Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Il cielo comincia a piscettar, marzo pazzo.
Nei prati fiorisce il piscialletto, il buon e salutare tarassaco di popolar memoria.
Sulle ceppaie appaiono i primi funghini, che poi si alterneranno tutto l'anno, detti stranamente pisciacane.
Se al nomignolo per l'erba è facile attribuirne il significato per l'azione diuretica che esercita sul consumatore, per quello invece del fungo, della specie dei deliquescenti, cioè quelli che ammarciscono sciogliendosi in un liquido nero e detti appunto funghi dell'inchiostro, è più difficile.
Il fatto di crescere sempre alla base dei tronchi ha però fatto nascere il suo soprannome: fungo nato in un luogo dove pisciano i cani.
Non ne ho trovato riscontro, ma penso di aver colto nel segno.
In un mio volumetto di sonetti in vernacolo, dove prendevo in giro e giocavo sugli animali e la natura, ne avevo inserito uno che riguarda appunto il nome dei funghi ed ora mi sembra il momento giusto per presentarvelo:
Tempo di funghi
“Perché la mmannita ha cognome Fallo?”
chied’un bimbo ch’è a ffa funghi con su’ pà.
“Perché lo mette ’n domo all’assaggiallo
a ‘ve duri ‘he s’impappino a ccercà!
La natura ti da lo stòppe ‘or giallo,
come fan biacchi e bboddicchi ‘n Paranà;
traligna ‘r fungo cor nomin’a ggallo,
dimórto bòno a risotto da ggustà’.
Ar pino s’arruffiana ‘r pinaiolo,
‘r pioppino ‘anto ‘r pioppo cià la stanza,
com’al lleccio ‘ lleccino sta a ffagiolo!
‘R posto da nnomm’a ttutto, gliè l’usanza:
‘nder prato nasce ‘r fungo prataiolo,
e ‘r moreccio cresce …..alla ‘Ostanza!”