Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Era un agosto di 44 anni fa. Era appena passata la ventata della guerra dei 6 giorni, quella fra Israele da un lato e Siria, Egitto e Giordania dall’altro.
Il Douglas dell’Alitalia atterrò malamente sulle piste dell’aeroporto di Damasco ancora costellato di buche dei bombardamenti israeliani e ripartì velocemente per quello di Beirut, dove era più sicuro attendere il nuovo volo per l’Italia.
Ci fu detto che al ritorno saremmo dovuti andare all’imbarco in quella città libanese, perché la nostra società di bandiera non avrebbe rischiato un aereo un’altra volta.
Non voglio stare a raccontare parte della mia vita giovanile, ma il ricordo di paesi arabi, della loro gente e delle guerre che periodicamente li colpiscono, non possono non ritornarmi alla memoria in questi tragici momenti.
Dovevamo allestire il padiglione italiano per la grande Mostra campionaria della Siria, non si sparava più, era ritornata una strana calma e la vita araba mi avvinse molto più del caldo asfissiante che si respirava.
Venditori di caffè imbevibili, tè a 60°, carcasse di montoni che erano stati cotti impalati verticalmente (vedi kebab) e gettati spolpati sui marciapiedi, fontanelle sempre aperte dove TUTTI si beveva dalla stessa lucida (lurida?) ciottolina, arak che sfondava le budella bevuto a garganella e la notte… nenie dolcissime con musiche monotone e ammaliatrici che parlavano di contrastati amori con un pubblico maschile che gettava fiori ai cantanti e danze del ventre e sceicchi di bianco vestiti con occhiali nerissimi con servitori di nero ammantati che davano, per loro conto, soldi e gioielli alle ballerine (le più richieste erano bionde) e fumo pungente di narghilè e altro e così fino all’alba, perché tanto il caldo era opprimente e la camera dell’albergo sopra due ritrovi notturni!
Prendemmo alcune manovalanze locali e feci amicizia con una famiglia che fu addetta alle pulizie dei padiglioni.
La foto mostra solo due dei quattro figli, la ragazza era stata allontanata perché non “poteva” stare vicina ad un europeo (io chiaramente) e il figlio grande era andato “in un posto”.
Dopo due giorni rividi quel giovanottino e riuscii a sapere perché era mancato così tanto al lavoro.
“Ora sono pari!” mi rispose (tradotto in francese dalla sorella che quando non era vista dai suoi veniva a far due chiacchiere con un “biondo”) e quel “pari” mi fu spiegato essere l’uccisione di un israeliano, anche tanto tempo dopo le ostilità, per vendicare la morte di un amico.
Non mi fece effetto venire a sapere di questa parte dell’infinita faida; lui era contento e vedeva giusto l’operato e forse non gli pesava più il dolore della scomparsa dell’amico e non mi vergogno a dire che ne fui contento per lui.
Non esisterà mai la pace per questa gente.
Non hanno mai imparato e noi non glielo stiamo insegnando.
p.s. Fra i padiglioni delle nazioni espositrici, mancava quello dell’America, distrutto dalla popolazione per rivalsa all’appoggio che gli USA avevano dato al loro nemico.
u.m. (a sinistra nella foto)