Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Sono in astinenza foto (no mancanza) e mi diletto, forzatamente, a girare il mondo virtualmente e leggere, fisicamente, mucchi di poesie dei più svariati generi.
Ho saputo della nuova performance dell'Autorità di Bacino riguardante il nostro comune e mi sono messo a cercare su Google Earth un luogo e un fiume che non abbisogni di AUTORITA', è già autorevole la sua grandezza-lunghezza, 2830 km, e non è certamente nemmeno un BAC...INO per la sua estenzione, 641.000 kmq.
Il fiume è il Velho Chico (in portoghese) o San Francesco (in italiano) o Old boy (che è la traduzione inglese del nome locale), fiume brasiliano chiamato anche "dell'Indipendenza" perchè attraversa cinque stati del grande paese sudamericano.
La poesia invece riporta alla cruda realtà dello stato delle nostre acque e del nostro territorio che ora si tenta di salvare con leggine cretine.
Acqua morta
Questo è il fosso dell’acqua putrida e della disperazione,
non un alito di fresca brezza la increspa.
Meglio gettarci anche ferracci arrugginiti e pezzi di rame,
e senza rimorsi anche gli avanzi del pasto.
Forse i pezzi di rame vogliono diventare verdi come giada,
e sulle scatolette di latta si ricama qualche petalo di fior di pesco;
lasciamo che l’unto tessa sopra un tessuto damascato,
e dalla muffa esca evaporando una rosea nuvola.
Lasciamo che l’acqua stagnante fermentando diventi un fosso di verde vino,
pieno di bianca schiuma che fluttuante diventi una perla;
le piccole perle ridendo si trasformano in una grande perla,
rubata e rotta dall’ attacco dei moscerini.
E’ proprio il fosso della disperazione dell’acqua morta,
anche riesce ad avanzare un po’ di acqua chiara.
Se la rana non riesce a sopportare la solitudine,
forse dall’acqua stagnante esce un gracidio.
Questo è il fosso dell’acqua putrida e della disperazione,
Qui non è certo il luogo della bellezza,
allora è meglio che i malvagi la vengano a dissodare,
e vedremo che mondo ne sapranno tirar fuori.
Wen Yiduo, detto Youshan, poeta cinese (1899-1946)