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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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In risposta a: Infatti! del 10/11/2014 - 20:46
Si può fare...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

11/11/2014 - 9:11

... ma non nell'aia del Piddì!
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In risposta a: Compagni rifatti del 10/11/2014 - 17:09
Infatti!
AUTORE: Compagno cittadino
email: -

10/11/2014 - 20:46

Se ai vecchi compagni non gli riman che piangere, vuol dire che han seminato male e naturalmente non si aspettano di raccogliere un bel niente avendo poi tirato i remi in barca...oimmena; è tutto un: t'ariodi quando si fece sciopero...si-si poi dopo 23 giorni di seguito metà lavoratori di quelli meno qualificati furono messi a casa loro.
...t'ariodi quando rimanesti solo (io) come iscritto allo SFI-CGIL (Confedrerazione Generale Italiana Lavoratori- Sindacato Ferrovieri Italiani; si, mi ricordo ed era il tempo in cui Luciano Lama Segretario Generale CGIL diceva di moderare le richieste sindacali per i contratti dei lavoratori occupati e pensare anche un po al milione e mezzo di disoccupati (anno /72) e si prese dei pomodori nel groppone in piazza a Bologna, tirati dalle migliaia di nuove sigle di sindacatini (noi ferrovieri ci s'aveva lo SMA in testa ad altre decine di sigle di Sindacati autonomi che con l'annuncio di uno sciopero (poi non fatto) fecero cadere il sesto governo di Mariano Rumor e..da li a poco Andreotti Giulio fece il primo governo balnerare; durò una intera settimana agostana.
..quelli eran tempi di vergogna caro compagno. Erano i tempi del: quasi o "guasi-guasi" mi do malato e vado a pescà e..e noi a lavorà per loro.

Il "paradiso" di noi comunisti si diceva a quell'epoca è la nostra coscienza; un dio laico (la nostra coscienza)che ci guida e ci vede anche quando nessuno ci osserva ed il "baget" per entrare nell'olimpo non va disperso e ri/costruito ogni giorno.
Quindi, un giorno che non piove, ri/troviamoci sotto il sole di tutti su una grande aia come "costumava" prima dei "midia" che ci "sconfondono" e poi si 'onta e noccioli.
Ne verranno fuori delle belle e buone sicuramente.

piesse, sono esclusi i perditempo, i contaballe e soprattutto chi non spera più in un mondo migliore di ieri.
..poi se "uno" si crede più pesante di un'altro, si sale sulla bilancia e si vede subito chi ha più peso e speso di più per la causa comune del progresso civile.
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In risposta a: del
io non ho dimenticato.
AUTORE: lavoratore pensionato
email: -

10/11/2014 - 19:21

In quegli anni (68-70) gli scioperi di lavoratori e studenti aprirono la strada politica affinché si approvasse lo Statuto dei Lavoratori.
Fu negli anni seguenti che si diede inizio alla “reazione politica e non solo” di contrasto alla avanzata Sindacale e della Sinistra.
Senza dimenticare Piazza Fontana (dic 69) e il tentativo di golpe (Giu 70), ci furono molteplici risvolti politici, all’apparenza non avversi a quelle conquiste sindacali, ma che progressivamente portarono all’indebolimento del Sindacato Unitario e della Sinistra che era di sostegno in Parlamento.
Da una parte la crescita della destra del msi di Almirante: nel 71 dopo i fatti di Reggio C. e attraverso l’alleanza con i monarchici rifondarono la destra nazionale, arrivando nel 72 alla conquista del 9% dei seggi in Senato, oltre ad essere decisivi con una DC sempre più di destra sino all’elezione di G.Leone dopo la 22a fumata nera.
Dall’altra il venir meno dell’unità sindacale attraverso un continuo stillicidio di rivendicazioni sindacali alcune delle quali inaccettabili dall’imprenditoria privata.( mensa gratis o a prezzo politico, riunioni e permessi sindacali sempre più numerosi e retribuiti, contratti nazionali e aziendali in scadenza sempre più onerosi ….ecc); senza dimenticare i primi attacchi da sinistra alla Sinistra e al PCI (socialdemocratico?)da parte delle prime forme extra parlamentari sedicenti di sinistra.
In quegli anni e in molti anni a venire, l’art 18 dello Statuto dei Lavoratori ha difeso i diritti dei lavoratori onesti, pur se alcune sigle sindacali hanno tutelato in tribunale lavoratori disonesti che meritavano il licenziamento per giusta causa. Ci furono casi emersi in seguito dove alcuni di quei lavoratori disonesti salvati dall’art 18 hanno fatto poi carriera lavorativa o politica.
Il sindacato diviso ha perso molto del consenso ideale in difesa del lavoro e dei lavoratori. Pur di garantirsi le tessere non ha difeso con forza unitaria il lavoro, i diritti dei lavoratori precari e i lavoratori in nero.
Oggi quegli errori oggi si pagano, non c’è più in Parlamento una forza o alleanza politica credibile e autorevole disposta a difendere i diritti dei lavoratori tutti, difendendo anche un art 18 screditato dagli errori sindacali. Resta solo la Costituzione e la Carta dei diritti dell’Unione Europea.
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In risposta a: Racconto di vita vissuta bene qb del 10/11/2014 - 14:42
Muretti
AUTORE: Meghe
email: -

