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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Come ogni sabato dall'inizio della bella stagione
il circondario si svuota: regna il silenzio.
Tapparelle abbassate, luci spente, stanze vuote
Provo .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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In risposta a: del
Competività
AUTORE: Solent
email: -

24/3/2012 - 11:00

Non avrei creduto di ritrovarmi peggio di Dante.. anche se non sono più nel mezzo del cammin.. ma smarrito è dir pochino.
Ogni tanto quando ascolto luminari, politici, opinionisti insomma la crema del sapere mi passano dei Flash di vita vissuta e li mi smarrisco:
Dobbiamo aumentare i posti di lavoro in particolare ai giovani è l'argomento principe:

Si mandano in pensione i vecchi più tardi.

Per essere più competitivi bisogna investire per produrre di più a minor costo il che vuol dire meccanizzare riducendo quindi i posti di lavoro.

Bisogna terrorizzare i dipendenti in modo che non rompano più le scatole, tornino di moda le spie, le carogne e gli sciupalavori.

Non si investe nella ricerca.

L'edilizia è bene che si fermi almeno per le nuove costruzioni abbiamo cementificato anche troppo.

L'agricoltura viene tartassata in ogni modo compresa la speculazione che fa cartello.

E mi fermo perchè ad ogni argomento che tocco c'è un scatenio di flash.
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In risposta a: Ancora dubbi del 24/3/2012 - 8:46
Non ho dubbi a condividere il tutto...
AUTORE: Osservatore 1
email: -

24/3/2012 - 9:40

...e per tutto quello che scrive il Cittadino 2 su questo Forum.
Finalmente dopo anni ed anni di promesse disattese per i nostri giovani disoccupati o stagisti retribuiti con al massimo un bicchier d'acqua e
che per forza maggiore non sono iscritti a nessun sindacato dei lavoratori; si cominci da subito con i fatti: dopo si chiacchiera! poi ci si iscriverà al Sindacato e si voterà il partito che ha avuto merito di farci uscire da queste angosce.
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
Ancora dubbi
AUTORE: Cittadino 2
email: -

24/3/2012 - 8:46

Allora diciamo che un’azienda è in crisi e fatica a stare sul mercato. Se ne sono viste in televisione con i capannoni mezzi vuoti e con il proprietario che si rammarica di aver dovuto metter a casa dei lavoratori per non fallire e sperando di ripartire. Impedendo al datore di lavoro la riduzione del personale per motivi economici e di mercato l’azienda viene condannata al fallimento ed i posti di lavoro perso sono in numero maggiore. I posti di lavoro non si mantengono per legge altrimenti si potrebbe tutti fare come quelle ditte viste in Tv alle dipendenza del comune di Napoli che invece di ripulire la città (che ne avrebbe tanto bisogno!) passano le giornate a fumare e a giocare a carte (con loro grande dispiacere, bisogna dirlo).
Le aziende devono produrre perché producendo crescono e con loro crescono i posti di lavoro, cresce la ricchezza nazionale, crescono i contributi con cui cresce lo Stato e crescono i servizi. Nessuno viene mai licenziato quando le aziende sono in attivo, tranne per un suo comportamento inadeguato al ruolo e al compito, mentre nuovi posti di lavoro si vengono a creare.
Ognuno deve avere i propri diritti e se il lavoratore deve essere trattato con rispetto, deve essere premiato per il lavoro e per la ricchezza che porta all’azienda anche l’azienda deve poter avere il suo campo di azione, naturalmente rispettando le leggi nazionali, il diritto costituzionale, le regole sindacali.
La correttezza professionale, la specializzazione, la qualità del lavoro, la serietà sono le garanzie dei lavoratori italiani, più che leggi spesso disattese o aggirate.
Facciamo un esempio ed una forzatura: per legge tutte le aziende italiane debbono assumere da domani un altro 10% della loro forza lavoro! Ecco creati i posti di lavoro. Nemmeno Berlusconi sarebbe riuscito a tanto, ma non credo certo sia la soluzione.
Il problema io penso sia a valle. I lavoratori in esubero, e già questo termine è sbagliato, non dovrebbero essere considerati e trattati come merce avariata, e dopo un piccolo sostegno economico, abbandonati a se stessi. La politica si dovrebbe impegnare a ricollocare questi soggetti con sostegni al reddito, incentivi e incoraggiamenti e sgravi fiscali a chi accetta di reimpiegarli, magari dopo un tirocinio (naturalmente remunerato) di riqualificazione professionale. Non solo per impiegarli di nuovo nel ciclo produttivo ma anche per impedire che questi, momentaneamente disoccupati , occupino posti di lavoro al nero che vengono sottratti non solo al contributo fiscale ma soprattutto ad altri lavoratori.
Mi spiego con un esempio. La Golden Lady licenzia le operaie italiane e va in Serbia. Le operaie vengono “assunte” dallo stato e la Golden Lady è costretta per legge a pagare una gran parte del loro stipendio mentre queste vengono o reimpiegate in attività produttive (dopo una formazione professionale indirizzata al nuovo lavoro), oppure destinate a lavori socialmente utili come l’assistenza agli anziani, agli asili nido o ad altri lavori nel settore pubblico (es. Tribunali) dove c’è carenza di personale. Questo fino alla pensione o al reinserimento del mondo produttivo.
Poi io rimango con i miei dubbi mentre altri, fortunatamente per loro o, spesso, per sentire comune, hanno posizioni talmente sicure e intransigenti che mi domando da dove traggono origine, che strumenti abbiano costoro per giudicare.
Stamani ho ascoltato per radio un economista sul Sole 24 ore che non è così pessimista sulle modifiche e anzi dice che finalmente, dopo oltre 40 anni e molti diversi governi, c’è un provvedimento di legge a favore dei giovani. Nessuno prima se ne era mai occupato mentre per anni ci si è scannati su provvedimenti che riguardano un numero molto limitato di persone, una frazione infinitesimale dei milioni di giovani rimasti in attesa che finalmente qualcuno si occupi di loro.
Una lunga, lunghissima attesa forse perché soggetti senza un’adeguata rappresentanza.
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
Quella maglietta
AUTORE: Operaio
email: -

