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AUTORE: Antonio....!!
email: -
19/8/2011 - 19:52
Bravo..servirebbe anche come formazione disciplinare visto che oggigiorno i genitori lavorando entrambi non possono seguire i propri figli...!! ripeto Meglio in palestra che al Bar.!!! sicuramente un investimento per i giovani che sono il nostro futuro.!!
RISPONDI
AUTORE: Piero Chicca
email: -
19/8/2011 - 18:48
Ieri un italiano ha aperto il giornale -non un giornale qualsiasi, un giornale ben informato, indipendente e non asservito- ha guardato i titoli, forse ha letto appena il sommario e ha sfogliato veloce per arrivare alla pagina dello sport.
Gli sono passati sotto gli occhi questi titoli:
“Stangata da 45 miliardi in due anni”.
“Il debito affonda le borse europee”.
“Diritti dei lavoratori svuotati”.
“Un milione e mezzo di soldi pubblici per il meeting di Comunione e Liberazione”.
“Il viaggio del Papa in Spagna”.
“Berlusconi riesce a evadere 500 milioni di tasse”.
“Politici potenti non pagano il biglietto allo stadio”.
“Le attività del Vaticano escluse da tasse costano allo Stato circa 3 miliardi di euro l'anno (escluso l'8 per mille -un miliardo di euro)”.
“La legge sull'editoria concede alle pubblicazioni religiose 8 milioni di euro, più del doppio dei soldi che elargisce alle testate laiche”.
“25 aprile e 1° maggio, vendetta ideologica. Già scippato da Ratzinger per beatificare Wojtyla.”
Non ha letto gli articoli tanto già dai titoli ha capito che ormai queste sono notizie che non fanno più notizia. In parte è vero.
Se avesse letto che ci sono regioni, province e comuni che finanziano la festa del movimento di Don Giussani e di Formigoni si sarebbe chiesto cosa ci può fare lui povero cittadino.
Cosa può fare lui, povero cittadino, se il Vaticano succhia il sangue allo Stato italiano che nonostante ciò continua a foraggiarlo?
Poteva, sempre lui povero cittadino, impedire il viaggio del Papa, che in questo momento in cui tutta l'Europa è con l'acqua alla gola, costa 100 milioni di euro (200 miliardi di vecchie lire) di cui 50 milioni a carico del governo spagnolo, che è nelle stesse condizioni dell'Italia e che conta oltre 5 milioni di disoccupati? No, non poteva impedire niente; poteva solo continuare a pensare che nemmeno chi predica il bene comune, la solidarietà, la modestia, la sobrietà, la semplicità, riesce a non essere ipocrita e a non provare vergogna.
Ha preferito non leggere i dieci articoli per non intristirsi e arrabbiarsi di più -dato che tra l'altro anche quest'anno le ferie le passa a casa- e ha sfogliato veloce fino alla pagina sportiva dove ha trovato titoli simili a quelli che non ha voluto leggere. E allora cosa ha fatto, ha buttato via il giornale.
Il gesto è comprensibile, ma è solo il giornale che è sparito, i fatti restano.
RISPONDI
AUTORE: costruttivo sempre !
email: -
19/8/2011 - 17:35
Integro l'analisi di Nicolai, coerente con il suo profilo ideale, profonda e chiara nell'esposizione dei contenuti, circa la GDO/GD, sulla filiera corta del settore "freschissimo". La integro con alcune considerazioni da farsi sui restanti settori che compongono l'assortimento merceologico di un un ipermercato.
a)l'alimentare freschissimo, b)l'alimentare confezionato,
c)il non alimentare,
d)il tecnologico,
ne consegue dunque che l'iper non è competitivo se ne escludiamo uno, il freschissimo.
I 4 settori si integrano tra di loro garantendo al consumatore servizi(facile accesso, tutto/ molto in un unico spazio), un prezzo adeguato,generato dai mix di margine,dove i maggiori utili si ricavano prevalentemente dai beni non di prima necessità alimentare e non, offrendo in alternativa prezzi competitivi con offerte mirate tra i prodotti di marca, prodotti con il marchio del distributore (Coop-Conad-SLunga-Spesa Amica...)e Card di fidelizzazione, per offrire dilazioni di pagamento e altri servizi.
