none_o

Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
 0
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In risposta a: Sulla burocrazia del 25/5/2013 - 11:20
Caro Tiziano ora c'è...
AUTORE: Bruno della Baldinacca
email: -

25/5/2013 - 21:06

...la Banca del Tempo (abbreviato, BdT) è un tipo di associazione che si basa sullo scambio gratuito di "tempo".
..se si domina può darsi sia un bel lavoretto; se si subisce!? naturalmente no!

Piesse; avevo da aggiungere altro ma non pubblicamente e..telo dio a mano.
bona
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In risposta a: L'erba alta nelle piazze dopo piogge insistenti.. del 24/5/2013 - 20:47
Precisazione
AUTORE: Cittadino 2
email: -

25/5/2013 - 11:35

Non ho trovato alleati...
Traduzione: ho invitato altri a fare altrettanto in modo che ognuno ne tagliasse un fazzoletto (possibile senza troppa fatica o mezzi straordinari) ma la sensibilità degli altri non è stata pari alla mia.
Come l'argine del Cioli.
Gli alleati mancati hanno pratini e giardini perfetti ma non hanno voluto partecipare.
Peccato! Sono convinto che la piccola fatica poteva tradursi in una grande soddisfazione personale, quella di avere fatto una cosa senza tornaconto se non quello di avere fatto una cosa utile alla comunità.
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In risposta a: Nuova? o dimolto approssimativa! del 23/5/2013 - 18:53
Sulla burocrazia
AUTORE: Tiziano Nizzoli
email: -

25/5/2013 - 11:20

Caro Bruno, la burocrazia è un raffreddore di questa società, l'"ottusa" burocrazia rappresenta invece il cancro. Noi potremmo scrivere libri sull'ottusa burocrazia e La Voce del Serchio potrebbe esserne l'editore.
Che ognuno di noi denunci qualche esempio di ottusità burocratiche, voi le mettete in un file dedicato e ogni cento pagine si scrive un libro, cosa ne pensi di questa idea?
Comincio io: quando arriva il momento del raccolto delle olive, se un amio mi vole dà una mano in cambio di un pò d'olio bono, un pole, per fallo dev'essè un parente di 1^categoria, un vanno bene nemmeno i 'ugini, 'nteso?
Allora l'olive restano per terra er mì amio lo va a comprà alla coop, meglio lascialli lì i vaini che pagà la multa dell'ispettorato del lavoro! Alla prossima
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In risposta a: Una volta... del 24/5/2013 - 17:13
L'erba alta nelle piazze dopo piogge insistenti..
AUTORE: Volontario a giorni alterni
email: -

24/5/2013 - 20:47

...non è come i gatti livornesi che se batti sodo in terra una calcagnata scappano; per tagliare e poi levare da li quintali d'erba ci vogliono gli arnesi giusti e quindi: i comici facciano i comici, i politici i politici.
I cantanti ed i calciatori come gli attori ed i pittori anche se non fanno un vero lavoro, ma se fanno "il suo fatto bene" poi diventa cosa vantaggiosa per l'intera Umanità.

Insomma! potare un parco urbano, pulire od aggiustare un'argine rotto non è come "pulire il modo" organizzato una/due mezze giornatelle l'anno da WWF Italia Nostra &
Li son buoni anche i ragazzetti a raccogliere le bottigliette mezze bevute e troiaietti vari, ma i lavori son lavori e pretendere l'utile prima del dilettevole da chi amministra la cosa di tutti, è cosa buona e giusta.
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In risposta a: del
Una volta...
AUTORE: CIttadino 2
email: -

24/5/2013 - 17:13

Una volta mi venne l'idea di tagliare l'erba anche nella piazza pubblica (incolta e abbandonata).
Non l'ho fatto perchè non ho trovato alleati e perchè mi sono vergognato a farlo da solo.
Questi sono i tempi...bellezza!!
Simone se fossi in grado verrei volentieri ad aiutarti e sono contento che tu lo faccia.
Spero che altri seguano il tuo esempio.
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In risposta a: del
Semifinale
AUTORE: Carlino
email: -

24/5/2013 - 15:53

Sabato 25/05/13 ore 21:00 alla Palestra Scuola media di Vecchiano(Pi)Semifinale Playoff.. Migliarino Volley-Arezzo Volley.VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!!!
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AUTORE: Ultimo
email: -

24/5/2013 - 9:32

Basta con il pessimismo. In Italia il sistema produttivo è solido, il rapporto deficit/pil è sotto il 3%, la previdenza è tra le più solide d’Europa dopo la riforma, l’avanzo primario è del 2,5% del pil, tra i più alti in Europa, e il Paese non ha chiesto dilazioni sugli impegni presi. Inoltre il debito totale, che tiene conto anche della ricchezza privata, è tra i più bassi d’Europa. Insomma l’Italia continua a pagare un rischio-Paese ormai non più giustificato. Le va quindi riconosciuta più flessibilità nel valutare il peso degli investimenti sul deficit pur nel rispetto della disciplina di bilancio. Le imprese italiane, come dimostrano i bilanci delle quotate a Piazza Affari, sono cresciute malgrado la recessione e ora devono poter contare su una maggiore fiducia nel Paese.
Da- Milano Finanza

Aggiungo io, ...... e me ne sono fatto una convinzione concreta, che questa non è una crisi che si possa risolvere con questi o quei provvedimenti ........ questo è un cambiamento epocale equiparabile al passaggio della civiltà contadina a quella industriale. Adesso serve il coraggio di prenderne atto e adeguarci alla nuova realtà ...... e non cercare di prolungare un sistema ormai finito dove le ricchezze non sono reali ma sono virtali. I nostri risparmi sono nelle mani delle banche che li utilizzano come vogliono senza che non siamo informati ......... e troppo sono spesso sono investiti in prodotti derivati ..... cioè in vere e proprie scommesse. ........ Ultimo
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In risposta a: U.C.A.S. del 23/5/2013 - 22:06
sistema
AUTORE: simone cioli
email: -

24/5/2013 - 1:46

Su questo concordo. Pero' e' anche vero che il sistema si liberera' solo quando si libereranno le persone. Il sistema e' fatto di persone. Il sistema siamo noi. Notte.
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In risposta a: Approssimativa? o dimolto reale! del 23/5/2013 - 20:58
U.C.A.S.
AUTORE: Tribulus
email: -

23/5/2013 - 22:06

Una volta, a presa di ulo, un sistema esasperato si chiamava Ufficio Complicazione Affari Semplici, oggi è la norma non si può fare anche la cosa più banale (o tra di noi) senza incappare in lacci, lacciuoli responsabilità varie dove il confine con il penale è labile..
Io ho il trattore con il trinciastocchi se mi mettessi, come dice Bruno, a fare un bel lavoro, come minimo mi denunciano se poi un sassetto picchia in una macchina ho da pagà pure i danni..
e e e se è una giornata storta ti ritrovi al don bosco.
Cosa voglio dire... che se prima non si libera il sistema da tutto quel ciarpame burocratico stabilendo solo dei criteri di base, sarà difficile risolvere anche il problema più semplice come quello del taglio dell'erba.
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In risposta a: Nuova? o dimolto approssimativa! del 23/5/2013 - 18:53
Approssimativa? o dimolto reale!
AUTORE: SIMONE CIOLI
email: -

23/5/2013 - 20:58

Caro Bruno, mi hanno sempre insegnato: di necessità, virtù. Quando si presenterà la necessità (quella vera), arriverà anche la virtù. Io il mio pezzo di 25 metri di argine lo pulisco... gli altri si lamentassero! Anche questa è democrazia. Ma finché penseremo che è sempre compito di altri... o che non ci si fa o che ci sono gli anziani e i giovani un sanno fa, o che la mi nonna se aveva le rote era un carretto... bona'! Anzi, no, bene... comune. Mi sembra sia citato anche dalla Costituzione, mi sembra... Ciao.
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In risposta a: FACCIAMOLA DIVENTARE NUOVA del 23/5/2013 - 15:54
Nuova? o dimolto approssimativa!
AUTORE: Bruno della Baldinacca
email: -

23/5/2013 - 18:53

Caro Simone Cioli,
tu hai l'età di reggere bene una frullala come l'aveva mio cugino Renzo Baglini nel /59 che tagliò l'erba dell'argine con l'aiuto di mio zio Primo e mio fratello Giordano ed io (pur avendo 12 anni una frullanetta di 60 (centimetri) la mandavo già con maestria ed una domenica mattina di maggio si frullanò i 120 metri d'argine di competenza dell'attestatario Renzo Baglini e la domenica dopo andammo ad aiutare Mario Cinacchi nel Podere "Isola"
Lui, Mario "di Batone" Giovanni "di Batone" e Leo sempre "di Batone eran tre fratelli con due poderi che "attestavano" all'argine del Serchio per complessivamente 1.500 metri (un chilometro e mezzo) e se la guardia dell'argine non vedeva rasato perfettamente almeno tre volte l'anno l'argine erogava una bella multa agli attestatari e...siccome Lino Tabucchi, il suocero di Mario era troppo vecchio e Sergio suo figlio troppo giovane; toccava a noi parenti/amici aiutare il povero Mario a non prendere la multa ed in compenso dava metà di simil fieno per il miccio di Renzo e...se pioveva come quest'anno, marciva tutto e noi, e Renzo si lavorava per niente ma, in quel caso si evitava la multa a Mario

Prova caro Simone a dir di rifare le stesse cose ai figli o nipoti di quella gente che lavorava "a gradisse" ma sapeva affilare e condurre una frullana con maestria ed ora si potrebbe si imporre un decespugliatore agli attestatari che lavorano in banca o fanno i farmacisti; buoni si a fare il loro lavoro ma non certamente quello dei contadini attestatari dell'argine.

Qualcuno di sua volonta "puliscicchia" quando ne ha voglia ma prima oltre essere un'imposizione, era anche un piccolo reddito di fieno o lettiera per i micci ma ora i motocoltivatori ed i trattori non hanno bisogno di lettiera e...chiamare "un opra" a tagliare tre volte l'anno l'argine gli costerebbe più del fiume ai Lucchesi e...
...e di finali ne ho massi 12 ma tutti interpretabili a seconda del caso e quindi cancellati: ed ognuno è bene che dica la sua ma siamo nel 2013 con trattori con aria condizionata e servostezo e non più con le barre falcianti e quindi basta un buon giovane tecnico e qualche soldino stanziato dall'Ente preposto e si eviterebbe (forse) anche disastrose rotture milionarie (in euro)del nostro argine.
bona.
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In risposta a: purtroppo è storia vecchia del 22/5/2013 - 0:30
FACCIAMOLA DIVENTARE NUOVA
AUTORE: SIMONE CIOLI
email: -

23/5/2013 - 15:54

Se tutti i proprietari dei terreni che confinano con l'argine del nostro fiume, oltre che curare il proprio campo si allargassero alla manutenzione dell'erba del "proprio" pezzettino di argine... non ci sarebbero problemi!!! Qusto dovrebbe esser fatto di norma (a mio avviso), figuriamoci in questo tempo di crisi. Il cambiamento passa anche da qui. Se non viene fatto il taglio dell'erba da CHI dovrebbe (come istituzione o ente) per x motivi... intanto lo facciano i proprietari dei terreni confinanti: voglio dire, sarà mezz'ora di lavoro in più, non mi sembra un grosso problema. Lamentarsi non basta più, occorre rimboccarsi le maniche. Anche io sono vecchianese di adozione e questo fine settimana, tempo permettendo, taglierò l'erba del terreno per rifare le fossette laterali e penserò anche al pezzetto di argine...
Saluti
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In risposta a: i nostri argini del 21/5/2013 - 11:40
E ti meravigli?
AUTORE: Giampaolo
email: [protetta]

23/5/2013 - 14:33

Non solo, non si taglia regolarmente l'erba sopra gli argini, ma prova un pochino a fare una visita in piazza Galletti e ti accorgerai del menefreghismo amministrativo.
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In risposta a: Non vedo alcun cerchio... del 21/5/2013 - 12:01
Dei conflitti
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

