none_o

Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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In risposta a: giochino del 23/11/2013 - 9:22
Se sei un lettore intellettualmente ....
AUTORE: pedro
email: -

23/11/2013 - 12:50

onesto, ti vai a rileggere gli interventi precedenti, e se il giochino vale per Tiziano, lo stesso vale anche per te. Forza! Fatti coinvolgere!
Un saluto.
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In risposta a: quesito ad Alessio ed al Censore del 23/11/2013 - 8:08
giochino
AUTORE: Lettore
email: -

23/11/2013 - 9:22

Sentiamola allora sig. Nizzoli la tua idea. Io propongo che Niccolai e Censore non rispondano se prima Nizzoli non dice la sua se no il giochino diventa truccato. E' facile sentire le idee degli altri e poi criticarle....sentiamo prima la sua.
----------------  RISPONDI





In risposta a: INTERDETTO E PIENO DI DUBBI... del 22/11/2013 - 16:08
quesito ad Alessio ed al Censore
AUTORE: Tiziano Nizzoli
email: -

23/11/2013 - 8:08

Potreste fare un'analisi di cosa succederebbe se in Italia si decidesse di azzerare il debito pubblico? Oppure cercate di prefigurarvi un domani in cui vadano deserte le aste di BOT e BTP per almeno sei mesi, che accadrebbe?
Ho una mia idea, ma mi piacerebbe conoscere la vostra, buona giornata.
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In risposta a: Democrazia censitaria o oligarchia finanziaria del 22/11/2013 - 9:58
INTERDETTO E PIENO DI DUBBI...
AUTORE: il censore
email: -

22/11/2013 - 16:08

Analisi severa, rigorosa, coerente, valida su scala planetaria...da tenere nella giusta considerazione e usare senza pregiudiziali nella elaborazione di un giudizio utile a risolvere e chiarire il problema.

Tuttavia non mi sono chiari alcuni fenomeni, opachi alcuni aspetti, controversi in parte i risultati... della congiura...
(MI vengono i brividi a fare indebiti, improvvidi, fuori luogo ed assolutamente improponibili in questo caso , paragoni con altre congiure pseudo massoniche, giudaiche, demo. pluto cratiche, o sediziose......solo un riflesso inconscio e arbitrario direi gratuito della mia memoria storica, nulla a che fare con i tuoi ragionamenti OVVIAMENTE)

IL DISEGNO, il perseguimento e la gestione di una strategia del poter economico di questo genere, pur plausibile e probabile, mi risulta per certe considerazioni, ostica e contraddittoria, e di difficile comprensione... ( SONO SINCERAMENTE CONFUSO)

uno- gli U.S. hanno il maggior debito sovrano

due- il GIAPPONE un debito pari a 2 volte il proprio PIL e pur avendo problemi è solido e prospero

tre- La Cina è il maggior detentore di titoli USA

quattro- ma USA e Cina sono destinati al confronto e già oggi rivali

cinque- Wto e altre organizzazioni multinazionali o sovranazionali perorano delocalizzazioni produttive

sei-la finanza virtuale e DI CARTA, delle scatole cinesi e dei junk bond, di intermediazione e pura speculazione, produce ricchezza teorica, non reale e miseria concreta

sette-paesi del primo mondo destinati a progressivo declino e impoverimento

sette-dirigismi e influenze indebite sempre più intollerabili nei paesi di vecchia industrializzazione portano a inevitabile intolleranza e resistenza opinione pubblica

otto-i paesi emergenti accettano ma solo temporaneamente la favorevole contingenza ma nel lungo periodo non possono che emanciparsi da tutele indebite


nove-controllo delle dinamiche assolutamente impossibile a livello globale per troppe variabili


dieci- risultati aleatori di difficile governo, unica certezza l'instabilità, l'inquietudine sociale , la destabilizzazione universale

undici- minore ricchezza e maggiore instabilità reali, non possono che svalutare anche il potere fittizio della finanza, mostrandone i limiti

dodici- da sempre le elites e il privilegio preferiscono agire understatements, non agitare le acque

Tredici- come pensano di godere il frutto dei loro titanici sforzi in un mondo in macerie e inferocito, gli ineffabili cospiratori?


sono solo alcune delle obiezioni, forse non le principali, forse le più banali o anche stupide, non so!

Sono quelle che mi vengono in mente nell'immediato, e che mi sembrano inconciliabili o problematiche con le idee che hai esposto, e che in parte condivido.

SINCERAMENTE non sono in grado di valutarne la valenza, e la coerenza in un discorso più organico.

Mi confermano la complessità delle analisi, e il mio approccio inadeguato all'argomento, nonché le carenze ed insufficienze della mia scarsa preparazione specifica.

Tuttavia mi inducono nuovi motivi di rinnovato interesse.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Ci stò provando... non sempre ci riesco... del 21/11/2013 - 21:59
Democrazia censitaria o oligarchia finanziaria
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

22/11/2013 - 9:58

Non c'è da rimproverarsi - caro Censore - per aver provato a impostare un ragionamento su una questione che tutti i suoi diretti o indiretti cointeressati sembrano sistematicamente voler rifuggire: c'è soltanto da aprire gli occhi e approfondire l'analisi; in altre parole, c'è da affilare gli artigli per poterli usare metodicamente e implacabilmente contro quelli di una rapace parte avversa pronta - non solo a depredare i territori o a calpestare i cadaveri ma - finanche a produrne di proprio pugno.
L'introduzione del principio di pareggio di bilancio nella Costituzione, ha de facto depauperato ogni istituzione dello Stato della propria autonomia politica, senza se e senza ma; non c'è da ragionarci molto sopra: uno Stato emette nuova moneta se e quando gli diventa necessario ed il suo rapporto con la banca centrale non può per nessun motivo essere mediato dai mercati.
Abbiamo in sostanza costruito una democrazia censitaria in cui eleggibili e - come dimostrano le percentuali crescenti di astensione - elettori sono sempre di più ed inesorabilmente i detentori del debito sovrano o i loro sensali politici; la cosa più buffa è che - oltre allo scippo meccanico di sovranità dovuto al MES, al modo in cui la BCE immette moneta nella circolazione - ad averlo costruito quasi appositamente possiamo dire siano quelle stesse persone che prima hanno emunto dalle risorse collettive per perseguire fini privatistici, poi - con i sostanziosi redditi assicurati loro dallo Stato - se lo sono comprato.
I vari cappi di stabilità in effetti - se guardiamo i dati di bilancio - hanno contribuito in effetti a ridurre le uscite e, seppur in percentuale sempre decrescente - ad aumentare le entrate, ma non a ridurre gli interessi passivi che anzi, sembrano inarrestabilmente protesi ad incrementarsi; e sfido io che non sia così: se chiunque sieda in Parlamento è collegato ai più preminenti interessi finanziari, le cose non potrebbero andare diversamente.
Se io guadagno dagli interessi passivi maturati da un debitore, l'unica cosa a cui aspiri seriamente è indebitarlo sempre di più: così in sostanza la democrazia censitaria (o oligarchia finanziaria) di cui sopra, va somigliando sempre più ai meccanismi rappresentativi dei consorzi di bonifica, con la differenza che eleggibile ed elettore non sei se vanti una proprietà fondiaria nel loro ambito di competenza, ma se sei creditore dello Stato; l'anatocismo pubblico - una sorta di ludopatia collettiva - è l'unico obiettivo politico del sistema.
Dice bene Travaglio sul Principato o sul Sultanato d'Italia proteso a sostenere questo sistema: mi piacerebbe sapere soltanto quanti BOT o CCT detenga - che ne so - un Monti, con i suo oltre 40.000 € di rapina mensile alle casse statali, o un Amato in situazione non dissimile; perché proprio questa gente sostiene - guarda caso - l'idea di riduzione coattiva della domanda interna (e, non a caso, ne' Letta ne' Renzi sembrano averne messo in discussione i principi), una politica scellerata e - come dimostrano ampiamente i risultati - fallimentare su tutta la linea.
O forse no: non per loro stessi almeno. Perché l'insieme dei congegni politico-economici a cui si è condannata l'Italia con le proprie mani, se per la maggioranza produce solo squilibri, povertà, indigenza, disoccupazione, precarietà, esclusione dal consenso e dalla rappresentatività, perdita di diritti, etc., per costoro produce un saldo personale attivo: quanti interessi vanterà ciascuno di loro sul debito sovrano? Quanti ne vanteranno i loro "amici" banchieri e sanguisughe affini?
----------------  RISPONDI





In risposta a: Eh no, amico mio... del 21/11/2013 - 19:05
Devo esse' strego
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

21/11/2013 - 22:09

Meno male: da Santoro Landini sta sostenendo sul debito, sul cappio di stabilità e sui meccanismi di regolamentazione monetaria europea esattamente ciò che da tutta la settimana insisto a ripetere.
Salvini si spinge oltre dicendo che l'euro è un crimine contro l'umanità e trovandomi - seppur per motivi un po' diversi - sostanzialmente d'accordo.
Ma la cosa buffa e per certi versi straordinaria è il fatto che persino Cuperlo sembra aver capito qualcosina (non tutto, per carità, altrimenti non sarebbe nel PD!).
Guarda, menomale: cominciavo a pensare che tutti la vedessero nel solito modo distorto - e largamente propugnato dai media di regime - in cui la vede Pedro!
----------------  RISPONDI





In risposta a: Eh no, amico mio... del 21/11/2013 - 19:05
Ci stò provando... non sempre ci riesco...
AUTORE: il censore
email: -

21/11/2013 - 21:59

Effettivamente la mia analisi ha trascurato alcune implicazioni di non secondaria importanza, perché nella veloce ricognizione delle mie argomentazioni ho superficialmente privilegiato la ricerca di soluzioni endogene, intimamente, almeno apparentemente più omogenee a questioni di economia politica realistica, soluzioni ortodosse alla portata di un paese ferito, umiliato e di scarsa influenza e forza contrattuale come il nostro.

ridotto in mutande e offeso da una classe politica screditata e inaffidabile, non certo dalle sue capacità potenziali di assoluto rilievo.

Manovrando per linee interne, ho implicitamente creato una scala di priorità e opportunità, conseguenza inconscia della mia sensibilità, ma anche della disattenzione, lacune e carenze personali.

La questione della sovranità democratica e monetaria, dell'ingerenza delle organizzazioni economiche sovranazionali, nelle sfere decisionali proprie della sovranità e dignità popolare, della coortazione più o meno spinta ed intrusivamente illegittima, nelle determinazioni e scelte di organi rappresentativi, e nei processi di formazione e adozione di strategie e politiche economiche, è senz'altro un tema interessante di cruciale importanza, che merita attenzione e un dibattito, ampio e chiarificatore, esaustivo.

L'analisi, le implicazioni, le considerazioni, le conseguenze, i pericoli potenziali e concreti, i possibili sviluppi e le conseguenze, sociali, istituzionali, democratiche ed economiche, aprono un campo dialettico ed una molteplicità di tavoli di lavoro in materie diverse, che non sono assolutamente in grado di immaginare, figurarsi di gestire con una padronanza che elimini il rischio di velleitarismo e garantisca una sia pur grossolana messa a fuoco dell'argomento, almeno per parte mia

Sono costretto a defilarmi, attendendo il contributo di forumisti più preparati e ferrati di me.

Sinceramente ammetto di non conoscere "la risposta islandese", ma concedo ampia fiducia
alle tue affermazioni in proposito, fidando nella tradizionale fierezza, dignità e maturità di un popolo di uomini liberi, abituati a forgiare il proprio destino.

