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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Come ogni sabato dall'inizio della bella stagione
il circondario si svuota: regna il silenzio.
Tapparelle abbassate, luci spente, stanze vuote
Provo .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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In risposta a: Tu continui a dare troppe cose per scontate del 4/3/2012 - 16:38
...e tu vorresti forse cercare sconti?
AUTORE: pedro
email: -

4/3/2012 - 19:06

Se leggi meglio nel mio post ho scritto anche: "...infrastrutture e non solo... come dici tu, sono d'accordo, cultura....ma anche .... formazione, giustizia, salari ecc, non li ho riportati solo per brevità e sintesi, aspetti ai quali tu fai poca attenzione.
Leggo comunque una tua qualche propensione al progetto UE, bene.
Ti è ancora indigesto, ma l'odore potrebbe essere accettabile.
Certo quando dibatteremo di salari, noi Italiani vorremmo quelli dei tedeschi, ma con l'impegno e la dedizione della nostra classe dirigente sarà una bella lotta.
Di malaffare siamo sempre stati esportatori, come la pizza, le scarpe, la moda ecc...
In Europa e nel mondo siamo apprezzati anche di malaffare.
E i partiti del malaffare sono ancora nel nostro parlamento dove si sono fatte le leggi per non
pagare dazio, e i parlamentari inquisiti non si dimettono per non affrontare il processo, e ruby è la nipote di mubarak!
Per quanto riguarda la scuola di Monterosso, il ponte sullo Stretto ecc. non ti rispondo e non ti risponderò perché non è parte del mio dibattito con Simone.
Di peggio, rispetto al berlusconismo ci sono i suoi finti nemici o nemici con l'occhiolino, gli pseudo.... alla rossi-turigliatto-mastella-dini-scilipoti...ecc. lui ce li ricorda sempre nei suoi proclami, ma in fondo li ama e li apprezza perché sono i soli che lo stanno ancora indirettamente sostenendo.
Cordialità.
----------------  RISPONDI





AUTORE: Simone C.
email: -

4/3/2012 - 17:27

DIARIO NO TAV:
Oggi mentre il popolo NOTAV celebrava con una polentata e passeggiata Giaglione e la Clarea come nostri luoghi, io sono sceso con alcuni cineoperatori alla minera di Uranio di Giaglione-Venaus, a pochissimi chilometri da loro.

Avevamo tre rivelatori di radiazioni, il mio è in dotazione al Politecnico di Torino, COMMURANIUM GR-110, camera di ionizzazione sensibile ad alfa, beta e gamma, tarato prima di partire a Torino.

Pochi e sentiti dati:

- A Susa, normale fondo naturale: 400 colpi/secondo (lettura del mio rivelatore, in accordo con gli altri)

- A Giaglione, km 61 SS25: 550 colpi/secondo. Si innalza il fondo a causa delle presenza diffusa di uranio nella zona.

- Davanti all'ingresso miniera: 1500 colpi/secondo (tre volte circa il fondo, all'aria aperta, con filone affiorante di uranio)

- Dentro la miniera: 7000 colpi/secondo (VENTI volte il fondo naturale, circa, vicino al filone di peckblenda, minerale di uranio)

Il sito oggi visitato è solo uno dei 28 affioramenti di uranio che l'AGIP negli anni 70 ha individuato: cioè, in Valle di Susa ci sono 28 posti nei quali i filoni di uranio vengono in superficie. Sono sparsi un po' ovunque. Figuriamoci cosa c'è dentro queste montagne.

E' quindi una colossale bugia che "non ci sono problemi per la presenza di uranio in Val Susa". I dati parlano da soli. E' un'altra colossale bugia che "il primo tracciato passava in formazioni di uranio, il secondo no". QUI siamo a poca distanza dal noncantiere del tunnel geognostico, e ripetiamo la Valle è PIENA DI AFFIORAMENTI DI URANIO OVUNQUE.
----------------  RISPONDI





In risposta a: le ragioni sono in movimento... del 4/3/2012 - 13:43
Tu continui a dare troppe cose per scontate
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

4/3/2012 - 16:38

Che le infrastrutture e non la cultura uniscano i popoli è un assioma del capitalismo finanziario, già dibattuto da Lenin molto tempo fa.
Che alla mangioranza dei lavoratori, operai e proletari d'Europa in genere (e bada bene: non ho detto «che ai cittadini italiani...») interessi l'unione monetaria e non, ad esempio, l'unione salariale, non soltanto non è dimostrato, ma con ogni probabilità è proprio fuori dal mondo.
Che tu ti affanni nel dipingere il ben più vasto malaffare europeo come la medicina al più modesto malaffare italiano è sintomo di incomprensione generale della realtà o frutto di chissà quale pia illusione: ancora non mi hai spiegato perché la scuola di Monterosso si ripagherà con le elemosina o perché il Ponte sullo Stretto che - se Dio vuole - non si farà è costato e continua a costare uno sproposito... ma soprattutto ancora non mi hai detto chiaramente dove sono i 15 milioni di passeggeri annui mancanti all'appello per giustificare gli investimenti TAV già fatti e non quelli ancora da fare.
I treni notturni che congiungevano il Nord ed il Sud della penisola erano fra le poche voci in attivo di TrenItalia e sono stati soppressi.
Ora capisco che il capitale finanziario abbia tutto l'interesse di costituire il Partito Unico al potere, ma perlomeno che qualcuno ci infili anche un minimo di intelligenza: così è veramente da barzellette e addirittura peggiore dell'era Berlusconi!
----------------  RISPONDI





