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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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LE REGOLE E LA DEMOCRAZIA
di Trilussa

6/2/2011 - 9:26

C’è una trasmissione molto bella su Rai 3 all’ora di pranzo. La trasmissione si chiama “Le Storie-diario italiano” e la conduce un vecchio, uno di quelli che un tempo erano ritenuti saggi  e che avevano il posto d’onore vicino al fuoco e che ora invece il posto lo trovano nelle RSA dei paesi perché i figli hanno sempre troppo da fare per occuparsi di loro. Non per cattiveria, voglio esser chiaro, ma solo perché la società attuale impone ai figli dei ritmi sempre più ossessivi ed in questo brutto momento economico anche la necessita che entrambi i genitori abbiano un lavoro. Per riuscire ad avere un reddito decente ed anche per permettere almeno una sopravvivenza della famiglia nel caso uno dei due perda il lavoro.

 

Ma il vecchio in questione saggio lo è davvero. Parlo di Corrado Augias (Roma, 26 gennaio 1935) che ha compiuto 76 anni proprio alcuni giorni fa (è sfuggito alla rubrica della cultura) e che ha annunziato fin da adesso le sue dimissioni alla fine del ciclo televisivo per dedicare più tempo alla famiglia e ai suoi amati nipoti.


Noi tutti speriamo che questa promessa non venga mantenuta perché Augias rappresenta la vera grande anomalia positiva nel palinsesto televisivo nazionale.


Un palinsesto dominato da trasmissioni di intrattenimento di basso e di bassissimo livello culturale e da trasmissioni giornalistiche dominate spesso da urla ed offese e dove e si sconfina non raramente anche nella faziosità. Trasmissioni spesso, le une  e le altre, diseducative, qualunquistiche, spesso molto lontane dai veri problemi della gente, quelli di tutti i santi giorni, lo specchio perfetto di questa politica che pensa molto a se stessa, al mantenimento del proprio potere e dei propri privilegi. I pochi che si elevano da questo grigiore sono il più delle volte inascoltati e i loro lamenti di perdono nel vento come nella famosa canzone di Bob Dylan.


Augias invece, forse insieme all’altro bravo conduttore che si chiama Fabio Fazio, conduce una trasmissione dai toni pacati e  signorili, con una mitezza ed una sobrietà che è raro trovare da altre parti, anche se spesso si trova  trattare argomenti difficili, spinosi. E’ una trasmissione di breve durata, una mezz’ora, ma chi può sintonizzarli a quell’ora, le una meno venti, da lunedì a venerdi, potrà assistere sempre a qualcosa di molto interessante.


La trasmissione si basa sulla presentazione di un libro con in studio l’Autore a cui Augias chiede spiegazioni e pone delle domande. Si tratta sempre di libri di attualità, di politica, di argomenti sociali, l’educazione, la storia, il costume e non di rado l’ascoltatore è catturato e stimolato all’acquisto del libro che riesce sempre ad interessare e talvolta anche ad affascinare il telespettatore.


In una delle ultime trasmissioni era ospite Gherardo Colombo, ex giudice milanese molto noto all’epoca di mani pulite, che ha presentato un suo libro ad un gruppo di bambini che erano presenti in studio rispondendo a molte loro domande.


L’argomento era tanto semplice quanto importante: il rispetto delle regole.
Una frase di Colombo in risposta alla domanda di un bambino mi ha molto colpito: se si è obbligati per legge a fare una cosa si impara ad ubbidire, se lo facciamo per scelta si impara a  pensare e a giudicare. Nel primo caso siamo sudditi, nel secondo cittadini.


L’argomento e la discussione erano commisurate naturalmente ai bambini presenti quindi le domande erano sulla giustezza delle punizioni se non si fanno i compiti, cosa succede se non si ubbidisce ai genitori, se lo facciamo quando siamo sicuri di non essere scoperti eccetera ma il discorso può essere esteso e portato molto più in alto fino a coinvolgere la vita di tutti noi.


Perché le regole servono prima di tutto a noi stessi, e quando le infrangiamo prima che agli altri facciamo un torto a noi stessi, perdiamo un po’ della nostra dignità, del nostro diritto di essere considerati cittadini.
E’ il senso stesso della democrazia che in questa fase storica del nostro paese è messo in dubbio. E democrazia significa governo del popolo, significa che tutti insieme abbiamo stabilito delle regole che abbiamo deciso di rispettare, a cui siamo sottoposti in egual misura indipendentemente dalla nostra condizione sociale, potenza economica, livello culturale.


