Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
“Vogliamo l’acqua e il sole, non vogliamo mica la luna!”
La manifestazione di sabato 26 marzo a Roma sarà una data da ricordare. Come lancio della campagna referendaria che si concluderà il 12 e 13 giugno. E per una riflessione sui beni comuni portata avanti dal basso, da un movimento radicale e aperto formato da cittadini, uomini e donne. Mi dice al telefono da Roma Monica Moretto, portavoce del Comitato referendario provinciale: “Siamo un mondo”. Con questo mondo i partiti dovranno confrontarsi.
Con uno dei suoi soliti titoli ad effetto “il manifesto” ha così fotografato la manifestazione aperta e plurale del 26 marzo: “Il buono, il brutto e il cattivo”. Tre aggettivi per descrivere un’umanità che ieri era animata da trecentomila persone, un soggetto politico destinato a incidere, che da maggioranza culturale può diventare maggioranza politica con l’auspicata vittoria del 12 giugno.
Il buono: il popolo dell’acqua
La straordinaria campagna referendaria per l’acqua pubblica della scorsa primavera ha raggiunto quasi un milione e mezzo di firme, risultato record nella storia della nostra Repubblica. Il popolo dell’acqua ha sfilato per la terza volta a Roma con un corteo affollatissimo. In mezzo c’erano gli stendardi dei comuni e i cartelli dei comitati locali. Una ragazza teneva un cartello in mano: “Chi vuole privatizzare l’acqua deve dimostrare di essere il padrone delle nuvole”. Dal palco un sindaco con la fascia tricolore ha così concluso il suo intervento: “L’acqua bene comune è la sorgente delle nostre comunità” e ha invitato ad esporre alle nostre finestre e balconi “la bella bandiera azzurra con i due sì per l’acqua pubblica, simbolo dei beni comuni”. L’acqua riguarda la nostra sopravvivenza e va gestita secondo l’interesse generale. La mobilitazione dei cittadini per il referendum dice una cosa molto semplice: l’acqua deve stare fuori dal mercato e senza profitti per non arricchire pochi a danno dei benefici di molti. Il governo ha fissato l’ultimo giorno utile per votare, sperperando milioni di euro, per rendere più difficile raggiungere il quorum, perché per loro l’acqua è una merce da vendere litro a litro. Ma per i cittadini è “la madre dei beni comuni” e andranno a votare, nessuna persona ragionevole venderebbe sua madre. Personalmente, per questi referendum, andrei a votare anche a ferragosto.
Il brutto: il nucleare
C’era anche il popolo del sole alla manifestazione di sabato 26 marzo, a sprazzi colorata di giallo delle bandiere contro il nucleare. Anche questo referendum riguarda la nostra stessa vita, la sicurezza. La catastrofe in Giappone ha riproposto il problema dell’energia nucleare in modo netto: non esiste una centrale nucleare sicura, esiste sempre il rischio di incidente con conseguenze enormi di sofferenza e paura. Intanto, dopo 25 anni dobbiamo ancora smantellare Chernobyl e chissà quanti ce ne vorranno per Fukushima. Da noi ora si parla di “moratoria” per un anno. Cioè non parlare di nucleare per un anno. Poi zitti zitti… Solo andando a votare per il referendum possiamo fermare le centrali atomiche che sono “una pericolosa perdita di tempo”, come dicono le Associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente e Wwf presenti alla manifestazione insieme ai lavoratori e imprenditori delle energie rinnovabili.
Il cattivo: la guerra
Le istanze del popolo della pace trovano il loro spazio naturale nella difesa dei beni comuni. Le bandiere arcobaleno hanno colorato il corteo del 26 marzo, ma il movimento pacifista non riesce ancora a trovare le ragioni forti per una mobilitazione, nonostante la guerra in Libia e il movimentato scenario internazionale. Tra i pacifisti c’è chi difende la guerra “umanitaria” sotto lo scudo dell’Onu. E c’è chi è “contro la guerra senza se e senza ma”, come si legge sullo storico striscione della Fiom che spiccava alla manifestazione del 26 marzo per l’acqua. Emergency si è fatta promotrice di un appello per una manifestazione a Roma il 2 aprile con la parola d’ordine: “Stop ai bombardamenti”. Vediamo cosa il pacifismo italiano saprà costruire in una settimana di lavoro.
Post scriptum
In allegato i quesiti referendari e l'appello dei promotori del 2 aprile