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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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POTTAPIA

15/2/2011 - 21:56


 
Avete già avuto modo di conoscere il bersagliere protagonista di Pottapia, il curioso libro che Silvano Ambrogi scrisse quarant’anni fa per onorare il Centenario dell’Unità d’Italia.
Avrete capito che il titolo è la storpiatura di una delle cause che permisero l’adesione di Roma al Regno d’Italia, la vittoria detta della “Breccia di Porta Pia”, che decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi con l’ingresso dei bersaglieri nella Città eterna.


Nel libro il nostro bersaglierino sente in distanza, da un altoparlante, la conferenza del Primo ministro, venuto a Roma per le celebrazioni, ma non capisce bene le parole e si domanda cosa significhi “Potta…pia”.


Ci sono pagine esilaranti della presentazione di “Sua eccellenza” da parte di un teleradiocronista e altrettante del discorso che il personaggio fa dal palco, con una prosperosa tedesca accanto, e alla quale, “Lui”, dopo un buffettino scherzoso su un capezzolo,  mette le mani sul didietro, apertamente... in pubblico, mentre la televisione fa vedere la scena con questo commento: “come vedete si tratta proprio di un sedere germanico, massiccio, solido, ben costrutto, butirroso, vedete anche voi le prospettive che si presentano, la striscia ininterrotta formata dalla concomitanza bichiappale…Melon maximus direbbero i latini.. eccetera eccetera, ma eccovi una parte del discorso del Primo ministro:


[...] "Signori... cittadini... amici di infanzia.. voi tutti… la costituzione repubblicana che ho l’onore di... per esprimere a nome del Governo e mio personale… tutto il compiacimento per questa grande festa voluta e potenziata... con un Colosseo che in un altro luogo e con altri materiali... la profonda gioia per l’avvenimento… unico corpo di una nazione tutta in piedi… finalmente a cento anni di distanza possiamo fare un bilancio un rilancio e forse un trilancio e questo bilancio è:  positivo… positivo in tutti i suoi aspetti di una nazione che, nello spirito unitario ha forgiato la propria anima e le proprie funzioni vitali in un crogiullo dove siciliani, calabresi, pugliesi, lucani, campani, molisani, abruzzesi, marchigiani, umbri, laziali, emiliani, toscani, liguri, piemontesi, i nostri cari piemontesi, fautori primi dell’unità nazionale... lombardi, veneti della veneta giulia e del veneto… e scusate se ho dimenticato nell’empito che tutti ci travolge e ci trasciolge, qualche altra regione non per questo meno meritevole, meno ricca di iniziativa, meno profusa generosamente delle altre regioni... per questo sono lieto che un monumento come questo… in una grande festa che condensa e riassume lo spirito di allegrezza e di consocietà dei cittadini d’Italia… e proprio cento anni fa in un preludio mattiniero i bersaglieri entrarono piume al vento e fanfara spiegata nella porta... nella breccia correreccia... in un pulviscolo settembrino che immediatamente diventò come per un presagio transumano, pulviscolo di pace e libertà e di coscienza nazionale... Roma fu dunque libera nei suoi colli fatali… Roma fu presto capitale, fu presto unita, fu unta prestita… e nonoccaso venne chiamata caputundi... e voi allora… permettete che io vi abbracci tutti in uno spancio paterno e fraterno e conterno… io vi abbraccio tutti perché sento di potervi abbracciare… sento che il vostro cuore batte veramente alluni sola…”

 

(Vorrei proprio sapere ziosordo perché non mi riesce capire quasi niente di quello che dice e gli altri invece sì... perché vedo che applaudono tutti contenti... ecco a essere ignoranti cosa ci si rimette... eppure voglio mettermi un po’ più avanti anche se cammino male cosi irrigidito come mi tocca stare... sentiamo un po’ se di qua arriva meglio la voce...)

 

"Io sono povero vi confesso... le mie origini sono umili come le vostre, come le nostre come le loro… venivo da una famiglia di semplici scassaquindici, ma quando mio padre, mi ricordo, non tornò più a casa... ricordate la famosa poesia del Cascoli… “O cavallina, cavallina Stormann che porti a casa colui che non ritorna”… ebbene, sentii di colpo di essere diventato un uomo, carezzai mia madre che accosciata in un angolo rammendava i calzini dei suoi dodici figli... non sono pochi neppure per una madre… ebbene carezzai mia madre e le diedi la bella notizia: mamma, sono diventato uomo!

Ebbi come una folgorazione improvvisa e capii che la Nazione aveva bisogno di me, dei miei auspici, delle mie inaugurazioni e soprattutto delle mie celebrazioni del Centenario... per questo nella pace del chiosco cominciai a prepararmi per alta missione della radiosa cerimonia celebrativa, memore di quanto disse Stendahl sulla pianta-uomo che cresce solo da noi… nel rispetto delle ultime decisioni del mercato comune europeo... "[...]

 

Roma 1970 (?)

 
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17/2/2011 - 9:07

AUTORE:
ovidio

Silvano ambrogi meriterebbe di essere più conosciuto e divulgato.

Una volta proposi di intitolargli una via, ma in commissione toponomastica commisi l'imperdonabile errore di citare proprio "Pottapia", e a qualcuno (destra-sinistra)non andò giù né su: