Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
Al via la campagna referendaria "2 sì per l'Acqua Bene Comune"
L’altra settimana si è svolta la conferenza stampa del Comitato nazionale per l’acqua di lancio della campagna referendaria per i due sì ai quesiti ammessi dalla Consulta per l’abrogazione delle norme del Decreto Ronchi relative alla privatizzazione e alla tariffazione dell’acqua. Nonostante il successo straordinario (1 milione e quattrocento mila firme raccolte) la campagna referendaria non sarà una passeggiata. Ne discutiamo con Monica Moretto, delegata Rsu di Acque Spa e portavoce del Forum Acqua pubblica di Pisa, il comitato che la scorsa primavera ha raccolto oltre 10 mila firme per il referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua. Monica Moretto mi sembra una donna che viene dal futuro, non perde una riunione regionale e nazionale e, quando torna, ci racconta quello che succederà dopo la sbornia privatizzatrice, quella che vuole governare il paese e i beni comuni come un’azienda.
Qual è il segreto del successo nazionale e pisano della raccolta di firme.
Il successo della Campagna contro la privatizzazione dell’acqua, che ha realizzato in pochissimo tempo la più grande raccolta di firme della storia del nostro paese a sostegno di una consultazione referendaria, sta nella forza del messaggio che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha presentato ai cittadini. Il messaggio chiaro e semplice è questo: privatizzare l’acqua significa privatizzare la vita stessa, per questo i profitti devono stare fuori dall’acqua. La forza di questo messaggio, raccolto da una grande coalizione che va dalle parrocchie ai centri sociali e dai lavoratori degli acquedotti agli amministratori coraggiosi, si fonda sulla consapevolezza che se “il mondo alla rovescia” nel quale viviamo oggi ci priva anche del diritto all’acqua sarà difficile immaginare un futuro per le prossime generazioni. Una società del domani dove l’accesso ai beni indispensabili alla vita fosse regolato in via autoritaria dal pagamento di un corrispettivo rappresenta una prospettiva indesiderabile per tutti, un’assurdità concepibile solo in un film di fantascienza. Per l’acqua vale lo stesso principio e qui sta la forza dei nostri quesiti referendari. O difendiamo l’acqua come diritto, quindi come bene comune accessibile a tutti e inalienabile, o pensiamo sia una merce al pari di altre da cui ricavare profitto, di cui puoi essere privato magari perché sei povero e allora meriti di morire di sete e malattie. “Si scrive acqua, si legge democrazia” vuol dire che deve essere sconfitta la logica del mercato che cancella i cittadini e li vuole consumatori che pagano. Compito di una sociètà democratica è garantire che i diritti, a partire dall’acqua, ma anche alla salute, a vivere in un territorio non devastato dal punto di vista ambientale, al lavoro, all’istruzione siano garantiti per tutti, ricchi e poveri, cittadini del nord o del sud del mondo.
Quali sono i quesiti referendari ammessi e su cui voteremo a breve (se non salta il governo).
La Corte Costituzionale ha dichiarato legittimi due quesiti. Nel primo si afferma che nella normativa europea non è contenuto alcun vincolo alla privatizzazione. Le argomentazioni della Corte smentiscono quanto sostenuto dal governo nel decreto Ronchi a riguardo della “necessità di adeguarsi alla normativa europea”. La Corte Costituzionale ci da ragione affermando che non esiste alcun obbligo comunitario alla privatizzazione e che, al contrario, la normativa europea prevede la possibilità di gestione pubblica. Il secondo quesito ammesso prevede di eliminare “la remunerazione del capitale investito”, che equivale a quel 7% di profitto garantito che grava sulle tariffe e che rende tanto appetibile per i privati fare affari con l’acqua; la Corte ha dichiarato che questo persegue la finalità di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua. Esattamente quanto ci siamo prefissi: “Fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua”.
Il giorno dopo l’approvazione del Decreto Ronchi del 18 novembre 2009 le azioni delle Società proprietarie della gestione dell’acqua hanno subito un’impennata. Questo fatto ci dice che il referendum avrà molti nemici.