Regole che  non vanno evase, ignorate, raggirate come spesso succede in questo momento un po’ in tutti i campi, in tutti settori della vita, politica e civile,  del nostro paese perché in questo modo veniamo meno al principio di uguaglianza, al patto che abbiamo steso con i nostri simili e cioè di godere degli stessi diritti ma anche di farsi carico degli stessi doveri.
Chiunque si discosti da questa linea di comportamento ed infrange le regole, anche le più banali, considerandole ingiuste o sbagliate, oppure fregandosene, viene meno a questo principio di uguaglianza, infrange il patto che lo ha eletto cittadino avente tutti i diritti.
 
“La legge è una macchina impersonale, che non guarda in faccia a nessuno. Eppure, per altro verso, proprio il fatto che la legge non guarda in faccia a nessuno, ci protegge dai soprusi dei potenti. La bilancia, come immagine della giustizia, rappresenta proprio questo: gli uomini sono tutti uguali di fronte alla legge”
 
Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall'interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole.”

Indro Montanelli

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8/2/2011 - 20:23

AUTORE:
Bruno Baglini

Essendo quiescente e casalingo mi sono perso solo le puntate di quella bella mezzora di TV chiamata ancora di stato la settimana di vacanza sulle piste Dolomitiche del Trentino dal lunedi 9 gennaio al venerdì 14.

Non mi sono perso la puntata quando il nostro Augias ci ha detto di voler cessare quel programma che da anni tira avanti ma..mi par d'aver sentito mentre apparecchiavo la tavola per il pranzo che lui ai giardinetti ci sarebbe andato quando fosse proprio-proprio libero da impegni altri.
Ecco, lui è come gli artigiani, i contadini, i pastori che non lasciano tutto li come successo a me ferroviere da un giorno all'altro.
Oggi hai la responsabilita di 100-1.000-10.000 viaggiatori del tuo tratto di linea FS e domani più niente.

Corrado è come Cuccia o Agnelli una specie di Presidente Onorario insomma da non perdere "tuttonsieme" e mi auguro che lasci in tempo "giusto" per lasciarmi/lasciarci un ricordo integro e lucido della sua enorme figura e che ogni tanto, quando ne avrà voglia ritorni come ospite in quello studio dalle luci abbassate da lui medesimo e si faccia vedere bene.
Ribadisco però che la Boccassini continuando il suo impegno e Colombo smettendo in tempo per me spettatore del tutto vedo un Di Pietro arrabattante come Ministro prima e deputato poi e capopartito dopo fuori dall'interesse prioritario: mio e credo anche di mio figlio.

8/2/2011 - 18:55

AUTORE:
Napolitano Francesco

Sia io che mio figlio apprezziamo molto il piccolo programma di Augias, e ci dispiace molto che abbia deciso di smettere. Capisco però che all'età di 76 anni abbia più voglia di dedicarsi alla famiglia e ai nipoti, ai quali forse ha tolto del tempo. Senz’altro ci guadagnano i nipoti, ai quali avrà tanto da dare. Penso che in tanti gli dobbiamo dire GRAZIE e gli auguriamo buon divertimento con i nipoti. Riguardo al fatto che lasci un vuoto, penso che ciò potrebbe essere riempito da Alain Elkann che conduce il programma “Bookstore” su La7, oppure potrebbe prendere il suo posto Neri Marcorè: che ne dite? Riguardo il libro di Gherardo Colombo che ho letto una volta, mi ha un po’ deluso, ma forse ciò è dovuto ad una sola lettura. Riguardo al suo peregrinare nelle scuole non so dire quanto possa servire; anch’io vado nelle scuole a fare educazione stradale, ma poi vedo come si comportano genitori, nonni, insegnanti all’ingresso e uscita delle scuole, e mi domando quanto possa rimanere in loro quando gli spiego l’art. 140 del codice della strada, quando vedono tutti gli esempi negativi intorno a loro. Analogamente mi domando cosa rimarrà ai ragazzi che ascolteranno Gherardo Colombo.

6/2/2011 - 14:39

AUTORE:
Bruno Baglini

Io ferroviere quiescente come recita la dicitura dell'ultimo foglio ricevuto dalle FFSS dopo 39 anni undici mesi ed undici giorni di lavoro(conguinto) con quello di mezzadro e vivaista con ventisei anni di notti e giorni e con due e mezzo di abbuoni ai fini pensionistici (per le notti considerate usuranti)
Mi sono trovato nella quasi anomala condizione di lavorare ancora in ferrovia e di essere in pensione già con il massimo dei contributi dell'epoca due anni e mezzo prima del mio precoce pensionamento e cioè all'età di cinquantuno anni.
Fatto i conti se io andavo in pensione a settantacinque anni come tantissimi ormai; lavoravo per due vite contributive.
invece fatti altri conti approssimativi se campo quanto la Placida: mia madre, hanno da darmi un miliardo ed ottocento milioni di vecchie lire di pensione (che io non ho certo rilasciato in contributi)
Però direbbe un ospite di Corrado Augias (dove li in quella trasmissione si può parlare di tutto e pacatamente senza che siano chiamati in due o quattro a contraddirsi per forza)
Il mio giovane figlio diplomato all'Itis, in attesa di prima occupazione o..apprendistato nel suo settore, segue ( volontariamente )quella trasmissione con me tutti i giorni ed in fondo ci confrontiamo alla pari sul detto e capito di quella importate mezz'ora di vera informazione televisiva e..la risposta finale ai nostri problemi ancora non l'abbiamo trovata: sembrerebbe semplice, mi dissero per convincermi: tu hai dato, sei al massimo contributivo ed oltre, vattene per far posto ai tuoi figli e...

