none_o

Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Come ogni sabato dall'inizio della bella stagione
il circondario si svuota: regna il silenzio.
Tapparelle abbassate, luci spente, stanze vuote
Provo .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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In risposta a: non mi sono mai dato del bravo... del 21/11/2011 - 14:58
Essere o non essere
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

21/11/2011 - 21:56

Perché scusarti, caro "Uno"? Non rimango ugualmente in difetto per aver parcheggiato la Pandina sul marciapiede?!? In fondo - seppur animato da buone intenzioni e per quanto non in possesso dello spazio per parcheggiare correttamente due automobili - ho sempre compiuto un'infrazione alle regole... magari non a quelle del buon senso, o almeno non del tutto, ma l'ho compiuta!
Per il resto tu ti ostini a confondere la necessità che avverto di argomentare come Cristo comanda ciò che sostengo, un certo tipo di sarcasmo o il mio attaccamento passionale alla lingua italiana per "ostentazione di superiorità" o chissà che altro, ma le cose non stanno così e se davvero mi conosci come dici dovresti anche saperlo perfettamente.
Altro discorso sarebbe se tu, comprendendo perfettamente ciò che sostengo, ma non condividendone le conclusioni, tu dissimulassi una specie di gretta e insipida ignoranza di facciata per legittimare attacchi alla persona, più facilmente sostenibili di eventuali confutazioni teoriche. O no?
----------------  RISPONDI





In risposta a: sei da nobel del 21/11/2011 - 10:51
è questione di stomaco
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

21/11/2011 - 15:55

caro Marco,
per me è una specie di allenamento, un ripasso di memoria, è evidente che se c'è una competizione politica e i partiti non possono essere finanziati se non coi rimborsi elettorali (discutibile comunque), ma il capo di un partito è anche colui che dispone di grandi risorse "a nero", come emerge dalle varie inchieste, di potere mediatico e di amicizie particolari, è "normale" che anche la concorrenza s'attrezzi di conseguenza.
Di fatto, con mezzi, terminologie e sistemi differenti è un po' come quando nella I repubblica la Dc era finanziata dagli USA ed andava bene a tutti, ma sollevava parecchie perplessità ad essere gentili, il fatto che l'allora URSS finanziasse il Pci nazionale, in molti poi rimasero quasi sorpresi.
Noi siamo figli di quell'epoca e poco è cambiato di fatto, lo dimostra proprio il servizio di Report dove si evince che ancora oggi vi sia una classe dirigente disposta a chiedere pizzi ad imprenditori e che vi sono imprenditori disposti a trovare vie preferenziali anzichè far valere la propria professionalità.
Di tutti o quasi quelli che denunciano tale situazione, nessuno lo fà al momento che il politico chiede ma sempre e solo quando non gli viene concesso qualcosa o il vento cambia ed entrano in difficoltà.
Certo le leggi e le pene per questi reati aiutano i trasgressori e danneggiano tutta la collettività, vanno sicuramente modificate ma visto il livello a cui siamo chi sarà realmente in grado di farlo?
----------------  RISPONDI





In risposta a: Evidentemente mi conosci poco del 21/11/2011 - 12:04
non mi sono mai dato del bravo...
AUTORE: "uno"
email: -

21/11/2011 - 14:58

Vedi caro Alessio, a me non da noia niente se non "la presunzione di essere uno scalino sopra gli altri" o "pensare di essere un passo avanti a tutti"! Te purtroppo ti atteggi proprio così!

So che hai tre figli...(ignoravo il fatto che quella signora fosse tua madre e ti chiedo scusa se te la sei presa!)!
Voglio dirti che non sono uno dei SUV-muniti di cui parli, non porto il cane a cacare davanti a casa tua (anzi, la gente porta il proprio cane a cacare davanti a casa mia),non sfreccio a 100km/h con il mio scooter e neanche con la macchina, anzi, siccome io sono uno di paese mi inca**o quando vedo la gente che va forte e mette a repentaglio la vita di TUTTI, e poi io di paese ci passo proprio poche volte visto che la gente (non solo te) parcheggia a caso...(vedi anche sulla curva vicino a dove stava il povero Josce!) e faccio il "giro largo" visto che mi torna meglio e per quanto mi riguarda la macchina la metto dentro la mia proprietà.

Comunque, i dissuasori che dici te, c'erano (anni fa) poi furono rimossi perchè ogni volta che passava il pullman ballavano le case!!!

Saluti...
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
7 domande a vuoto
AUTORE: ...
email: -

21/11/2011 - 13:24

Il tribunale di Milano ha condannato più di cento mafiosi che agivano nella patria della Lega Lombarda.
Qualche mese fa Roberto Saviano ebbe l'ardire di rivelare al popolo italiano il tempaccio che fa in quel di Milano e dintorni scatenando clamorose reazioni da parte del governo nazionale e soprattutto una rabbiosa risposta della Lega Nord, che pretese uno spazio -quasi a reti unificate- affinché il ministro dell'interno potesse rintuzzare le torbide accuse di Saviano. Il ministro venne in televisione e Saviano se ne andò.
Oggi che la verità di Saviano è stata confermata da un tribunale della Repubblica, tornerà il ministro Maroni in televisione a chiedere scusa a Saviano, e a tutti gli italiani?

Non è Monti l'uomo che farà scomparire per sempre Berlusconi dalla scena politica, è Passera. Passera è il terrore di Berlusconi ed è il papabile prossimo primo ministro, con l'approvazione e il sostegno di tutta la paperia. Ma non c'è nessun altro che può affondare tutta la flotta Berlusconi senza generare dubbi di conflitto di interessi? Senza alzare le cateratte del torrente Vaticano che preme per lasciarlo defluire nella vie del terzo polo di Casini? Passera sarà un filantropo, sarà una persona onesta e leale, lo garantisce lui stesso e Monti lo garantisce per lui, tuttavia a molti italiani non piace e ne hanno buone ragioni. Solleva sospetti e diffidenza, e fa meraviglia che abbia rinunciato a un compenso di quattro milioni l'anno per accettarne uno da quattrocentomila. Di fronte ai sospetti e alla diffidenza una persona davvero onesta rinuncerebbe. Sarebbe un bel gesto, perché di questi tempi anche le piccole ombre fanno il buio. Rinuncerà, Passera? E se non rinuncerà, lo gradiranno gli italiani come prossimo primo ministro?