10/11/2014 - 17:14

La risposta è quella di un milione di persone che qualche sabato fa hanno manifestato a Roma contro le riforme dello statuto dei lavoratori.
E spero molto che da quella piazza esca una sinistra in grado di sostenere tutti quegli operai onesti che si sentono traditi da un partito che un tempo si chiamava PCI e che oggi sostiene un governo che si permette di picchiare operai e sindacalisti che difendono il loro posto di lavoro la loro dignità.
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In risposta a: Racconto di vita vissuta bene qb del 10/11/2014 - 14:42
Compagni rifatti
AUTORE: Vecchio compagno
email: -

10/11/2014 - 17:09

Io sono un vecchio compagno che non ha mai tradito l'idee del PCI fino a quando il PCI si è tradito da solo e io non ho più rinnovato la tessera. Ora mi viene da piangere a sentir parlare così un capo sindacale che aveva in tasca la tessera PCI.
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In risposta a: Cattivo lettore dei fatti di ieri... del 10/11/2014 - 11:46
Racconto di vita vissuta bene qb
AUTORE: Vecchia e nuova guardia di: Maunvorpiove.
email: -

10/11/2014 - 14:42

Leggo quì, su questo giornale che: uno solo sostiene che il muro di Berlino è caduto dalla parte sbagliata e si firma Alessio Niccolai, quindi una sola noce in un sacco, non fa rumore.

...ho fatto il sindacalista e delegato sindacale in un azienda di 24 operai (quindi più di 15, n°22 iscritti alla CGIL Federbraccianti, una alla CISL ed un agnostico) quindi rientravo appieno in quelle "protezioni" estese dell'articolo 18 e nonostante tutto il "padrone" ci provò ad intentare un mio licenziamento per mancato rendimento, ma che era una bufala confezionata se ne accorsero dopo tre balletti.
L'accusa finì nel ridicolo anche perchè come si dice il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e quando scopersero la pentola accusatoria, sorti fuori che il sottoscritto era si comunista e capo sindacale ma che dotato (per fortuna sua e della sua famiglia da mantenere con il proprio lavoro) di: una volontà di ferro, una forza non inferiore all'acciaio, di un'ecletticita straripante ed infatti il jaccuse durò 8 (otto minuti) e non ne fecero di niente.
Solo dopo anni ritrovandosi in piazza da Secondo Baglini a far benzina il padrone disse al sottoscritto (operaio accusato di mancato rendimento): oh quanto sarò stato malfidato-cattivo-perfido e se permetti.. scemo ad essere contro uno come te per il solo fatto che eri si capo sindacale con tessera PCI sempre in tasca (anche la mattina per la guazza)e.."licenziare" la gallina che fa quattro uova al giorno...ora anche Squinzi non si dice daccordo.

Comunque il suo motto era: se io guadagno, mangiate anche voi, non sono le FF.SS che rimettono due miliardi al giorno, tanto paga pantalone.
Il mio motto: se sei sotto padrone, fai in modo che ci guadagni lui e non te per quel che fai; se invece vuoi guadagnar quanto pare a te, mettiti per conto tuo; se lui fa barche da "maraviglia", te le fai più belle e bocchise!
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In risposta a: Articolo 10 che poi fù art.18 del 10/11/2014 - 9:06
Cattivo lettore dei fatti di ieri...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

10/11/2014 - 11:46

Un'idea così veracemente partitocratica della società civile può essere frutto soltanto di una lettura parziale e opportunistica della storia: lo Statuto dei Lavoratori non è frutto di un'improvvisa illuminazione di DC e PSI anni '70, bensì diretta derivazione delle lotte del famoso Biennio Rosso, con particolare riferimento all'Autunno Caldo del 1969.
L'imponente mobilitazione studentesca dell'anno prima - che avrebbe fatto da ouverture a quella operaia dell'anno stesso - sfuggì completamente di mano anche allo stesso PCI: la radicalizzazione delle lotte condusse la società civile di allora ad incardinare la propria capacità di movimento verso l'extra-parlamentarismo e verso il sindacalismo rivoluzionario e ciò andò a rappresentare per il partito di Berlinguer - socialdemocratico nell'anima - una deriva pericolosa almeno quanto poté esserlo per i consorti DC e PSI.
Il vento reazionario e anti-operaio che soffia dagli scranni di Palazzo Chigi oggidì non è dunque una folgorazione sulla via di Damasco dell'attuale esecutivo, ma un germe patogeno che - come una serpe in seno - ha covato strisciante nelle file di tutte e tre le defunte più significative compagini della vita politica dell'ultimo cinquantennio: per fare marcia indietro su qualcosa che, evidentemente - dall'infinita teoria di governi anti-Comunisti succedutasi dal 1970 ad oggi è stata considerata una concessione a denti stretti, mentre dai lavoratori una vera e propria conquista - si è aspettato solo che lo scenario socio-economico fornisse qualche insulso pretesto in più rispetto al passato, contando anche sulla patologica mancanza di una guida delle masse popolari nello scontro con la tracotante borghesia nazionale ed europea.
Un Paese ormai dilaniato dalle guerre fra poveri è l'humus naturale per la retorica e la propaganda anti-operaista: ma qualcosa - caro incauto lettore di fatti di ieri - sta cambiando... e la storia dimostra che se l'Arno in piena è capace di fare delle Cascine un sol boccone (come diceva Riccardo Marasco «la' dove c'erano | tanti finocchi | adesso ci cantano | quattro ranocchi»), le cedevoli e zoppicanti mura della contigua Leopolda possono essere travolte e spazzate via nel giro di pochi istanti!
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In risposta a: L'articolo 18 del 10/11/2014 - 8:17
I soliti estremisti ...............
AUTORE: Ultimo.
email: -

