Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
C’è una trasmissione molto bella su Rai 3 all’ora di pranzo. La trasmissione si chiama “Le Storie-diario italiano” e la conduce un vecchio, uno di quelli che un tempo erano ritenuti saggi e che avevano il posto d’onore vicino al fuoco e che ora invece il posto lo trovano nelle RSA dei paesi perché i figli hanno sempre troppo da fare per occuparsi di loro. Non per cattiveria, voglio esser chiaro, ma solo perché la società attuale impone ai figli dei ritmi sempre più ossessivi ed in questo brutto momento economico anche la necessita che entrambi i genitori abbiano un lavoro. Per riuscire ad avere un reddito decente ed anche per permettere almeno una sopravvivenza della famiglia nel caso uno dei due perda il lavoro.
Ma il vecchio in questione saggio lo è davvero. Parlo di Corrado Augias (Roma, 26 gennaio 1935) che ha compiuto 76 anni proprio alcuni giorni fa (è sfuggito alla rubrica della cultura) e che ha annunziato fin da adesso le sue dimissioni alla fine del ciclo televisivo per dedicare più tempo alla famiglia e ai suoi amati nipoti.
Noi tutti speriamo che questa promessa non venga mantenuta perché Augias rappresenta la vera grande anomalia positiva nel palinsesto televisivo nazionale.
Un palinsesto dominato da trasmissioni di intrattenimento di basso e di bassissimo livello culturale e da trasmissioni giornalistiche dominate spesso da urla ed offese e dove e si sconfina non raramente anche nella faziosità. Trasmissioni spesso, le une e le altre, diseducative, qualunquistiche, spesso molto lontane dai veri problemi della gente, quelli di tutti i santi giorni, lo specchio perfetto di questa politica che pensa molto a se stessa, al mantenimento del proprio potere e dei propri privilegi. I pochi che si elevano da questo grigiore sono il più delle volte inascoltati e i loro lamenti di perdono nel vento come nella famosa canzone di Bob Dylan.
Augias invece, forse insieme all’altro bravo conduttore che si chiama Fabio Fazio, conduce una trasmissione dai toni pacati e signorili, con una mitezza ed una sobrietà che è raro trovare da altre parti, anche se spesso si trova trattare argomenti difficili, spinosi. E’ una trasmissione di breve durata, una mezz’ora, ma chi può sintonizzarli a quell’ora, le una meno venti, da lunedì a venerdi, potrà assistere sempre a qualcosa di molto interessante.
La trasmissione si basa sulla presentazione di un libro con in studio l’Autore a cui Augias chiede spiegazioni e pone delle domande. Si tratta sempre di libri di attualità, di politica, di argomenti sociali, l’educazione, la storia, il costume e non di rado l’ascoltatore è catturato e stimolato all’acquisto del libro che riesce sempre ad interessare e talvolta anche ad affascinare il telespettatore.
In una delle ultime trasmissioni era ospite Gherardo Colombo, ex giudice milanese molto noto all’epoca di mani pulite, che ha presentato un suo libro ad un gruppo di bambini che erano presenti in studio rispondendo a molte loro domande.
L’argomento era tanto semplice quanto importante: il rispetto delle regole.
Una frase di Colombo in risposta alla domanda di un bambino mi ha molto colpito: se si è obbligati per legge a fare una cosa si impara ad ubbidire, se lo facciamo per scelta si impara a pensare e a giudicare. Nel primo caso siamo sudditi, nel secondo cittadini.
L’argomento e la discussione erano commisurate naturalmente ai bambini presenti quindi le domande erano sulla giustezza delle punizioni se non si fanno i compiti, cosa succede se non si ubbidisce ai genitori, se lo facciamo quando siamo sicuri di non essere scoperti eccetera ma il discorso può essere esteso e portato molto più in alto fino a coinvolgere la vita di tutti noi.
Perché le regole servono prima di tutto a noi stessi, e quando le infrangiamo prima che agli altri facciamo un torto a noi stessi, perdiamo un po’ della nostra dignità, del nostro diritto di essere considerati cittadini.
E’ il senso stesso della democrazia che in questa fase storica del nostro paese è messo in dubbio. E democrazia significa governo del popolo, significa che tutti insieme abbiamo stabilito delle regole che abbiamo deciso di rispettare, a cui siamo sottoposti in egual misura indipendentemente dalla nostra condizione sociale, potenza economica, livello culturale.
Regole che non vanno evase, ignorate, raggirate come spesso succede in questo momento un po’ in tutti i campi, in tutti settori della vita, politica e civile, del nostro paese perché in questo modo veniamo meno al principio di uguaglianza, al patto che abbiamo steso con i nostri simili e cioè di godere degli stessi diritti ma anche di farsi carico degli stessi doveri.
Chiunque si discosti da questa linea di comportamento ed infrange le regole, anche le più banali, considerandole ingiuste o sbagliate, oppure fregandosene, viene meno a questo principio di uguaglianza, infrange il patto che lo ha eletto cittadino avente tutti i diritti.
“La legge è una macchina impersonale, che non guarda in faccia a nessuno. Eppure, per altro verso, proprio il fatto che la legge non guarda in faccia a nessuno, ci protegge dai soprusi dei potenti. La bilancia, come immagine della giustizia, rappresenta proprio questo: gli uomini sono tutti uguali di fronte alla legge”
“Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall'interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole.”
Indro Montanelli