Ammetto insufficienze, semplificazioni arbitrarie, analisi incompleta...
credo di aver dato un contributo secondo le mie possibilità, in sintonia con convinzioni, e assolutamente interlocutorio, nell'intento sempre valido di capire e approfittare delle competenze dispiegate dagli altri, per riuscire o tentare di interpretare la realtà.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Aggiungo qui levo lì taglio là e non cambia nien del 21/11/2013 - 16:01
Eh no, amico mio...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

21/11/2013 - 19:05

A parte che le mie conclusioni - con riferimento al lapidario intervento di Pedro il quale, anche lui, quando non sa! più che pesci prendere la butta sul personale insinuando improvvidi paragoni - sono di natura anti-economicista e fortemente determinista (non ho evocato una rivoluzione - almeno per il momento - ma la riappropriazione da parte o degli Stati o del sovra-Stato dell'unico strumento essenziale alla loro/sua sopravvivenza: la sovranità monetaria oggi in mano ai mercati, alle agenzie di rating, alla speculazione finanziaria).
Ma - lasciando perdere le inveterate confusioni di Pedro, per il quale tutto ciò che non attiene alle vacue parole d'ordine, alle miserrime analisi o agli opportunistici teoremi socio-economici del CS (ed in particolare del PD) o è in linea con la predicazione di Berlusconi o un favore ai suoi interessi - ciò che più mi preoccupa è il fatto che persone - dotate di ben altri senno e competenza come l'amico Censore - si appellino al New Deal successivo alla crisi del 1929 per riemergere dalla crisi attuale, ben più profonda, diffusa, globalizzata e strutturale di quella americana di allora.
Disgraziatamente mi sembra che proprio a quella soluzione - più foriera di ulteriori problemi che di reale efficacia - la pretendente, aspirante ma in verità «pseudo» Sinistra si appelli per annaspare ulteriormente: non è un caso che - anziché rimpinguare le casse della scuola e della sanità, o di provvedere ad una solidificazione sociale del Paese - il CS non abbia trovato valide ragioni per rinunciare alla dissennata commessa degli F35.
Il New Deal si è basato su una socializzazione delle perdite generalizzata a vantaggio dell'industria bellica yankee che, non a caso, mentre 20 milioni di sovietici - tanto per fare un esempio - perdevano la vita sul campo contro le armate hitleriane, rifocillò in continuazione le forze aeree d'oltreoceano affinché bombardassero anche l'anima loro, portando nel breve giro, un volume di morte, devastazione e scompiglio che forse neanche la Germania Nazista era fino a quel momento riuscita a seminare per l'Europa.
Ed è talmente vero questo fatto (l'industria bellica finanziata dal New Deal trovò inopportuno che la Seconda Guerra Mondiale volgesse a termine prima di aver definitivamente svuotato gli arsenali) che l'unico Paese ad aver usato l'Atomica come arma anziché come deterrente politico o ad aver continuato a bombardare - persino le «Città Aperte» - anche dopo gli armistizi, sono proprio gli USA.
Mi spiace amico caro, ma non credo proprio che emulare il New Deal (come del resto un buon 95% dei teoremi yankees) possa armonizzare alcunché: la soluzione c'è sì, ma ha come nome in codice «Islanda», benché sia necessario trovare una peculiare declinazione italiana di quell'insieme di provvedimenti che sia capace di colpire brutalmente le finanze ed i patrimoni di chi si è reso personalmente responsabile - attraverso gestioni privatistiche, clientelari o ad personam, o godendo privatamente di politiche scellerate contro il bene comune e l'interesse collettivo - della levitazione del debito e della sua compra-vendita sui mercati secondari.
Cominciamo congelando il debito sovrano e riappropriandoci della sovranità monetaria che - è bene non dimenticarlo - è concausa della sovranità politica... inutile farsi raccontare da Pedro le barzellette: finché la BCE venderà carta-moneta alla banche su richiesta dei mercati finanziari, anziché su istanza degli Stati (o del sovra-Stato) la democrazia non esisterà più!
----------------  RISPONDI





In risposta a: @ Alessio del 21/11/2013 - 14:09
Aggiungo qui levo lì taglio là e non cambia nien
AUTORE: il censore
email: -

21/11/2013 - 16:01

Il debito pubblico una cosa seria, non un astrattismo remoto, siamo seduti sopra un vulcano nelle fasi di pre eruzione, e le conseguenze economiche e sociali, potrebbero essere devastanti e fatali, molto concrete per ognuno di noi, indipendentemente da quel che si pensi.

Si discute e si analizzano le varie categorie di spesa, si indagano le responsabilità, si cercano sprechi e si valutano opportunità e soluzioni empiriche per comprimere i costi o aumentare le entrate, ma ognuno denunciando e sottolineando quelle realizzabili nei campi del vicino, con azioni mirate nelle altrui sfere di interessi, rivendicando per sé stessi immunità ed incomprimibilità ulteriori, indisponibilità oggettive ad ulteriori sacrifici.

Sicuramente ognuno porta ottime ragioni e motivazioni legittime, e una disamina attenta delle argomentazioni di ognuno potrebbe contribuire a fare chiarezza, individuare una graduatoria delle priorità, risolvere ma solo parzialmente il problema.

Occorre rigore, onestà, serietà, per garantire ed onorare gli impegni assunti, occorre una credibilità per evitare che con la sfiducia, il finanziamento continuo del debito, aumenti con gli interessi in misura insostenibile...

MA...

è vero che l'Italia ha in realtà un bilancio primario attivo, cioè la differenza tra quel che si incassa e quel che si spende al netto del pagamento degli interessi sul debito è sensibile...

si spende poco, o pochissimo per il welfare, le politiche dello stato sociale, sanità, scuola, ricerca... soprattutto se paragonato a quel che spendono gli altri stato sviluppati.

