

AUTORE:
Giovanni, elettore PD

Illuminato, ti vorrei fare una o due domande, pacatamente.
Io ormai ho i capelli grigi, anzi quasi bianchi, e mi ricordo bene quei manifestanti che una trentina di anni fa dicevano nei cortei: nè con le BR, nè con lo stato.
I vertici dell'allora PCI, come Berlinguer e Napolitano, erano molto fermi nella condanna al terrorismo, ma fra i giovani o i più estremisti circolava l'idea sciagurata della cosiddetta equidistanza.
Poi in tempi più recenti ho sentito slogan simili: nè con Bush, nè con Saddam.

Cosa avresti pensato di una persona che nel 1945 avesse detto: nè con Mussolini, nè con i Partigiani?

La pace è un grandissimo bene, qualcosa di immenso e prezioso.
Ma la libertà lo è altrettanto. Non c'è vera pace senza libertà.

Se qualcuno -i nazisti, i talebani, un dittatore- nega ad altri esseri umani i diritti più basilari, non è giusto cercare di opporsi?
Come giudichi gli Americani che nella Seconda Guerra Mondiale combatterono in Italia al fianco dei Partigiani?

Liberatori o Invasori?
In fondo anche allora bombardarono ed uccisero molti civili (compresa la sorella di mia madre, morta a Pisa sotto le bombe ancora giovane).

Tu hai detto a Niccolò sarcasticamente "stai pure con Obama e l' ONU".
Ma io ti chiedo... TU con chi stai?

Non dirmi "dalla parte della pace" perchè è troppo comodo.
E te lo dico da persona di sinistra, che odia la guerra ed ogni forma di violenza.

Ero socialista e dal 1994 voto PDS - DS - PD.
Ma devo dire che il pacifismo a senso unico purtroppo non ci porta da nessuna parte.
Per questo ho sempre preferito il pragmatismo responsabile di D'Alema o Prodi alla facile retorica di Bertinotti o Vendola.
Anche a me l'acquisto degli F-35 in un periodo di crisi come questo solleva delle perplessità.

Però so fare delle distinzioni.
E penso che supportare una missione di pace internazionale sotto mandato dell'ONU non sia un crimine.
I soldati italiani che sono laggiù presidiano scuole e ospedali, disinnescano ordigni, addestrano le forze di polizia locali.
Tutto questo è così ignobile e sbagliato?

Rifugiandoci nell'estremismo facciamo solo un favore a Berlusconi, che ci dipinge come i soliti "comunisti", "antioccidentali" et cetera.

11/1/2011 - 19:13

AUTORE:
Carlo di Pontasserchio

Caro Illuminato

Devo dire che a Report sono riusciti a mettere in atto il proverbiale "sparare sulla Croce Rossa".
A parte che molte indagini sono ancora in corso ed i processi NON si fanno in TV... ti vorrei ricordare alcuni dati storici.
La Croce Rossa è un'organizzazione internazionale attiva dal lontano 1862.
In questi 150 anni ha salvato MILIONI di vite, grazie a centinaia di migliaia di volontari che si sono impegnati talora fino all'estremo sacrificio in guerre, epidemie, catastrofi naturali.
Ed oggi continua nella sua opera di assistenza e soccorso in tutto il mondo.
Quindi non permetterti, e lo sottolineo NON PERMETTERTI di giudicare una realtà così grande e complessa in base al comportamento di alcune (presunte) mele marce.
Se poi ti infastidisce il fatto che la CRI non faccia proclami ideologici, operi al fianco dei nostri soldati e non li chiami invasori e assassini. è un altro problema.

11/1/2011 - 15:45

AUTORE:
odc

A inizio anno si è svolta una maratona telefonica internazionale di 24 ore. Da Kabul, l’iniziativa “Caro Afghanistan” ha visto partecipare giovani di tutto il mondo. Mi ha colpito la telefonata di uno che vi ha partecipato e ne trascrivo l’intervento. Sentite l’appello e l’impegno per la pace di alcuni giovani afghani.

“Le domande rivolte agli afghani hanno riguardato in particolare le giustificazioni date dai paesi della Nato per la presenza in Afghanistan, tra cui stabilizzare il paese e migliorare la situazione delle donne. I giovani afghani hanno ricordato che, dopo quasi dieci anni di guerra e miliardi spesi, a dicembre la Croce Rossa Internazionale ha dichiarato la situazione in Afghanistan la peggiore degli ultimi 30 anni. E le politiche della Nato hanno portato ad un deterioramento della sicurezza secondo la relazione di novembre di 29 Ong. Per quanto riguarda le donne, citando dato ministeriali, hanno ricordato che solo nel 2010 sono 2300 quelle che si sono suicidate; tra le principali cause: povertà continua, violenza e guerra.