AUTORE: Bruno Baglini Migliarino
email: -

4/3/2012 - 14:22

A leggere le opinioni di questo Forum sembra che in pochi sappiano già tutto.
Anch'io come "primo tecnico" (questa era la qualifica dei deviatori/guardablocco) delle ferrovie Italiane che mi assegnarono alla stazione FF.SS di Migliarino Pisano.
Osservai per lunghi mesi gli operai "maanche Ingegneri" dell'Ansaldo di Milano che stendevano quella complicatissima rete di cavi (ne contai 480) che collegavano le stazioni adiacenti la mia; Torre del Lago con Pisa San Rossore e sapevo benissimo che quello che facevano era transitorio ed anche loro erano coscienti di non lavorare per garantire la funzionalità di quella piccola stazione F.S per i cento anni a venire come nei cento appena trascorsi. Infatti "la Stazione che comanda tutte la stazioni" nel raggio di centinaia di chilometri di rete FS è inicamente a Pisa Centrale, ma per arrivare a quello ci sono stati stadi intermedi per rendere competitivo quel lavoro durato anni e anni.
E allora!? cosa potevano fare piccole minoranze di miei colleghi che sostenevano che da li a poco solo un decimo dei nostri figli avrebbe continuato il lavoro dei padri e dei nonni in ferrovia. Il chilometro zero per i nostri prodotti è una validissima alternativa, non ritornare ai treni con panche di legno e un frenatore ogni cinque vagoni o riaprire i passaggi a livello per creare posti di lavoro.
Già era successo dopo le prime guerre mondiali, niente poteva essere come prima.
I contadini che erano la maggioranza della popolazione, obtorto collo girarono il mondo e videro i primi trattori al posto delle vanghe e mietileghe al posto delle falci e chi ce la fece a tornare dalla Germania ben presto si convinze che un trattore era pari o di più di cento vangatori.

La storia non si ripete mai e chi si vanta di non sbagliare mai, vuol dire che per sua indole non vuole responsabilità dirette ed il massimo di espressione di "governo delle cose è -il ma se-" di Bertinottiana memoria.

Certo, l'alta velocità dei treni non risolve un bel niente, ma, c'è sempre un ma.
Se aerei, automobili, comion, navi, maanche autobus pubblici avessero l'esclusiva (esclusiva intendo senza alternativa di ogni singola possibilità di movimento)non credo che saremmo più liberi e progrediti.
Ma attenzione, il progresso deve essere un progresso vero; non progresso della malattia e della fame come dice spesso il buon don Lido da Migliarino.

PS, non ho il verbo della verità in mano e neppure l'esclusiva dei buoni propositi e seguo con grande interresse chi (secondo me) ne sa più di me: "perimparà"
bb
----------------  RISPONDI





In risposta a: l'un contro l'altro del 4/3/2012 - 0:57
le ragioni sono in movimento...
AUTORE: pedro
email: -

4/3/2012 - 13:43

Caro Simone 7002, mi trascini in un dibattito alquanto indigesto, ma tant'è......
La TAV è stata progettata dalla UE, ma l'ha confermata a maggioranza il nostro Parlamento.
Ci sono norme UE che ci hanno penalizzato, ma il nostro debito pubblico e il nostro mal governo, non c'è l'ha imposto la UE.
Senza il governo Monti saremmo già andati in Grecia sulla motonave Concordia.
Le ragioni dei No TAV sui modelli economici e sanitari saranno pur valide, ma il progetto UE deve andare avanti, poichè non sarà sufficiente la moneta unica a tentare di tenerla insieme la UE, servono infrastrutture, e non solo...., che ci tengano insieme così come gli USA, Russia, Cina, India, Brasile, ecc.
Le motivazioni economiche di allora sono mutate, ma l'infrastruttura su ferro è strategica per i progetti futuri della UE, quando il petrolio comincerà realmente a scarseggiare Quindi gli aspetti economici del debito nostrano che ci trasciniamo, non potrà frenare un progetto più ampio che diventa politico e istituzionale, di aggregazione degli Stati Uniti Europei.
Dunque la UE la possiamo solo prendere, con pregi e difetti, e migliorarla, oppure ci tiriamo fuori, con tutte le conseguenze.
Il lato francese è già TAV sino a S.Jean Maurienne. Credo che i francesi siano in attesa che la TAV nostrana giunga almeno fino a Susa/Chiomonte, per procedere al nuovo tunnel per la parte di competenza francese.
Le ragioni di molti abitanti della Val Susa sono reali, i lavori di cantierizzazione penalizzano gli abitanti, ma solo sino a prova contraria, cioè solo se il TAV sarà realizzato e connesso con i TAV già in essere TO-MI-(VE_TS) e/o BO-FI-Roma-NA, e allora capiremo veramente se le ragioni continueranno ad essere dei NO TAV a partire dal 2025 forse.
La Salerno Reggio C. non ci dimostra le nostre arretratezze e il nostro mal governo?
Quali motivazioni avranno avuto i campani e i calabresi per ritardare a dismisura un'opera necessaria all'Italia, a quelle regioni, alla Sicilia?
Ha senso un' Italia tipo Salerno Reggio C. della UE?
Non saranno forse i particolarismi e il malaffare a frenare le nostre responsabilità all'interno della UE?
Cordialmente.
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In risposta a: E' ritornato il RE ........... del 3/3/2012 - 19:51
Ciao Ultimo!
AUTORE: Simone C.
email: -

4/3/2012 - 11:22

Si capisce, perché prima di dire delle cavolate è bene informarsi caro Ultimo. Io ci metto la faccia, te? Te nemmeno l'unghia der mignolo! Non hai argomentazioni. Sei vuoto. Ma non ti preoccupare: io e tanta altra gente, difenderemo anche te. E' solo una questione di sensibilità... e si sa... le zolle ne sono prive. Buona domenica.
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In risposta a: Al sig. fumetto del 4/3/2012 - 0:01
Per la Scuola di Monterosso le elemosina...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