LA verità è che in Italia è mancata per decenni, almeno due, una politica economica ed industriale non dico adeguata, ma anche solo minimamente degna di questo nome.

Tagli lineari, blocco dei pagamenti ai fornitori della Pubblica Amministrazione, occultamento dei debiti di organismi ed enti locali, per truccare o restaurare un bilancio statale, così come abituale per chi fa i conti senza l'oste...

QUESTI PROBLEMI MACROECONOMICI HANNO DIMENSIONI CON ALTRI ORDINI DI GRANDEZZA E CARATTERE DINAMICO IN DIVENIRE, SI Può INCIDERE REALISTICAMENTE SU TREND E TENDENZE, NON SI RISOLVONO CON IL PALLOTTOLIERE, NON POSSONO ESSERE RIDOTTI A MERO CALCOLO CONTABILE...

Lo Stato, (con la esse maiuscola) deve avere una visione ed una strategia di lungo termine, per incidere sui fattori della crescita economica, sviluppo industriale, crescita sociale e benessere diffuso, favorire lo sviluppo in sostenibilità finanziaria, ecologica, tenuta sociale, compatibilità politiche, rimuovendo gli ostacoli, e i fattori ostativi.
indirizzare, individuare percorsi, sostenere e favorire, a volte incoraggiare e consolare.

Quindi, equità, giustizia, solidarietà, armonizzazione dello sviluppo territoriale, superamento degli squilibri, messa in sicurezza e controllo del territorio, incoraggiamento della ricerca promozione della cultura, valorizzazione del patrimonio storico, e delle radici culturali diventano elementi di un puzzle in un disegno organico complessivo, reso possibile dalla terzietà, imparzialità e lungimiranza sollecità, dal superiore interesse collettivo, dal perseguimento del benessere pubblico.

Catalizzatori di opportunità e ricchezza, che divengono valori attivi in un bilancio non ragionieristico, e più adatto e consono a evidenziare itinerari e consuntivi propri di una nazione, non di una S:P:A qualsiasi, magari a responsabilità limitata, per sua stessa definizione.

In sostanza, si tratta di agire similmente agli U.S.A. dopo la crisi gravissima del 1929, dovuta agli eccessi di euforia liberista degli anni venti, quando le politiche del laissez faire, e massima libertà di mecato, mostrarono drammaticamente i loro limiti.

Lo stato Federale, impose l'interesse pubblico e collettivo, tagliando le unghie a speculazione privata e spontaneismi liberistici, coordinando un vasto piano di opere pubbliche, che diedero nuova linfa ad economia ed occupazione, prosperità e dignità dell'uomo.

Finanziando tutto con un debito virtuoso e salutare panacea di ogni male, che innescando la ripresa economica, costituisce anche la premessa per un suo superamento rapido e indolore.

Non sono certo io a dover decantare le virtù del Keinesismo e i vantaggi del superamento del pauperismo diffuso,

Nè indicare i limiti e i difetti, le critiche possibili, gli sviluppi scomodi, visto che gli obiettivi di piena occupazione e boom industriale ed economico furono raggiunti con la produzione bellica di massa.

QUEL che conta nel presente dibattito, è il dispiegarsi dell'azione dello stato, ritenuta benefica e positiva, quando costruisce la diga monumentale che fornisce energia elettrica a 4 stati dell'unione, rivendicando un primato morale sugli egoismi ed i particolarismi, incapaci di traghettare una intera comunità. fuori dalle secche di disperazione ed indigenza vergognose ed inaccettabili, in qualsiasi tempo e luogo.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Su questo siamo d'accordo del 21/11/2013 - 13:36
Passo e chiudo!
AUTORE: pedro
email: -

21/11/2013 - 15:12

Mi riferisco esclusivamente alla parte finale del tuo ultimo inconcludente intervento.

Le tue conclusioni assomigliano molto alle affermazioni del "nostro Silvio nazionale" in materia di frode fiscale, anche Silvio si ritiene una vittima di giustizia.
Un saluto.
----------------  RISPONDI





In risposta a: @ Alessio del 21/11/2013 - 14:09
Un ti ci 'onfonde ...............
AUTORE: Ultimo
email: -

21/11/2013 - 14:29

........... è tutto fumo.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Su questo siamo d'accordo del 21/11/2013 - 13:36
@ Alessio
AUTORE: b b
email: -

21/11/2013 - 14:09

Non sono stato a leggere minuziosamente l'epistola fra te e Pedro e ti dico alla sverta quel che so e poi vado a fare una giratina fuori a parlare a mano con gli amici.

Diceva l'Assessore Guccinelli al Sindaco Spinesi al tempo del governo Craxi che inventò il debito pubbico: se il Comune di Veccchiano non ha almeno tre miliardi di debito, il governo non ci caa nemmeno.

Poi la questione del debito pubblico te la spiego come la vedo ma non capisco fino in fondo: la Cina che i più son "mortidifame" compra il debito pubblico dell'Ameriani che i più moian di colesterolo altissimo come il loro debito pubblico.
Sarà una moda; seondo voiartri che sapete dunniosa...o cosa!?!
----------------  RISPONDI





In risposta a: Il debito pubblico non è il bilancio dello Stato. del 21/11/2013 - 12:14
Su questo siamo d'accordo
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

