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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
STORIE DI ORDINARIA CUCINA
di Madame Cucù
Dedicato alla zuppa

21/3/2011 - 15:46

Era tutto pronto quel giorno per preparare lo stracotto della zuppa, come si chiama qui da noi.

Le verdure erano state tutte raccolte dal piccolo orto che in estate dava la vita a tutto ciò che vi veniva piantato nei mesi debiti.
L'unica eccezione erano le carote.
I semi, posti in un piccolo rettangolo a ridosso del muretto di confine, difficilmente facevano sbucare qualcosa degno di tale nome, e quindi regolarmente venivano comprate.
Cavolo nero, cavolo verza, zucchine, sedano, carote, bietola, cipolla patate, venivano selezionati, puliti e tagliati nella giusta forma e della giusta misura per far si che una volta messa la pietanza cotta nel piatto, in mezzo al pane, gli ortaggi continuassero a mantenere il loro nome.
In aggiunta c'erano poi i piselli ed i fagioli freschi, magari sgranati a veglia la sera prima mentre si facevano due parole in compagnia.
I fagioli freschi lessati,  in parte venivano usati per fare il brodo, basilare per fare lo stracotto.
Le cotiche di maiale  non dovevano mancare e nemmeno il “pepolino” (timo).
Iniziava la cottura, il secondo rito, il primo era quello della preparazione degli ingredienti.

Si aspettava che l’ebollizione avesse ben preso il via e a questo punto si poteva anche abbandonare la sorveglianza della pentola ed approfittare per fare qualcos'altro.
Ogni tanto si andava a dare uno sguardo ed un giro di mestolo.
La cottura durava almeno un paio d’ore, in rispetto anche del nome, “stracotto”.
Una volta spenta si aspettava che un pochino si raffreddasse per poi “levarla”.
“Levà la zuppa” voleva dire alternare, in una grande zuppiera, preferibilmente di coccio, strati di pane raffermo tagliato a fette, a “ramaiolate” di stracotto tiepido.
Per fare lo stracotto della zuppa si usava la pentola grande di smalto, quella rossa.
Siccome per portare l’opera a compimento ci voleva una mezza giornata, quando si faceva se ne faceva tanta, e qualche volta se ne dava anche una zuppierina al vicino di casa.
A pranzo, quel giorno, c’era piatto unico.
Sul tavolo un piatto con spicchi di cipolla rossa da mangiare insieme cruda.
 
Comunque la zuppa da noi si faceva così …..
 
Ingredienti:
pane toscano raffermo
verdure (fagioli cannellini, piselli, zucchine, bietola fresca, cavolo nero, cavolo verza, carote, patate, sedano, etc,)
cotiche di maiale
concentrato di pomodoro
pomodori rossi
timo
cipolla
sale e pepe q.b.
 
Preparate subito le verdure tagliandole a pezzi di media grandezza, lessate i fagioli cannellini e passateli al setaccio con la loro acqua di cottura, lasciatene alcuni interi, dopo di che fate soffriggere in una pentola la cipolla con l’olio. Quando la cipolla sarà imbiondita potrete aggiungere anche i pomodori rossi ed il cucchiaio di concentrato. Dopo alcuni minuti di cottura a fuoco medio aggiungete il brodo di fagioli e quelli interi, mescolate ed aggiungete tutte le altre verdure a pezzetti, i piselli e le cotiche di maiale. Salate e pepate a piacere, quindi aggiungete il timo. Lasciate cuocere per 2 ore almeno dopo avere aggiunto acqua.
Una volta cotto il tutto, in una zuppiera alternare strati di pane raffermo affettato a strati di stracotto.

 

 

 

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24/3/2011 - 20:30

AUTORE:
michela

Che dire? a zuppa è sostantivo e anche aggettivo: quando è zuppa (brodosa), mi piace di più! Cipolla a go-go e...per digerire? Un lipton.

un caro saluto da madame a madame: bene, brava, bis

22/3/2011 - 8:27

AUTORE:
ancora io

a mme mi garba più "cavalla", la 'nzuppa, che "levalla".
Cibo ghiozzo, parole anco!

21/3/2011 - 18:37

AUTORE:
u.m.

...donna prima di tutto, nuova amica secondo(no! primo)e terzo profumo di 'nzuppa!
Benvenuta in questa gabbia di matti!
Benvenuta come la primavera, ma l'hai fatto apposta apparire oggi?
Benvenuta come cuoca, come scrittrice e... continua così.
Poi assaggeremo per dare commenti più sostanziosi.
Un caro abbraccio e buon appetito.