L’evidenza e la ragione delle nostre argomentazioni sta proprio in questo. Gli unici ad aver gioito del decreto Ronchi sono stati proprio coloro che fanno affari con l’acqua. In primo luogo i mercati finanziari che, attraverso le società quotate in borsa come Acea o Suez che è bene ricordare governano e controllano anche l’acqua dei nostri rubinetti “pisani” (anche da noi l’acqua è gestita dalle multinazionali), hanno visto rafforzati i loro progetti di esproprio del bene di tutti, l’acqua. I grandi imprenditori come Caltagirone o banche come Monte dei Paschi di Siena avevano scommesso sulla privatizzazione e il decreto Ronchi spiana loro la strada: con il decreto gli enti locali sono costretti a vendere il servizio idrico ai privati la cui gestione verrà controllata, fino al 70% per le quotate, proprio dai privati. Purtroppo queste logiche sono appetibili per molti, indipendentemente spesso dal colore di questa o quella amministrazione regionale, così che anche in Toscana già dal 2002 sono entrati i privati nella gestione dell’acqua e, visto che gli affari fruttano anche decine di milioni di euro di utili l’anno, gli avversari del referendum si impegneranno senz’altro per evitare di perdere il “governo dell’oro blu” del nostro secolo. Per questo dobbiamo mobilitarci da subito per diffondere in ogni casa, luogo di lavoro o di studio, territorio la nostra campagna. “2 sì per l’Acqua Bene Comune”: abbiamo raccolto oltre 1.400.000 firme, ora dobbiamo portare il 50%+1 degli elettori a votare contro la rapina dei servizi pubblici locali.
Una parola chiave è privatizzazione, nei fatti cosa vuol dire per l’acqua.
Se prendiamo l’esempio del nostro ambito le tariffe, dal 2002 al 2010, sono aumentate mediamente del 90%. Oggi una famiglia media che contiene i consumi in circa 150 mc/annui spende oltre 300 euro per la bolletta dell’acqua. Secondo un’indagine di Federconsumatori (dati 2009) la Toscana occupa i primi 5 posti in classifica con Firenze, Arezzo, Livorno, Grosseto, Pisa per costo medio annuo dell’acqua. I dati nazionali dicono inoltre che, a fronte di aumenti vertiginosi delle tariffe, con la privatizzazione gli investimenti sono fortemente diminuiti, mentre persistono le perdite nelle reti e numerosi territori sono ancora privi di fognature e impianti di depurazione. Senza parlare del controllo di gestione da cui sono stati estromessi i sindaci, direttamente affidato ai consigli di amministrazione governati dal partner privato.
Quali sono le richieste del Comitato referendario alla politica.
È necessario che il Governo emani un provvedimento immediato di moratoria sugli effetti del decreto Ronchi per evitare “di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati”. È necessaria la moratoria sulla privatizzazione del servizio idrico e fissare la data di indizione del referendum: chiediamo che la consultazione referendaria sia accorpata alle elezioni amministrative della prossima primavera, per risparmiare denaro pubblico e consentire ai cittadini di esprimersi su due referendum che porteranno alla ripubblicizzazione dell’acqua. Si deve evitare che gli effetti della legge Ronchi diventino operativi prima della consultazione referendaria: una richiesta logica in un sistema democratico. Dobbiamo tornare con i banchetti nelle piazze per sostenerla. Il 5 e 6 Febbraio inizia la campagna referendaria, e da lì ripartiamo con iniziative e mobilitazione in tutti i territori del paese. A partire dall’autofinanziamento della campagna referendaria perché, diversamente dai nostri avversari, non abbiamo né vogliamo sponsor potenti alle spalle.
Ultime notizie dal Comitato per il Sì al referendum per arrivare al grande pubblico. In occasione della 61° edizione del Festival di Sanremo, giovedì 17 e venerdì 18 febbraio si terrà il “Festival dell’Acqua di Sanremo” con artisti nazionali e locali. Al Carnevale di Viareggio 2011 sfilerà il carro “ACQUA, l’oro blu” di Simone Poli, Priscilla Borri e Andrea Mazzi animato dagli attivisti del Forum dei Movimenti per l’Acqua. Sabato 26 marzo manifestazione nazionale a Roma del popolo dell’acqua.
Post scriptum
Il sito del Comitato promotore per il sì al referendum è:
http://www.referendumacqua.it/
In allegato la relazione esplicativa del carro di prima categoria che sfilerà a Viareggio