Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Venerdì 28 Gennaio la FIOM ha indetto lo sciopero dei metalmeccanici, Cobas e sindacati di base lo sciopero generale di tutte le categorie. La parola a Giusi Di Pietro, dirigente sindacale della Fiom di Pisa.
Finalmente domenica dialogo con Giusi Di Pietro, 38 anni, laurea in ingegneria informatica, Dottorato in Robotica alla Scuola Sant’Anna, lavora in un’azienda metalmeccanica del Polo Scientifico Tecnologico di Navacchio, Rsu orgogliosa di avere la “tessera Fiom in tasca”, fa parte “con molta emozione e tanta passione” del Direttivo Provinciale della Fiom di Pisa.
Cominciamo dallo sciopero generale del 28 gennaio.
“È stato indetto per difendere e riconquistare il Contratto Collettivo Nazionale di lavoro, che è un qualcosa che unisce tutti i lavoratori, quelli del sud e quelli del nord; e adesso, giusto nell’anniversario dell’Unità d’Italia anche questo fattore unificante viene meno. E poi lo sciopero serve per arrestare questa retrocessione della democrazia per cui in Italia se vuoi lavorare devi cedere parte dei tuoi diritti. Abbiamo tanto lavoro da fare: intanto bisogna arrestare quest’ondata di arretramento ottocentesco spacciato per modernità e riconquistare tutto quello che ci è stato tolto, prima di tutto il diritto a un lavoro stabile e dignitoso per tutti, con garanzie di sicurezza per la salute degne di un paese civile”.
La Provincia ha approvato una mozione presentata dal consigliere Andrea Corti a “sostegno alla lotta della Fiom e per la democrazia in fabbrica”. Sono previste manifestazioni regionali e per la Toscana l’appuntamento è a Massa, alle 9,30 davanti allo stabilimento Eaton, mentre i Cobas e un coordinamento di studenti lavoratori hanno organizzato un pullman per il corteo di Torino (partenza alle ore 3 al parcheggio di via Pietrasantina).
“Sì, la Fiom della Toscana va a Massa, mentre un coordinamento di studenti, lavoratori e movimenti sociali pisani stanno organizzando i pullman per il corteo di Mirafiori.
Le ragioni di lotta dei metalmeccanici sono infatti comuni a tutti i cittadini. Per questo motivo invito tutte le persone che condividono queste ragioni a sostenere la lotta dei metalmeccanici e a firmare l'appello che trovate su
http://www.fiom.cgil.it/eventi/2011/uniti/default.htm.
Inoltre bisogna ricordare che il 28 gennaio è stato convocato dai sindacati di base lo sciopero generale di tutte le categorie per permettere a tutti i lavoratori di prendere parte alle mobilitazioni per la difesa dei propri diritti e delle proprie condizioni di lavoro”.
Tu sei stata anche ricercatrice precaria all’Università e puoi chiarirci il legame che c’è tra un precario universitario e un operaio.
I ricercatori, ma tutti i precari in generale, sentono sulla loro pelle il ricatto di un contratto di lavoro individuale, quello che Marchionne farà firmare a ogni singolo lavoratore che passerà dalla Fiat alla Newco di turno (la nuova azienda con un nuovo nome, ovvero l'escamotage studiato per permettere l'uscita dal contratto dei metalmeccanici), sia a Pomigliano sia a Mirafiori. La distruzione del Contratto Nazionale fa perdere loro qualsiasi speranza di un futuro stabile e con diritti garantiti. Le stesse considerazioni valgono anche per gli studenti, che sono i lavoratori di domani. Anche gli studenti e i ricercatori, nonostante le tante mobilitazioni si sono visti imporre il Ddl Gelmini. Del resto in un paese in cui l’impresa mira a ridurre il costo del lavoro e in cui la politica fa gli interessi dell’impresa, come si può pensare che si investa in una ricerca di qualità?”.
Parliamo del referendum della scorsa settimana a Mirafiori.
Personalmente ho vissuto il referendum con la certezza di un risultato potente dei no. Ho avuto subito fiducia nel coraggio dei lavoratori di Mirafiori, per la storia delle lotte passate, ma anche per il grande esempio del risultato di Pomigliano. So che dobbiamo molto agli uomini e alle donne di Mirafiori e Pomigliano. Vorrei anche ringraziarli per la loro dignità e fargli sentire la nostra solidarietà e vicinanza per essere stati capaci di rifiutare il ricatto di Marchionne e il tentativo padronale che vuole trasformare gli operai in merce asservita al profitto.
Entrando nel merito dell’accordo mi torna in mente Charlot di “Tempi moderni”.
“La prima cosa che mi viene in mente è l’aumento dei ritmi in catena e dei carichi di lavoro. Non so se siamo più abituati a pensare al lavoro fisico in catena, al rumore, alla tossicità, ai capannoni fornace d’estate e ghiacciaie d’inverno. E in questo ambiente essere vincolati ai ritmi di una macchina, compiere la mansione in pochissimo tempo, da una manciata di secondi a uno o due minuti, e ripeterla per 8 ore al giorno. Sollecitare in questo modo muscoli e tendini causa l’usura del corpo e malattie. L’accordo prevede l’applicazione in catena di nuove regole che danno i ritmi alle linee per il miglioramento della produttività, regole che aumentano le saturazioni individuali e diminuiscono il fattore riposo. A questi ritmi insostenibili si aggiunge il taglio delle pause e lo slittamento della mensa a fine turno”.
Si è parlato poco di straordinari, perché in tempo di cassa integrazione sembra surreale, anche se i bassi salari fanno sperare negli straordinari, ma questo è un punto che fa rabbrividire perché investe il diritto di sciopero.
“Lo straordinario obbligatorio passa da 40 a 120 ore, quasi un mese di lavoro in cui non si potrà scioperare. Per di più, siccome ogni lavoratore che passerà alla Newco firmerà l’accettazione dell’accordo in ogni sua parte, non potrà scioperare su nulla che riguarda i contenuti di tale accordo, come ad esempio i ritmi di lavoro. È evidente che siamo alla liquidazione del diritto di sciopero, pena il licenziamento”.
Il nuovo contratto investirà anche le fabbriche della nostra zona.
“È evidente che questo accordo inciderà sulle aziende manifatturiere della zona. Ad esempio la Piaggio ha intensificato già l’anno scorso i ritmi in catena. Inoltre i vertici Piaggio sono stati anticipatori dell’abolizione del diritto di sciopero durante i sabati comandati”.
E sul principio di rappresentanza in fabbrica cosa cambia.
“L’accordo prevede che non vengano più elette democraticamente dai lavoratori le rappresentanze sindacali, ma queste verranno nominate dalle sole sigle sindacali firmatarie del contratto. Si ritorna ai tempi del ventennio: solo i sindacati compiacenti sono presenti in fabbrica, ed in questo modo non si hanno grane, anzi possono essere utilizzati come cani da guardia”.
Per ora meglio non completare il lato pessimistico del ragionamento (se mai ci ritorneremo). E come si diceva ai primi del ‘900: “Su fratelli! Su compagni!” scioperiamo il 28 gennaio “A fianco di chi ha avuto il coraggio di votare no e a fianco di chi ha dovuto votare sì”, come si legge su un volantino della Fiom. Ma scioperiamo e manifestiamo anche per noi, per il nostro lavoro e per i nostri diritti, perché se, a partire dal 28, non ci sarà una risposta forte il “modello Marchionne” ce lo ritroveremo in tutti i posti di lavoro.
Post scriptum
In allegato due cose che Roosvelt manda a dire a Marchionne: