Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il norreno è una lingua germanica evolutasi dalla lingua proto-norrena successivamente al VII secolo e usata dagli abitanti della Scandinavia e delle loro colonie oltremare durante tutta l'era vichinga.
La maggior parte dei testi a noi pervenuti risalgono al cosiddetto periodo scandinavo antico della lingua islandese (1050-1350), lingua evolutasi dal norvegese antico successivamente alla colonizzazione dell'Islanda (IX secolo).
Grottasöngr: “La canzone del Grotti” è un poema mitologico scritto in norreno alla fine del IX-X secolo.
Eccone uno stringato riassunto:
Fróði, mitico re dei Dani, possedeva un mulino, il Grotti, che poteva macinare qualunque cosa gli fosse richiesta. Le pietre della macina erano tuttavia così grandi che nessuno poteva spostarle.
Recatosi in Svezia, Fróði acquistò perciò due possenti fanciulle giganti, Fenja e Menja; le incatenò al mulino e le costrinse a macinare per sé oro, pace e prosperità.
Tali fatti sarebbero avvenuti al tempo in cui l'imperatore Augusto aveva imposto la pace su tutta la terra, all'epoca della nascita di Gesù.
“Ma poiché Fróði era il re più potente di tutte le terre del nord, la pace venne chiamata con il suo nome in tutte le lingue danesi e gli uomini la chiamarono dunque la Pace di Fróði”.
Tale pace si basava però sull'ingiusto servaggio imposto a Fenja e Menja.
Fróði, avido di ricchezze e sordo ai loro lamenti, non concesse alle due donne un riposo più lungo del silenzio del cuculo o del canto di una canzone. Così, un giorno, le due gigantesse presero a cantare per Fróði un canto di distruzione nel quale venne predetta la fine del suo regno e la morte del sovrano.
Macinarono un esercito guidato dal re del mare Mýsingr che, dopo aver infranto la pace danica e ucciso il re, caricò sulla sua nave il mulino Grotti e ordinò alle due gigantesse di macinare sale.
Esse lo fecero, e in tale quantità che la nave sprofondò sotto il peso e, laddove si era trovato il mulino, si formò un gorgo marino, il mælström, (parola che nelle lingue scandinave vuol dire tuttora «gorgo che macina»).
Ed è per questo che il mare è salato.
E cosa pensate, che i gorghi siano prerogativa marina?
Questo della foto, largo una ventina di centimetri e profondo altrettanto, non è piccolo se si pensa provocato da un fiumiciattolo come il nostro Serchio (in un punto particolare a noi vicino), e non è solo uno, ma molti vicini tra loro, e non solo quando c’è la piena, ma anche a corrente normale.
Perciò… attenti al Serchio!