Infine le quote commerciali (spazi) e le quote distributive (volumi)in Italia, si evidenziano con percentuali sostanzialmente equilibrate tra GD/GDO e DT (Distribuzione Tradizionale = negozi privati alimentari e non, ambulanti ,ecc),pur con differenti penetrazioni tra Nord e Sud.
Dunque il nostro sistema distributivo si avvale della logica della competizione/ concorrenza.
E'dimostrato dalla sofferenza della GD (Iper)negli ultimi 3 anni a causa dei costi dei trasporti e delle benzine.Resta più conveniente per molti consumatori il super di prossimità.
Il consumatore può scegliere e decidere in base ai bisogni,alle sensibilità,agli ideali.
La filiera corta del "freschissimo" avrebbe i sui spazi distributivi( immaginiamo i mercati rionali del fresco, ma non solo,vedi le liberalizzazioni delle licenze merceologiche,le vendite alimentari e non sfuse...Capannori), tuttavia per ora, non riescono ancora garantire in un contesto più ampio, servizi, spazi competitivi permanenti in termini di servizi al consumatore, garanzie di freschezza e rispetto delle norme/controlli igienici.
Un cenno anche alle nicchie di buonissima qualità e professionalità della DT anche sul "freschissimo" tali da garantire ai clienti ottime qualità e ai negozianti buone remunerazioni.
In molti casi purtroppo,con il venir meno della continuità familiare viene a mancare la buona qualità a lungo termine della Dist Tradizionale.
La GD/GDO è inserita in un contesto multinazionale e interconnesso tra aziende produttrici, confezionatrici, trasportatori/distributori,banche,assicurazioni,istituti di vigilanza,trasmissione dati,sistemi informatici... il tutto nel rispetto delle normative nazionali,CEE e internazionali, escludendo le quali norme ci si escluderà dal contesto economico europeo.
Le "forzature" speculative della GD sui produttori/fornitori tutti?
Ma questo non possiamo non vederlo anche con le aziende che operano nei lavori pubblici,(appalti e subappalti),con le banche (spread e commissioni)le assicurazioni (le clausole univoche)i partiti e i sindacati(la quota d'iscrizione) ecc...ecc..
Il sistema economico si regge sulle "forzature" - come dire: l'acqua che fa girare la macina.
Ti "affitto" uno spazio espositivo connesso ad un potenziale fatturato.
La GD/GDO è una parte del tutto.
Non è l'ideale per tutti,ma tutti per ora possono scegliere da chi comprare e cosa mettere nel frigo.
La filiera corta ben venga,ma senza tagliare i restanti rami dove siamo seduti.
Un cordialissimo saluto.
RISPONDI
AUTORE: Cristiano
email: [protetta]
19/8/2011 - 14:18
Ricordo ai miei tempi nel comune di vecchiano esisteva una bellissima squadra femminile di pallavvolo, chiamata migliarino volley,che nel corso degli anni è stata persa,mantenendo tale squadra solo maschile, considerato il fatto che nel nostro comune ci sono tantissime ragazzine che vorrebbero poter giocare a pallavvolo e considerato che gli spazi non mancano, sarebbe oppurtuno pensare di poter riinstituire una squadra,ed evitare cosi la dispersioni in altri comuni delle nostre giovani ragazze.
Se non erro lo sport è stato anche dibattito di elezioni.