Silvio ha minacciato un black out: se Monti varerà la patrimoniale lui staccherò la spina. Pier Silvio e Marina hanno rincarato la dose: che Monti non si azzardi a varare una legge sul conflitto d'interessi che danneggi Mediaset perché -Monti lo tenga ben presente- la maggioranza del Parlamento mangia ancora alla tavola della famiglia Berlusconi.
Siamo sicuri che Monti non tema black-out perché non è un robot e non va a elettricità? E che non tema né minacce né scomuniche?
----------------  RISPONDI





In risposta a: alessio alessio.... del 21/11/2011 - 9:45
Evidentemente mi conosci poco
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

21/11/2011 - 12:04

Caro illuminato concittadino, c'è una sostanziale differenza fra me e te: a me è stato dato poter trattare qualunque argomento in virtù del fatto che lo voglio, che sono in possesso degli strumenti cognitivi per poterlo fare, che coltivo un sogno di avvenire diverso da quello in cui stiamo letteralmente sprofondando - con o senza Berlusconi - per cui ho la percezione di affermare indirizzi perfettamente coerenti con ciò che penso... a te evidentemente no!
Detto questo e per pura informazione, la Pandina bianca non insolitamente parcheggiata sul marciapiede davanti casa mia è di mia personale proprietà, benché sia utilizzata principalmente dalla "donna" cui tu alludi, ovvero mia madre: mi cospargerò il capo di cenere e inizierò a parcheggiarla nella non lontana piazzetta antistante la scuola materna, se questo concorrerà a farti sentire meglio.
Fino ad oggi non avevo avuto la percezione che potesse dar così fastidio a qualcuno, anzi, pur consapevole della veniale infrazione al codice, ho addirittura ritenuto che, interponendosi come ostacolo minimo alla circolazione, potesse concorrere a far rallentare gli autobus di linea che frequentemente - a dispetto del canonico limite di 50 Km/h - vanno via in pezzi proprio in questo preciso punto ed i rituali 20 o 30 deficienti che hanno scambiato la Via di Falcata (e non solo quella) con un circuito di F1 o per un tracciato in cui testare liberamente se uno scooter può condurre tre persone senza casco; avevo ritenuto che potesse essere di aiuto anche per quei 4 o 5 SUV che pressoché quotidianamente transitano qui davanti due o tre volte - telefonino alla mano - senza guardare minimamente cosa accade per strada.
Sai, d'altra parte, se mi conosci bene saprai anche che ho tre bambini di cui due molto piccoli ed avere un surrogato artigianale di dissuasore davanti casa per la loro incolumità, laddove una serie di dissuasori veri e alla francese non guasterebbe proprio - anzi, sarebbe proprio cosa gradita! -, non mi sembrava proprio una cattiva soluzione.
Ma, che vuoi che ti dica... pensa te, qualcuno si lamenta che in Piazza a Vecchiano i cani defecano liberamente senza che nessuno raccolga i "ricordini": nell'unico posto-auto a disposizione delle due in mio possesso quotidianamente qualcuno si diverte a condurre il proprio esemplare canino a fare i propri bisognini perché - evidentemente - adora farli proprio lì... che dovrei dire?
Oppure, che dovrei dire delle lunghe ed estenuanti lezioni primaverili di batteria a finestra aperta che possono allietare casa mia anche per 4 ore consecutive al giorno?
Esiste anche il cosiddetto quieto vivere paesano che, aldilà di qualche sporadica discussione, mi ha sempre indotto a regolare i conti pacificamente, personalmente e secondo buon senso: fa piacere sapere che mi conosci (ma non ti firmi o non mi invii una mail personale!) e che tu non sia venuto a farmi notare che la Pandina dovrebbe essere rimossa dalla posizione in cui abitualmente la lascio per fare le tue orgogliose rivelazioni al mondo intero sulle inadempienze del Niccolai (non ne troverai altre, se ti può fare piacere).
Visto che comunque "chi è senza peccato etc", identificati, così vediamo quante inadempienze sono a carico tuo per tirar del pari, visto che te saresti quello "bravo"! In ogni caso ricorda che attaccare la persona (operazione tipicamente leghista) non contribuirà a sminuire i miei ragionamenti o a dare credibilità ai tuoi: quando avrò rimosso la Pandina una volta per tutte dalla posizione incriminata, che farai? Se ad esempio sei uno di quelli che si diverte a menare il can per l'aia (a fare i propri bisognini a casa mia), o a sfrecciare a 100 Km/h in paese o, ancora, a guidare il SUV a "tutto telefonino" che farai quando la Panda non ti darà più alcuna noia?
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In risposta a: Coscienza di classe del 20/11/2011 - 12:48
Ma quale classe!
AUTORE: Il Moreccio
email: -

21/11/2011 - 11:17

Io non sono esimio come il dott. Marx o come Engels, ma in altrettanto modo suggerisco a chiunque svolga solo la professione dell’intelletto di utilizzare anche i propri arti superiori, per un benessere completo dell’individuo; vangare la terra, per esempio, oppure andare a estrarre il carbone nelle miniere del Sulcis o anche a staccare i blocchi di marmo dalle cave a Carrara. Ebbene, sapeste come fa bene alla mente questo genere di attività. Forse voi non lo sapete, ma si chiama “lavorare”.
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In risposta a: vero del 21/11/2011 - 9:10
sei da nobel
AUTORE: marco
email: [protetta]

21/11/2011 - 10:51

Ciao Simone,
sei da premio nobel,riuscire a vedere la fine di report di ieri sera ....io 15 minuti e poi ho girato,con gli occhi rossi dalla rabbia...ma dove si vive,qui ci vuole la pena certa,rubi..in galera e si butta via la chiave,e' roba da matti

marco
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In risposta a: alessio alessio.... del 21/11/2011 - 9:45
Habemus uno- ed Alessio trino a grande richiesta
AUTORE: Oracolo del Lunedì mattina
email: -

21/11/2011 - 10:37

Un amico avanese di Lui gli 'iede d'esse come l'agnello di dio che toglie tutti i peccati del mondo; compreso la pandina davanti l'uscio di 'asa ..ma dico io! va bene essere di vedute 'orte 'orte ma...Alessio santo subito..no! 'nsennò è troppo e..se gli amici/amiche di Alessio 'mparassero a scorreggiare autonomamente: sarebbe anco ll'ora.
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In risposta a: del
alessio alessio....
AUTORE: "uno"
email: -

21/11/2011 - 9:45

Se io (Avanese da quando son nato) devo essere "rappresentato" dal Alessio (Niccolai), mi vergogno d'esse avanese!!!

Caro Alessio (ti do del "tu" perché ci conosciamo), invece d'occupatti di cose che, senza offesa, non ci capisci nulla, perchè non inizi a far rispettare le "regole" alla gente tua compaesana?

C'è una donna che parcheggia fisso la sua Pandina davanti a casa tua...se n'è mai accorto nessuno che rompe le scatole? Se io vengo dalla bottega e vado verso le scuole mi devo allargare, e se nello stesso momento arriva uno nel senso opposto, e non lo vedo perchè c'è la curva, ci tocca inchiodà con rischio di tamponamenti! (Non mi parlare di "distanze di sicurezza" che tanto son convinto un le rispetti nemmeno te quando hai furia!)
Ora, ragionando, visto che la curva un si pole "addirizzà", un sarebbe 'rcaso di non parcheggiarci?

Inizia con il preoccuparti di questi "problemini"...che per quelli più grossi c'è altra gente (che anche loro ci 'apiscan poco)!!!