23/5/2013 - 9:12

Rispetto ai conflitti ci si può comportare in tanti modi diversi, a seconda della propria sensibilità e del proprio orientamento politico: si può provare a sanarli, o fomentarli, o ridurli, o superarli, o, ancora, a risolverli; qualunque cosa si intenda fare di fronte alla loro incontrollata e crescente potenza, prioritario è comprenderli e individuarne le cause (le loro manifestazioni più nobili assumono connotati «sindacali» o politici, ma in realtà la loro consistenza è sociale e transnazionale).
Un'unica cosa non si può, anzi non si deve fare nei loro confronti: ignorarli e fingere che non esistano come generalmente prova a fare l'Interclassista (o Centrista di professione).
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In risposta a: i nostri argini del 21/5/2013 - 11:40
purtroppo è storia vecchia
AUTORE: VECCHIANESE D'ADOZIONE
email: -

22/5/2013 - 0:30

l' erba si e no, viene tagliata 2 volte l' anno, sugli argini, come avrai notato, dovrebbe essere agevole camminare e pedalare, sei stata fortunata di non avere incontrato un biacco, anche il taglio degli argini dovrebbe essere finanziato con le tasse dei cittadini, mah..........., ci sono un paio di punti dove è pulito, perchè viene mantenuto dai residenti
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In risposta a: Il cerchio non si chiude, Pedro del 20/5/2013 - 22:35
Non vedo alcun cerchio...
AUTORE: pedro
email: -

21/5/2013 - 12:01

...da chiudere, ma piuttosto tanti "schizzi" e nessuna geometria politica. Vedo una società civile frantumata, svilita,incapace di convergere su proposte unificanti.
Se consideriamo pure quell'aggregato politico sinistrorso a te politicamente vicino ti renderai conto che pure lì non se ne esce, nessun cerchio da chiudere.
Servirebbero piuttosto proposte che uniscano il disgregato popolo di tutti i lavoratori, nella più vasta concezione possibile del termine "lavoratori".
Quali analisi possibili dunque?

Preferisco constatare e riflettere su ciò che divide la società civile dalla politica, e provare a sensibilizzare il paziente lettore a riconsiderare le dinamiche che portano alla divisione, che scardinano la convivenza civile, che spostano l'attenzione su temi sempre diversi e sempre di divisione e mai unificanti.

Se i 90 milioni di Tedeschi dopo 40 anni di separazione politica e geografica sono riusciti a convergere e a ricostruire la nazione, a tal punto che oggi provano a tracciarci la strada da seguire per unire un Europa unita solo dalla moneta e non dalla politica, significherà pure convenire che al nord delle Alpi la Società Civile e la Politica sono meno distanti che in Italia.
Un saluto.
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
i nostri argini
AUTORE: Una vecchianese
email: -

21/5/2013 - 11:40

sono nativa del mio paese e ne vado fiera mi piace molto camminare e nel frattempo godermi il paesaggio fantastico in cui vivo proprio l'altro pomeriggio ho deciso visto il bel tempo di andare a piedi a lavorare passando dai nostri argini .........ma invece di un argine sembrava di essere nella foresta nera da tanto che c'era l'erba alta .
dico alta perchè mi arrivava quasi alle spalle........
Ma nessuno è tenuto a tagliarla.....???????? forse nessuno lo sa perchè tutti vanno in macchina a lavorare?
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
E la CEI chiacchera
AUTORE: Marco B
email: -

21/5/2013 - 9:20

Bagnasco condanna il governo perchè deve fare di più per il lavoro e i disoccupati....

BENE, Allora perchè la chiesa non fà la sua parte rinuciando quest'anno all' 8*1000 in favore ai disoccupati e cassintegrati??

ANCHE sto PAPA FRANCESCO, Papa POVERO, SI MA DI FACCIATA, TANTE CHIACCHERE E POCO ARROSTO.