RISPONDI
AUTORE: Max
email: -
19/8/2011 - 13:12
Ieri sera sono andato a visitare il mercatino sotto le stelle a vecchiano,dopodichè visto il caldo della serata ho deciso di prendere un gelato con la mia famiglia alla gelateria difianco al bar la pergola,anzi devo dire che il gelato è ottimo, ma sono rimasto perplesso per come sono stati organizzati i parcheggi per le moto e gli scooter davanti al bar la pergola,delineati da strisce bianche, cosa impressionante, chi ha permesso tali spazi non ha lasciato un varco di accesso per le persone disabili e anziane,non c'è modo di passare,davanti all'accesso ci sono gli scooter parcheggiati negli spazi preposti dal comune, a destra e a sinistra ci sono doppi marciapiedi,forse sarebbe il caso di rivedere e pensare che ci sono anche persone disabili che vorrebbero andare in tale bar.
RISPONDI
AUTORE: Ovidio
email: -
19/8/2011 - 11:39
Che i tempi sono bui, che il ritorno dalle ferie sarà per molti triste, che l’estate dura poco, che l’incanto è finito,che il terreno è marcio, che ci sia bisogno di qualcuno che accende un cerino per camminare su un sentiero oscuro sull’orlo dell’abisso…
O Bruno, ci sei andato al Circolo Arci a leggere sull’Unità di oggi "Oltre il disincanto", la bella intervista ad Antonio Tabucchi?
RISPONDI
AUTORE: Mimmo
email: -
19/8/2011 - 11:12
Devi avere dei grossi appoggi nel forum per poter rompere con i tuoi articoli . La sintesi non è un tuo dono, il parlarsi addosso invece si. Continua a sfruttare le tue conoscenze ma prima o poi anche loro capiranno che hai rotto. Anche se non la pubblicherete serve di monito a voi che valutate i messaggi.
RISPONDI
AUTORE: Massimo c'è
email: [protetta]
19/8/2011 - 10:15
Devi sapere che il passaggio da agricoltore a grossista, è quello che fa il prezzo nella grande distribuzione. Insomma funziona come la borsa che mi sembra che di questi tempi sia parecchio sfondata. Inoltre se volete ci sono anche I Gas che non sono inquinanti ma Gruppo Acquisti Solidali che esistono in molti comuni e che da noi hanno un buon gruppo, anche questi usano la filiera corta che porta notevoli vantaggi economici e anche nella qualità. Per non parlare degli orti sociali che potrebbero portare anche questi ad un buon risultato, anche perchè servirebbero a far conoscere come si coltiva la terra, un lavoro che è stato accantonato ma che potrebbe risultare determinante in momenti di vacche magre.
RISPONDI
AUTORE: b.b
email: -
19/8/2011 - 9:35
....Antonio der rTabucchi durante il suo "elogio alla letteratura" quando viense a Milliarino, ci fece 'ncastrà (anche) lo stesso tuo 'oncetto 'nquattro parole, e disse: se Bruno der rBaglini stasera portava vattro vintali di fragole; um potevino esse così belle bone e profumate 'ome queste vì ner r cestino.
nb- l'uso del glocale è mio. Antonio parla più ammodino ma..la sostanza non cambia.
RISPONDI
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]
19/8/2011 - 2:33
L'anonimo intervento cui intendo rispondere non ha mancato di suscitare in me una lunga serie di sentite preoccupazioni: così prefigurato il Post pare voler nascondere una critica neanche troppo velata ai più consolidati circuiti commerciali «Altro-Economici», permeata con ogni probabilità da quell'insipida sotto-cultura suburbana che con tanto disprezzo spesso si è voluta erigere al di sopra delle inclinazioni periferiche e provinciali, creando ad esempio a Nord l'humus ideale per quella sorta di «pan-valligianesimo» bergamasco all'origine dei successi leghisti.
Difficile non pensare al prezzo dei prodotti innegabilmente, e ora a maggior ragione, complici la crisi strutturale del Modo di Produzione Capitalistico mondiale e la brusca impennata che localmente il nostro ormai inqualificabile Governo le ha voluto far subire; ciò nondimeno il prezzo non spiega tutto.
Certo se l'idea di un prezzo triplicato voleva essere riferita ad esempio a quell'insieme di misure protezionistiche - come il marchio «biologico» - in ragione delle quali un raccolto in mezzo a tanti altri acquisisce un valore-merce su base - potremmo quasi dire - numismatico-filatelica, comprendo e probabilmente condivido il punto di vista che si è tentato di esprimere, diversamente no.