Tanti saluti!
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In risposta a: politici....mah!!!!! del 21/11/2011 - 7:47
vero
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

21/11/2011 - 9:10

Caro Antonio, io ho resistito fino alla fine ed ho visto tutta la puntata, un vero e proprio scempio di danaro pubblico, l'ennesimo della lunghissima, infinita lista di tali fattacci italici.
Sul Fatto quotidiano di oggi leggo che tratti della variante di valico fatti dall'ex ministro Lunardi sono pericolanti e non sono lavori conclusi ma in fase di avanzamento.
Il problema caro mio è che tanti o pochi che siano continuano imperterriti e a tutti i livelli a curare i fattacci propri ed è un fenomeno esteso a tutta la società.
Per arrivare ad un risultato, a parte rimodulare leggi fatte apposta per evadere, eludere e trafficare coi soldi nostri, bisognerebbe iniziare una vera e propria campagna contro l'evasione ma sopratutti contro l'elusione il che significherebbe denunciare l'amico che ha 3 case ma riesce a dislocarle come se fossero tutte prima casa ed evitare tasse più alte, quello che simula la separazione per ridurre i redditi e magari spuntare un'isee migliore della tua e pagare meno tasse, rette e spese sanitarie, insomma bisognerebbe finire all'arma bianca soltanto perchè lo Stato ha abdicato da troppo tempo al suo ruolo di garante nel rispetto della costituzione.
Alla fine ci si indigna giustamente per quanto detto in trasmissioni utilissime come Report e si finisce con l'essere complici della situazione.
Anche questo governo di tecnici non riuscirà nell'intento per i veti incrociati di un parlamento di nominati per cui la patrimoniale no, il rimodulamento delle frequenze televisive no, via via fino ai sì alle pensioni, ai contratti di lavoro ancora più flessibili e all'iva forse al 22%, insomma paghiamo ancora noi, tanto di iva, contratti e ici, agli evasori/elusori importa sempre in minima parte.
Sarà anche dimesso il signor B. ma è ancora alla guida del sistema ormai troppo compromesso per poter essere raddrizzato da un manipolo di tecnici alcuni veramente validi, ma altri con le mani in pasta in questo sistema di corruzione diffusa, personalmente non sono ottimista su questa storia e non vedo questa grande indignazione in giro, in poche parole siamo già spacciati.
----------------  RISPONDI





In risposta a: Spaccio droga del 19/11/2011 - 21:57
vera piaga sociale
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

21/11/2011 - 8:44

Caro cittadino preoccupato, quanto dici è vero e si può estendere a tutto il territorio nazionale, anche nelle frazioni di San Giuliano, in particolare lungo tratti di pista ciclabile raggiungibili con le auto, si verificano "incontri" tra spacciatori e clienti dalle più svariate età e ceto sociale, a volte pare un vero e proprio fiume.
So che a Ripafratta alcuni intrepidi hanno letteralmente malmenato uno di questi spacciatori giunto fino alle porte delle abitazioni, non so se ha avuto il coraggio di tornare ma in quella zona non si sono più visti, inoltre una rete di informazioni alle forze dell'ordine hanno dato modo di organizzare indagini e arresti ripetuti.
Il guaio è che quelli arrestati sono dei pesci piccoli e arrivare al centro di distribuzione è difficile, richiede tempo e anche un pizzico di fortuna.
La ricetta in questi casi è solo quella di vigilare il più possibile, informare le forze dell'ordine di targhe, persone e fatto sospetti e nell'attesa tornare a puntare maggiore attenzione verso i propri figli distogliendoli da queste attrazioni fatali.
Come per la prostituzione, anche lo spaccio di droga è un fatto culturale e di domanda/offerta, senza mercato niente prostitute e niente droga ma per fare questo ci vorrebbe una vera e propria rivoluzione mentale per capire e far capire che si vive benissimo anche senza, anzi in certi casi si vive più a lungo.
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In risposta a: del
politici....mah!!!!!
AUTORE: antonio alfiero
email: -

21/11/2011 - 7:47

Nella serata di ieri ho visto circa 3 minuti di report ed il livello di indignazione è salito ulterirmente.
Il servizio parlava di come la provincia di Milano ha acquistato le azioni della cd Milano Serravalle, nella persona del suo presidente Penati ad un prezzo che la corte dei conti nel 2010 ha ritenuto oltremodo superiore al valore economico.
Alla soc. che aveva in possesso la maggioranza delle azioni, ovvero l' imprenditore che aveva costruito la citata autostrada, ricavava una plusvalenza di oltre 175.000.000 di euro ( diconsi centosettantacinquemilioni) ovvero circa 3.500.000.000 di vecchie lire.
Le plusvalenze vanno tassate con una percentuale che varia a seconda del fatturato, ma essendo una grande azienda l'ipotesi è che la percentuale sia del 52%, ovvero, l'erario avrebbe dovuto intascare circa 85.000.000 di euro. Ma al contribuente viene incontro una "leggina" che tutela i "poveri" imprenditori e che avvantaggia le aggregazioni, ovvero " sono grande, ma se mi unisco a te che sei come me diveniamo grandi il doppio e facciamo la voce grossa il doppio"...percui l'imprenditore avvalendosi di questa leggina messa a punto dall' ex ministro delle finanze paga all'erario il 3% del 30% della plus valenza. In soldoni circa il 2% di tutto ovvero 3.000.000 circa di euro... ed io lavoratore dipendente che non sgarro e pago il 38% non devo essere leggermente inc...to o INDIGNATO ?
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In risposta a: Lavorare del 19/11/2011 - 23:32
Coscienza di classe
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

