Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La vicina di casa si chiama Mariarosa, ma lei il suo nome lo pronuncia Mariarossa.
E’ di origine spagnola e, nonostante sia da tantissimi anni in Italia, ha sempre mantenuto la cadenza della sua lingua latina.
Di professione “casalinga con piacere”.
Venuta in Italia in giovane età, ha sposato un uomo che io ho sempre definito regale per la sua figura ed il suo portamento.
Tra loro esiste un dislivello di circa mezzo metro, lui altissimo, lei molto piccola.
Donna minuta, un seno molto grande, una bella bocca, denti un po’ cavallini, oggi grigi capelli.
Insieme hanno dato la vita a due figli maschi che sono grandi, sposati, babbi, separati.
La sua casa è grande, un grande giardino.
Quando la famiglia era tutta unita, tutti i giorni per Mariarosa, pranzo e cena, quattro bocche da sfamare.
Ma a lei le idee non mancavano mai.
Dote principale, la pazienza. Non la vendeva, ma avrebbe potuto farlo, o meglio l’avrebbe regalata perché Mariarosa era generosa.
Io ero bambina insieme ai sui figli e la loro casa per me era diventato un luogo dove accedevo innumerevoli volte al giorno, sempre chiedendo permesso anche se passavo dalla porta di servizio.
A volte mi invitavano a pranzo.
C’era un obbligo per chi sedeva alla tavola di quella casa: finire tutto, tutti.
Era una richiesta di rispetto per quello che era il stato il lavoro di Mariarosa.
Mariarosa aveva portato un’innovazione dolciaria a tutto il vicinato.
Aveva divulgato la ricetta del Pan di Spagna, quello vero, quello spagnolo.
Lo cuoceva in un apposito stampo portato dalla sua terra, stampo che poi non mancò, nel corso degli anni, di regalare anche alle vicine di casa. In Italia, all’epoca non esisteva, oggi si.
Una teglia rotonda in acciaio inox con tutto il bordo ed il perimetro inferiore scanalati.
Una volta mescolati gli ingredienti base si procedeva ad imburrare con molto burro la teglia ed a versarvi dentro l’impasto, e poi via in forno.
Di semplice realizzazione, quando cotto lo rovesciava in modo che quello che in teglia era il sotto, da cotto divenisse il sopra e viceversa.
Il pan di Spagna di Mariarosa bagnato e ripieno era diventato il dolce di compleanno di tutti e qualche volta noi bambini assistevamo a questa, oggi dico, interessante, lezione di cucina.
Lo apriva in due con un grande coltello e solitamente usava per inumidirlo una bagna da bambini: succo di limone allungato con acqua ed addolcito con zucchero.
La bagna doveva essere usata sia per inumidire la parte superiore che quella inferiore.
Preparava la crema pasticcera che divideva in due ciotole. Una la faceva divenire cioccolato mettendo un po’ di cacao in polvere.
Pan di spagna, bagna, crema, pan di Spagna, bagna, cioccolato, candeline. Una stratificazione quasi giurassica….
C’era poi la variante per adulti.
La bagna al limone diventava marsala allungato con un poco di acqua, il cioccolato e la crema diventavano mascarpone lavorato con marsala e zucchero.
Sia la versione bambini che la versione adulti erano ancora più buone se preparate il giorno prima e mantenute, poi, in frigorifero. Ma questo si era potuto scoprire solo quando il dolce, qualche volta era avanzato.
Comunque il Pan di Spagna Mariarosa lo faceva così …..
3 uova
1,5 hg di zucchero
1,5 hg di farina
metà bustina di lievito per dolci
burro per imburrare ben bene la teglia in tutte le sue scanalature (rigorosamente no carta forno!)
In forno 20 minuti.