Sono stanco di una chiesa che predica miseria e che poi sguazza nell'oro, con una delle banche più potenti del mondo alle spalle, a due facce che si nasconde dietro i missionari da un lato e dall'altro cumula ricchezze a iosa.
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In risposta a: Riflessioni su una società complicata. del 20/5/2013 - 19:04
Il cerchio non si chiude, Pedro
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

20/5/2013 - 22:35

L'inizio di Pedro sembrerebbe questa volta promettere bene, visto che - finalmente - si lascia andare ad un metro di analisi - forse l'unico - sensato: un'indagine intorno alla società civile che poi a rigor di logica dovrebbe voler dire studio delle dinamiche e dunque, dei rapporti sociali in essere.
Peccato che si limiti ad evocare la necessità di ricorrere a questo preziosissimo strumento senza in effetti dare corso ad alcuna analisi; ma mi sorprenderei del contrario: trattandosi di una delle menti più illuminate nella quale mi sia imbattuto su questo forum e, senz'altro di un intelletto sopraffino, si sarà reso conto - consciamente o meno - che un'analisi socio-economica puntuale e aderente alla realtà non lo avrebbe mai condotto alle conclusioni cui è invece artificiosamente saltato.
Strano a dirsi, ma - stando alla sua riflessione - Destra e Sinistra, che evidentemente identifica con CD e CS attuali badando bene di escludere ogni altra inclinazione e formazione politica, dovrebbero spogliarsi di qualsiasi velleità identitaria, rinunciando cioè ai propulsori «classisti» della loro personalità, per fare cosa?!?
Per convergere in un grande Centro abulico, euro-imperialista al servizio dei mercati finanziari forse? Non si capisce bene, ma una cosa è abbasta chiara: gli attuali CD e CS hanno superato da mo' la soglia-Depretis, l'identificazione è ormai a livello della «specularità» e il consenso sociale in crollo vertiginoso e inesorabile.
È in ogni caso evidente che l'analisi invocata - come una delle tante buone intenzioni che lastricano la strada per l'inferno - è soltanto un semplice pretesto: in realtà Pedro ha già deciso le sue conclusioni ben prima di compiere un'indagine del reale e di innescare sillogismi e riflessioni a partire da essa ed è probabilmente per questo che «minaccia» di farne una, dimenticandosi poi di farla sul serio.
D'altre parte i suoi postulati sono l'Europeismo ed un bipolarismo proteso verso il partito unico: non c'è posto per l'«altro», ancorché questi già oggi rappresenti ben più della metà degli italiani (e assai di più del 70% della popolazione mondiale).
Il ceto medio in via di proletarizzazione è un argomento sfuggente ai suoi occhi desiderosi di un'analisi mai compiuta, cosicché si trova costretto a invocare un interclassismo senza ne' capo ne' coda da infilare nelle pasciute pance delle uniche due realtà politiche che lo possano fare loro. Prima di sparire - cosa non forse imminentissima, ma «work-in-progress» - nei meandri della storia...
----------------  RISPONDI





AUTORE: pedro
email: -

20/5/2013 - 19:04

Alla fine degli anni 70 la società italiana era per circa l’80-90% della popolazione adulta attiva, composta da operai/salariati privati, agricoltori/allevatori, e operai/impiegati statali e parastatali…
A partire dalla fine degli anni 80,(caduta del muro),la società italiana si è progressivamente modificata frammentandosi, inseguendo da un lato le innovazioni tecnologiche, informatiche, comunicative, logistiche, artigianali… e dall'altro, adeguando i bisogni organizzativi per un lavoro sempre più variegato, estendendo a decine i nuovi contratti di lavoro, sempre più part time e sempre più precari, o con incentivi ristrutturanti a favore dei baby pensionati.
Le Istituzioni e la Politica fino agli anni 70 erano in grado di assecondare e governare una società tutto sommato ordinata e semplificata.
Le difficoltà istituzionali e politiche sono arrivate e continuano con il frammentarsi della società e dei diversi bisogni delle imprese, le quali, attraverso nuove organizzazioni del lavoro impongono alla società civile e al lavoro salariato e non.