20/11/2011 - 12:48

Mi è dato sapere che sia conferita capacità di intendere e volere a chiunque sia dotato di un cervello funzionante, quantunque la sua attività lavorativa o professionale richieda il solo utilizzo di un'abilità manuale.
Dunque se la divisione del lavoro è avanzata così pesantemente da rendere qualcuno incline ad avvertire lavoro e pensiero come due entità in contrapposizione fra di loro, diventa chiaro cosa e quanto ci sia da fare per comporre e/o ricomporre una coscienza di classe.
La filosofia non è un'abilità professionale, ma uno strumento di cui ogni singolo essere umano dovrebbe essere in possesso: dal greco φιλοσοφία, composizione di φιλεῖν (leggesi: filèin) cioè «amare», e σοφία (leggesi: sofìa), «sapienza», ovvero "amore per il sapere", non dovrebbe riferirsi soltanto a chi abbia divorato centinaia di tomi dietro un banco universitario, ma fondamentalmente a chi "pensa", a chi "rielabora" conoscenze, derivanti indistintamente da esperienze personali o da conoscenze maturate (che equivalgono a esperienze personali di altri), per contribuire positivamente alla crescita della conoscenza individuale e collettiva.
Non mi riterrei senz'altro Marxista se condividessi l'idea cartesiana per cui «Cogito Ergo Sum» ("penso dunque sono"), ma sicuramente convergo sull'idea per cui "non penso dunque non sono", ancorché allo «schiavo non sia sufficiente rendersi conto di essere incatenato per potersi ritenere libero», ma debba in realtà spezzare prima le sue catene.
Così Morecci e Pioppini è bene che ciascuno pensi, qualunque sia il suo pensiero: perché nessuna opinione può valere qualcosa se formulata senza la minima cognizione di causa o se non suffragata dall'adesione - consapevole o meno - ad un sistema filosofico; in altre parole nessun dottore prescrive a chiunque svolga un'attività lavorativa manuale di non utilizzare le proprie facoltà intellettive, anzi, gli esimi Dott.ri Marx ed Engels suggeriscono a chiunque non svolga una professione dell'intelletto di utilizzare le proprie facoltà intellettive molto più intensamente degli altri, benché nessuno corrisponda loro un compenso per farlo!
Per quanto riguarda invece l'intervento di Teo, comprendo lo sforzo madornale per apparire a sé stesso di Sinistra: disgraziatamente scagliare anatemi contro il MDP Capitalistico non è di per sé sufficiente a superarle; in genere l'essere «membri illuminati» della borghesia occidentale nella fase imperialista del capitalismo può portare soltanto a due possibili conclusioni: seguendo fino in fondo la «Linea Nera» si può diventare Massoni, seguendo invece la «Linea Rossa» Comunisti... a te la scelta e le conclusioni da trarre.
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In risposta a: Per Niccolai del 20/11/2011 - 9:12
gode cosi..
AUTORE: marco
email: [protetta]

20/11/2011 - 11:17

non diamoli piu'spago..gode cosi,mi sembra di vederlo con la bava alla bocca mentre si accanisce con la povera tastiera..lasciamo ai suoi infiti monologhi senza rispondere
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In risposta a: Lavorare del 19/11/2011 - 23:32
Morecci, pioppini, e settimini
AUTORE: Oracolo Filosofo di strada
email: -

20/11/2011 - 9:40

Il più ricco (certamente) e più furbo (secondo lui) di tutti noi ci disse una sera dopocena dalle sue e nostre televisioni che dopo aver lavorato dalle 14/16 ore, se gli andava di spupazzare una giovane donna in tirella era suo diritto inalienabile e fra noi villani c'è chi c'ha la passione (dopo aver lavorato s'intende) di farsi una scopa con due o quattro amici al bar(sempre dopocena se lavoratore attivo) ma se si è già dato il massimo e si viene messi in quiescenza si più partire anche per la guazza (però se si trova scossa non conviene andar per pioppini) i pioppini si trovano a buo fermo (da intendersi: o sulla ciocca o nimmo) per morecci invece l'area è vasta e alle volte senza girar tanto si trovano anche a Vecchiano alla 'Oppe o meglio ancora stando seduti davanti ad un computer e navigare sull'infinita Wichipedia e li anche se s'incapa in un boletus satanas, la sciorta unsi piglia.

Vede sig. Moreccio la mia filosofia è questa, non ho avuto modo di prendere la laurea universitaria in filosofia ma poi penso al primo filosofo e del come avrà fatto a dare la tesi se prima di lui nessuno aveva quei titoli accademici equipollenti per recitare il rito: con l'autorità conferitami, ti nomino dottore delle scienze filosofiche o giù di lì(mistero).

Per filosofeggiare dopo aver lavorato una giornata, va bene il dopocena o la domenica; giorno di riposo per i più. Come per giocare a carte od altri svaghi ed il vantaggio di noi filosofi eclettici (e di strada) è che se andiamo dietro ad un morecciaio professionista, rimarremmo certamente indietro ma a casa troviamo l'orto bello pieno di tutto un po e una bella frittata si rimedia sempre e sapendola cucinare in proprio si può rigirare (sempre la frittata)quando e quanto lo vogliano e di siuro non saprà di bruciato o di attaccaticcio e nemmeno di stantio, e perchè non sappia di stantio e per non farla troppo palloccolosa, chiudo e libbri ed auguro buona giornata di festa a tutti i lettori del Forum della Voce e a chi non la legge!? niela racconto a mano.

nb, ho confuso mpò il plurale maiestatis con l'io personale ma..questa è la filosofia di Noi Oracoli eclettici.
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In risposta a: Interessante ma... sociologico del 19/11/2011 - 14:50
Per Niccolai
AUTORE: Teo
email: -

20/11/2011 - 9:12

O Niccolai, ma non ti va mai bene niente!! Sembra proprio che solo tu potrai salvare il mondo.
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
Lavorare
AUTORE: Il Moreccio
email: -

19/11/2011 - 23:32

Lavorare!
AUTORE: Il Moreccio
email: -

19/11/2011 - 18:17

Ecco la vera ragione dell'italiana debolezza e della nostra galoppante povertà; invece di lavorare siete diventati tutti filosofi.

ndr; attenzione: questa opinione era stata spedita nella sez.ANNUNCI
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
Spaccio droga
AUTORE: cittadino preoccupato
email: -

19/11/2011 - 21:57

All'indomani dell'intervento effettuato dalle Forze dell'Ordine e dal Parco contro gli spacciatori nella zona lungo ferrovia e antistante La Costanza,lo spaccio continua.Giovani e non,ragazzine con Scooter e auto si fermano sull'Aurelia nella zona dell'antenna mimetizzata e questo avviene quasi giornalmente e con più intensità nel Weekend.Questo movimento,insolito,non ha trovato una attenzione adeguata. Come al solito si riempiono pagine di giornali con interventi di facciata..e poi ci si dimentica.Questo grave problema deve trovare l'attenzione dei cittadini e delle istituzioni
----------------  RISPONDI





In risposta a: Sobrietà del 19/11/2011 - 10:04
Interessante ma... sociologico
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