...e il "posto"ai nostri figli si troverebbe; anzi lo avrebbero da se "naturalmente" se i vari Di Pietro avessero fatto come Gherardo Colombo che dopo una vita di lavoro speso bene si dedicassero alla bella causa dell'insegnamento volontario e non occupare un'altro posto in nuova carriera sentendosi autorizzati a farlo come il pulcino nero di AVA: or che bravo sono stato posso fare anche il bucato dice quella famosa pubblicità del più bianco non si può.

Eppure un giorno dovremmo abituarci a fare a meno dell'occupazione a vita di importanti semprempiedi in seggioloni nuovi o riciclati o ad "okke" e...chi ha già dato o come in un cinema chi ha già visto lasci il posto ad altri.
Questo è il messaggio di gente perbene e disinteressata lasciatoci in eredità da Corrado Augias e magistralmente dal Magistrato Gherardo Colombo.

Partendo da Roma Capitale arrivando a Vecchiano Comune speriamo sia inteso questo messaggio: tutto il resto è grande fratello e piccoli uomini.

6/2/2011 - 12:26

AUTORE:
telespettatore

Quando gli orari me lo permettono mi sintonizzo sempre sulla sua trasmissione.
Spero che questa non sia l'ultima edizione.
Augias sei un mito! Per favore continua!

6/2/2011 - 10:02

AUTORE:
u.m.

Bravo, come sempre, amico mio.
Dopo l'esperienza di Ovidio ed il suo articolo del presepio contestato-contestatore, dove si scatenò una vera corsa alle opinioni, anch'io scendo in campo per riportare un articolo delle Nazione Pisa, 4 febbraio 2011.
Le cose e i fatti sono diversi, ma la base è la stessa.
Ricopio: "Controlli pressanti, continui, quasi ossessivi per richiamare al rispetto delle regole, ricordare le scadenze delle bollette da pagare altrimenti "si rischia di essere mandati via". Già, le regole. Ma sono regole italiane per gli italiani, molto lontane dal modo di vivere e dal comune sentire della cultura rom. Ed ecco che le 17 casette nuove e ordinate, tutte col giardino e il muro di cinta — costruite tra le polemiche e costate poco meno di un milione di euro al contribuente — rischiano di diventare un recinto troppo stretto, quasi soffocante rispetto alla cultura dei nuovi inquilini. A puntare il dito è il sacerdote che da anni vive nel campo, don Agostino Rota Martir, in un documento diffuso come componente della 'Pastorale per i rom' e firmato anche da Marcello Palagi, Franca palagi e padre Luciano Meli.

Dunque, don Agostino, si stava meglio quando si stava peggio? Era meglio il caos e il degrado delle baracche?: "Non dico questo, ma percepisco un senso di malessere negli abitanti delle villette. Mi spiego: essere riconosciuti come rom è parte integrante anche della Giornata della memoria, che è stata appena celebrata. Anche questo serve a non ripetere gli errori del passato. Ma nel nuovo villaggio quanto è riconosciuto del vivere Rom? Il Regolamento, deciso senza coinvolgimento e partecipazione dei rom stessi, condiziona pesantemente il vivere rom, anzi sembra volerlo limitare, per imporre controllo e intrusione nella vita privata, tutto questo nella convinzione di fare del bene agli ‘assistiti’, arrivando anche a decidere arbitrariamente l’allontanamento dei nuclei, colpevoli di aver tradito la ‘fiducia’ dei benefattori".

E ancora: "Non reclamano sconti i rom, ma nemmeno leggi speciali" aggiunge riferendosi alle frequenti visite degli operatori comunali che nel richiamare al rispetto delle regole "esercitano un vero controllo sul loro modo di vivere e per chi sgarra si scatena la macchina persecutoria: i loro diritti vengono sospesi, anche con il consenso di una società ormai anestetizzata e drogata, le bugie istituzionalizzate, le verità dei fatti scivolano via".

Ma si sta scherzando? (come direbbe un nostro comune amico!)