Oggi, le Istituzioni e la Politica come potranno venire incontro adeguatamente ad una Società sempre più frastagliata sempre più flessibile, sempre più in evoluzione da un lato, e sempre più anziana dall'altro?
Personalmente non vedo una soluzione facile per i partiti tradizionalmente vicini al lavoro e al lavoro salariato, così come non lo è altrettanto per i movimenti tradizionalmente vicini agli ideali della destra conservatrice e imprenditoriale, non populista.
Come non vedere che le divisioni interne ai partiti sono il frutto delle divisioni all'interno della società, dei diversi bisogni, diversi valori, (malcostumi?) diverse prospettive di vita, dove la globalizzazione anche criminale e l’interconnessione delle opinioni, dei linguaggi e della comunicazione si sono al contrario semplificati negli accessi, essendo alla portata di tutti.

Ecco dunque le complessità della politica a stare in sintonia con la società. Facile dunque, date le circostanze, far emergere la politica semplificata dei populismi, dei proclami, dei movimenti contro la Politica e le Istituzioni, e attrarre l’opinione pubblica, ingigantendo i mali della politica (innegabili) e delle istituzioni (da riformare), e di converso, sminuendo o tralasciando le debolezze sempre più evidenti della Società, priva di valori nazionali/europei condivisi, di ideali e obiettivi da realizzare, di una mancata educazione civile imperante, di una società che non è in grado d’investire sul futuro tra scuola e cultura, tra formazione e innovazione, aggravata da diseguaglianze sociali enormi, che generano malcontento e scontri sempre più accentuati.
Ritengo per esempio l’abolizione del Servizio di Leva/Civile obbligatorio, una delle concause del progressivo distacco/divisione della società dalle istituzioni nazionali.

Penso che se si vuole uscire da questa ventennale fase regressiva, il centrosinistra e il centrodestra europeo, dovranno convergere sulle debolezze della società sopra elencate, sconfiggendo politicamente i tentativi semplificati dei movimenti populisti, sorretti da molti media televisivi e giornalistici, i quali sono quasi sempre alla ricerca dell’audience, per attrarre spot, attraverso scoop giornalistici "urlati", dimenticandosi dei bisogni essenziali che la nostra società avrebbe di gran lunga più bisogno.
I dibattiti tv tra partiti, giornalisti e conduttori sono sempre più stucchevoli e fuorvianti, mentre servirebbero grandi dibattiti, forse meno sensibili all'audience, ma molto più utili a rendere questa nostra convivenza civile accettabile, orientando l’opinione pubblica verso un comune denominatore, stimolando la Politica prima di tutto verso iniziative di valori e ideali unificanti, piuttosto che evidenziare lo scontro politico e gli ideali partitici, per molti versi funzionali solamente alla conservazione delle caste, caste politiche, giornalistiche, televisive, finanziarie, professionali….
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In risposta a: Se un partito che elegge.. del 20/5/2013 - 8:21
se un partito...
AUTORE: uno di vecchiano
email: -

20/5/2013 - 10:22

il MIO partito è quello che sta vicino ai suoi elettori, percependo il disagio in cui vengono messi per le scelte della dirigenza, non ascoltando le sedi locali occupate per protesta in numero sempre maggiore, andando in piazza insieme a chi lo ha votato, dalla parte degli elettori e degli operai. il TUO partito è quello che guarda a chi ha vicino e non vuole turbarlo (berlusca & c.) dimenticandosi di chi sta tradendo con tutte le scelte fatte nell'ultimo anno e mezzo a partire dalla scelta dell'appoggio a Monti. La tua visione del partito è quella di occupare più poltrone possibili? Tientelo pure un partito del genere...
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In risposta a: del
Se un partito che elegge..
AUTORE: Alessandro Ceci
email: -

20/5/2013 - 8:21

... il Presidente della Camera e del Senato, il Presidente del Consiglio dei Ministri e quello della Repubblica, toglie al PDL la Presidenza delle Commissioni per la Riforma Costituzionale, quella RAI e quella di controllo sui Servizi Segreti, non cede su IMU e favorisce le politiche del lavoro sia in Italia che in Europa, tutto questo in pochi mesi, e' un partito perdente, in crisi e compromesso, mentre i professionisti dell'urlo che hanno restituito parti di potere a Berlusconi sono sani e puri riformatori, allora vuol dire che le menti migliori sono obnubilate da scenari di verità che poco hanno a che fare con la realtà.
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In risposta a: del
À «la cour des miracles»
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