4/3/2012 - 10:07

Il Fumetto ha tutte le ragioni: il buon vecchio «Treno del Sole» garantiva un viaggio Torino-Palermo ad una cinquantina di euro, mentre ad oggi i Treni ad Alta Velocità assicurano lo stesso collegamento a quasi 102 €; Ryan Air oggi collega Torino Caselle con l'Aeroporto di Trapani a cifre che oscillano tra 5 e 43 €.
Il problema più interessante da valutare nel contesto, è però che i treni TAV non faranno ne' fermate ovunque ne' scali - per così dire - secondari: il che equivale a dire che, in un quadro di ridimensionamento generale dei trasporti regionali e locali, un abitante di un paesino della provincia di Enna, utilizzando l'attuale offerta TrenItalia potrebbe impiegare ben oltre le 24 ore che prima lo avrebbero condotto a Milano o Torino.
Il «copia e incolla» non è in realtà sempre deprecabile, come qualcuno ritiene, in preda ad un'incontenibile smania di nuovismo e di originalità ad ogni costo: se qualcuno ha già condotto ricerche e compiuto riflessioni autorevoli esiste anche uno strumento cognitivo noto fin dai tempi più remoti col nome di «condivisione», ed è certo più saggio farne uso che riempire le pagine di innovativi blackout dell'intelletto o vuoti assoluti.
Se Ikea a Vecchiano prima ed a Pisa ora ha rappresentato e rappresenta lo specchietto per le allodole toscane, perché purtroppo e seppur in trascurabile minoranza la terra di Leonardo è - per ironia della sorte - capace di partorire (o vomitare) cervelletti anche delle dimensioni del frivolo volatile, sulla TAV diviene invece anche inutile sbracciarsi a caccia dell'argomentazione più efficace a sostegno perché non ce n'è alcuna degna di nota se non la pura e semplice verità: si tratta di un'opera in odore di mafia, inutile da qualunque punto di vista la si voglia considerare, se non da quello dell'indotto clientelare delle 3 correnti confluite nel Partitone Unico, perniciosa dal punto di vista della salute e - non di meno - della sicurezza sul lavoro, data la stratificazione geologica di uranio e amianto, di un'opera che non produrrà ricadute positive su nessun comparto economico, eccetto sui gruppi di costruzioni coinvolti nella realizzazione del progetto, che costerà un botto agli italiani per avere in cambio un'infrastruttura di trasporto improponibile dal punto di vista dei costi del servizio, di un'opera che rappresenterà l'ennesima devastazione ad un territorio ed alle sue potenzialità turistiche.
La cosa straordinaria è che per ricostruire la Scuola di Monterosso si sono fatte le elemosina, mentre per accondiscendere l'ingordigia dei grandi costruttori di partito da una parte, e quella di Bruxelles dall'altra si può comodamente ravanare nelle tasche degli Italiani.
Dopo un paio di migliaia di anni il vecchio Stivale è divenuto famoso nel mondo come culla della storia, dell'arte, della letteratura: chissà che fra mille anni parlando di Italia non le si associ la faccia della Marcegaglia, di Marchionne o di qualche altra umana iattura, in luogo di quella di qualche grande umanista.
I nostri posteri potranno allora leggere sui libri di storia che laddove un tempo avevano regnato una grande civiltà, menti sublimi e universale inclinazione ed elevazione al sapere, un bel giorno si sono insinuati dei perfidi ignoranti, assetati di potere, pronti a calpestare il cadavere di chiunque e qualunque cosa pur di conseguire il proprio obiettivo al servizio di pochi, cementificando tutto, sdoganando come benevolenza e progresso ciò che invece è inclinazione al profitto ad ogni costo, ricattando psicologicamente la collettività con la promessa del lavoro.
Per riparare i danni compiuti da questa gente dunque l'unica possibilità è fare le elemosina: per la scuola che dovrebbe priorità assoluta non ci sono risorse, per questa gente i rubinetti possono sgorgare liquidità all'infinito.
----------------  RISPONDI





In risposta a: ..e se il contrario fosse altro? del 3/3/2012 - 13:48
l'un contro l'altro
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

4/3/2012 - 0:57

Caro Pedro,
la TAV la progetta l'Europa, una serie di norme che ci penalizzano ce le impone l'Europa, il governo Monti e le sue manovre insieme alle ultime del cav. ce le chiede l'Europa, insomma dovè finta la nostra autonomia sancita e riconosciuta dall'Europa?
Poi sarà meglio frenare i malaffari nostrani, nel frattempo vedere se qualche ragione ce l'hanno pure i NO-TAV e poi se del caso completare il tutto o è meglio andare a dritto, far lucrare i soliti soggetti e poi scoprire che forse tutti i torti i contrari un ce l'avevano ma siccome ormai il danno è fatto evviva il re, la madama ed il marchese?
Ad oggi, alle affermazioni numeriche dei NO-TAV ho solo sentito replicare che l'opera serve e che comunque, siccome l'Europa finanzia parte dell'opera dunque deve essere fatta.
Quando le persone che devono decidere porteranno eguali prove numeriche a suffragio del SI si potrà dare un giudizio in merito altrimenti, capisco che non ti appassioni ma se si và per il sì alla fine un po' la pagherai pure te e se scoprissi che è stato tutto inutile?
In tempi come questi anche pochi spiccioli sprecati sono importanti e non per ripetermi ma la totale inefficacia di risposta di Bersani mi ha fatto capire che, egli che andrà a votare,poichè stà in parlamento, per un sì alla TAV, mal che vada è ignorante sul tema quindi su cosa si basa il suo sì? E gli altri?
Comunque anche dal lato francese pare che tutto taccia quindi, sommando il tutto sono propenso al NO poi, comunque la scelta stà proprio in mano a tipi come Bersani & C.(che è comunque il meglio) , non ci resta che attendere e pregare perchè che sappiano cosa fanno e che lo fanno per l'Italia ormai non v'è più certezza.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Er treno de' puzzoni del 3/3/2012 - 23:34
Al sig. fumetto
AUTORE: Curioso
email: -

4/3/2012 - 0:01

Costa di più o meno una carrozza letto Torino Palermo di un biglietto aereo stessa tratta?
----------------  RISPONDI





In risposta a: La faccio io la TAV del 3/3/2012 - 23:01
Er treno de' puzzoni
AUTORE: Dylan Dog
email: -

3/3/2012 - 23:34

Avevino ma a ri'ostitui' e' treni Norde-Sudde e a riassume' vell'ottocento operai 'he marciscano ar freddo 'nsulle torri lungo fe'rovia, 'nvece d'apri' er cantiere 'nVar di Susa, dato 'he li'erin l'unici 'or su ber bacino d'utenza.
Ma questi vì 'un en bòni neanco a 'nterpreta' l'andamenti di mercato: gosta meno piglia' un arioprano della Raiane' che monta' sur un treno a arta velocità. Mi garberebbe sape' per chi la voglin' fa la Tavve, nati d'un cane: per tre puzzoni a giro per er mondo?
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
La faccio io la TAV
AUTORE: Monte Meto
email: -

3/3/2012 - 23:01

Potremo dire ai francesi di continuare loro il tunnel, così facciamo la ferrovia senza che nessuno se ne debba assumere la responsabilità, all'italiana.
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
Tav: no grazie
AUTORE: Massimo c'è
email: [protetta]

3/3/2012 - 22:37

Siamo a cattare e si finanziano opere che non servono. Signor Monti rifai i conti perchè a Giugno avrai un gran da fare.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Facciamo una consultazione seria sul Tav del 3/3/2012 - 19:29
Si, facciamola una bella discussione...
AUTORE: Oracolo viaggiatore
email: -

3/3/2012 - 21:02

...se i treni devono andare a velocità sostenuta, oppure lanza lanza.