19/11/2011 - 14:50

Caro Teo, ciò che affermi è estremamente interessante, ma sembra il parto di qualche ricercatore della Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento per non ammettere cambiamenti radicali, avanzamenti anche di natura rivoluzionaria della società; non è una nota di disappunto esplicitamente rivolta a te, ma una specie di lapidaria attualizzazione della «Critica del Programma di Gotha» del 1875.
I bisogni umani sono e rimangono gli stessi sostanzialmente dagli albori dell'umanità: ciò che nel corso dei millenni è radicalmente mutato è la loro lettura e classificazione (discipline in cui i sociologi eccellono), fondamentalmente per poter con straordinaria agilità nascondere attraverso quanti e quali processi essi possono essere soddisfatti (che equivale ad entrare nello specifico dei meccanismi di un Modo di Produzione, dei rapporti sociali che ha ingenerato e delle sovrastrutture politiche ad essi connesse).
Se ci vogliamo accontentare di una lettura sui generis, poco oggettiva, estremamente anti-storica e decisamente sociologica, ci potremmo accontentare della Piramide di Maslow, che annovera la Proprietà al secondo livello nella scala dei Bisogni, cioè immediatamente sopra quelli elementari o fisiologici: in realtà tutti i livelli considerati «superiori» al primo, non ne sono che articolazioni accessorie dinamicamente mutevoli sulla base del Modo di Produzione presente; Maslow mette il ragionevole bisogno di Sicurezza e di Salute dell'uomo sullo stesso piano della Proprietà Privata dei mezzi di Produzione, contravvenendo ad un'istanza di storicizzazione (il Modo di Produzione Feudale non si adatta a questa lettura e, men che meno quello Schiavistico dell'antichità classica).
Ma, caro Teo, l'argomento è estremamente complesso e difficilmente trattabile su un Forum online: ciò che invece mi sembra di straordinario e puntuale interesse è il dato per cui «mentre ci si cullava in questo disorientamento euforico, basato sull'illusione di una crescita infinita, in realtà il Pil italiano decelerava costantemente la sua corsa. [...]», in ragione del fatto che tale constatazione ha la capacità di mandare tutto il lavoro dissimulatorio di depistamento analitico prodotto dai sociologi (con particolare riferimento alla Scuola Trentina) in una manciata di secondi a farsi friggere e benedire di fronte all'unica Verità Assoluta che possa essere considerata tale, cioè la Storia.
La tua orgogliosa - e per certi versi condivisa - invocazione di Sobrietà non apporta però alcun contenuto innovativo e rivoluzionario alla discussione, nel suo bislacco e maldestro tentativo di dare una limata alle contraddizioni del Modo di Produzione, geolocalizzando un'iniziativa spontanea e volontaria di consumo più consapevole, di utilizzo più etico e conforme delle risorse che non cambierà minimamente gli assetti sociali e le dinamiche di soddisfazione dei bisogni che, per qualcuno continueranno e non poter essere appagati neanche a livello fisiologico, per altri saranno semplicemente ridimensionati e circoscritti, mentre ancora, per una minima porzione della popolazione mondiale rimarranno ugualmente iper-soddisfatti.
Dunque «rivalutare l'altruismo, la collaborazione, il tempo libero, la socialità, l'autonomia, la bellezza, l'atteggiamento del giardiniere piuttosto che quello del predatore» è un'operazione strutturalmente inutile - benché auspicabile a breve termine e comunque doverosamente perseguibile - perché sono i rapporti di produzione attuali che ne vanificano l'instaurazione, rendendola assimilabile ad un'involuzione praticabile solo presso poche «isole felici» e di cui si possono riscontrare tutte le contraddizioni plausibili nella lettura di quello straordinario saggio che è «Forme economiche pre-capitalistiche» di Marx, uno scritto molto interessante e poco noto anche alla maggior parte di tanti sedicenti «Comunisti».
Disgraziatamente, il «fare il giardiniere» è sempre più frequentemente sacrificato alla soddisfazione di bisogni primari, non diversamente appagabili: è più probabile che si proceda alla vendita di un terreno ad uso agricolo alla multinazionale di turno che, ragionevolmente vi farà calare di lì a poco il suo bravo casermone di cemento, piuttosto che considerare l'opportunità di coltivarselo per ricavarne prodotti a Centimetro-Zero per il semplice fatto che, in primo luogo esso non riuscirà in ogni caso a dare soddisfazione per tutti i bisogni primari del suo possessore se non a medio o lungo termine, e in secondo luogo, perché l'altra soluzione - seppur chiaramente poco illuminata e lungimirante - ha la caratteristica di poter soddisfare nel breve periodo ben altro che i semplici bisogni primari!
Il problema più serio però è un altro: sei convinto che tutti - sempre conformemente agli attuali rapporti di produzione - siano proprietari del tempo o di un appezzamento di terra da poter coltivare (leggesi in entrambi i casi "proprietari dei Mezzi di Produzione")?
Sei altresì convinto che a ciascuno indistintamente sia dato poter essere altruista (che equivale a dire godere di un'eccedenza - seppur piccola - di risorse atte a soddisfare i propri bisogni)?
Si può peraltro «ridefinire in cosa consistono realmente la ricchezza, il lusso, la bellezza, la proprietà», ma l'aver cambiato le carte in tavola non contribuirà neanche minimamente alla soddisfazione di alcun bisogno in più di quelli che si riescono a soddisfare attualmente: si può emanare una legge in ragione della quale essere «ricchi» significhi essere generosi, oppure saggi, edotti, o tutte queste cose insieme, ma a quel punto solo ai «poveri» sarà dato continuare a mangiare secondo fabbisogno, a dormire per quello che è necessario, etc.; si può decretare che «bello», anziché le tette o le chiappe delle veline, sia rappresentato dalla poetica classica, ma, ancorché abbiamo prodotto un significativo passo avanti da un punto di vista culturale e magari seppellito la De Filippi o l'Aran Endemol, abbiamo soltanto distratto il meccanismo della produzione del profitto da un'industria oltre la quale esiste soltanto il lenocinio, per farlo focalizzare su un'industria diversa, in questo caso quella editoriale; si può stabilire che «vivere nel lusso» voglia dire ad esempio abitare in una palafitta di concezione bio-architettonica anziché in una prestigiosa dimora storica, possedere un cane meticcio piuttosto che un uno Yorkshire con pedigree, indossare abiti di plastica riciclata invece che pellicce di visone e fare le vacanze in capanna di arbusti, anziché in crociera con una grossa compagnia navale, ma purtroppo, alla maggioranza - quando va bene - toccherà continuare a vivere in squallide villette a schiera, costruite senza alcun criterio e magari entro 10 metri dal corso di un fiume, i canili si potranno arricchire illimitatamente a danno di altri poveri ignari animali colpevoli di avere "nobili discendenze", gli stilisti di moda inizieranno a licenziare i sarti e ad assumere spazzini e al posto della cantieristica navale d'alto bordo sorgeranno sterminate segherie senza che minimamente si sia prodotta un'evoluzione sociale; la ridefinizione della consistenza della proprietà è invece qualcosa che mi interessa molto, perché nessun artificio sociologico e nessun sofisma filosofico può in alcun modo edulcorare o manipolare le possibilità operative che in merito si profilano all'orizzonte: la proprietà privata dei mezzi di produzione non nessun altra modalità di ridefinizione che l'«abolizione di sé stessa», vuoi per effetto di un graduale ma inesorabile incremento di quella collettiva, vuoi in conseguenza di un atto rivoluzionario (qualcosa di analogo alla promulgazione delle «Tesi di Aprile») o ancora, per una combinazione di entrambe le cose.
Di fronte a queste considerazioni si aggrovigliano letteralmente le possibilità concrete di applicazione dei restanti punti 3, 4, 5, 6, 7 e 8 senza mutare gli attuali rapporti socio-economici: come «ristrutturare la produzione, il consumo, il tempo, lo spazio in funzione di una decrescita ponderata» se la legge del profitto su cui si impernia l'esistenza stessa della Proprietà Privata tende spontaneamente e naturalmente alla crescita indiscriminata e, soprattutto, infinita? Se si tolgono queste due prospettive il MDP Capitalistico imploderà e, se si continuerà a non farlo, esploderà.
Come «rilocalizzare le sedi del potere, della produzione, del consumo, della vita in modo da evitare accentramenti autoritari, spostamenti inutili e desertificazioni coatte» senza abolire lo stato di cose presente? Il MDP Capitalistico ha purtroppo una funzionalità plasmata sul modello dei «Vasi Comunicanti» per cui, qualunque operazione tu lo costringa a compiere non impedirà alla sua «liquidità» di trasferire altrove i propri centri di irradiazione.
Come «ridistribuire equamente il lavoro, la ricchezza, il sapere e il potere per superare gli attuali squilibri e ridurre la carica di violenta conflittualità che ne deriva»? L'impresa non trasferisce la propria produzione nel Su-Est asiatico per un'innata cattiveria dei propri amministratori, ma per non soccombere nella competizione generale imposta dalla legge del profitto... che farai Teo, li convincerai uno per uno ad essere più buoni?
È inutile che vada avanti, caro Teo con gli ultimi due punti che, peraltro mi stanno personalmente più a cuore anche dei precedenti: in linea di massima sono d'accordo con te quasi su tutto, ma si tratta pur sempre di parole d'ordine che, senza un necessario e preventivo capovolgimento di natura rivoluzionaria degli attuali rapporti sociali, rimarranno inevitabilmente lettera morta e - queste sì - utopie belle e buone!
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In risposta a: Sobrietà del 19/11/2011 - 10:04
Sobrietà e limiti
AUTORE: Bruno Baglini
email: -