16/5/2013 - 15:35

È proprio vero: c'è crisi e ogni giorno sempre più profonda, ma per consolarsi «non ci si fa mancare niente» almeno qui in Italia.
«La cour des miracles» identificò nel XVII° secolo una sequela di quartieri malfamati di Parigi tra Saint-Denis e Montmartre dove si annidarono pezzenti, ladri, bagasce, miserabili, avvinazzati, lestofanti, mendichi ma, soprattutto, falsi invalidi che di giorno - fuori appunto dalla rispettiva «corte dei miracoli» - impietosivano i passanti con i loro malanni, mentre la sera al rientro vi si potevano scorgere ebbri, danzanti e miracolosamente guariti da ogni umana afflizione e si narra che in ciascuna vi fosse eletto un «re dei miracoli».
Suggestiva, folkloristica e pittoresca immagine di una Parigi popolana - avvinta dallo sporco e dal fetore, lontana dalle regge e dai sontuosi palazzi dai quali differì senz'altro per il solo abuso di profumi ed essenze promossi a stemperare i miasmi ed il lezzo che non risparmiarono neanche l'elegante nobiltà -, di una Parigi intenta ad esorcizzare la morte sornionamente confusa con i vivi intorno al suo centralissimo Cimetière des Innocents, attraverso le sue pittoresche «danses macabres», i caroselli notturni ed una sorta di funerea movida, la «corte dei miracoli» sembrerebbe non avere nulla a che vedere con la nostra Italietta contemporanea.
Niente a che vedere per carità... eppure, con le dovute differenze, un certo straripante romanticismo trasuda anche dalle nostre latitudini geografiche e temporali: non ci sono più le ammorbanti piazze parigine aperte a chiunque avesse il coraggio (o la sventatezza) nottetempo di attraversarle (e - aggiungo - la fortuna di poterlo raccontare!), ma brulicanti agorà mediatiche in cui si ostenta la voglia di parlare di tutto senza in realtà parlare di un bel nulla, in cui analogamente si danza, si confabula, ci si gloria per l'ardua impresa quotidiana di aver fregato qualcheduno millantando un'abilità sconfortante eletta a modus vivendi, si fingono contrapposizioni di ogni genere, si concorre, ci si commuove e, ultimamente ci si dedica anche ad un improvvido «bel canto»; oppure piazze claustrali come la bella e linda villa assisa fra le amenità brianzole, impenetrabilmente protetta dal grande ed ormai telegenico «cancello dei misteri» dietro al quale si celano ben più raccapriccianti gesta, si tessono infinite e malefiche trame, si ordiscono azioni e modelli che l'accondiscendente piazza mediatica puntualmente emulerà, amplificherà, santificherà, memore della sua capacità persuasiva e dell'incontenibile voglia di mantenere fertile il suo malevolo campo di distorsione della realtà.
A tutto però c'è - o almeno «dovrebbe esserci» - un limite: passi (e neanche più di tanto) che «le grand roi des miracles», dopo aver a fatica depennato dall'agenda della democrazia classica occidentale il potere legislativo, provi senza soluzione di continuità a sopprimere anche quello giudiziario, nella speranza che frattanto qualcuno gli conferisca un agognato titolo para-nobiliare (come ad esempio quello di «Senatore a Vita») che lo metta al riparo dalle malie dei Dæmonis Justitiæ, passi cioè che - nella perfida logica in ragione della quale «la miglior difesa è l'attacco» - da una bocca ormai emiparesica a causa della moltitudine di inoculazioni plastiche - e sotto una capigliatura invariabile come quella di un omino Lego - ogni giorno si levino incessanti gli anatemi contro gli implacabili persecutori che ancora non hanno compreso a fondo il principio di «due pesi e due misure», che ancora si ostinano a non volersi occupare di cose più importanti, come gli affari di tanti e tanti cittadini «meno uguali».
Passino dunque le nipoti di Mubarak, le avvenenti meretrici elette nei listini bloccati, i ministri-velina, passino anche i personaggi più equivoci o in odore di mafia - come si confà alla moderna «cour des miracles» ormai ripulita dalla proverbiale sporcizia parigina, avvolta da eleganti vestiti, ammantata magari di gioielli e dedita al lusso più sfrenato - ma il «bel canto», le «beau chant» quello no per favore: risparmiatecelo!
Che il più corpulento dei saltimbanchi di «Sa Majesté le Roi des Miracles» imparrucchi i suoi 180 Kg con un improbabile toupet arancio-biondo-screziato per somigliare alla Bocassini - ottenendo per contro l'improvvida somiglianza con una fanta-Lilli Gruber bulimica e auto-occultatasi dietro una barbaccia incolta - per inscenare un'inedita, disarmonica e dissacrante versione del Rigoletto di Verdi, modificata per dare della Comunista alla povera Ilda, non si può proprio accettare! La Giustizia ha dovuto sopportare fin troppo a lungo le angherie di un sistema che le ha sempre scientificamente impedito di fare il suo corso presso i cosiddetti «cittadini più uguali» e, soprattutto, presso quello che possiamo considerare a buon diritto «il più uguale di tutti» per poter tollerare anche le piazzate di Giuliano Ferrara.
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AUTORE: Bruno Baglini iscritto PD
email: -