La questione è di una semplicità disarmante: la GDO riesce ad imporre una politica di prezzi molto bassi sulla base di un'interminabile sequela di forzature, pressioni e imposizioni comminate ai produttori, che ad una prima e superficiale analisi può sembrare vantaggiosa per consumatore, ma che in realtà è la concausa di una moltitudine di devastanti contraddizioni, non ultima - con ogni probabilità - la stessa crisi economica.
Si tratta di capire che più o meno la Filiera Corta sta alla GDO come ciò che per ciascuno è il miglior ristorante, sta a MacDonald; ma partiamo dall'inizio, cioè dalla stessa definizione di Filiera Corta che già la GDO ha voluto deformare alle proprie necessità.
Per «Filiera Corta» si era inteso semplicemente il rapporto non mediato fra il produttore e il consumatore e ciò inizialmente poteva avere un senso compiuto così com'era stato formulato, con tutte le implicazioni di contiguità geografica fra il primo e il secondo; ma una prima pesante e deformazione - a tutto vantaggio della GDO - comminata all'idea originaria, fu introdotta con l'abile sofisma della «riduzione al minimo» dei passaggi commerciali.
Bypassando grossisti e/o importatori la GDO poté sdoganare come prodotti di «Filiera Corta» alimenti da colture e/o allevamenti distanti migliaia di chilometri sulla base del fatto che si interponeva fra produttori e consumatori come unico (e obbligato) passaggio commerciale.
Il nodo cruciale di tutta la problematica - che ci piaccia o meno - è proprio però la questione economica: l'agricoltura, l'allevamento, la silvicoltura e le loro attività aggregate (pesca e caccia) sono soggette ad una produttività discontinua e stagionale, se e quando omogenee ai cicli naturali.
Ciò naturalmente non fa gioco alla GDO i cui scaffali devono necessariamente essere stracolmi di ogni genere di cosa, a prescindere dalle potenzialità del settore, perché la sua funzione non è di certo didattico-educativa: le modalità di produzione del profitto per la GDO dipendono da fattori incomprensibili per la piccola distribuzione e non sono dettati dalla mera soddisfazione di bisogni, bensì dalla logica del consumo.
La GDO acquista dai propri produttori quantità immani di prodotto, assicurandosene il prezzo più vantaggioso sulla base di una legittima tabella di sconti, pretendendo in molti casi una «tangente d'esposizione» (c'è ad esempio un gruppo che pretende da ciascuno dei propri fornitori la bellezza di 800 € a punto-vendita soltanto per permettergli di esporre sugli scaffali i propri prodotti); il comparto agri-silvicolo, per poter far fronte all'esosa domanda della GDO è costretta ad industrializzare tutti i propri modelli produttivi e ad utilizzare tutti gli acceleratori che la legge consente loro.
Comprare pesche a Gennaio è dunque possibile in GDO per due ordini di ragioni: o provengono da un Paese dell'emisfero australe, o sono coltivate fuori stagione in Italia o Paesi limitrofi con artifici produttivi; in «Filiera Corta» non è plausibile che ciò avvenga e se comunque dovesse avvenire il consumatore può verificare in prima persona in che modo o in che misura sono state manipolate le cose.
I produttori del comparto agri-silvicolo (agricolo in particolare) devono peraltro fornire alla GDO esemplari esteticamente appetibili dei propri prodotti: questo significa che non meno di 1/3 della produzione finisce in scarto.
La cosa più tremenda è però la dilazione minima di pagamento che la GDO pretende dai propri fornitori: da un minimo di 90 giorni fino - mi è giunta notizia - addirittura a 360 giorni; ciò significa che un'azienda - quando arriva a riscuotere una vendita ha già corrisposto da 3 a 12 mensilità ai propri dipendenti... in altre parole le uniche aziende in grado di soddisfare a queste esose pretese non possono essere altro che grosse società di capitali o PMI praticamente nelle mani del sistema bancario.