19/11/2011 - 13:33

Lo sapevamo già e quel sant'uomo che è don Andrea Gallo lo ha esplicitato benissimo nel suo intervento magistrale alla Casa del Popolo di Vecchiano.
Di questo passo ne abbiamo per una quarantina di anni dice l'anziano saggio prete.
Se può essere di consolazione a chi fra 40 anni non sarà più un suo problema su questa terra, rimane il fatto che uccidendo la speranza di un miglioramento costante come si è avuto noi e chi prima di noi, non si approda da nessuna parte e grossolanamente lo vediamo anche nelle nostre decisioni facilone.
Entriamo in un supermercato per prendere il necessario e vediamo: chi non a preso il carrello per autolimitarsi, si inzacchera tutto con buste di surgelati offerte -prendi tre- paghi due- che è la conseguenza immediata del lavoro offerto a due ed il terzo rimane disoccupato ed è esattamente quello che avviene fuori dalle mura del supermecato.

Crediamo di risparmiare e nello stesso momento mettiamo alla fame chi onestamente produce anche comprando prodotti da paesi emergenti che non rispettano regole sindacali e scendendo sul loro livello contrattuale come ci propongono qualche multinazionale inducendoci a credere che seicento euro al mese per i nostri figli disoccupati è meglio che niente.
Chi sostiene o sosteneva che l'aumento del PIL come l'aumento dell'età per raggiungere la pensione dava lavoro ai nostri giovani,
dovrà rivedere quell'approssimazione contabile; non siamo arrivati fin dove siamo arrivati per caso e non a caso.

Aver creduto ad "uno" più ricco e più furbo di tutti noi come elemento salvifico è stata una buggerata per tutti; anche per lui stesso, perchè un limite, come dice il buon Tolaini da Migliarino, c'è per tutto e per tutti.

La decrescita non può essere traumatica però come avveniva nei secoli scorsi con guerre e successive carestie.
Sette miliardi è una cifra enorme, sia si tratti di pioppini o di uomini, ma nel primo caso si prende il "qb" e avanti, ma anche in quel caso in una ciocca di pioppo sola non entrerebbero.
Riduzione non vuol dire sempre povertà e la riprova è sempre nel classico pollo da mangiare.
La mia famiglia negli anni /60 era composta da 13 persone fra grandi e piccini e di pollo non me ne toccava un quarto come ora ma un mezzo coscietto od un aletta; si era in troppi per un sol pollo.
Quindi se il nostro (unico) mondo che abbiamo fosse abitato da uno invece che sette miliardi, ci sarebbe vita migliore per i suoi abitanti.

Il crescete e moltiplicatevi e stato detto in epoche diverse.
Quattordici figli anzichè Giulia solamente non potevo lasciali in bada a nonna Clorinda alle cinque e mezzo la mattina e riprenderli alle tredici e trenta al mio ritorno di una mattinata di lavoro e le notti? se si ammalavano a turno o tuttinsieme; quando andavo ad espletare il mio lavoro!?
Il Continente Africa e simili sta crescendo in maniera non sostenibile per un livello di vita come il nostro e se prima decidevano guerre a tavolino per diradarci un po come sosteneva mamma Placida, ora nessuno può sostenere che da domani il mondo sia abitato da un numero ragionevole e sostenibile di abitanti, così come non si più sostenere che da domani i nostri parlamentari Italiani ed Europei vengano dimezzati d'imperio.
Chi stabilisce : te si! te no!
Ma già da oggi stesso "bisogna" (non bisognerà) intraprendere la strada della decrescita indicataci anche da Francuccio Gesualdi che da Barbiana a Nodica ci "indica" un nuovo modello di sviluppo.

Dopo la via maestra indicataci da Antonio Gramsci, Altiero Spinelli ed i governi seguenti i disatri della nostra Italia del dopo guerra e del dopo consumismo sfenato (che si è ridotto a pochi eletti ormai) bisogna intraprendere la strada del progresso vero e..sarà un caso ma consentitemi di citarlo: dopo il richiamo accorato di Gesualdi, di Gallo: anche il buon don Lido di Migliarino sostiene che il progresso deve essere quello vero, perchè se è il progresso della malattia è bene che quel progresso non ci sia.
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In risposta a: del
Trasformazioni
AUTORE: Operaio da sempre
email: [protetta]

19/11/2011 - 12:11

Anni settanta tutti aspettavamo la domenica per far festa al lavoro e gustarsi un buon riposo con un pranzo Domenicale e buon dolce. Chiaramente il conoglio o il pollo era dei nostri.Il pomeriggio i ragazzi andavano al cinema altri al campo sportivo. C'era chi ascoltava la partita alla radio.I bar erano pieni di gente che parlava della politica e di sport e facevano la partita a carte. Poi qualcuno volle cambiare il mondo tutto orientato verso i soldi. Le botteghe di paese chiusero arrivò la grande distribuzione.I furbi della terra riuscirono nal farci fare il cambiamento . La terra venne abbandonata tutti sognavano il posto di lavoro statale o in fabbrica. Il nostro potere d'acquisto ci consentì di fare acquisti di ogni genere. Le multinazionali oramai avevano creato un sistema che ci faceva ragionare tutti alla solita maniera:soldi, soldi e sempre soldi. Le donne casalinghe rimaro pochissime, il lavoro erà il cava voglie. Adesso tutto sta andando male, inizia un'altro cambiamento? I furbi della terra hanno deciso. La politica non seve più, occorre dei ragionieri per far tornare i conti. Anche la politica è d'accordo su questo. Le trasformazioni continuano e noi stiamo sempre subendo le conseguenzedei furbi del mondo.
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In risposta a: del
Sobrietà
AUTORE: Teo
email: -