10/11/2014 - 11:05

........... che si dannano l'anima per avere più diritti e meno doveri ......... per lavorare sempre di meno e guadagnare sempre di più. Giusto sarebbe: stipendio in cambio di lavoro ....... non in cambio di diritti, spesso fatti ad och per chi non ha voglia di lavorare, ed ignorare i doveri. Credo che sia umiliante per i lavoratori e per i sindacati chiedere sempre di più per i lavoratori e ignorare chi lavoratore non ha la fortuna di esserlo. ........ Ultimo.
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In risposta a: Articolo 10 che poi fù art.18 del 10/11/2014 - 9:06
Articolo 18
AUTORE: Meghe
email: -

10/11/2014 - 10:14

L'artico 18 c'e perché il sindacato e gli operai hanno fatto lotte per avere uno statuto dei lavoratori. Lo strano è che un partito che dovrebbe stare dalla parte dei lavoratori invece relaziona e converge verso i poteri forti. Ricordando certi personaggi politici che fecero certe leggi in favore degli operai. Mi rivolgo verso coloro che hanno fatto lotte con il PCI come possono continuare nel tapparsi il naso e non avere il coraggio di disertare da un partito ormai servo del capitale. Oggi occorre una sinistra che lotti contro chi vuole distruggere lo statuto dei lavoratori e la costituzione dicendo: dobbiamo cambiare l'Italia. Ma quale Italia'? quella degli operai o quella di chi ha fatto modo che cadessimo in questa crisi? io credo che dobbiamo lottare contro amministratori delegati che hanno fatto fortune con i soldi degli Italiani , le banche che hanno usato i nostri piccoli risparmi per far guadagnare i poteri forti e la politica che gli ha garantito tutto questo.
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In risposta a: L'articolo 18 del 10/11/2014 - 8:17
Articolo 10 che poi fù art.18
AUTORE: Lettore d'oggi dei fatti di ieri.
email: -

10/11/2014 - 9:06

Poi leggiamo: Alla Camera poi passa coi voti di Dc e Psi mentre invece il Pci si astiene.

Ergo: L'articolo 18 serve altrimenti non c'era, dice ora il Meghe.
(per merito DC e PSI altrimenti non c'era!)

Quindi anche i rappresentanti del Meghe in Parlamento all'epoca pensarono che fosse inutile, altrimenti lo votavano come fecero i Democristiani alla proposta del socialista Brodolini.

nb, poi tante medie aziende hanno diviso per 15 e..
..meno i sindacati e gli enti statali
e quindi si hanno categorie di A&B.
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In risposta a: Vincoli inutili del 7/10/2014 - 21:17
L'articolo 18
AUTORE: Meghe
email: -

10/11/2014 - 8:17

L'articolo 18 serve altrimenti non c'era. In realtà vogliono cambiare lo statuto dei lavoratori.
Vogliono cambiare l'Italia?
No, vogliono tornare indietro e togliere tanti diritti di anni di lotte.
Il problema in italia non è lo statuto dei lavoratori ma le tasse che pagano gli imprenditori 65% .
Il 60% del made in Itali viene fatta all'estero.
Tutta questa manovra è per abbassare il costo del lavoro.
Mandando a casa operai fissi e prendere operai ad ora.
Il governo Renzi e chi lo sostiene è d'accordo con gli imprenditori.
Non vi fate prendere per i fondelli da uno che si dichiara di sinistra in realtà è uno messo li dai poteri forti. Insomma un'altro Berlusconi .
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In risposta a: Il 9 Novembre1989: cade il muro di Berlino del 8/11/2014 - 23:02
Peccato
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

9/11/2014 - 10:42

È caduto dalla parte sbagliatas!
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AUTORE: Alessio Pierotti
email: -

