Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Cucina e salute
(oggi niente poesie e simili)
Con i fiori si preparano solitamente infusi e sciroppi, consigliati per irritazioni delle vie aeree.
Le foglie della viola si possono utilizzare, assieme ai fiori, nelle insalate, stando attenti però a non mangiarle da sole.
I fiori sono ottimi canditi e si utilizzano anche per farne gelati.
Le viole candite/glassate erano molto amate da Federico II di Svevia.
Si realizzano immergendo i fiori una miscela di acqua e zucchero lasciato imbiondire; in seguito si lasciano asciugare e si servono, meglio se in accompagnamento a dolci o caffè.
I fiori essiccati si utilizzano come aromatizzanti per il the nero.
La Viola odorata, meglio nota come viola mammola o violetta, è una specie invernale che nasce spontaneamente ai bordi delle strade e dei sentieri di campagna, i cui fiorellini viola diffondono un gradevole profumo. Se non vengono utilizzati freschi, si fanno seccare in luogo buio e asciutto. Nelle insalate, oltre ai fiori, fragranti e colorati, si inseriscono le foglioline più tenere.
Le violette profumano creme e gelati, sono ottime fritte in pastella e sono decorative oltre che deliziose.
Con la Viola odorata, Greci e Romani preparavano aromi da cucina e ghirlande utilizzate durante i banchetti, poiché si riteneva contrastassero gli effetti del vino. In Oriente invece i fiorellini profumavano una bevanda molto amata chiamata “sherbet”.
Viole e violette hanno entrambe proprietà cosmetiche e curative interessanti. L’infuso, ottenuto lasciando una manciata di fiori in una tazza d’acqua bollente per 15 minuti, ha buone proprietà espettoranti e calmanti della tosse. Applicato sulla pelle, cura la crosta lattea dei neonati, l’acne e le dermatiti e svolge un’azione emolliente, depurativa e decongestionante (forse da questo uso il nome mammola derivazione di mammella?).
Ecco la ricetta delle viole in pastella:
Ingredienti: una manciata di violette, un bicchierino di maraschino, 250 g di farina, 2 uova, ½ bicchiere di latte, zucchero a velo, olio, sale, zucchero.
Preparazione: raccogliete le violette con i gambi e riunitele in mazzetti di 10-12 fiori. Fate sciogliere nel maraschino 50 g di zucchero e immergetevi le violette per almeno un’ora. Preparate la pastella, mescolando la farina con i tuorli, il latte, due cucchiai di zucchero e due di olio. Lasciate riposare per un’ora. Montate a neve gli albumi con un pizzico di sale e uniteli alla pastella al momento dell’uso. Sgocciolate i mazzetti di violette, immergeteli nella pastella e friggeteli in una padella con olio ben caldo. Deponete su carta assorbente per eliminare l’olio e servite cospargendo di zucchero a velo.
Ed ora una interpretazione dello svilente "mammoletta" che si dà ai timidi e deboli.
La Viola mammola è, nel linguaggio dei fiori, simbolo di "modestia, pudore e onestà", tutte qualità che sono all'opposto di quelle che albergano in coloro che chiamano "mammolette" quelli che si comportano dignitosamente.