Si partì da Pisa e dopo mezz'ora si toccò Livorno; Oreste della Brandina si affacciò al finestrino ed il macchinista all'epoca voleva esser chiamato "Maestro" e.. allora di conseguenza...oh Maestrooo!!! chiello mpopò più allegrino, 'nsennò si riva a Roma a festa fenita!
..'nfatti, noi di Nodia si rivava e quelli di Metato prendevano 'rtreno peringiù e cenonno a casa e bonanotte ar rsecchio e cosa aveva detto Luciano Lama 'nSan Giovanni si lesse 'rgiorno doppo sull'Unità. bona
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
E' ritornato il RE ...........
AUTORE: Ultimo
email: -

3/3/2012 - 19:51

........ del copia-incolla da vattelapesca ........ se sapesse scrivere come sa incollare sarebbe un fenomeno. ....... Caro Simone C. telodioonsincerità diteunnesentivolamancanza perchè nonhainientedadireemoltodacopiare. ......... Saluti brava gente ....... Ultimo.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Bene! del 3/3/2012 - 18:23
La tua disinformazione fa ridere!
AUTORE: Simone C.
email: -

3/3/2012 - 19:45

I 1100 firmatari sono "solo" professori illustri nel mondo scientifico e intellettuali. Fammi un piacere..
Saluti
----------------  RISPONDI





In risposta a: Bene! del 3/3/2012 - 18:23
Facciamo una consultazione seria sul Tav
AUTORE: ovidio
email: -

3/3/2012 - 19:29

Perché non fare una consultazione popolare per uscire da questo confronto corpo a corpo?
Una consultazione per sapere quanti sono a favore e quanti contro? Un voto capillare e simbolico, una specie di referendum a carattere consultivo in cui si discute seriamente sui dati, ci si conta, si guarda cosa risponde la maggioranza dei valsusini e soprattutto si interrompono le violenze. Capisco l'obiezione: chi dovrebbe votare? Ora non so, ma parliamone.
Non è ascolto quello di chi dice: il Tav si fa, l'abbiamo deciso 30 anni fa, ma discutiamo. Se vogliamo un dialogo vero dobbiamo cominciare a ragionare se sia una grande opera utile e necessaria o se non sia un inutile spreco in questi tempi di crisi.
Questo sì mi pare "ovvio e strategico".
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
L' Economist sul Tav
AUTORE: Rilancio
email: -

3/3/2012 - 18:26

Un po' lunghetto...ma vale la pena leggersi cosa dicono in quel covo bolscevico e anarco- insurrezionalista dell' Economist.
" i treni ad alta velocità raramente conseguono i vasti benefici economici che i suoi promotori prevedono. Il governo inglese – l’ultimo ad essere ingannato da questa visione della modernità – dovrebbe ripensarci. In questo momento ovunque si parla di alta velocità. Sei paesi hanno investito grosse somme nei treni “pallottola”: Giappone, Francia, Germania, Spagna, e, più recentemente, l’Italia e la Cina. Australia, Portogallo e Indonesia stanno considerando nuove linee. E il governo britannico sta valutando piani per 32 miliardi di sterline (52 miliardi di dollari) per collegare Londra al nord dell’Inghilterra.

Imprese rischiose che altrove si sono inceppate: la Cina ha sospeso i nuovi progetti dopo una collisione fatale di due treni ad alta velocità nel mese di luglio; il Brasile ha ritardato i piani per un collegamento rapido Rio de Janeiro-São Paulo, dopo il venir meno dell’interesse da parte delle ditte di costruzione. Eppure i governi continuano a farsi influenzare dall’idea che tali progetti possano aiutare a ridurre le disparità regionali e promuovere la crescita. In effetti, nelle economie più sviluppate i treni ad alta velocità non riescono a colmare i divari fra le regioni e, talvolta, li aggravano. Migliori collegamenti rafforzano i vantaggi di una città ricca situata nel punto centrale della rete: le ditte in regioni prosperose possono raggiungere un’area più grande, finendo per danneggiare le prospettive dei luoghi più poveri.
Anche in Giappone, dove corre la linea ad alta velocità di maggior successo commerciale, Tokyo continua a crescere più rapidamente di Osaka. Le nuove linee ferroviarie spagnole hanno ingrossato le imprese di Madrid a discapito di quelle di Siviglia. La tendenza in Francia è quella di trasferire le sedi centrali a Parigi a svantaggio di altre località. Anche se qualche città ne trae benefici, i restanti luoghi al di là della rete ferroviaria ne soffrono: la velocità è raggiunta parzialmente, al costo di ridurre le fermate, cosicché aree già ben servite dai servizi esistenti si trovano nuove linee che le escludono. Zone della Gran Bretagna, per esempio, temono che una nuova cerniera di ferrovia creerà città di secondo livello fornite da un minor numero di treni più lenti. Le linee ad alta velocità, come altri progetti di rigenerazione, spesso spostano l’attività economica, piuttosto che crearla. I vantaggi, nel frattempo, per lo più maturano per i viaggiatori d’affari. In Cina i prezzi dei biglietti sono fuori dalla portata della maggior parte delle persone, cosicché i nuovi treni sono pieni di posti vuoti. Ma siccome le linee ad alta velocità richiedono enormi investimenti, di solito da parte dei governi, i contribuenti ordinari finiscono per pagare. In tal modo, invece di ridistribuire ricchezza e opportunità, solo le regioni ricche e pochi individui ne traggono vantaggio a scapito di quelli più poveri.