16/5/2013 - 12:20

...Stiamo pattinando su una lastra sottile di ghiaccio.
Come si legge in altra parte del giornale.

Delle cinque candidature di "Italia bene comune" che dovevano indicare uno e non due o più alla candidatura di Presidente del Consiglio dei Ministri ne è uscito fuori un mezzo disastro.
Non siamo l'America che hanno due partiti e per giunta senza segretario del partito ed in più l'America con le elezioni primarie stabilisce chi deve guidare per 4 anni i 52 stati americani e le loro elezioni primarie non le fanno il giorno di Befana.

Poi vediamo che: Matteo Renzi ed i renziani (non tutti naturalmente) che persero con uno scarto di 20% non si sono dati pace e non passa giorno che non senta dire a persone che son sempre state lontanissime dall'organizzazione del PD anche nelle sez di paese che se c'era Renzi non si perdeva o si vinceva alla grande; che poi è lo stesso.

In parte è vero; si vide intorno ai seggi delle primarie che parte di cittadini che avevan votato centrodestra si esprimevano per Renzi e che con la classica fava chiappavano più piccioni.
Pensionavano per sempre il loro deludente Presidente Berlusconi ed il partito di Bersani se il "liberaldemocratico" Renzi avesse vinto sul socialdemocratico partito di Bersani.
Ci fu solo tre giorni di tregua e poi giù legnate perchè "la bolla d'interesse delle proiezioni" si sgonfiava perchè avvicinandosi le elezioni che riguardavano TUTTI e non solo il PD, poi la gran massa di incerti fu smossa dal più furbo e ricco di tutti noi.
La prima mossa indovinata dal cavaliere fù quella di abolire subito le primarie bruttacopia del PD per il partito di Alfano e fece vedere immediatamente chi era il capo.
Se il PD si è "annientato" con il cristallo delle posizioni, loro, il PDL scendevano in campo ad un elezione primaria con 19 elementi ed il berlusca mai si è fatto mangiare la f.. dalle mosche e mise tutti tranquilli in cantera di fondo raddoppiando in poche giorni le proiezioni di voto; lo sa lui come fare 'n'aveppaura; mica si chiama Beppe o Giannino oppure Antonio due volte come Ingroia e Di Pietro, ma neanche Pierluigi che scappato i buoi dice ora di levare il finaziamento pubblico ai partiti che in tempi di cassa/integrati trattati come i loro quattro milioni di "colleghi" disoccupati, non poteva affermarlo in tempi di campagna elettorale? no eh! siccome lo sosteneva il suo concorrente/sfidante dello stesso partito e vai con le posizioni cristallizzate.
ps. ancora sento, dai curiosi ma non troppo: ma che voleva dire-smacchiare il giaguaro!?
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In risposta a: Insisto qui... del 15/5/2013 - 16:08
SONO D'ACCORDO E AGGIUNGO...
AUTORE: PROPOSITIVO
email: -

16/5/2013 - 10:50

che per pochi prepotenti e incivili, ci rimettono i proprietari dei cani puliti e civili
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