Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il 10 marzo del 1974, ventinove anni dopo la fine della guerra, una notizia sensazionale fece il giro del mondo. A 54 anni suonati, l'ultimo difensore nipponico delle Filippine decise di deporre le armi.
Si trattava del tenente di fanteria Hiroo Onada. Il soldato, ormai ridotto a vivere nella giungla come un animale e a nutrirsi di bacche e di serpenti, decise di consegnarsi ad una pattuglia della polizia incrociata ai limiti della foresta. Il soldato risultava ancora in possesso del suo fucile d'ordinanza con baionetta, di alcuni caricatori e di una decina di bombe a mano arrugginite.
Rientrato in patria, Onada si rese però conto di non essere in grado di
adattarsi alla sua nuova vita da civile e quindi decise di trasferirsi in Brasile dove tentò di rifarsi un'esistenza in una fattoria sperduta nel cuore della giungla amazzonica.
Ma nell'aprile del 1980, una nuova notizia scosse l'opinione pubblica giapponese e mondiale. Sempre nelle Filippine, un altro samurai, il capitano Fumio Nakahira, sbucò fuori dalla foresta del monte Halcon (Isola di Mindonoro) arrendendosi alle forze dell'ordine. L'uomo, che aveva 60 anni ed era completamente incanutito, non portava scarpe e indossava un perizoma di foglie, come gli indigeni.
Ma se le gesta di Onada o di Nakahira risultarono straordinarie al punto da riempire le pagine dei giornali, la recente scoperta - avvenuta nel gennaio del 1997 a Mindoro - dell'ottantacinquenne soldato giapponese Noubo Sangrayban, ha addirittura convinto gli addetti alla pubblicazione del libro sui Guinness dei Primati ad aprire un nuovo capitolo sui "record di resistenza".
Sbarcato nell'isola nel lontano 1943, Sangrayban aveva combattuto strenuamente contro i marines statunitensi sbarcati nell'inverno del '44. Dopo la morte di tutti i camerati del suo reparto, Noubo aveva comunque deciso di mantenere fede al giuramento fatto all'Imperatore. Rifugiatosi, con il suo fucile Arisaka, nel cuore della foresta, egli continuò a tendere imboscate al nemico. Finite le munizioni, Noubo si era infine unito alla primitiva tribù dei Mangyan.
Adottato da questa popolazione, il soldato giapponese aveva smesso la divisa militare (o meglio ciò che rimaneva di essa) per indossare anch'egli il perizoma e armarsi di lancia e arco. Nonostante questa metamorfosi, ancora per molti anni Noubo aveva continuato - tra un battuta di caccia e l'altra - a stuzzicare le pattuglie filippine a colpi di freccia e di pietra, riuscendo sempre a farla franca.
Verso la metà degli anni Cinquanta, egli decise però di farla finita con quell'assurda guerra, dedicandosi esclusivamente alla caccia e alla pesca e prendendo in moglie una donna Mangyan dalla quale ebbe quattro figli.
Quando nel gennaio del 1997 una missione di esploratori occidentali visitò il villaggio dei Mangyan, l'anziano ex-soldato nipponico si presentò loro raccontando con molta semplicità la sua incredibile storia e dichiarando di non volere più tornare in Giappone. Quando gli furono mostrate alcune foto delle moderne metropoli nipponiche, Noubo si dichiarò certissimo di volere rimanere nella giungla per tutto il resto della sua vita, accanto alla sua compagna, che nel frattempo si era però ammalata. Nel 1999, Noubo era ancora in vita.