21/11/2013 - 13:36

La tua disamina è poco minuziosa: la spesa sociale non è un calderone dove infilare tutte le voci di bilancio che non si comprendono.
Ho davanti a me la sintesi di Bilancio dello Stato dal 1990 al 2012 dalla quale si può evincere facilmente che nel quinquennio dal 1998 al 2002 - anni in cui la spesa pubblica "buona" era piuttosto elevata - si è inanellata una serie di risparmi lordi rispettivamente di 4,457 mld, 16,869 mld, 16,012 mld, 9,326 mld e 1,072 mld a fronte di un incremento del debito dal 1997 al 1998 di 0,543 mld, una riduzione dal 1998 al 1999 di 12,16 mld, e poi tre successivi incrementi (di 29,522 mld dal 1999 al 2000, di 0,895 mld dal 2000 al 2001 e di 8,148 mld dal 2001 al 2002, anno quest'ultimo in cui è ripreso il trend del disavanzo).
Ora la sequenza di interessi passivi inerente a quel quinquennio ammonta rispettivamente a: 86,282 mld per il 1998, a 74,367 mld per il 1999, a 74,864 mld per il 2000, a 78,386 mld per il 2001 e a 72,521 mld per il 2002; da allora, il minimo storico toccato dall'ammontare degli interessi passivi risale al 2005 (66,535 mld), mentre nel 2012 - fra oscillazioni annuali di non più di 10 mld - si è attestato su 86,764 mld.
La sequenza annuale delle entrate costituita da 498 mld nel '98, 515 mld ne '99, quasi 535 mld nel 2000, quasi 558 mld nel 2001, 569 mld nel 2002, 578 mld nel 2003, 607 mld nel 2004, quasi 624 mld nel 2005, 675 mld nel 2006, 718 mld nel 2007, quasi 728 mld nel 2008, 699 nel 2009, 716 nel 2010, 724 mld nel 2011 e 748 mld.
I redditi da lavoro dipendente nella PA dal 1990 al 2012 sono passati da circa 86 mld a quasi 166 mld: considerando che - ad esempio - il costo di un immobile da quell'epoca si è quadruplicato nella migliore delle ipotesi, non trovo particolarmente allarmante la cosa.
Ciò che non diminuisce mai è il volume di interessi passivi che di anno in anno - come dimostra il trend del quinquennio 1998/2002 - maturano, a dispetto degli avanzi di gestione.
A questo punto, o l'Europa è uno Stato sovrano che immette nuove banconote in circolo sulla base del fabbisogno - non dei mercati finanziari, ma - reale, oppure ogni Stato si riappropria autonomamente di quella facoltà: non è plausibile che le banche - nelle grazie della BCE - decidano la sorte degli Stati.
La questione del pareggio di bilancio è pretestuosa in quanto il debito non scende mai neanche quando la gestione è "virtuosissima" (secondo i criteri degli pseudo-economisti liberal alla Mario Monti)e tutto ciò è dovuto al fatto che il sovra-Stato, anziché disporre della facoltà di emettere moneta, costringe gli Stati affiliati ad indebitarsi per poter esercitare la propria sovranità.
E per riprendere la questione della "spesa sociale", bisogna ricordarsi che provvedimenti come la Cassa Integrazione non ne fanno parte: provvisioni di questo genere socializzano perdite aziendali, ingenerando sussidiarietà non per i lavoratori, ma per gli imprenditori che se ne avvalgono.
Il lavoro - che per sua stessa definizione, ancorché diritto sacrosanto e irrinunciabile dei lavoratori, non è bene comune ma preminente interesse privato (dovrebbe essere semplice da capire: se io lavoro e te no, io mangio te sicuramente no) - in un sistema a capitalismo avanzato - quelli sì - deve essere creato con le sole risorse private o, in caso contrario, essere appannaggio del pubblico, anziché pretendere che di essere finanziato con i soldi della collettività per ripartire profitti privati.
Ora, se hai voglia di leggere fra le righe delle voci di bilancio, anziché accontentarti dei numeri nudi e crudi, ti invito a farlo e a ricavarne informazioni utili, altrimenti pagati pure il debito senza rompere le sacrosantissime a chi ha tutto il diritto di non volerlo fare in quanto vittima del sistema e non suo sostenitore. OK?
Cari saluti...
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
Ci meritiamo le bastonate
AUTORE: Gian Paolo
email: -

21/11/2013 - 13:24

Ma un po', non dico tanta, un pochino di dignità non l' abbiamo più ?
Un ministro telefona ad un detenuto eccellente, per liberarlo, e noi si sta tutti zitti .
Non solo, oggi ho capito che va bene così !
Popolo di pecore che siamo .
----------------  RISPONDI





In risposta a: Il ginepraio del debito del 21/11/2013 - 11:40
Il debito pubblico non è il bilancio dello Stato.
AUTORE: pedro
email: -

21/11/2013 - 12:14

Ti allego, non è farina del mio sacco, quanto copiato da internet, digitando "debito pubblico Italiano.

"Il debito pubblico, che si manifesta come le obbligazioni emesse dal Tesoro, si forma perché le spese dello Stato sono maggiori delle sue entrate – il deficit pubblico. La differenza, se non è finanziata con l’emissione di moneta, è coperta con l’emissione di obbligazioni. Si deve perciò andare alla ricerca della fonte: come si è formato il deficit.
Più o meno tutti i Paesi sviluppati hanno visto crescere smisuratamente la spesa pubblica a partire dagli anni Sessanta. Quelli che hanno registrato una crescita delle imposte non troppo distante dalla crescita della spesa, hanno oggi dei debiti contenuti. Altri, invece, hanno speso velocemente, con le imposte che crescevano lentamente. Da qui i grossi deficit, che cumulati, hanno prodotto un gran debito.
La spesa pubblica si divide in spesa pubblica “per lo Stato minimo”, e in quella “per lo Stato sociale”. La prima finanzia la polizia, i magistrati, i soldati. Ossia l’ordine, la giustizia, la difesa. La seconda finanzia i medici, gli infermieri, le medicine, gli insegnanti, ecc. Ossia l’istruzione e la salute. Le pensioni sono ambigue, perché sono pagate – attraverso un apposito organismo – a chi è in pensione da chi lavora, quindi sono un trasferimento, non proprio una spesa.
Premesso ciò, la spesa per lo stato minimo è rimasta all’incirca la stessa nel secondo dopoguerra, mentre è esplosa quella per lo stato sociale. Ed è qui il punto. Quest’esplosione è avvenuta in tutti i Paesi europei. Negli Stati Uniti un po’ meno, ma non troppo meno, se si fanno dei conti sofisticati. Dunque non è un fenomeno solo italiano. O meglio, l’Italia spende più di alcuni altri Paesi, ma non “troppo di più”. Il punto è che ha incassato di meno per troppo tempo. (I conti comparati sulla spesa pubblica per lo stato minimo e per quello sociale vanno fatti escludendo la spesa per interessi sul debito, che è il frutto del cumularsi dei deficit nel corso del tempo e non della spesa corrente)..."