8/11/2014 - 23:02

Un invito a riflettere sui muri che ancora esistono.
Postdam, distante pochi chilometri da Berlino, è oggi una città monumentale: i suoi palazzi e i suoi parchi sono stati dichiarati nel 1990 patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO. In questa città, per la precisione nel castello di Cecilienhof, tra il 17 luglio e il 2 agosto 1945 i capi di stato della potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale definirono i confini della nuova Europa. In particolare venne decisa la suddivisione della sconfitta Germania in quattro zone di interesse, una delle quali passò sotto il controllo dell'Unione Sovietica di Stalin.
Berlino, la capitale storica della Germania e che si trovava nella zona assegnata ai sovietici, venne divisa al pari in quattro zone. Il settore assegnato ai russi, quello orientale della città, prese il nome non ufficiale di Berlino Est, mentre quelli assegnati agli alleati occidentali (Inghilterra, Stati Uniti d'America e Francia) prese quello di Berlino Ovest.
Nel 1949 la parte di Germania controllata dai russi assunse il nome di Repubblica Democratica Tedesca (Deutsche Demokratische Republik, da cui l'acronimo DDR) e aderì nel 1956 al Patto di Varsavia. La parte invece controllata dagli occidentali, sempre nel 1949, assunse il nome di Repubblica Federale Tedesca (Bundesrepublick Deutschland o BRD) e nel 1955 aderì alla NATO. Berlino Ovest si trovò così ad essere un enclave: una zona compresa all'interno di uno stato (la DDR) che però appartiene ed è governata da un altro paese (la BRD). La Germania divenne così il punto focale della cosiddetta Guerra fredda e Berlino divenne il simbolo della divisione del mondo in due blocchi: i regimi comunisti dell'est e i paesi democratici dell'ovest.
Una divisione che finì, almeno nelle forme, giovedì 9 novembre 1989 quando migliaia di berlinesi che abitavano a Berlino est si riversarono sulla frontiera che li separava dalla parte occidentale. Negli anni precedenti il blocco comunista in Europa aveva mostrato segni di una crisi profonda e a partire dal 1985 il leader dell'Unione Sovietica Michail Gorbačëv aveva avviato una politica di profondo rinnovamento. L'unico stato che parve indenne ai cambiamenti democratici, alle piccole rivoluzioni economiche e politiche dei paesi del blocco sovietico fu proprio la DDR, retta fin dal 1976 da Erich Honecker e ancorata a modelli ormai anacronistici. L'apertura delle frontiere tra Ungheria e Austria a Sopron il 19 agosto del 1989 fu però un duro colpo per la Germania orientale: alla notizia che il confine sarebbe stato aperto (anche se simbolicamente, venne infatti nuovamente chiuso dopo 3 ore: il tutto doveva limitarsi ad una 'passeggiata' di una delegazione austro-ungarica) migliaia di tedeschi dell'est entrarono in Ungheria, abitudine allora consolidata, per poi approfittare dell'evento per fuggire tranquillamente in occidente. E ci riuscirono grazie anche alla solidarietà dei poliziotti magiari che non spararono, come gli era stato detto di fare in caso di emergenza. Si consideri che fino ad allora ogni tentativo di un tedesco orientale di passare all'ovest era una vera e propria impresa, spesso equivalente ad un suicidio.
Nei giorni successivi al 'picnic di Sopron' furono organizzate manifestazioni di protesta in tante città della DDR, spesso represse con violenza come quella di Lipsia del 9 ottobre. Il governo reagì alla rabbia popolare con un farsesco cambio di vertici: il posto di Honecker venne preso, il 24 ottobre, dal suo delfino Egon Krenz. Il quale fu costretto, il 6 novembre, a presentare una bozza di legge per la regolamentazione dei viaggi dei tedeschi dell'est verso occidente. In questa bozza la libertà di viaggio era limitata a soli trenta giorni e fortemente gravata da una serie di condizioni. La fuga di oltre 40.000 tedeschi dell'est verso la Germania occidentale attraverso la Cecoslovacchia, tra l'8 e il 9 novembre, costrinse il governo della DDR a rivedere la bozza di legge, prevedendo in tempi brevi l'abolizione di ogni limite e restrizione. Il 9 novembre 1989, alle ore 18.00, durante una conferenza stampa, il ministro della propaganda della Günther Schabowski annunciò prematuramente – rispondendo ad una domanda del giornalista italiano Riccardo Ehrman – la revoca immediata delle norme per i viaggi all'estero e dell'entrata in vigore della nuova legge. La notizia ovviamente rimbalzò da una agenzia all'altra. La notizia venne rilanciata verso le ore 20.00 dall'ARD, il principale gruppo televisivo della Germania occidentale: subito dopo centinaia di berlinesi dell'est iniziavano a raccogliersi davanti ai posti di blocco lungo il muro (i famosi checkpoint).
L'afflusso fu tale che le guardie, peraltro non informate, furono costrette ad aprire i passaggi: il primo, alle ore 21.20, fu quello di Bornholmer Strasse. Il comandante di questo passaggio fece però annullare tutti i documenti di identità dei cittadini che passavano ad ovest, privandoli di fatto della cittadinanza. Visto che la pressione della folla però non accennava a diminuire, lo stesso comandante fu costretto alle 23.30 a aprire definitivamente il confine e rinunciare a qualsiasi controllo dei documenti d'identità. Nelle ore successive il passaggio di Bornholmer Strasse venne attraversato da circa 80.000 persone. Nel corso della notte furono aperti anche altri passaggi e i berlinesi delle due parti iniziarono a distruggere il muro (l'abbattimento ufficiale fu avviato nel giugno 1990). Era iniziato il processo di riunificazione della Germania: era caduta la cortina di ferro.
Il muro era caduto per la stessa ragione per cui era stato costruito: la volontà di molti tedeschi dell'est di scappare in occidente. Tra il 1949 e il 1961 erano fuggite circa 2 milioni e mezzo di persone: per questo, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, le autorità della DDR iniziarono la costruzione del muro. Ogni collegamento tra Berlino Est e Berlino Ovest fu interrotto: filo spinato, corrente ad alta tensione, cemento armato e torrette di controllo comparvero improvvisamente a dividere fisicamente le due parti della città. Come ha scritto lo storico e scrittore russo Viktor Suvorov, questo muro orribile serviva ad “evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunker, torri di guardia, tetraedri anticarro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte delle guardie di confine” .
Il muro di Berlino è oggi il simbolo dell'oppressione e della privazione delle libertà: non a caso il governo italiano ha istituito proprio per il 9 novembre, giorno della sua caduta, il “Giorno della libertà”. Un'occasione importante per riflettere sui tanti muri (e non in senso metaforico ma proprio fisico) che esistono ancora oggi: quello costruito dagli israeliani lungo il confine con la Cisgiordania, quelli che separano gli Stati Uniti dal Messico, la Corea del Nord da quella del Sud, la Thailandia dalla Malaysia, lo Zimbabwe dal Botswana, l'India dal Pakistan, l'Uzbekistan dal Tagikistan, lo Yemen dall'Arabia Saudita, tra l'Oman e gli Emirati Arabi Uniti, tra il Kuwait e l'Iraq e tra la Turchia e Cipro. Come, ancora, la barriera elettrificata voluta dalla Spagna per proteggere la sua enclave (Ceuta) in Marocco o la cintura di sicurezza voluta da quest'ultimo per proteggersi dalle incursioni del Fronte Polisario, l'organizzazione politica e militare che lotta per l'autodeterminazione del Sahara occidentale. Mi piacerebbe un giorno poter festeggiare un 9 novembre per tutti questi muri: ma forse è più facile promettere la luna a Teo per il prossimo Natale e impacchettargliela veramente sotto l'abete (di plastica).