Avanti a tutto vapore. I treni ultra-veloci vivranno il loro tempo. Sono un buon modo per tagliare i viaggi aerei e le emissioni di carbonio, soprattutto laddove, come in Cina, collegano cluster distanti ad alta densità di popolazione. Su percorsi più brevi, i loro vantaggi diminuiscono: non possono né trasformare una regione né replicare i vantaggi delle connessioni più grandi. E non conviene risparmiare sui collegamenti ad alta velocità: i fallimenti nella sicurezza in Cina hanno evidenziato i pericoli nell’economizzare ad ogni costo.

Allo stato attuale, per la maggior parte dei posti, i benefici marginali di queste fantastiche conquiste dell’ingegneria, tradotti in termini di tempi di percorrenza ridotti, vengono soppressi dai costi elevati. E i costi di finanziamento riducono i fondi che potrebbero essere disponibili per schemi più semplici, ma più efficienti. L’aggiornamento delle linee esistenti, delle reti più lente, soprattutto nei paesi più piccoli, spesso ha maggior senso. La capacità può essere aumentata con treni più lunghi e piattaforme estese. Alcune spaziose carrozze di prima classe possono essere convertite in quelle più compresse di seconda classe; una politica dei prezzi può razionare la domanda più efficacemente nelle ore di punta. Un sistema segnaletico migliore può aumentare la velocità media dei viaggi. I treni non ad alta velocità in Gran Bretagna, ad esempio, sono già più veloci degli equivalenti di molti altri paesi. Alcuni treni che attualmente viaggiano a 125 miglia all’ora potrebbero andare più veloci se la segnaletica venisse aggiornata – probabilmente per i politici è più allettante inaugurare un nuovo futuristico servizio che togliere la copertura ad un nuovo pannello di segnaletica!
La Gran Bretagna fa ancora in tempo ad abbandonare questo progetto di grandi infrastrutture, e dovrebbe. Anche altri paesi dovrebbero rivedere i piani per espandere o introdurre tali linee. Un buon schema di infrastrutture ha una vita lunga. Ma uno cattivo può deragliare sia la finanza pubblica sia le ambizioni di sviluppo di un Paese."
----------------  RISPONDI





In risposta a: ORA E SEMPRE NO TAV!!! del 3/3/2012 - 15:50
Bene!
AUTORE: Don Bairo
email: -

3/3/2012 - 18:23

Bene.

Per ora siamo a 1.100 firmatari su una popolazione (all'incirca) di 60.000.000

Per ora siamo allo 0,00183%, teneteci aggiornati.
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
ORA E SEMPRE NO TAV!!!
AUTORE: SImone C.
email: -

3/3/2012 - 15:50

Numero di firmatari: 1100

Appello per un ripensamento del progetto di nuova linea ferroviaria Torino–Lione
al Presidente del Consiglio Mario Monti
Gennaio 2012


Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Prof. Mario Monti
Palazzo Chigi
ROMA

gennaio 2012


Oggetto: Appello per un ripensamento del progetto di nuova linea ferroviaria Torino – Lione, Progetto Prioritario TEN-T N° 6, sulla base di evidenze economiche, ambientali e sociali.

Onorevole Presidente,

ci rivolgiamo a Lei e al Governo da Lei presieduto, nella convinzione di trovare un ascolto attento e privo di pregiudizi a quanto intendiamo esporLe sulla base della nostra esperienza e competenza professionale ed accademica. Il problema della nuova linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Torino-Lione rappresenta per noi, ricercatori, docenti e professionisti, una questione di metodo e di merito sulla quale non è più possibile soprassedere, nell’interesse del Paese. Ciò è tanto più vero nella presente difficile congiuntura economica che il suo Governo è chiamato ad affrontare.

Sentiamo come nostro dovere riaffermare - e nel seguito di questa lettera, argomentare - che il progetto1 della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, inspiegabilmente definito “strategico”, non si giustifica dal punto di vista della domanda di trasporto merci e passeggeri, non presenta prospettive di convenienza economica né per il territorio attraversato né per i territori limitrofi né per il Paese, non garantisce in alcun modo il ritorno alle casse pubbliche degli ingenti capitali investiti (anche per la mancanza di un qualsivoglia piano finanziario), è passibile di generare ingenti danni ambientali diretti e indiretti, e infine è tale da generare un notevole impatto sociale sulle aree attraversate, sia per la prevista durata dei lavori, sia per il pesante stravolgimento della vita delle comunità locali e dei territori coinvolti.

Diminuita domanda di trasporto merci e passeggeri

Nel decennio tra il 2000 e il 2009, prima della crisi, il traffico complessivo di merci dei tunnel autostradali del Fréjus e del Monte Bianco è crollato del 31%. Nel 2009 ha raggiunto il valore di 18 milioni di tonnellate di merci trasportate, come 22 anni prima. Nello stesso periodo si è dimezzato anche il traffico merci sulla ferrovia del Fréjus, anziché raddoppiare come ipotizzato nel 2000 nella Dichiarazione di Modane sottoscritta dai Governi italiano e francese. La nuova linea ferroviaria Torino-Lione, tra l’altro, non sarebbe nemmeno ad Alta Velocità per passeggeri perché, essendo quasi interamente in galleria, la velocità massima di esercizio sarà di 220 km/h, con tratti a 160 e 120 km/h, come risulta dalla VIA presentata dalle Ferrovie Italiane. Per effetto del transito di treni passeggeri e merci, l’effettiva capacità della nuova linea ferroviaria Torino-Lione sarebbe praticamente identica a quella della linea storica, attualmente sottoutilizzata nonostante il suo ammodernamento terminato un anno fa e per il quale sono stati investiti da Italia e Francia circa 400 milioni di euro.

Assenza di vantaggi economici per il Paese

Per quanto attiene gli aspetti finanziari, ci sembra particolarmente importante sottolineare l’assenza di un effettivo ritorno del capitale investito. In particolare:

1. Non sono noti piani finanziari di sorta
Sono emerse recentemente ipotesi di una realizzazione del progetto per fasi, che richiedono nuove analisi tecniche, economiche e progettuali. Inoltre l’assenza di un piano finanziario dell’opera, in un periodo di estrema scarsità di risorse pubbliche, rende ancora più incerto il quadro decisionale in cui si colloca, con gravi rischi di “stop and go”.