Sono forse quelli che evadono i tributi?
Un saluto
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In risposta a: Ho la sensazione che... del 21/11/2013 - 0:43
Il ginepraio del debito
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

21/11/2013 - 11:40

Caro il mio Pedro, io ho invece l'impressione che tu voglia raccontare le novelline: nel 2012 - a fronte di circa 754 mld di entrate e di 714 mld di spese - lo Stato italiano ha potuto vantare una quarantina di mld di "Avanzo Primario"; peccato che poi il volume di interessi - pari a circa 80 mld - abbia prodotto un disavanzo netto di circa 43 mld e peccato anche che - per effetto di quel perverso meccanismo chiamato "anatocismo", in tutto e per tutto simile alla ludopatia, quell'incontenibile mole di interesse passivo (o, a seconda di come la si guarda, di profitti privati) sia in costante crescita a dispetto dell'austerity.
Vediamo allora di smontare sto benedetto bilancio dello Stato: la scuola pubblica - secondo l'OCSE - ci porta al 31° posto di 32 Paesi, la spesa sanitaria è scesa del 2,4% nel triennio 2009-2011; se sommiamo insieme scuola, sanità e previdenza pubblica, scopriamo che rappresentano circa il 30% della spesa complessiva e che ad incidere in maniera pesante sono le pensioni d'oro, le multi-pensioni, le super-indennità.
In buona sostanza il maggior peso di spesa pubblica non è attribuibile alla solidità sociale ed ambientale del Paese ma, al contrario, al compiacimento sistematico di interessi privati o privatistici, come l'acquisto degli F35 o il regolare rifinanziamento delle missioni di aggressione imperialistica alle sovranità altrui, come la socializzazione delle perdite aziendali dei "magnifici 100" o come il pagamento di interessi crescenti (e indebitamente consegnati al mercato finanziario ed alle speculazioni sui derivati).
Fosse stato mai definito l'interesse collettivo, il bene comune ed i beni comuni a livello costituzionale, avremmo scoperto - ahimè - che i principali protagonisti della politica italiana (PDL, PD, NCD, Minestrone Monti) condividono interessi preminenti in tutte quelle realtà bancarie che - con i soldi di tutti - hanno comprato il debito italiano, riscuotendone gli interessi: è chiaro che se il mio obiettivo è raccogliere rendite finanziarie sul debito dello Stato non sono eleggibile nei suoi organi rappresentativi.
Ma, cosa peggiore, avremmo anche potuto stabilire esistere un campo di inapplicabilità del principio di indebitamento, perché tutto ciò che è bene comune e interesse collettivo si retribuisce con il solo gettito fiscale e non con il prestito.
Se proviamo a definire che il bene comune è la scuola, la sanità, la previdenza, la spesa sociale, la cultura (ivi inclusa la salvaguardia del patrimonio monumentale e storico), la sicurezza dei territori (non sto parlando di accrescere le fila delle forze armate, perché un Paese che abbia una sua solidità sociale non necessita di una gendarmeria onnipresente, ma di vigili del fuoco, di operatori ambientali, di organi di controllo ambientale e territoriale, etc.), di prevenzione e di soccorso, di paesaggio e tutela ambientale, scopriremo che i Governi succedutisi negli ultimi 50 anni hanno perseguito obiettivi totalmente estranei alla loro funzione.
Di conseguenza è anche legittimo a questo punto pretendere che ne rispondano personalmente e con le persone componenti i loro apparati, tutti i soggetti privati che abbiano beneficiato delle loro scellerate scelte: poiché non li ho mai votati, avrò il diritto di pretendere che rifondano capitale e interessi di tasca propria o devo continuare ad essere becco e bastonato?
Quindi se ti vuoi pagare il debito, te lo paghi, Pedro... io non lo voglio pagare.
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In risposta a: Semplicismi fuorvianti del 20/11/2013 - 20:09
Ho la sensazione che...
AUTORE: pedro
email: -

21/11/2013 - 0:43

tu stia giustificando o assolvendo la politica economica degli ultimi 50 anni?

Il debito pubblico nazionale è il risultato delle Politiche Economiche pianificate dai governi nazionali, regionali, locali della Repubblica Parlamentare Italiana, e dunque possa piacerti o meno e il nostro debito.

Chi ha prodotto gli oltre 2.000 miliardi di Euro di debiti deve restituirli? Bene!
Sono stati i nostri politici, la nostra classe dirigente, eletti dal Popolo Italiano a maggioranza, per il governo delle Politiche Economiche nazionali, regionali, locali.
Dunque governanti eletti democraticamente, molti dei quali, ma non tutti, piuttosto che salvaguardare il Bene Comune hanno preferito utilizzare la Politica Economica per difendere interessi di partito e di parte.