23/3/2012 - 23:40

Una maglietta con scritta offensiva verso un ministro del lavoro, parole da condannare.
Ma che dire di tutti gli operai che quella maglietta la disprezzano ma che invece indosseranno e avranno un cambiamento della loro vita? Quelli che hanno inziato il suo lavoro in fabbrica nel 74 , che magari hanno lavorato in luoghi malsani con turni notturni e che andranno in pensione molto più tardi e che adesso dovranno fare i conto con il nuovo decreto sul lavoro.
Quelli che hanno raccontato ai loro figli le lotte dei loro padri per avere i diritti, quelli che hanno vissuto e raccontato il 68.
Insomma quelli che un ministra una sera gli ha detto piangendo che la loro vita cambierà.
Loro la maglietta la tengono indosso, quella maglia è tutta bucata e tra qualche mese per loro farà molto freddo.
La maglietta di questi operai non è forse un'offesa?
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In risposta a: C'è chi vince e chi perde ... ormai è andata !! del 23/3/2012 - 21:28
Caro Martino
AUTORE: Oracolo notturno
email: -

23/3/2012 - 23:26

Cosa ti dovo dì; noi saggi faremo attrecchettanto, unsi pole mia sta a perde tempo a risponde a tutte le bischeratelle, vaggo a letto, oramai la giornata è ita: addo mani.
bona.
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AUTORE: Martino Lutero
email: -

23/3/2012 - 21:28

Cari Lavoratori
Il vostro partito ha gettato la maschera, il PD in appoggio alle banche ed ai grandi capitalisti ha abrogato l'unica garanzia che vi tutelava l'art. 18 dello statuto.
Lo ha fatto coscientemente, insensibile anche agli appelli dei sindacati piu vicini ad esso. Come volevasi dimostrare chi paga le conseguenze e chi ci guadagna sono sempre gli stessi, non cambiano mai.
Cos'altro dire, sono rimasti integri i privilegi degli intoccabili e l'opportunità elettorale ( se ci permettono di esercitarla ) e se restando lucidi da influenze sentimentali saremo in grado di farne buon uso.

un saluto a tutti
Martino Lutero

p.s. non risponderò ai colti e saggi tessitori di tesi e giustificazioni.
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In risposta a: Scapoli e ammogliati del 23/3/2012 - 9:56
Della Trasversalità
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

23/3/2012 - 18:24

Essere trasversali o non essere trasversali... questo è il dilemma.
Ed è un dilemma che non attraversa soltanto Vecchiano a proposito di T&F: a livello nazionale il più nitido esempio di trasversalità partitica sta brutalmente completando il lavoro che neanche il degradato e buffonesco precedente esecutivo è stato capace di fare.
La trasversalità in fondo è questa, o no? Cosa c'è di più trasversale di un governo tecnico?!? Eppure lo sarebbe stato anche con Landini Ministro del Lavoro, Asor Rosa della Cultura, Benigni dell'Istruzione e Travaglio Presidente del Consiglio.
Invece si sono andati a ripescare dallo scarico otturato del lavandino della borghesia finanziaria e bancaria italiana avanzi del pessimo management nazionale, gente che ha devastato con grande perizia tecnica tutto ciò che gli si è parato davanti, come si conviene a quel covo di serpenti che ogni anno la Bocconi vomita nella società civile.
Mi ricorda l'Università del Crimine del dottor Nefarius: uno studente della Bocconi ha una possibilità su un milione di diventare un essere umano e tutte le restanti di divenirne uno dei peggiori esemplari.
Ma lasciamo governare tecnici, trasversali, apolitici, apartitici e a-tutto: il risultato sarà la distruzione sistematica di ogni cosa, a partire da quelle basilari, cioè le regole...
Ogni riferimento alla Fornero è puramente casuale!
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In risposta a: Rappresentanza! del 23/3/2012 - 15:52
All'amante delle guerre tra poveri
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