19/11/2011 - 10:04

Qualche tempo fa mi è capitato di leggere alcune interessanti riflessioni che vorrei sottoporre ai frequentatori del forum per capire se tutto quello di cui si parla è condivisibile e se si come si può attuare.
Questo è il testo:

Vivere con sobrietà

Alcuni anni fa i filosofi scoprirono il "pensiero debole" e i sociologi scoprirono i "bisogni deboli". Di che si trattava? Quando si è poveri - come lo era l'Italia dopo la Seconda guerra mondiale -tutta la tensione è fissa su tre o quattro desideri "forti" che orientano tutte le azioni e monopolizzano tutte le energie. Trovare un lavoro, avere una casa, farsi una famiglia sono bisogni forti che hanno assillato i nostri nonni e i nostri genitori. Poi, a mano a mano che l'Italia è diventata più ricca e i bisogni essenziali sono stati soddisfatti, le esigenze imprescindibili hanno ceduto il passo a desideri meno urgenti e più effimeri: il motorino, il cellulare di ultima generazione, le scarpe firmate, il flirt fugace, la squadra di calcio da seguire in trasferta. I filosofi hanno detto che la cultura moderna, nata dalla fabbrica, aveva ceduto il passo alla cultura postmoderna, nata dalla televisione: un collage variopinto, una mousse pasticciata di idee, bisogni, oggetti, luoghi ed esperienze in cui era difficile distinguere la sostanza dall'apparenza, il contenuto dal contenitore, l'autentico dall'inautentico, il mezzo dal fine.
Mentre ci si cullava in questo disorientamento euforico, basato sull'illusione di una crescita infinita, in realtà il Pil italiano decelerava costantemente la sua corsa. Dal 1952 al 1980 la sua crescita a prezzi costanti ha oscillato intorno al 6%: tra il 1980 e il 2000 ha oscillato intorno al 2%; dal 2000 in poi questo indice è sceso ulteriormente, fino a toccare la stasi attuale.
Purtroppo questa lunga decrescita, non intenzionale e programmata, ma rimossa e subita, ha trovato il suo momento della verità nell'attuale crisi finanziaria, nello sconvolgimento climatico, nella disoccupazione galoppante. Cosi i filosofi hanno abbandonato il "pensiero debole" per ripiegare sul "new realism": un atteggiamento più razionale di fronte alla crisi che riportare in primo piano l'istinto di sopravvivenza. I sociologi, a loro volta, cercano di capire se, nonostante la decrescita, o proprio grazie a essa, è possibile resettare il nostro attuale modello di vita basato sullo spreco per sfrondarlo dì tutte le sue stressanti sovrastrutture e restituirlo alla solida serenità di una sobrietà essenziale.
Per creare una "economia della felicità", secondo questi sociologi occorre puntare su otto obiettivi, corrispondenti a orto "R".
1) Rivalutare l'altruismo, la collaborazione, il tempo libero, la socialità, l'autonomia, la bellezza, l'atteggiamento del giardiniere piuttosto che quello del predatore.
2) Ridefinire in cosa consistono realmente la ricchezza, il lusso, la bellezza, la proprietà.
3) Ristrutturare la produzione, il consumo, il tempo, lo spazio in funzione di una decrescita ponderata. 4) Rilocalizzare le sedi del potere, della produzione, del consumo, della vita in modo da evitare accentramenti autoritari, spostamenti inutili e desertificazioni coatte.
5) Ridistribuire equamente il lavoro, la ricchezza, il sapere e il potere per superare gli attuali squilibri e ridurre la carica di violenta conflittualità che ne deriva.
6) Rilocalizzare la produzione, la cultura, la vita in modo da ancorarle al loro territorio naturale.
7) Ridurre lo spreco, la sovrapproduzione, lo sciupio vistoso, recuperando il tempo per i doveri della cittadinanza, per la produzione artistica, per il gioco, l'introspezione, la contemplazione, la gioia di vivere.
8) Riciclare gli oggetti resi obsoleti dalle mode fugaci o inutilizzabili per mancanza di saggia manutenzione.
Non si tratta di giocare a fare i poveri cosi come in passato abbiamo giocato a fare 1 ricchi. Si tratta di recuperare la semplicità dopo avere risolto gli aspetti voraci della complessità.
Come si riflette tutto questo sulla cultura del nostro essere cittadini, connaturata alla nostra vocazione di andare sempre avanti nella ricerca di nuove conoscenze e di nuove esperienze?
Si deve tradurre in una scelta oculata delle mete, dei mezzi, delle attività, dei compagni con cui condurre un viaggio condivisibile per tutta l’umanità.

Il problema non é andare sempre più lontano, più in fretta, più spesso e più a buon mercato, viaggiando a spese del pianeta. Il problema e di ricavare dal viaggio un'esperienza adatta a soddisfare i nostri bisogni autentici dì conoscenza, crescita e felicità.
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In risposta a: ladri del 18/11/2011 - 18:56
Ripeto..
AUTORE: Radio Mobile
email: -

18/11/2011 - 19:20

Come già detto.. fate attenzione ad auto e persone estranee visto che nei nostri paesi ci conosciamo tutti.. avvisate se vedete auto o persone sospette che si aggirano ripetutamente avvisando il 112 o 113 con numero di targa e modello (automobile) una chiamata non fa mai male.. Grazie..!!!
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In risposta a: Attenzione del 17/11/2011 - 8:39
ladri
AUTORE: uno
email: -

18/11/2011 - 18:56

Hanno colpito anche martedi e ieri in Avane all'ora di cena... prendono quel che trovano, auto e tv...
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AUTORE: MARCELLO MARINELLI
email: -