Vorrei che fosse chiaro, se il debito di 2.000 miliardi lo imputiamo solo ai politici, o come dici tu, a coloro che l'hanno prodotto, questi non ce li togliamo più dai c....ni!
Non pensi che lor signori stiano aspettando proprio ciò che tu auspichi!La bancarotta!...E poi?
Lascio a te la descrizione del futuro prossimo.Chi pagherà il debito pubblico? Mah!!!
Un saluto.
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AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

20/11/2013 - 22:26

Dopo aver rappresentato per quasi vent'anni il principale salvacondotto del B., alle reiterate vergogne della pseudo- sinistra - quella moderata e riformista cui allude CCP e a cui è affezionato anche Pedro - si aggiunge anche l'ancora di salvataggio al Guardasigilli, sensale della famiglia Ligresti.
Non c'è veramente mai fine al peggio; mi domando solo cosa i civatiani continuino a sperare dal permanere in quel minestrone.
Complimenti a tutti i tesserati PD per la bella prova: manco un po' d'amor proprio e di dignità?!?
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In risposta a: Dovresti...... del 20/11/2013 - 16:56
Semplicismi fuorvianti
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

20/11/2013 - 20:09

Detta così, sembrerebbe che i bilanci di uno Stato potessero anzi, dovessero somigliare necessariamente a quelli di un'azienda; ma ci sono nella disamina di Pedro errori grossolani dovuti - con ogni probabilità - a scarsità di competenza e comprensione dell'unica disciplina economica degna di essere considerata tale: l'economia politica.
Fa o non fa differenza secondo Pedro che a regolare la politica economica e monetaria di uno Stato siano i mercati finanziari piuttosto che le sovranità territoriali?
È possibile che il debito di uno Stato possa essere «giocato» come un terno al lotto sui mercati secondari, attraverso prodotti derivati ultra-tossici?
Ed è possibile che al governo degli stati si trovino puntualmente i detentori dei debiti sovrani?
Ed è altresì possibile che - a fronte di avanzi primari non trascurabili negli ultimi anni - il debito sovrano continui a gonfiarsi per effetto del meccanismo degli interessi (ormai rappresentativi della sua parte più consistente)?
E poi, se i debiti vanno onorati, li onori chi li ha prodotti - invece di continuare a guadagnarci sopra - anziché chi li ha subiti, porco Giuda!
E siccome non sono ne' i pensionati, ne' la scuola e la sanità, le politiche sociali, la cultura o la salvaguardia del territorio (le uniche voci di spesa corrispondenti con l'interesse collettivo dunque retribuibili con l'imposizione fiscale, anziché con l'indebitamento) ad averlo prodotto, ragioniamo un po' su chi rimane!
Se esistesse una legge seria contro il conflitto di interesse, a chiunque sia in qualche modo titolare del debito sovrano, dovrebbe essere preclusa l'eleggibilità in Parlamento!
Ma, detto questo, è al corrente Pedro del fatto che la stessa BCE avrebbe potuto essere sottratta dal controllo mercantile per rispondere ad una sovranità sovra-statuale europea alla fonte o no?
Perché se pensa che ciascun lettore sia talmente cretino da sentirsi responsabile dei 30.000 e passa euro di debito appioppatogli o di non doversi sentire nel pieno, legittimo e plenipotenziario diritto di congelarlo - non come l'Argentina ma - come l'Islanda, allora è proprio fuori.
E comunque e per pura informazione, i principali protagonisti del cataclisma climatico, sono anche quegli stessi che hanno ardentemente desiderato le modifiche costituzionali di cui sotto ma, soprattutto, coloro che più di tutti si possono dire responsabili della produzione del debito stesso.
Non è speculazione la mia: ma è la speculazione finanziaria, edilizia, monetaria, etc. la ragione anche dei morti di Sardegna!
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In risposta a: CIVATI ALMENO LI HA SPUTTANATI: STAMATTINA del 20/11/2013 - 14:40
Qualcuno volò sul nido del cuculo?
AUTORE: pedro
email: -

20/11/2013 - 19:58

Come dice Grillo, Civati e Renzi sono dei "cuculi",

Da wikipedia:
"Il cuculo è noto per la sua caratteristica del parassitismo di cova. Consiste nel deporre il proprio uovo all'interno del nido di altri uccelli. La femmina depone un solo uovo in ogni nido.
Le uova somigliano molto a quelle della specie "ospite". Alla schiusa il piccolo del cuculo, con l'aiuto del dorso, si sbarazza delle altre uova presenti nel nido e non ancora schiuse, presentandosi quindi nel nido come l'unico ospite".

La bassa politica dei nostri tempi prova ad attingere anche dall' etologia ornitologica!
Un saluto.
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In risposta a: Il Cappio di Stabilità si è stretto intorno... del 20/11/2013 - 9:53
Dovresti......
AUTORE: pedro
email: -

20/11/2013 - 16:56

...Alessio, a mio avviso, commentare anche ciò che succedeva al nostro debito pubblico quando questa legge 81 non era ancora entrata in vigore, e le catastrofi meteorologiche si rovesciavano sul nostro territorio nazionale.

I nostri figli stanno già pagando la scellerata gestione di politiche miopi nei confronti delle casse dello Stato in materia di salvaguardia ambientale ma non solo.

Certo, la Politica Equa dovrebbe stabilire con equilibrio dove attingere le risorse economiche.
Ma questo è un tasto stonato specialmente di questi tempi.

In ogni caso il Bene Comune lo interpreto anche come risorse economiche e morali da lasciare in eredità a chi verrà dopo di noi, così come hanno fatto i nostri nonni e padri.

Spero che di seguito non si discuta di debito pubblico da azzerare come in Argentina.
I debiti per spese sostenute superiori alle entrate si onorano riducendoli progressivamente per non pagare tassi d'interesse annui superiori ad ogni legge di stabilità prossima ventura.