In compenso però la GDO pretende dal consumatore un pagamento in contanti che, allo scadere dei 90 giorni genera un primo sostanzioso volume di rendita finanziaria, creando le premesse per entrare di prepotenza nell'amministrazione proprio di quel sistema bancario.
Poco male comunque, perché se all'inizio degli anni '90, quando ancora il negoziante tradizionale continuava imperterrito ad applicare il canonico ricarico commerciale del 30%, la GDO ne praticava uno che poteva oscillare tra lo 0,5% ed il 5%: scomparsa la piccola distribuzione, 1 KG di patate -pagato al produttore una ventina di centesimi - ha iniziato a far bella mostra di sé sugli scaffali della GDO a non meno di 1,20 €.
Se aggiungiamo oggi i volumi di entrate fiscali sottratti dalla GDO all'erario - dunque alla collettività - per mezzo di macchinosi meccanismi e artifici societari di ogni genere (come il giochino speculativo delle «scatole cinesi»), comprendiamo che l'impietoso confronto fra la possente «regina del commercio» ed il tartassato piccolo produttore si risolve nell'emblematica espressione «o be', o affoga'».
Bisogna ricordare che sussistono in ogni caso dei costi di produzione cui ne' l'agricoltura industrializzata, ne' quella tradizionale riescono a sottrarsi: ad oggi la prima stenta a fornire alla GDO 1 Kg di patate a 20 centesimi, mentre la seconda per questa cifra non è in grado di dartene neanche 200 gr.
Sicuramente però, mentre la prima non è attenta a tutta una serie di prescrizioni dettate anche semplicemente dal buon senso (ad esempio il fattore ambientale, l'utilizzo di acqua proveniente da falde decenti, la stagionalità delle colture, etc.), la seconda lo è e questo genera una serie di garanzie a vantaggio del consumatore.
L'acquisto diretto dal produttore, il quale - è bene chiarirlo - non intende mettersi in competizione con la GDO, generalmente non implica un pesante aggravio di costi per il consumatore: ma il target qualitativo deve o non deve essere almeno correttamente retribuito?
Se un allevatore alimenta i propri animali in maniera naturale, dovrà sostenere una spesa senz'altro superiore rispetto ad un collega che utilizzi mangimi OGM; è legittimo che la sua carne possa costare di più che ad un supermercato?
Allevare polli a terra significa come minimo dover occupare più spazio rispetto agli allevamenti industrializzati, dunque un minor numero di capi che, peraltro, vivranno il loro ciclo vitale naturale, ben più lungo di quello accordato agli inquilini dei secondi: uova e pollame potranno mai costare quanto in un supermercato?
Potremmo andare avanti così per ore con gli esempi dell'uno o dell'altro segmento produttivo del settore agri-silvicolo, ma ognuno può farsi le proprie considerazioni e approfondire da solo, indagando sull'olio "extra" ricavato chimicamente dagli oli esausti degli autoveicoli, sui vini in brick prodotti non si sa come, sui funghi provenienti in quantità smisurate da non si sa dove, etc.
Le «Economie Altre» con i loro piccoli circuiti commerciali, tendono a retribuire correttamente i produttori, corrispondendo come minimo il valore reale della produzione sottoposto ad oscillazioni continue: questa disponibilità monetaria sottratta alla GDO si riversa a pioggia sulla società civile, fuoriuscita dai canali monolitici a cui è destinata, producendo ricchezza diffusa e inducendo una crescita qualitativa della produzione... quindi, se andando dal contadino sotto casa si scopre (ma accade raramente) che la cassettina di frutta o verdura costa qualche centesimino in più che al supermercato e i prodotti non sono lucidi come sui suoi imponenti scaffali, ricordiamo che stiamo facendo un bene alla nostra salute, contribuiamo a riconnettere il tessuto più periferico dell'economia ai suoi grandi centri e incrementiamo il fattore qualitativo!
