Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il Pañcatantra è la più famosa raccolta di favole indiana e probabilmente anche la più antica. Si compone di un racconto-cornice sul quale si innestano settanta favole che veicolano precetti di morale. Il racconto-cornice narra di un re indiano che affida i suoi tre figli alle cure del saggio brahmano Visnusarman, il leggendario autore del Pañchatantra, perché li educhi, e costui compone i seguenti cinque libri:
I figli del re leggono il testo e, nel giro di sei mesi, come era stato promesso al re loro padre da Visnusarman, divengono saggi.
La favola dell'airone maligno
Si narra che un giorno un airone, ormai anziano, cercò il modo di catturare i pesci senza fatica non avendo più tanta forza per cacciarli.
Si trasferì sulle rive di un lago ostentando un aspetto dimesso, quasi fosse spogliato di ogni forza. Allora un granchiolino, circondato da numerosi pesci, gli domandò:
"Zio! Perché oggi non fai nulla per nutrirti, come una volta?".
L’airone rispose:
“Io sono mangiatore di pesci. Ma oggi sono depresso perchè ho saputo che non potrò più mangiarli".
“Per quale motivo?"
"Oggi dei pescatori, passando sulla sponda di questo lago, hanno detto: -Ricco di pesci è questo lago, vogliamo gettarvi le reti- per questo cari amici sarete sterminati".
"Come possiamo salvarci?" gli domandarono i pesci angosciati?
"Io purtroppo sono un uccello incapace di combattere l’uomo, discendente di Manu. Tuttavia posso trasferirvi da questo lago in un altro."
Allora quelli fiduciosi:
"Babbo! Nonno! Conduci me, conduci me, trasportami per primo" urlavano in coro.
L’airone, corrotto nell’animo, così lo definisce il Pañcatantra , li trasportò a turno per poi divorarli, l’uno all’insaputa dell’altro, nel luogo dove li aveva condotti. Anche il granchiolino, sconvolto da quelle notizie, lo supplicava: "Zio, degnati una buona volta di sottrarre anche me dalle fauci della morte".
E quello pensava: "Sono ormai stufo di questa carne di pesce che ha un solo sapore. Gusterò la carne di costui che ha, perlomeno, un sapore diverso".
E dopo averlo sollevato in cielo, lo depositò dopo un breve viaggio su una roccia riscaldata dai raggi del sole dove si vedevano distintamente le lische dei pesci che aveva divorato.
"Questo briccone- pensò il granchiolino- ha assassinato tutti i miei amici pesci. Ora gliela faccio vedere io."
E prima che l’airone tentasse di divorarlo gli tagliò la testa con le sue chele. Poi, afferratone il collo quasi fosse il gambo di un loto, ritornò al lago dove i pesci gli domandarono:
"Fratello, dov’è nostro Zio?"
"Ha raggiunto lo stato dei cinque elementi. Ecco la testa di quel briccone. Da lui, con un inganno, sono stati divorati molti vostri parenti. Ora egli è stato ucciso".
Il "nostro" magnifico airone bianco, di passaggio nel territorio vecchianese, deve aver saputo della favola ed è passato dal pesce alla carne!
Buon appetito "collo lungo"!