La nostra Sovranità l'abbiamo persa, non perché il nostro debito pubblico è stato gonfiato dall'Europa, ma perché l'Unione Europea ha considerato certa politica "de noartri" non credibile per convivere in una Comunità Economica, e incapace di garantire un debito pubblico sotto controllo e conseguenti tassi d'interesse sostenibili sui BOT e CCT in emissione, necessari per rifinanziare il debito e pagare i servizi che lo Stato deve garantire a tutti noi.
Un saluto.
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In risposta a: Il Cappio di Stabilità si è stretto intorno... del 20/11/2013 - 9:53
MA CHE STAI A DI'!!
AUTORE: Sandokan
email: -

20/11/2013 - 15:04

Va bene la critica ai politici che ti stanno sul gozzo, per non dire altrove, ma specularci su con le vite umane è assai meschino.
Sappiamo tutti che la spending revue ha limitato alcuni interventi ma questa limitazione è circoscritta agli ultimi 4-5 anni, mentre le cause dei disastri italici sono dovuti ad un eccesso di concessioni a costruire e spesso a chiusure totali di occhi e orecchi di fronte ad abusi edilizi abnormi puntualmente condonati anzichè essere abbattuti e gli autori fortemente puniti.
Va detto semmai che tali costruzioni sono servite al beneficio privato rimettendo sulla colettività i danni provocati, come sempre avviene in Italia.
Pertanto non ti abbassare a simili meschinità, ne va del tuo onore, consiglio da amico.
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AUTORE: AMICO DI LUI
email: -

20/11/2013 - 14:40

11.19 Civati (Pd): “Da Enrico Letta ennesimo ricatto. Basta s... con le minoranze”
“Quante volte”, ha scritto in una nota il deputato Pd Pippo Civati, “si può commissariare questa democrazia? Io sono stufo di una politica che pensa solo agli equilibri interni. È mai possibile – aggiunge – vivere sotto l’eterno ricatto di una governabilità che non governa altro che la sua sopravvivenza? Per quanto dobbiamo sentirci dire: o così o nulla. Io non mi più riconosco in un Pd che considera ‘interesse superiorè, tutto eccetto quello che sente e importa alle persone. Per questo mi sono candidato per cambiarlo. Dopo questa ennesima prova deludente di questo partito apparato governativo, lo farò con ancora più energia e determinazione. È e deve rimanere il Pd la speranza per il futuro. Non può rimanere Grillo l’unico a dar voce allo scontento di milioni di persone”. Civati ha tentato fino all’ultimo di far sì che la sua mozione venisse approvata all’interno del gruppo, ma spiega: “I miei compagni di partito hanno deciso diversamente, accogliendo l’ennesimo, impolitico, ricatto: o così, o nulla”. E sul blog il deputato ha denunciato gli attacchi per la sua decisione di presentare la mozione di sfiducia al ministro: “Il Pd si merita un altro gruppo dirigente. Persone che non facciano gli s... con le minoranze, non facciano i prepotenti con chi non la pensa come loro, e tutto quello che dice chi li comanda”.
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AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

20/11/2013 - 9:53

... al collo della Sardegna!
Ecco in che relazione sta la fragilità dei territori di fronte all'incombere dei cambiamenti climatici in atto con le smanie perequative - purtroppo, ahimè, solo a livello di bilancio e non certo a quello sociale - di questa Europa di cui Monti prima, Letta ora e - se non si scongiura l'immane pericolo di una sua ascesa al trono italico - Renzi dopo sono ad un tempo sensali e gendarmi, nascosti dietro parole vacue come efficienza o sviluppo.
Il 20 aprile 2012 - per compiacere mercati e finanza - è stato riscritto questo improvvido capitolo della Costituzione Italiana, vanificandone pressoché la quasi totalità dei dettami: «Art. 81. - Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte»
Questo principio vanifica le prerogative del «pubblico», prima fra tutte quella di perseguire il primato del bene comune e di rappresentare l'interesse collettivo in contrapposizione a quello privato - deponendo a favore di un concetto «aziendalista», introducendo principi di rappresentatività tipici dei consigli di amministrazione e privando l'istituzione - oltre che della sua naturale credibilità ed autorevolezza - delle risorse necessarie per esercitare la propria sovranità e degli strumenti corretti per procurarsele.
C'è soltanto da chiedersi chi devono ringraziare gli orgogliosi fratelli Sardi per lo scempio a cui si sono dovuti loro malgrado piegare, impotenti di fronte - non all'imprevedibilità degli eventi atmosferici, ma - alla prepotenza e alla strafottenza di questo arcigno sistema, congegnato per compiacere la galassia europea delle banche, per depredare gli Stati della loro sovranità e per far gonfiare artificiosamente il debito pubblico a scapito della collettività, ma la risposta è estremamente semplice: chiunque abbia sostenuto il meccanismo bipolare, quello dei premi di maggioranza, quello dell'austerity coatta, quello di una BCE smarcata dal controllo degli Stati e subordinato alle leggi dei mercati.
Non è più necessario che i potentati esercitino la loro smania di controllo oppressivo su tutti gli altri: ci siamo castrati con le nostre mani.
Ora qualche benpensante PD, PDL, NCD & compagnia cantante, provi a spiegare ai morti di Sardegna come stanno le cose, se ci riesce o se ne ha il coraggio!
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In risposta a: del
Alla Redazione
AUTORE: Forse...
email: -

20/11/2013 - 9:36

Avevo inviato a commento del comunicato della mozione Cuperlo una piccola nota dove facevo rilevare che fra i Comuni importanti della Provincia c'era anche Vecchiano dove Civati aveva avuto la maggioranza.Inoltre facevo notare la differenza in negativo fra il Segretario Provinciale Nocchi area Cuperlo e mozione Cuperlo. Non capisco le ragioni della non pubblicazione ma Forse...sbaglio

ndr, ad ora non è arrivato niente. prova a rinviare.
b
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