Alessio Pierotti
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In risposta a: del
il clima cambia
AUTORE: Tribulus
email: -

7/11/2014 - 23:38

Fino a pochi anni fa gli scienziati si dividevano tra catastrofisti e rassicuranti.
Ora se non bastasse quello che da alcuni anni ci sta succedendo arrivano anche gli uragani.
Ecco delle due l'una o una parte mentiva sapendo di mentire (probabilmente pagata da chi aveva interesse) oppure erano dei veri e propi mentecatti (professionalmente parlando).
Il loro giudizio ha forse condizionato le scelte delle nazioni..
Ma mai nessuno che paghi , minimo gli andrebbe ritirato il titolo abilitativo.
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In risposta a: del
Emergenza Abitativa
AUTORE: Andrea
email: [protetta]

3/11/2014 - 9:24

EMERGENZA ABITATIVA. I dati del ministero dell'Interno relativi al 2013 confermano l'allarme lanciato degli inquilini (Sunia, Sicet, Uniat) sull'aumento del numero degli sfratti per morosità incolpevole: negli ultimi 5 anni ne sono stati sentenziati a 332.169, di cui 288.934 sono per morosità. Tradotto: più di un inquilino su dieci in affitto da privati ha subito uno sfratto per morosità. Sempre negli ultimi cinque anni (2009/2013) gli sfratti eseguiti con l'intervento dell'Ufficiale giudiziario sono stati 145.208 e solo lo scorso anno le richieste sono arrivate a 129.577. Numeri impressionanti che, tuttavia non riescono a imporre oltre a una strategia di medio/lungo periodo per soddisfare la domanda abitativa e un uso attento e rapido delle risorse messe a disposizione in questi ultimi due anni.

A cominciare dal Fondo per la morosità INCOLPEVOLE: introdotto con una legge del 2013, prevede l'emanazione di un decreto del ministero delle Infrastrutture di concerto con quello dell'Economia per la definizione di morosità incolpevole e la ripartizione di 20 milioni tra le Regioni e da queste ai Comuni, ma dopo 8 mesi manca ancora l'attuazione della norma.