Quando è toccato a me, ho parlato del soldato italiano morto, leggendo delle dichiarazioni degli esponenti del governo. I giovani afghani hanno risposto: “ Ci dispiace sapere del soldato morto e mandiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia. Vorremmo dare loro il nostro conforto. Però è un errore da parte dei politici parlare di sacrificio per la pace. La pace non può venire dalla guerra”.

11/1/2011 - 12:10

AUTORE:
Illuminato dalla Sacra Luce

Caro Niccolò stai pure con l' ONU (quello della guerra nella ex Jugoslavia?), con Obama e con l'UNione Europea ma usa prudenza quando parli della Croce Rossa macchina pubblica inefficiente e mangiasoldi). Siccome giri in rete mi permetto di segnalarti questo link dove purtroppo (è spiacevole per tutti, non solo per te) si vede come un'organizzazione benemerita rivolta agli altri viene usata per scopi un po' meno di nobili (e qualche volta anche di competenza della Magistrautura).
E' stata una puntata di Report di dicembre.

http://www.ilcapoluogo.com/site/News/Attualita/Cri.-Il-gigante-dai-piedi-di-argilla-affonda-nella-melma-anche-in-Abruzzo-35789

11/1/2011 - 10:55

AUTORE:
Niccolò77

O voi che possedete la suprema verità.
O voi illuminati dalla Sacra luce della Pace.
Suggerite a tutti noi meschini sostenitori delle armi e della violenza cosa fare.

Dobbiamo lasciare dunque gli uomini e donne Afghani al loro destino?
Permettere che tornino sotto la guida illuminata dei Talebani?
O piuttosto dialogare con il Mullah Omar, prendendo con lui un tè nel deserto ed offrendogli un mazzolin di fiori?

Ed anche in Sudan... perchè le truppe dell' ONU e dell' Unione Africana continuano ad occupare militarmente il Sud del Paese?
Perchè appoggiano il referendum e la secessione dal "legittimo" governo del "buon" presidente Al-Bashir (ricercato per crimini di guerra internazionali) e delle sue milizie islamiche?
Ho una possibile risposta! Forse i biechi occidentali pianificano di creare uno stato cristiano fantoccio nel Sud del Sudan per sfruttare le risorse di quelle terre.

Fine dello scherzo.
Queste sono alcune delle posizioni che ho letto su dei siti "pacifisti" e vicini alla galassia no-global.
Io sto con l'Onu, Obama, l'Unione Europea e la Croce Rossa Internazionale.
Lasciare l'Afghanistan ora significherebbe vanificare anni di sacrifici, impegno, dolore... e progresso.
Lento, incerto, ma pur sempre progresso.

10/1/2011 - 16:02

AUTORE:
5 per 1000 per Emergency

Caro Trilussa,

voglio qui esprimere condivisione per questo suo intervento e per i toni pacati, ma fermi che lei adopera. Mi permetto soltanto di invertire le parole del titolo. Perché la guerra fa schifo e per evidenti ragioni di priorità, giacché io penso esattamente il contrario di quello che dice il motto degli spartani: "se vuoi la pace prepara la pace".

Anche io ho partecipato alle manifestazioni studentesche degli anni ’60 e ’70 e non rinnego niente, ma neanche sono compiacente quando mi accorgo dei miei errori commessi nel passato.

Certo è che la nostra fortunata condizione di sopravvivenza ci ha consentito di poter fare scelte ulteriori. Appiattire la figura di Gino Strada agli anni Settanta senza vedere quello che ha fatto e fa è davvero grave. E poi credo che Gino Strada si sia battuto allora come ora per ragioni giuste, solo che ora ha trovato un modo migliore per farlo. Per questo da tempo verso il mio 5 per mille a Emergency.

10/1/2011 - 11:55

AUTORE:
J.P.D.

Caro Trilussa più chiaro di così non potevi essere quindi se tanti non capiscono non è colpa dell'informazione ma "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire" evidentemente sono rimasti un po' bambini e ai maschietti è sempre piaciuto giocare alla guerra.
Ciao e .. bel lavoro