18/11/2011 - 7:36

SUL LITORALE INVESTIRE NEI VALORI DEL PARCO

Periodicamente assistiamo a manifestazioni d’insofferenza di politici pisani nei confronti del Parco. Un esempio è l’ accusa di lentezza dell’Ente nella valutazione delle varianti proposte dal Comune al piano della Tenuta di Tombolo. Fra queste istanze, più che altro mirate alla promozione del turismo balneare e non alla tutela e alla fruizione sostenibile dell’ambiente, i media hanno ripreso la questione di una nuova strada in partenza dal litorale, parallela alla via Pisorno e che su questa confluirebbe, dopo essere giunta alla recinzione di Camp Darby e aver piegato verso nord.
Più che sulla poca utilità di questa nuova strada e sul danno ambientale che essa apporterebbe alla Tenuta (asserto facilmente dimostrabile), ci piace soffermarci sull’atteggiamento tenuto verso il Parco da questo Comune, in genere poco sensibile alle naturali vocazioni di questo territorio. Le uniche proposte che coinvolgono le aree protette del litorale riguardano quasi sempre progetti estranei ai veri valori di questi siti. Nonostante le apparenze, nelle questioni che contano, viene prevalentemente assunto da questa amministrazione il concetto ormai superato, ma purtroppo ancora diffuso, che un Parco Naturale sia solo un sistema di vincoli allo “sviluppo”.
Tacendo per ora su argomenti lunghi e complessi come i nuovi assetti urbanistici di Calambrone e il porto turistico di Marina, facciamo un esempio fra i tanti, confrontando le iniziative del Comune di Vecchiano e del Comune di Pisa sulle coste di rispettiva competenza.
La spiaggia di Migliarino, salvo tre stabilimenti (che rimarranno gli unici), realizzati con l’impegno di armonizzarsi con le dune che li circondano, è tutta libera, e l’unica spesa per gli utenti è il parcheggio (come avviene nelle spiagge naturali e libere di altri paesi europei, ad esempio in Francia).
Questo ci sembra un buon esempio di scelte amministrative conseguenti ai piani di gestione del Parco e volte, da una parte, alla tutela di ambienti costieri unici in Italia, e dall’altra, a salvaguardare il libero accesso dei cittadini ad aree demaniali (non può certo essere paragonata la spesa per il parcheggio alla retta giornaliera di un bagno).
Il litorale pisano invece da tempo immemorabile è quasi tutto occupato dagli imprenditori balneari e si è giunti negli anni 90 a rinunciare persino a gran parte della spiaggia libera di Tirrenia, ora in mano ai privati; come se non bastasse, questo Comune qualche anno fa, programmando il futuro delle sue coste, ha deciso di destinare (nella percentuale del 90%) ai privati anche gli unici lidi rimasti ancora a gratuita disposizione dei cittadini, cioè quelli di Calambrone (ovviamente non consideriamo spiagge le pietraie e gli scogli artificiali di Marina di Pisa).
Ora, lasciando in sospeso la questione se queste scelte siano fatte nell’interesse pubblico, ci preme piuttosto dire che non v’è alcun dubbio sul fatto che esse nuociano all’ambiente, in quanto gli imprenditori balneari, nell’intento di ampliare sempre più le loro strutture, hanno continuamente spianato dune e occupato zone di vegetazione naturale.
Eppure il Comune di Pisa qualche anno fa aveva dato un buon esempio di utilizzo virtuoso degli spazi naturali, concedendo al WWF quell’area dunale di sua proprietà in cui è nata la piccola oasi di Tirrenia: perchè non continuare con altre analoghe iniziative?
In questi anni, siamo riusciti, in mezzo all’indifferenza e ostilità dei bagni confinanti, ad offrire ai cittadini un sito in cui godere della bellezza e del conforto della natura, in specie d’estate (citiamo le recenti iniziative con la Pro Loco Litorale Pisano e col Tuscany Walking Festival, mediante le quali molti turisti hanno partecipato con entusiasmo alle visite guidate nell’oasi e nei dintorni). Inoltre abbiamo dimostrato, con le innumerevoli scolaresche e gruppi escursionistici che vengono da noi tutto l’anno, che nelle dune e nella macchia ci sono numerose occasioni di studio e di benessere in ogni stagione. Una simile esperienza, alla quale potrebbe dare un ulteriore contributo una futura adesione del Comune, è la positiva collaborazione del WWF col Parco nella gestione della riserva del Bosco di Cornacchiaia, nei pressi di Camp Darby; anche qui convergono numerose le comitive scolastiche e escursionistiche e, sempre in occasione del Walking, è stato proposto un bellissimo itinerario nei boschi del Parco sino alla basilica di S. Piero a Grado. In questa storica sede, una sinergia fra Comune e Parco potrebbe dar vita a un ideale centro d’attrazione per un turismo competente e sostenibile, che in una visione più aggiornata potrebbe costituire il perfetto punto d’incontro tra cultura e natura nella tenuta di Tombolo, mentre per ora non possiamo negare che questo sito sia ancora misconosciuto dal turismo che si affolla sotto la torre.
In contrasto con queste esperienze, invece notiamo che gli ambienti boschivi e costieri vengono ancora visti dalle nostre parti come un ingombro al comodo raggiungimento della spiagge, sia quando non si può occupare l’ennesimo spazio accanto ai i bagni, sia quando il Parco non fa in fretta a dare il nulla osta per fare una nuova strada per il litorale. Come che il posteggiare la macchina il più vicino possibile al bagnasciuga sia un segno di progresso!
Pisa, che spesso fa vanto della propria cultura, dovrebbe, in specie quando la città viene rappresentata pubblicamente dai propri amministratori, essere consapevole di avere a disposizione un grande valore culturale, cioè l’eccezionale patrimonio naturale in parte ancora salvo nel proprio litorale; di conseguenza si dovrebbe essere contenti della presenza di un Parco Naturale che tutela questo territorio e decidersi finalmente a fare delle proposte concrete per permetterne la fruizione secondo i il Piano Territoriale di Coordinamento redatto con lungimiranza alcuni anni fa dall’emerito urbanista Cervellati.
In questo piano sono previste le cose che, come ci fanno sempre notare i visitatori stranieri (che ben le conoscono e apprezzano altrove), mancano nel nostro litorale: ad esempio percorsi pedonali e ciclabili, centri visita del Parco, spazi attrezzati puliti e dotati di servizi di basso impatto ambientale, dove sostare e magari informarsi delle caratteristiche naturali del territorio. Invece questi stessi turisti spesso ci chiedono perché da noi non c’è accesso libero e gratuito a tutte le spiagge oppure come mai nei bordi dei nostri boschi al posto di strutture accoglienti si trova solo spazzatura e le poche persone che vi si incontrano spesso son là per fare attività che niente hanno a che fare col godimento e l’osservazione dell’ambiente. Tutto il contrario delle folle di camminatori e ciclisti pieni d’interesse che si incontrano nei parchi esteri.
Al Comune di Pisa chiediamo dunque di applicare sulle problematiche ambientali un percorso partecipato con le associazioni ambientaliste pisane, promuovendo la conservazione e lo sviluppo sostenibile, generando risorse finanziarie per il Parco (in un momento di tagli mozzafiato) e le comunità che vivono all’interno di esso e nelle vicinanze, creando programmi di escursionismo ed educazione ambientale per i turisti e residenti.
Negli USA è stato calcolato che i parchi nazionali e regionali rendono 10 volte di più di quanto costano. I parchi vanno quindi visti non come un ostacolo ma come un’ opportunità di lavoro e sviluppo sociale, indispensabili per la difesa e la sicurezza del suolo e come stimolo alla osservazione della vita animale e vegetale e alla contemplazione del paesaggio, che a causa della vita frenetica odierna non riusciamo più ad apprezzare.
Altro che ulteriore sviluppo edilizio e infrastrutturale del litorale! I cittadini possono benissimo andare al mare nelle spiagge libere e servendosi dei mezzi pubblici e delle biciclette (si crei piuttosto “sviluppo” in questi due settori, scoraggiando il traffico privato).

Comitato Oasi WWF Litorale Pisano
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