Nel mirino c'è anche il Fondo per il sostegno all'affitto. Dopo l'azzeramento degli anni precedenti è stato rifinanziato per 100 milioni, man il decreto di ripartizione dei primi 50 milioni è stato emanato solo il 27 maggio 2014, a distanza di circa nove mesi dalla pubblicazione del decreto
in Gazzetta ufficiale. Le Regioni dovranno ripartirlo tra i Comuni che, a loro volta, dovranno emettere i bandi ed approntare le graduatorie, provvisorie e definitive, e finalmente distribuire il contributo agli inquilini, che "nel frattempo rischiano di andare in morosità" osservano Sunia, Sicet e Uniat. Basti pensare che per le Regioni ed i Comuni virtuosi il tempo che trascorre tra lo stanziamento e l'erogazione del contributo ai cittadini è di poco inferiore ai due anni.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche le critiche nei confronti del Fondo per il recupero degli alloggi di Comuni ed ex Iacp inutilizzati: il decreto legge 47/2014 stanzia risorse per finanziare gli interventi necessari a rendere abitabili circa 20mila appartamenti vuoti. Alcuni necessitano di interventi di "non rilevante entità", come recita la legge, e sarebbero disponibili in pochi se - osservano i sindacati - fosse rispettati i tempi. Lo scorso 27 giugno sono scaduti i termini previsti dalla legge per l'invio al ministero degli elenchi degli alloggi da parte delle Regioni, ma non è successo nulla: "Questo ritardo - dicono Sunia, Sicet e Uniat - preoccupa molto e assegna precise responsabilità in merito alle incapacità gestionali del comparto".
Detto questo e parlando del nostro paese ci domandiamo cosa stia facendo la maggioranza nel merito di questo dramma sociale. Una politica di rigore e tasse indebolisce sempre piu’ il potere di acquisto di tutti. Allarmante è anche la “solidarietà” a cui noi cittadini siamo chiamati a sostenere,dove il termine “diritto abitativo” vale per pochi.
Ringrazio pr la lettura e pubblicazione Andrea Giuliani Consigliere M5S per San Giuliano Terme.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Chiarezza??!!?? del 30/10/2014 - 18:23
3 novembre
AUTORE: cittadino sempre più disorientato
email: -

30/10/2014 - 19:54

Ci sarà lavoro per gli azzeccagarbugli, perchè qui ci sta tutto e il contrario di tutto, poverannoi in che mani siamo..
----------------  RISPONDI





In risposta a: suggerimento sul 3 novembre del 29/10/2014 - 21:50
Chiarezza??!!??
AUTORE: Fabio Ceccherini
email: -

30/10/2014 - 18:23

Mi è sembrato utile mettere a conoscenza dei Forumisti un interessante articolo che coglie nel segno

Favorisca patente e libretto: a babbo morto o a babbo natale?

di Nadia Redoglia

Ci sarebbe da piangere, ma come fare a non ridere scorrendo i commenti blog/chat/facebook/tweet che continuano ad accavallarsi dopo la “new” del Ministero Trasporti e Infrastrutture che dal 3 novembre prossimo impone (pena oltre 700 euro!) a chi guida un veicolo non di sua proprietà di comparire sulla carta di circolazione insieme ai dati del proprietario? Non è proprio così, ma per arrivare a capire che così non è tocca imporre alle nostre celluline grigie tripli salti mortali carpiati con avvitamento e supercazzola prematurata con scappellamento.

Il tutto è racchiuso in quasi 50 (!!) pagine di dispositivi d’attuazione (circolare 15513 del 10 luglio 2014) di un comma (il 3) di un articolo (il 94 bis) del Codice della Strada che si riferisce alla Legge 120/2010. Insomma, tanto “new” non sarebbe. Leggetevi il testo ché la legge, così come i suoi dispositivi attuatori, non ammette ignoranza http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=19250

Premessa fondamentale: questa disposizione ha (notevole) scopo principale l’individuare i responsabili delle infrazioni e scovare le intestazioni fittizie (avete presente quei bolidi intestati a ultraottuagenari sui quali però scorrazzano e sgommano evasori e facce da papponi? Ecco). Gli è però che subito dopo il nobile obiettivo, le supercazzole pare che s’infilino una sull’altra!

Avviso importante per tutti (compresi i papponi): il guidatore che finora ha viaggiato su auto non intestata a sé può continuare a farlo senza trascrivere i suoi dati sul libretto.

Coloro che, invece, dal 3/11/14 guideranno per oltre 30 giorni un’auto non loro, dovranno comunicarlo alla Motorizzazione trascrivendo sul libretto i propri dati (NB ogni trascrizione costa 25 euro: 16 di bollo 9 di diritti). I familiari conviventi con l’intestatario sono esonerati.Gli altri familiari (figli, coniugi, genitori e suoceri, nonni e zii ecc. ecc.) che risiedono altrove -e che guidano oltre 30 giorni la macchina intestata al familiar cortese- hanno da trascriversi. Nessuno ha considerato i conviventi non familiari: anche loro perciò dopo i fatidici 30 giorni dovranno trascriversi. Questa è però la solita (incivile) storia appartenente al Paese nostro. E’ storia manco ancora recepita a livello della carta dei diritti umani: figuriamoci dunque se la può recepire il Codice della Strada!