2. Il ritorno finanziario appare trascurabile, anche con scenari molto ottimistici.
Le analisi finanziarie preliminari sembrano coerenti con gli elevati costi e il modesto traffico, cioè il grado di copertura delle spese in conto capitale è probabilmente vicino a zero. Il risultato dell’analisi costi-benefici effettuata dai promotori, e molto contestata, colloca comunque l’opera tra i progetti marginali.

3. Ci sono opere con ritorni certamente più elevati: occorre valutare le priorità
Risolvere i fenomeni di congestione estrema del traffico nelle aree metropolitane così come riabilitare e conservare il sistema ferroviario "storico" sono alternative da affrontare con urgenza, ricche di potenzialità innovativa, economicamente, ambientalmente e socialmente redditizie.

4. Il ruolo anticiclico di questo tipo di progetti sembra trascurabile.
Le grandi opere civili presentano un’elevatissima intensità di capitale, e tempi di realizzazione molto lunghi. Altre forme di spesa pubblica presenterebbero moltiplicatori molto più significativi.

5. Ci sono legittimi dubbi funzionali, e quindi economici, sul concetto di corridoio.
I corridoi europei sono tracciati semi-rettilinei, con forti significati simbolici, ma privi di supporti funzionali. Lungo tali corridoi vi possono essere tratte congestionate alternate a tratte con modesti traffici. Prevedere una continuità di investimenti per ragioni geometriche può dar luogo ad un uso molto inefficiente di risorse pubbliche, oggi drammaticamente scarse.

Bilancio energetico-ambientale nettamente negativo.

Esiste una vasta letteratura scientifica nazionale e internazionale, da cui si desume chiaramente che i costi energetici e il relativo contributo all’effetto serra da parte dell’alta velocità sono enormemente acuiti dal consumo per la costruzione e l’operatività delle infrastrutture (binari, viadotti, gallerie) nonché dai più elevati consumi elettrici per l’operatività dei treni, non adeguatamente compensati da flussi di traffico sottratti ad altre modalità. Non è pertanto in alcun modo ipotizzabile un minor contributo all’effetto serra, neanche rispetto al traffico autostradale di merci e passeggeri. Le affermazioni in tal senso sono basate sui soli consumi operativi (trascurando le infrastrutture) e su assunzioni di traffico crescente (prive di fondamento, a parte alcune tratte e orari di particolare importanza).

Risorse sottratte al benessere del Paese

Molto spesso in passato è stato sostenuto che alcuni grandi progetti tecnologici erano altamente remunerativi e assolutamente sicuri; la realtà ha purtroppo dimostrato il contrario. Gli investimenti per grandi opere non giustificate da una effettiva domanda, lungi dal creare occupazione e crescita, sottraggono capitali e risorse all’innovazione tecnologica, alla competitività delle piccole e medie imprese che sostengono il tessuto economico nazionale, alla creazione di nuove opportunità lavorative e alla diminuzione del carico fiscale. La nuova linea ferroviaria Torino-Lione, con un costo totale del tunnel transfrontaliero di base e tratte nazionali, previsto intorno ai 20 miliardi di euro (e una prevedibile lievitazione fino a 30 miliardi e forse anche di più, per l’inevitabile adeguamento dei prezzi già avvenuto negli altri tratti di Alta Velocità realizzati), penalizzerebbe l’economia italiana con un contributo al debito pubblico dello stesso ordine all’entità della stessa manovra economica che il Suo Governo ha messo in atto per fronteggiare la grave crisi economica e finanziaria che il Paese attraversa. è legittimo domandarsi come e a quali condizioni potranno essere reperite le ingenti risorse necessarie a questa faraonica opera, e quale sarà il ruolo del capitale pubblico. Alcune stime fanno pensare che grandi opere come TAV e ponte sullo stretto di Messina in realtà nascondano ingenti rischi per il rapporto debito/PIL del nostro Paese, costituendo sacche di debito nascosto, la cui copertura viene attribuita a capitale privato, di fatto garantito dall’intervento pubblico.

Sostenibilità e democrazia

La sostenibilità dell’economia e della vita sociale non si limita unicamente al patrimonio naturale che diamo in eredità alle generazioni future, ma coinvolge anche le conquiste economiche e le istituzioni sociali, l’espressione democratica della volontà dei cittadini e la risoluzione pacifica dei conflitti. In questo senso, l’applicazione di misure di sorveglianza di tipo militare dei cantieri della nuova linea ferroviaria Torino-Lione ci sembra un’anomalia che Le chiediamo vivamente di rimuovere al più presto, anche per dimostrare all’Unione Europea la capacità dell’Italia di instaurare un vero dialogo con i cittadini, basato su valutazioni trasparenti e documentabili, così come previsto dalla Convenzione di Århus2.

Per queste ragioni, Le chiediamo rispettosamente di rimettere in discussione in modo trasparente ed oggettivo le necessità dell’opera.

Non ci sembra privo di fondamento affermare che l’attuale congiuntura economica e finanziaria giustifichi ampiamente un eventuale ripensamento e consentirebbe al Paese di uscire con dignità da un progetto inutile, costoso e non privo di importanti conseguenze ambientali, anche per evitare di iniziare a realizzare un’opera che potrebbe essere completata solo assorbendo ingenti risorse da altri settori prioritari per la vita del Paese.