23/3/2012 - 17:28

La soluzione al tuo «problema», Anonimo, un'altra di quelle questioni inesistenti e create ad arte dai servi del capitalismo finanziario e dai figli diletti dell'euroliberismo, è fornita gratuitamente da un vecchio ma attualismo slogan che è stato scandito da tutta la Sinistra Extra-Parlamentare: «Il Proletariato non ha nazione, Internazionalismo, Rivoluzione».
Lavoratori e disoccupati sono strutturalmente dalla stessa parte della barricata: la disoccupazione non è figlia dell'Articolo 18, ma del pessimo modello di sviluppo adottato dall'Italia negli ultimi 40 anni, dell'industrialismo coatto e dell'iper-proliferazione di aziende di costruzioni.
C'è inoltre la bolla speculativa che riguarda aziende poco virtuose di ogni genere, concentrate come sono nelle attività borsistico-finanziarie, e tutto il comparto immobiliare a gravare sul mondo del lavoro.
Altro che attrarre investimenti: la mobilitazione a favore dell'Articolo 18 è una battaglia della civiltà contro la barbarie, del futuro contro la peggior specie di reazionari che sia mai capitata all'Italia.
Non aspettiamo che qualcuno stacchi la presa al Governo: questa volta deve essere la Piazza a farlo e la spallata deve essere implacabile, l'Armageddon.
Rinviamo nei caveaux delle loro banche questi criminali!
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
Rappresentanza!
AUTORE: Anonimo
email: -

23/3/2012 - 15:52

“Lucilla hai visto! Cortei spontanei in tutta Italia, migliaia di lavoratori in piazza, uniti contro l’articolo 18.
Dai, dai, scioperiamo anche noi, andiamo anche noi, facciamo sentire anche la nostra voce di giovani donne!”

“Si, si Mariella, hai ragione, andiamo, andiamo anche noi a protestare, difendiamo il lavoro, i lavoratori. Tutti devono essere uniti in questi giorni. Andiamo, scioperiamo, andiamo in piazza, uniti forti, che tutti ci sentano!
Ma……cazzo……Mariella, ma noi siamo disoccupate!!!”
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In risposta a: Scapoli e ammogliati del 23/3/2012 - 9:56
parli bene......
AUTORE: beppenenaa
email: -

23/3/2012 - 13:05

ti piacciono le persone che si firmano con nome e cognome, ma un si sà chi sei, perchè di Marchi ne onosco tanti ma te un ti onosco. Per mette nome e cognome devi esse de sua, o almeno pensalla come loro, altrimenti l'hai tutti contro su tutto.
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In risposta a: ma questa è dittatura del 21/3/2012 - 16:16
Scapoli e ammogliati
AUTORE: Marco
email: -

23/3/2012 - 9:56

Anche se con la testa altrove, come molti del resto, riprendo una questione per dovere per quanto amonimo di civiltà nel rispondere ad una signora/e che si firma Rita Ve, forse anagramma di Verità. Nel definirmi moderato mi riferivo naturalmente ad Alessio Niccolai, il quale sia detto con simpatia, guarda con arcigna diffidenza come destrorso anche uno di Sel. Figuriamoci gli altri, e soprattutto una lista civica apartitica e trasversale come la sua. Certo non voglio mancare di rispetto a nessuno, se non che è la stessa TeF a mancare di rispetto, a nascondere una connotazione politica, a chiamarsi fuori dal teatrino della politica e a fare politica da associazione culturale. Il mio non è astio, è una cosa diversa, rabbia forse, come mi rimprovera Lucio, ira sarebbe più appropriato, ma un'ira selettiva, un'insofferenza, ecco, alle furbizie, ai giochini, alle malizie che questa formazione ci propina tutti i giorni. Forse questo dà l'impressione di paura, non è paura è rabbia nel vedere cadere così in basso la politica vecchianese, da ridurla così a piccolo cabotaggio. Con alle spalle questioni grosse come palazzi, da far tremare i polsi o l'avidità a seconda del punto di vista. Una idiosincrasia spontantea alla difesa di interessi di bottega, trasversali naturalmente, spacciati come disinteressate inziative per il bene della collettività. Mi irrita la facilità con la quale si trattano grandi questioni civili e politiche per fare populismo e demagogia a buon mercato. Ma mi irrito di più con me stesso che nell'anonimato mi trovo a polemizzare con un anagramma, fasullo e vuoto, come sono sempre gli anonimi, per questo mi piace chi si firma con nome e cognome e lo conosci e sai chi è. Peccato che siano in pochi e basta un anonimo per rovinare tutto. Tef è un'anonima lista civica trasversale, ma politica, e qui, venendo al concreto, TeF anche se è formalmente un'associazione culturale ai sensi del codice civile, è un'associazione che ha scritto un programma elettorale, è in consiglio comunale e fa la sua parte. Massimo rispetto per la rappresentanza ma se vuole entrare nella Consulta come associazione di volontariato no, perché è un partito o movimento politico. Quando uno/a si sposa resta lo stesso di prima, ma lo stato civile cambia, poi può continuare a fare quello che faceva prima, ci mancherebbe altro, ma quando va al campo alla classica scapoli e ammogliati, non si può mettere tra gli scapoli. Per cui come movimento politico secondo il mio modesto e irato parere non ci deve andare alla Consulta, se non la vuole snaturare e sciupare, introducendo la brutta politica che è occupazione di spazi in una esperienza di partecipazione e libertà quale la Consulta spesso fermamente critica con la stessa amministrazione comunale. E lascio perdere l'etica. Tanto per quello che conta a Vecchiano, se ne può fare a meno.
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In risposta a: Articolo 18 del 22/3/2012 - 11:34
art. 1, 2, 3......18
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

23/3/2012 - 0:49

Che l'art. 18 sia il problema per l'ingresso dei giovani è stupido dirlo e pensarlo.
Ad oggi si contano più o meno 40 forme di assunzione precaria più o meno retribuita, che all'epoca dell'introduzione, con la legge 40 impropriamente battezzata Biagi, ci spiegarono che avrebbero di fatto dato l'opportunità vera ai giovani di crearsi una plurima formazione quindi una maggiore possibilità di trovare lavoro presso le aziende in quanto le suddette forme di assunzione erano e sono assai vantaggiose economicamente sopratutto (io direi esclusivamente) per quest'ultime.
Il vantaggio per i neoassunti consisteva nel farsi conoscere ed imparare un mestiere.
Oggi sappiamo, ma era facile prevederlo, come sono andate le cose.
La disoccupazione giovanile in Italia è al 30 % circa senza contare coloro che sono fuori classifica in quanto non cercano nemmeno il lavoro e quelli più fortunati che magari sono riusciti ad entrare in aziende che poi li hanno parcheggiati in mobilità o cassa integrazione o come accade spesso sono alle dipendenze di agenzie di collocamento private.
La causa dei nostri mali stà nella corruzione, nell'evasione ed elusione fiscale, inefficienza della giustizia (certezza della pena) ed in generale nel degrado sociale che 25-30 anni di dottrine culturali volte a premiare i furbi e far passare per fessi i virtuosi.
Una prova?
Stasera a Servizio Pubblico, l'ex Magistrato di mani pulite Colombo, commentando situazioni tangenti a quanto sopracitato mi ha illuminato con un semplice quesito, ovvero se la nostra situazione è quella di un Paese fortemente corrotto, servirebbero norme più severe ed una giustizia che funziona, fin qui tutto bene, ma siamo sicuri che vogliamo che la giustizia funzioni davvero?
Sì perchè la giustizia è anche il vigile che tempestivamente ci multa per le infrazioni al codice della strada, il controllore sui mezzi pubblici che multa coloro che viaggiano gratis, gli abusi anche piccoli edilizi, perseguire chi fà il doppio lavoro a nero o chi percepisce parte dello stipendio a nero, chi rifiuta o non pretende la ricevuta fiscale o lo scontrino, chi viola le norme di sicurezza sul lavoro e via dicendo.
Per me non ci sarebbero problemi ma per quanti italiani vale lo stesso?
Se la politica è lo specchio della società, ecco risolto l'enigma, la politica fà quello che la società elettrice chiede ed è sotto gli occhi di tutti.
Tornando all'art. 18, si possono certamente apporre modifiche ma con la classe dirigente ed imprenditoriale che abbiamo, siamo sicuri che è il vero problema o che in realtà questo sia uno degli ultimi ostacoli ad una deregulation che impera da anni in cui il potentato di turno può fare ciò che vuole?
Quando in Italia si potrà trattare un imprenditore come fù trattato Steve Job (fondatore di Apple), ovvero si potrà cacciare colui che è incapace anche se padrone, allora credo che si possa ripensare tutta la sequela di tutele faticosamente e a volte col sangue conquistate.
Credo che in tal caso anche alla Marcegaglia e a Marchionne andrebbe bene lasciare tutto com'è.
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In risposta a: Articolo 18 del 22/3/2012 - 11:34
Articolo 18 o articolo 36
AUTORE: Un padre di famiglia
email: -

22/3/2012 - 21:49

Sono daccordo con Cittadino 2 e aggiungo che dopo 18/36 anni sarebbe giusto guardare chi è rimasto fuori dalla protezione di "articoli diciotti" e dell'articolo 1° della Nostra Costituzione.

Mai avrei creduto 40 anni fa che i nostri figli fossero chiamati a imparare a lavorare per lunghi mesi e che non gli fosse corrisposto nemmeno un pacchetto di cingomme al mese.
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In risposta a: L'allarme della Cei. del 22/3/2012 - 15:18
Vedere per credere.
AUTORE: ABC*
email: -

22/3/2012 - 18:55

Per chiudere definitivamente la discussione sull'articolo 18 io la trasformerei in un sillogismo al contrario: se la riforma dell'articolo 18 proposta dal Governo piace a Casini Alfano e Marcegaglia: la riforma dell'articolo 18 fa schifo.

Tuttavia aspettiamo: se come dice Monti il vecchio articolo 18 era un grosso ostacolo per gli investimenti stranieri in Italia, vedremo se l'averlo riformato farà arrivare gli investitori stranieri a barconate piene.

Infine, dato che la riforma porterà occupazione giovanile, vedremo se gli imprenditori in lunghe file parteciperanno alle aste presso gli uffici di collocamento giocando al rialzo delle offerte di salari e stipendi per cercare di aggiudicarsi il maggior numero possibile di giovani lavoratori.
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In risposta a: IMS = Il Mitico Solent del 22/3/2012 - 10:19
benaltrista?
AUTORE: Cittadino
email: -

22/3/2012 - 18:01

Alessio sei intelligente e preparato e questa sparata non è da te: magari le stesse persone che discutono in merito alla consulta del volontariato, discutono anche dei problemi nazionali ed extranazionali in altri luoghi? Non è che esiste solo il forum della Voce; ma è chiaro che se tra gli altri importantissimi problemi quotidiani, ho qualcosa da dire anche su TeF e sul volontariato, lo faccio su La Voce del Serchio.
Senza contare che da singolo cittadino ho più possibilità di incidere sulla scelte del mio piccolo comune, che su quelle del parlamento. Per le seconde, cercherò forme di protesta comuni come appunto uno sciopero generale.
Saluti
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In risposta a: Articolo 18 del 22/3/2012 - 11:34
L'allarme della Cei.
AUTORE: Ultimo
email: -

22/3/2012 - 15:18

"Il lavoratore non è una merce. Non lo si può trattare come un prodotto da dismettere, da eliminare per motivi di bilancio". Così monsignor Giancarlo Bregantini, capo-commissione Cei per il Lavoro, sulla riforma Fornero. "Servivano più tempo e più dialogo. In politica - dice a Famiglia Cristiana - l'aspetto tecnico sta diventando prevalente sull'aspetto etico. La modalità con cui è ipotizzato il licenziamento economico potrebbe rivelarsi infausta. Nemmeno il giudice può intervenire ed é facilissimo che si arrivi in tutto il Paese a un clima di paura generalizzata". Monsignor Bregantini si dice "dispiaciuto" nel vedere la Cgil "lasciata fuori da questa riforma. Un fatto che viene quasi dato come scontato, quasi che il primo sindacato italiano per numero di iscritti non sia una cosa preziosa per una riforma del lavoro".
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In risposta a: Articolo 18 del 22/3/2012 - 11:34
Diritti
AUTORE: Altro cittadino non importa quale
email: -

22/3/2012 - 14:01

Caro cittadino 2 ho il suo stesso disagio, ma vede sui diritti c'è un problema, è vero che il problema non riguarda tutti, e molte cose che scrive sono verissime, ma vede quando si parla di uno statuto dei lavoratori che è stato ottenuto con fatica, uno statuto che è stato una conquista sociale, bisogna stare attenti. Certo forse bisogno essere più severi perché i lavoratori hanno anche doveri e non si pianta lì tutti colleghi e datori di lavoro per andare a fare i cavoli propri. Su questo la destra liberista ci ha soffiato a lungo e il peggio è che non si rende conte che toglie a uno per togliere a tutti. Vede il problema è che quando si toglie il diritto ad una categoria ci dobbiamo chedere sempre: domani a chi toccherà? E' vero che un precario ha voglia di lavorare, ma tremo all'idea che quando lavorerà in qualche modo si debba far ben volere per lavorare. Il lavoro è un diritto non una merce che si compra se ci piace. Il vero problema è che ancora una volta si fa la guerra tra poveri e invece si deve essere solidali. Certo i primi della classe, che al minimo problema scendono subito in piazza non aiutano, ma ci vuole pazienza. Dopo i governi berlusconi non ci resta molto in tasca. Stiamo uniti e non dividiamoci perchè oggi a me e domani a te non è un buon viatico...
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In risposta a: del
Art. 18 e nn solo
AUTORE: MODESTO CITTADINO (voglio diventare ON)
email: -

22/3/2012 - 13:37

Concittadini, amici, fratelli, paesani, compaesani, italiani, al di qua e al di là del mare, vicini e lontani. Chi vi parla è MODESTO CITTADINO
In questo momento cruciale della vita del nostro paese bisogna separare il bene dal male, il vero dal falso.
Se io vi dicessi che una volta eletto mi batterei per l'ART 18 e nn solo, che farei aumentare le paghe, che abolirei l'aumento della benzina, che creerei posti di lavoro... Voi mi credereste?
Siii!...
Se io vi dicessi che questi signori che mi hanno detto di elegermi nelle loro LISTE sono persone onorevoli, degne di fregiarsi di questo appellativo parlamentare e che adopereranno i vostri voti per il bene del paese, voi mi credereste?
Siii!...
E allora sapete che cosa vi dico? Che siete degli ingenui, dei fessacchiotti, dei deficienti, degli incoscienti, perché io, una volta eletto, per tutte queste cose non potrò fare un cacchio, dico cacchio; perché questi signori appena saranno eletti poseranno i loro DERETANI sugli scanni della Camera e faranno soltanto I LORO AFFARI; vi faranno fessi...
QUINDI NN VOTATE X MEEEEEEEEEEEEEE
----------------  RISPONDI





In risposta a: Articolo 18 del 22/3/2012 - 11:34
Ma non si capisce, ...........
AUTORE: Ultimo
email: -

22/3/2012 - 12:55

......... signor cittadino2, perchè l'art 18 rimanga intoccato per i soli lavoratori statali ....... dal momento, secondo Lei, della sua inutilità per la protezione del posto di lavoro dei lavoratori tutti. Perchè resta valido per i soli lavoratori statali? Dopo quello che Lei ha sostenuto precedentemente dovrebbe anche spiegare questa anomalia. ....... Ultimo
P.S. personalmente ritengo che si voglia, in maniera occulta .... ma non tanto, far diventare i lavoratori a tempo indeterminato dei lavoratori precari perchè soggetti al licenziamento in ogni momento ....... in pratica far diventare precario tutto il mondo del lavoro .
----------------  RISPONDI





In risposta a: Articolo 18 del 22/3/2012 - 11:34
Pessime impressioni
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

22/3/2012 - 12:37

Mentre impazza sul web la polemica intorno al segretario del PDCI, «incriminato» da una foto che lo ritrarrebbe sorridente e solidale con una donna che indossa una maglia su cui campeggia un'epigrafica: «La Fornero al cimitero», già gli improvvidi complici di quest'orrenda malefatta nazionale ai danni dei diritti dei lavoratori si arrampicano sugli specchi tentando di ricercare tutele improbabili in una Costituzione in via di smantellamento a colpi d'ascia e con il tacito placet del peggior Presidente della Repubblica che l'Italia ricordi!
Sarebbe colpa dell'Art. 18 se i giovani non trovano lavoro? Se si fosse rispettata la vocazione della nostra bella terra, perseguendo avvedute e sostenibili politiche di sviluppo turistico e agricolo, non ci sarebbe oggi bisogno di una manodopera squalificata, possibilmente a buon mercato e a condizioni lavorative da far impallidire paesi come India e Cina.
Hanno preso il sopravvento i capitali speculativi che hanno sostenuto a spada tratta le 5 industrie manifatturiere forcaiole e succhiasangue, lo sterminato esercito di aziende di costruzioni e l'impero dei supermercati e poi mi si vengono a sdoganare provvedimenti brutali, autoritari e di chiara matrice antioperaista come toccasana rispetto a qualche caso in cui il lavoratore non si è comportato bene nei confronti dell'azienda.
Ma cosa ci vogliono dare ad intendere? Che i lavoratori italiani sono tutti farabutti e disonesti?!?
Alla PMI questo attacco infame al diritto del lavoro non interessa minimamente e neanche alla maggior parte delle grandi aziende concentrate sulla produzione piuttosto che sulle vicende di borsa.
E questo provvedimento quali prospettive regalerà ai giovani? Un apprendistato permanente, quando va bene mal retribuito, fino all'età della pensione che non arriverà mai? E invertendo in maniera epocale le parti, anziché essere genitori o addirittura nonni a cercare di ritagliare una posizione lavorativa e/o professionale per i propri figli e/o nipoti a partire da un lavoro sicuro, saranno invece questi ultimi a dover provvedere con un lavoro instabile, precario, mal retribuito o non retribuito a sostenere i «vecchi» espulsi dalla vita produttiva per il loro eccessivo costo?
E c'è uno stato sociale intorno a questo cazzo di provvedimento? Che genere di politica sociale si trova una volta espulsi dal mondo del lavoro? Scuola, sanità & C. sarebbero alla portata di tutti?
Ma stiamo scherzando davvero, altro che barricate o scandalizzarsi per la maglia contro la Fornero: mi auguro che ogni italiano ragionevole e lungimirante ne voglia indossare una per dimostrare a quel Ministro-lacrimatoio cosa pensi di lui!
Chi non si mobilità è un complice di questi aguzzini figli di un euro-fascismo assai più pernicioso e subdolo di quello che l'Italia ha attraversato per un intero ventennio prima e per quasi altrettanto tempo recentemente: nessuno si vergogni a chiamarli criminali!
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In risposta a: del
Articolo 18
AUTORE: CIttadino 2
email: -

22/3/2012 - 11:34

Io ho un dubbio. Un dubbio tremendo che mi colloca in una posizione che mi sta stretta, in cui non mi vedo, non dovrebbe essere la mia ma in cui purtroppo mi ritrovo.
E tutto perché non so rispondere a questa domanda: a chi giova l’articolo 18?
Perché se un operaio, un lavoratore fa il proprio dovere, rispetta le regole che ogni lavoratore dovrebbe avere per se stesso e per gli altri, se la ditta in cui lavora non ha problemi io mi domando che paura deve avere se non ha l’articolo 18 nell’attuale formulazione. E se per caso non l’avesse rimarrebbero comunque i diritti sanciti dalla nostra Costituzione che impediscono soprusi e ingiustizie e la possibilità che un Giudice possa ristabilire, con l’analisi dei fatti, la verità e i diritti violati.
A me sembrerebbe una garanzia sufficiente per chi fa il proprio dovere di lavoratore per cui non capisco a chi ci riferiamo quando si parla di facilità di licenziamento. E’ questo il mio dubbio perché non vorrei che ci riferissimo a quei tanti che io ricordo difesi a spada tratta dal sindacato anche quando non erano, a detta di tutti, assolutamente difendibili.
E poi vedo con disappunto tutto questo impegno nella difesa di una uscita mentre tanto poco ci si preoccupa della entrata.
Che è il vero problema.
Tutte le energie sembrano concentrate, tutti i discorsi orientati, tutti gli articoli vertono su questo articolo 18. Chi si occupa allora dei giovani non solo senza lavoro ma soprattutto senza futuro? Disoccupati, precari, lavoratori al nero, sfruttati, sottopagati, licenziati ogni tre mesi e poi riassunti, minacciati, ricattati.
La soluzione è il mantenimento inalterato dell’articolo 18? Non è questo dell’ingresso nel mondo del lavoro per i nostri giovani il settore che meriterebbe il maggior impegno sindacale? Il settore dove bisognerebbe insistere di più, per cui lottare con maggiore impegno per cercare di fare avere anche a loro un futuro per quanto possibile sereno come i loro padri?
Ecco che comincio ad avere la nausea per questo articolo 18 tanto da ritenerlo il responsabile principale di una posizione del sindacato che ha messo in disparte, trascurato, svalutato quello che invece ritengo invece il problema principale.
E’ questo il motivo del mio disagio, il non riuscire a vedere in questo fantomatico articolo il problema più importante che abbiamo e sui merita di fare le barricate.
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In risposta a: Si va via a Fette del 21/3/2012 - 22:56
IMS = Il Mitico Solent
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

22/3/2012 - 10:19

La giusta soluzione per ogni cosa: tutti a rincoglionirsi dietro il tormentone del momento... in effetti però e come nelle migliori tradizioni si discute di un problema assolutamente trascurabile quando a livello nazionale ce ne sono da benedire e santificare.
Nel giorno in cui la Fornero ha impresso un'improvvisa accelerazione al processo di smobilitazione dello stato sociale, di sistematica distruzione di garanzie per i più deboli e di rafforzamento dell'inclinazione autoritaria dello Stato, ci si fanno le seghe mentali sull'opportunità o meno che T&F entri nella Consulta del Volontariato vecchianese.
Questo Governo che si è presentato come tecnico ha una chiara inclinazione euroliberista, un intento di sopraffazione delle classi popolari e di distruzione o devastazione dei beni comuni e delle collettività, al servizio dell'imperialismo europeo e di 5 grandi aziende manifatturiere.
A chi giova la distruzione dell'Art. 18? Alle PMI non davvero e, a detta di un certo De Benedetti neanche al mercato del lavoro nel suo complesso: allora di cosa stiamo parlando?
Non so qualcuno si sta rendendo conto della cappa che si è stretta intorno a ciascuno di noi, del clima insopportabile e dell'aria irrespirabile che questi fantocci e burattini al soldo di banchieri, GDO e grandi costruttori, broker, servi dello spread & C. hanno creato, avvelenando ogni cosa che siano riusciti a toccare.
Hanno stretto la loro morsa sulla libertà di pensiero, occupando ogni spazio con la loro propaganda demagogica e populista (basti pensare a quanti TG si sono preoccupati della vita dei due pescatori indiani barbaramente trucidati e dell'esistenza che dovranno condurre le loro famiglie, in luogo delle sempre più pressanti preoccupazioni per il rilascio di coloro sui quali alberga il maggior sospetto di aver compiuto l'efferato omicidio).
Sveglia, qui si va in una via fa uno! Lo sciopero generale è la minima risposta che si possa dare a questo Governo Mono-Partito: ma non di un giorno! La mobilitazione non basta più: ora serve Resistenza.
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In risposta a: del
Si va via a Fette
AUTORE: Solent
email: -

21/3/2012 - 22:56

Amici miei C'è da scegliere tra la supecazzola con scappellamento a ... a piacere o tra un bel ma va fa nzum. Allora tagliamo la testa al toro Teffe cambia nome in Fette i colori del simbolo li invertiamo così tutti sono felici, contenti e gratificati ed io posso riprendere a "pennichellare" non più disturbato da questo fastidioso concerto di vuvuzela che dura da giorni.
Non è che voglio azzittire qualche signore/a lungi da me l'intenzione ma visto che Fette sta sui problemi concretamente e trasversalmente non è forse il caso che cominci ad analizzare problemi reali come farebbe un serio governo ombra?
Se continuate a vuvuzelare di luce se ne vede proprio pochina.
Chi pensa di candidarsi a prendere le redini di una ammistrazione pubblica è bene che arrivi al momento giusto opportunamente preparato.
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In risposta a: cerchiamo di essere obiettivi del 21/3/2012 - 16:32
Giovani e meno giovani
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

21/3/2012 - 21:20

Non voleva essere il mio ne' vezzeggiativo, ne' presa in giro: soltanto colloquialità e forse un po' di bonario paternalismo come si conviene tra persone che si conoscono e si rispettano.
Ripeto: non sono la persona più indicata per parlare di certi temi, vista la mia altalenante frequentazione e la mia scarsa inclinazione al volontariato.
Ritengo però che - per chi invece si è dedicato spassionatamente a questa particolare area della società civile - l'averne ricavato visibilità e magari consenso non sia un demerito.
Non ho passione per il Nuovismo e so per certo che ovunque ci siano nuove facce esiste anche una retroguardia di vecchie: l'età anagrafica non significa molto nell'habitat politico, almeno non quanto le idee.
E ti confesso che di fronte alla veemenza con cui quest'orda selvaggia di leccaculo di Bruxelles ha spazzato via anni di lotte e di conquiste dei lavoratori, Vecchiano e suoi problemi territoriali (o pretesi tali) mi sembrano un insignificante bruscolino di sabbia in mezzo ad una spiaggia sterminata.
Naturalmente e inevitabilmente l'impoverimento e l'imbarbarimento si ripercuoterà inesorabile anche sul nostro Comune: ma a questo punto inviterei tutti a rileggere la storia più recente con un occhio più attento ad una situazione che rischia di precipitarci addosso da un momento all'altro.
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In risposta a: E invece ho tenuto fede alle promesse del 21/3/2012 - 10:08
cerchiamo di essere obiettivi
AUTORE: Laura
email: -

21/3/2012 - 16:32

Caro Alessio
voglio prendere il tuo "Lauretta cara" come un vezzeggiativo, anche se potrebbe essere letto in altro modo.
Tu scrivi :"La delicata questione del consenso politico che può incontrare la vita delle associazioni, non è legata ai loro nomi o simboli, ma alle persone che vi trovano "albergo"". E con questo hai detto tutto! Non è necessario che una certa associazione abbia lo stesso simbolo e lo stesso nome di una lista civica: cosa che tra l'altro non sussiste per Tradizione e Futuro (sfiderei inoltre a fare un sondaggio fra i cittadini di Vecchiano per sapere quanti sanno che la coalizione che governa Vecchiano si chiama "Insieme per Vecchiano"). Lo sappiamo tutti benissimo che sono LE PERSONE che contano e quando quelle persone sono in politica da anni la "con-fusione" c'è già.
Per tua informazione la SPI-CGIL organizza tutti i giovedì pomeriggio qualche iniziativa per gli anziani del comune, oltre ai gite e viaggi come sai già.
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