Poi c’è ancora una cosuccia non da poco: quella specie di bonus dei 30 giorni su cui pare vertere la ratio legis. Come contano, le signorie loro illustrissime, d’identificarne le date certe?

Spiego: “A” guida l’auto del proprietario “B” da sempre. Prosegue a farlo anche sull’auto trascritta in capo a B dopo il 3 novembre 2014. Verso Natale (data a caso) lo ferma la stradale: “patente e libretto”. Le identità non coincidono. A dichiara a verbale d’averla presa in consegna da B tot (che ci frega? Basta che non siano 30!) giorni prima e che domani gliela restituisce. Questo tipo di performance può, così, tornare valida per sempre a rotazione, a meno che A non venga fermato ogni giorno e, ogni giorno (almeno fino alla concorrenza dei 30) non venga “schedato” in apposito database. Insomma A dovrebbe essere monitorato come si fa con un ecoDoppler?!

Più che “patente e libretto” con questa legge suonerebbe meglio: “libretto patente”.

29 ottobre 2014
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In risposta a: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE DEI TRASPORTI del 29/10/2014 - 7:56
suggerimento sul 3 novembre
AUTORE: pierino
email: -

29/10/2014 - 21:50

Per fare chiarezza forse è meglio leggere questo link http://www.lanazione.it/firenze/carta-di-circcolazione-niente-panico-ecco-chi-deve-aggiornare-i-dati-1.350695
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In risposta a: del
Domanda
AUTORE: Giuliano
email: -

29/10/2014 - 12:34

Si narra sul Tirreno(Giornale) di un forte degrado nel comune di vecchiano. Qui ci vuole una risposta decisa del nostro Sindaco. vai Gianca.
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In risposta a: S'avvicina il 3 novembre e... del 27/10/2014 - 20:56
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE DEI TRASPORTI
AUTORE: Salvo Errori
email: -

29/10/2014 - 7:56

Patente e libretto dovranno coincidere? Facciamo chiarezza!

Photo Credit Comune di Bra Patente e libretto dovranno coincidere? Facciamo chiarezza!

Dal 3 novembre dovranno essere apportate modifiche sulle carte di circolazione. Le sanzioni sono salatissime da 705 a 3500 euro.

La notizia gira da giorni sul web, ma sembra che non ci sia una grande comprensibilità sull’argomento, fatto sta che fior fior di testate giornalistiche hanno messo nella più grande confusione migliaia di cittadini.

Facciamo un po’ di chiarezza!

La modifica di cui tanto si discute riguarderà le auto aziendali.

La norma interessata è l’art. 94, comma 4 bis del Codice della Strada (introdotto con la l. n. 120/2010), tale disposizione prevede obblighi di comunicazione, finalizzati all’aggiornamento dell’Archivio Nazionale dei Veicoli e dei documenti di circolazione, in caso di atti, diversi da quelli previsti dal comma 1 dello stesso art. 94 c.d.s. (trasferimenti di proprietà, costituzione di usufrutto, contratti di leasing) dai quali derivano variazioni concernenti gli intestatari delle carte di circolazione, ovvero comportino la disponibilità dei veicoli, per periodi superiori ai 30 giorni, in favore di soggetti diversi dagli intestatari.

La medesima norma – si legge nella Circolare del Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti prot. n. 15513 del 10 luglio 2014 – ha inoltre demandato al regolamento di esecuzione ed attuazione del codice della strada l’individuazione delle fattispecie ricadenti nella nuova previsione legislativa e, conseguentemente, si è resa necessaria una modifica del d.P.R. n. 495/1992, adottata con il d.P.R. 28 settembre 2012 n. 198 il quale ha introdotto l’art. 247 bis, rubricato “ Variazione dell'intestatario della carta di circolazione e intestazione temporanea di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi”

Detto decreto è in vigore dal 7 dicembre 2012, ma come spesso accade il legislatore introduce nell’ordinamento leggi spesso di difficile applicazione.

Infatti, è stato necessario rinviare alla concreta applicazione delle disposizioni suddette. Sono serviti quasi due anni per la realizzazione delle procedure informatiche indispensabili per dar corso ai procedimenti amministrativi di aggiornamento dell’Archivio Nazionale dei Veicoli e dei documenti di circolazione.

Le disposizioni saranno quindi applicabili concretamente dal 3 novembre 2014, da questa data potranno essere irrogate sanzioni, in caso di violazione, da euro 705 a euro 3.526.

In particolare ad essere interessati saranno:

- il proprietario del veicolo, ivi compreso il “trustee”, il locatore (nel caso di locazione senza conducente), il nudo proprietario (in caso di usufrutto) e l’acquirente (in caso di acquisto con patto di riservato dominio);

- il locatario (nel caso del leasing);

- l’usufruttuario.