Con viva cordialità e rispettosa attesa,

Sergio Ulgiati, Università Parthenope, Napoli
Ivan Cicconi, Esperto di infrastrutture e appalti pubblici
Luca Mercalli, Società Meteorologica Italiana
Marco Ponti, Politecnico di Milano
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In risposta a: Le strafalcionate aumentano ........... del 3/3/2012 - 11:56
Hai ragione te ULTIMO!
AUTORE: Simone C.
email: -

3/3/2012 - 15:37

Caro Ultimo, infatti i tuoi scritti dimostrano saccenza e ignoranza... altro dirti non posso. Comunque ciascuno è libero di pensarla come vuole: sarà il tempo e saranno i fatti amettere il punto sulla questione. Io intanto dico NO TAV e NO a tutte le INGIUSTIZIE sociali ed economiche che POCHI scagliano contro MOLTI. Salute
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In risposta a: forse è il contrario del 2/3/2012 - 23:11
..e se il contrario fosse altro?
AUTORE: pedro
email: -

3/3/2012 - 13:48

Il dibattito sulla TAV non mi entusiasma e non posso aggiungere altro a quanto ho già espresso ripreso e riportato in sintesi dai quaderni dell'Osservatorio.
Personalmente ho una sola cosa da aggiungere al tuo commento.
Il malaffare italico teme,lotta e rema contro l'Europa.
Se poi le italiche connivenze, corruzioni e tangenti si annidano nelle opere pubbliche nostrane, vedrei meglio una lotta intensa contro il malaffare nostrano e non contro i progetti di completamento di opere già concluse, le quali sono in attesa del ricongiungimento.
Cordialmente.
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In risposta a: Le strafalcionate aumentano ........... del 3/3/2012 - 11:56
Il campo di distorsione della realtà...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

3/3/2012 - 13:47

...si è talmente esteso che qualcuno non riesce più a discernere la libera rielaborazione di informazioni attraverso il filtro della propria visione, della propria sensibilità, della propria cultura e dei propri auspici futuri con l'indottrinamento.
La sterminata palude intellettiva che alterna momenti di vuoto assoluto e di indicibile confusione su ogni cosa, si pasce - nella più veemente tradizione leghista - dell'attacco alla persona piuttosto che della critica puntuale alle sue idee, vagando senza meta alla ricerca di una qualche certezza, di un qualche approdo sicuro, di qualcuno che faccia da sponda ai suoi acquitrinosi effluvi mentali.
Non c'è migliore - e peggiore - esempio di quanto efficace sia stato il lavoro a maglia fine del regime, dilatatosi come una cancerogenesi su ogni cosa: le facoltà critiche hanno lasciato il posto all'accondiscendenza e laddove un tempo albergarono ragione, fantasia e voglia di esserci regnano oggi incontrastati dei cupi lupanari dove si consumano orge selvagge fra i peggiori istinti, le più grame prospettive ed i valori più crepuscolari.
La Resistenza è un atto doveroso e inizia dall'isolamento di certuni velenosi esemplari, corruttori del libero pensare e servi dei servi di un potere che non intende risparmiare niente e nessuno: c'è chi dice NO, per fortuna... ancora pochi esemplari del consorzio umano disgraziatamente ma... buoni e capaci di moltiplicarsi, insensibili alle atrocità intellettive che attraverso certi devastanti agenti patogeni contagiano e intossicano ogni cosa.
10, 100, 1000, 10000, 100000 NO-TAV, no-land grabbing (anche in Occidente), no-privatizzazioni, no-speculazioni, no-banche, no-euro, no-Merkel, no-Sarkosy, no-piano-strozza-Grecia, no-Ikea, no-GDO e ancora NO, NO e NO!
Perché non c'è cosa più difficile che opporsi all'ingiustizia: richiede facoltà intellettive di prim'ordine in un mondo in cui il sistema informativo ha trasformato ogni atto criminale ai danni dell'umanità in qualcosa di dovuto ed in una normale estensione della democrazia, che ha prodotto cioè la metamorfosi di inversione morale in un impeto anti-manicheo in ragione del quale si può mettere il segno meno davanti ad ogni cosa pur di preservare l'interesse di pochi sull'equità planetaria.
Così parlò (rispose) l'Avanese
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AUTORE: Ultimo
email: -

3/3/2012 - 11:56

........ quando si vuole ostentare saccenza ...... ma si è in possesso solo dell'ignoranza ..... caro Simone C. ........ sei allo stesso livello dell'avanese e sembra che siate state indottrinati dalla stessa mano. Anche se l'avanese è più borioso di te, la sostanza non cambia. ....... Ultimo.
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In risposta a: Si, anche l'Alfa era bene se la teneva lo Stato del 3/3/2012 - 0:07
Dev ancora rispondere...
AUTORE: Simone C.
email: -

3/3/2012 - 11:32

L'Alfa e le Autostrade non sono la stessa cosa! Stai facendo un paragone che non sta in piedi. La verità è che l'Italia è governata da banche, criminità organizzata (che invece della lupara ha i soldi) e imprenditori che pensano solo al prprio vantaggio (mi riferisco a Impregilo, Gavi, ecc). Il ponte sullo stretto di Messina, la TAV, il MOSE, ecc, ecc, ne sono la testimonianza. Io non ci sto. Le alluvioni? Gli smottamenti? Gli edifici (pubblici e privati) che cascano a pezzi? I fiumi che esondano e straripano? Le falde delle acque che si abbassano e s'inquinano? Tutto questo vuol dire TROPPO CEMENTO!
Dammi retta, gira di più... e i trattori lasciali riposare in pace. Salute
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AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

3/3/2012 - 9:37

L'immaginario collettivo è ormai pervaso da questa idea artificiosa di competere e concorrere ad ogni costo in un mondo in cui - prima, evidente e più insanabile contraddizione del capitalismo - della libera concorrenza è stata fatta man bassa proprio dai principali competitor internazionali, dai grandi cartelli finanziari mondiali di cui l'Europa non è che una mesta e insignificante appendice politica.
Lo Spread italiano è sceso sotto quello spagnolo: non accadeva dallo scorso agosto; ma i fratelli iberici (i lavoratori naturalmente, non i loro aguzzini confratelli soltanto dei nostri autoctoni) scelgono per decisione sovrana di andare nel baugigi ai diktat di questo baraccone blu a stelle gialle, proprio nel giorno in cui i lanzichenecchi di Bruxelles ordiscono l'ennesimo tradimento ai popoli d'Europa, l'unificazione della dottrina fiscale e di bilancio; in Spagna non si è disposti a svegliarsi e baciare il culo - a scelta - alla Merkel, a Sarkozy o a entrambi e, come ben si è potuto osservare, neanche in Grecia.
In Italia il campo di distorsione della realtà si estende invece oltre l'impossibile: i TG - quasi a reti unificate - si sbracciano per celebrare il rientro dello Spread; peccato: nel territorio pisano mi è parso che ancora gli automobilisti ignari affollino il distributore AGIP a Madonna dell'Acqua, ma soprattutto, il rosso-crociato in Sant'Ermete nel tentativo di trattenere nel portafoglio qualche spicciolo e, i consumi rispetto allo scorso anno (specie di generi alimentari) sono scesi dall'1,2 allo 0,2%!
La vipera Cruciani nel corso della trasmissione La Zanzara su Radio24 declama le parole di una improbabile SI-TAV di Bussoleno costretta al silenzio e all'anonimato per non incorrere nell'ira funesta dei comitati NO-TAV, e lo stolto ed insipido Cicchitto non risparmia espressioni al loro indirizzo come «Eversori» o «Estremisti»; una storia già risentita ai tempi in cui Mussolini, istigato e suggestionato dai propri generali a proposito dell'effettiva potenza militare italiana, elargiva gratuitamente del «Disfattista» a chiunque si opponesse ragionevolmente all'entrata in guerra dell'Italia.
Le prove tecniche di Partito Unico sono iniziate sotto la guida sapiente e lungimirante del generalissimo Monti: le tre principali correnti del partitone al potere sono concordi sull'uso di manganelli e lacrimogeni per dirimere ogni questione.
Lega e IDV, pseudo-nemesi di questo nuovo, fluido e vorace soggetto politico al soldo dei grandi capitali finanziari, saranno a breve pronte a confluirvi, purché si aggiusti il tiro, si dispensi gratuitamente vasellina a tutti gli italiani e si rifaccia un po di make up per non apparire senza ritegno quell'apparato che in effetti è ora, con le sue show girl geriatriche e non più sculettanti, la piagnona Fornero e la compassata Cancellieri, controfigura della Signora in Giallo.
C'è da capire come stanno le cose, memori di quell'indimenticata e infelice uscita di Fassino: «Ora abbiamo una banca»; la verità, la verità che si trova nei dati statistici: ci sono in Italia troppe ditte di costruzioni, con tutto rispetto per i muratori-artigiani ignari del malefico disegno del quale sono stati chiamati a loro insaputa a prendere parte.
Troppi ingegneri, troppi geometri, troppi costruttori, troppi immobiliaristi e un indotto delle costruzioni sterminato: la foto di un'Italia che necessiterebbe - per un diverso e più sostenibile modello di sviluppo - di più aziende culturali, più editoria, più istruzione, più formazione, più ricerca, etc. è in preda ad un orgasmo edilizio senza precedenti; bisogna costruire e costruire ad ogni costo per soddisfare questa insaziabile macchina bipartizan dell'industria edilizia e delle opere civili.
Non importa soddisfare bisogni reali, anzi, se possibile è debitamente meglio non soddisfarne alcuno: i bisogni mal si accordano con le esigenze di profitto speculativo.
Ed ecco la TAV, l'ultimo atto di una democrazia defunta: non ha importanza se il trasporto su rotaia in Italia è manchevole di almeno un quindicina di milioni di passeggeri, non ha importanza se la vecchia linea non è mai stata sfruttata neanche al 50% delle sue potenzialità, l'importante è costruire in barba alla sovranità popolare, in barba alla salute pubblica e ad ogni altro più elementare principio.
La cortina del partito unica è calata su ogni cosa, la dittatura della borghesia ci ha mostrato il suo vero volto: qualcuno vorrà obiettare che d'altro canto anche gli «Eversori» o «Estremisti» che affollano tutte le piazze d'Italia, siano essi NO-TAV, o semplicemente pescatori, operai della FIAT, studenti e chi più ne ha più ne metta, avrebbero potuto essere rappresentati in Parlamento... già, se solo però non fossero state ordite leggi elettorali per espellere il dissenso, per sciogliere minoranze, per allontanare la partecipazione e dissipare il consenso.
La dottrina Sharp si sta impadronendo di ogni cosa, creando un campo di distorsione della realtà allucinante in ragione del quale chi dissente, chi si oppone, chi non ci sta, chi si vuol sentire protagonista nelle scelte che riguardano i propri territori, assurge a «non rispettoso delle decisioni maggioritarie», ad incauto detrattore di ogni principio democratico, a violento e prevaricatore; così la soverchiante forza del partito unico non si manifesta più soltanto nella truce veemenza con cui i manganelli si abbattono sulle teste dei «Sediziosi», ma anche attraverso lo sguardo compassionevole della Cancellieri, attraverso un vittimismo trasudante, quasi il facciottone innocente di quella bestia di Ferrara.
È tutto qui in fondo: il partito unico deciderà di che cosa e per che cosa gioire... lo Spread è un argomento interessante, potrebbe quasi diventare fonte di ispirazione per una Festa Nazionale; i pescatori indiani scambiati per qualche redivivo Jack Sparrow invece no, le loro famiglie ed i loro figli non meritano alcuna comprensione o almeno, non più di quanta se ne possa attribuire ai fieri Marò che «sprezzanti del pericolo» ne hanno cancellato la miserrima esistenza.
Siamo sulla soglia di un baratro e, ahimè, non saranno sufficienti Santoro e Travaglio a impedirci di precipitare di fronte ad una volontà ferma e coesa, di fronte ad un imbarazzante intorpidimento di massa, ad un imbavagliamento del dissenso: la battaglia NO-TAV non sarà più d'ora in avanti un'iniziativa - l'unica possibile - per la legittima difesa di un territorio, ma la prima azione di Resistenza al regime, il primo tentativo di riaffermazione della sovranità popolare sullo strapotere dei banchieri, della finanza, dei grandi patrimoni, della GDO, delle grandi cooperative di costruzione e di questo mesto e insignificante fantoccio cui - per ironia della sorte - è stato esteso il mitico nome di Europa, grottesca caricatura di una vocazione letteraria e di un'inclinazione territoriale.
Diciamo NO alla TAV per restituirci una sovranità, oltre che per fare la cosa giusta: poco importa se l'opera sarà realizzata da una cooperativa ravennate - probabilmente la stessa che sta distruggendo il Parco di San Rossore col Porto di Marina -, poco importa se Bersani veda compromesso il suo portfolio industriale... questa linea non s'ha da fare!
PS
Ma ad Atene in piazza erano tutti Black Block? E in Val di Susa?!?
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