Le nuove procedure, al momento, troveranno applicazione esclusivamente per le carte di circolazione relative agli autoveicoli, ai motoveicoli ed ai rimorchi. Nello specifico, facciamo riferimento alle ipotesi in cui:

- Vi sia una variazione della denominazione dell’ente;

- Vi sia una variazione delle generalità della persona fisica intestataria;

- Un soggetto abbia la temporanea disponibilità per un periodo superiore a 30 giorni, di un veicolo intestato ad un terzo, a titolo di comodato, in forza di un provvedimento di affidamento in custodia giudiziale o di un contratto di locazione senza conducente; che

- Si debba procedere alla intestazione a norme di soggetti giuridicamente incapaci.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia a http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=19250

Aggiornamento del 28.10.2014 accedi alle risposte ai nostri lettori.

Gianmarco Sadutto

(26 ottobre 2014)

© RIPRODUZIONE CONSENTITA Italian Open Data License 2.0
(indicazione fonte e, se possibile, link a pagina)
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In risposta a: del
S'avvicina il 3 novembre e...
AUTORE: Cittadino disorientato
email: -

27/10/2014 - 20:56

sembra che dal 3 novembre 2014, conducente e intestatario del libretto di circolazione, debbano coincidere pena
sanzione di 705 euro e ritiro del libretto di circolazione anche nel caso di familiari (figli, generi) non conviventi.
Non dirò cosa penso di questa norma, anche perchè pur avendo letto una decina di siti, non sono riuscito ad avere una visione chiara di quello che sta per accadere, anzi, mi pare che, a cominciare dal sito della motorizzazione, si diano delle delucidazioni che lasciano ancor più perplessi.
Se ci fosse fra i forumnisti qualche competente sulla materia due righe sull'argomento sarebbero gradite.
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AUTORE: Ultimo.
email: -

26/10/2014 - 9:34

............ e chi lo crea è un lavoratore più di chi lo esegue. ........ E' facile per la casta dei sindacati inculcare l'idea dello sfruttamento nella mente di coloro che sono facilmente influenzabili ....... e sono tanti. Ricordate, per fare un esempio, la conquista sindacale delle " pensioni baby " che hanno contribuito non poco a creare il debito pubblico ........ e questo debito devono pagarlo le nuove generazioni ....... eppure nessuna voce sindacale ha recitato un " mea culpa " ....... e nelle menti di molti lavoratori questa casta è infallibile? E' facile per una mente pensante capire che il sindacato mette i lavoratori gli uni contro gli altri .......... lavoratori stipendiati e quelli che pagano gli stipendi ..... si, gli stipendiati senza rischi contro chi rischia e si ingegna nel creare lavoro. ........ Eppoi è lampante che i sindacati chiedono per chi il lavoro e lo stipendio ce l'ha e non si occupa di chi il lavoro non ce l'ha ......... ripetendo i soliti slogan nelle piazze da più di mezzo secolo. Credo che in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo dovremmo unirci tutti ........ e creare divisioni è solo dannoso per il lavoro e per i lavoratori. Raramente si è notata, come adesso, l'attualità del nostro inno nazionale: Stringiamoci a coorte ......... l'Italia chiamò! .......... Ultimo.
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In risposta a: tariffa sui rifiuti del 20/10/2014 - 0:28
spazzatura
AUTORE: Cittadina
email: -

20/10/2014 - 11:05

Noi si paga anche per la spazzatura delle strade ma li avete visti i marciapiedi e le strade di tutto il comune?
E' vero che ognuno potrebbe spazzare davanti a casa sua e sarebbe tutto pulito ma è vero anche che anche se ognumo spazza davanti a casa sua la tariffa resta sempre la stessa ma io lo faccio ugualmente perchè mi piace stare nel pulito. Io credo che il comune ci dovrebbe stare più attento alla pulizia perchè quì sembra di essere a Napoli.
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In risposta a: autobus per gli studenti del comune del 16/9/2014 - 12:31
hai ragione
AUTORE: propositivo
email: -

20/10/2014 - 0:32

finchè sono tutti d'accordo e i genitori non vengono organizzati non cambierà mai niente, provi a sensibilizzare gli altri genitori e richieda un incontro con l'assessore preposto, chissà....
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In risposta a: Basta battibetti del 3/10/2014 - 10:14
tariffa sui rifiuti
AUTORE: propositivo
email: -

20/10/2014 - 0:28

come si usa definirla, per me è una tassa e che tassa, ribadendo che sono favorevole al 100%, forse era meglio iniziare prima, ribadisco anche che la tariffa è altissima in funzione del sevizio dato, ma sicuramente sbaglio io a lamentarmi perché non trovo quasi nessuno che la pensa come me, la discarica da quando è stato sostituito l'addetto, è un piacere andarci, ma la tariffa....., rispetto a quando il porta a porta non c'era a noi è stata più che raddoppiata.
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