RISPONDI
In risposta a: Grande distribuzione del 18/8/2011 - 10:49
Serietà
AUTORE: attenzione
email: -
18/8/2011 - 22:28
basta che poi i prodotti non me li facciano pagare tre volte quello che fino a quel momento gli sono stati pagati dai loro fornitori, senno non si parla di filiera corta ma di guadagno rapido.
RISPONDI
AUTORE: Dylan Dog
email: -
18/8/2011 - 18:04
Dice 'rbabbo fieramente ar su' figliolo: «O bi', ri'ordati ordiavanti: ll'onestà 'ntellettuale prima d'onni artra 'osa! E 'un te lo scorda' mmai!»
Er bimbo 'ncredulo rimane lì per quarche se'ondo a guardallo senza sape' cosa di', quando a un tratto rompe timidamente 'rsilenzio: «O babbo, ma se ll'onestà è 'ntellettuale, allòra 'osa vòr di': che socialisti en tutti senza cervello?!?»
RISPONDI
AUTORE: Penelope
email: -
18/8/2011 - 14:07
Le opposizioni hanno affrontato varie tematiche ultimamente, ma non quella del regolamento urbanistico che sembra a tutti faccia paura anche il solo parlarne. Visto che il comune tace, fate qualcosa almeno voi!
Grazie.
RISPONDI
AUTORE: Dylan Dog
email: -
18/8/2011 - 11:08
Sie, te dar politi'etto lo'ale pretendi "troppo assaje" come direbbano a Napoli: davanti alla promessa di 3.000.000 di posti di lavoro doventa tutto una barzelletta! La di'ferenza li'è ch'er pappone 'he si governa la sua l'ha mantenuta eccome: ha detto 3.000.000, e 3.000.000 enno stati... ma 3.000.000 'nmeno!
Òra, lla legislatura d'un Amministrazione en milleottocentoventicinque giorni più armeno uno dell'anno bisestile che 'ncinqu'anni c'incapa perlomeno una vorta e di certo 'nda' a ddi' all'elettori di pote' risorve ttutto 'ncento giorni 'oll'aria 'he tira li'è un popò troppo.
Ma d'artra parte 'osa pòr fa un candidato Sinda'o di fronte a un popolo di tonni? Fusse er probrema der Lunardi: piglia presempio ve' vattro socialisti 'he, nonostante 'un esistin' più, nonostante e più l'abbino messi 'ngalera, c'hanno eguale Menistri e seggioli 'nogni dove e anzi, perfino 'nquesto malidetto Governo e bada, perché en proprio e peggio der concistoro.
A Vecchiano si pòr di' perlomeno d'ave' raggiunto e' risurtato d'un aveccene punti 'nmaggioranza, 'he 'un è mi'a 'na 'osa da ppo'o, sai?!?
Ma ci sarà da ridillo: se n'enno assi'urati po'ini di posti, ma 'ncomincia a 'ddi' che uno li'è proprio vello occupato da tTrimonti, 'ndove si distribuiscano lle risorse per e 'omuni e 'nvece di cento ne potrai aspetta' anco diecimila di giorni a ssenti' la finaziaria 'he ha messo su!
Òra è vero anco 'he, se ci fussite stati voiarti di Tradizione, Futuro e Libertà a amministra' 'rcomune di Vecchiano co' sordi della Kea c'avresti anco fatto scu'reggia' la statua der povero Garibardi e co' su' posti di lavoro fatto doveni' 'rprimo 'omune d'Italia (ma per dighietro!), ma ordiavanti faresti bene a 'un incaponivvi 'nsulle 'ose:'Nvece siete 'osì 'nte'ligenti da mettivi a conta' quando scadino e cento fantomatici giorni per principia' a rompe lle scatole 'nsulle promesse non mantenute: te lo di'o io 'he mangi po'o sano te Idargo a voletti bene!
Prima di di' che siei socialista ti vo' da' però un'artra scianze: prova a approvvigionatti alla filiera 'orta e a prova' a degruti' quarcosa di bòno, non le porpette d'arce della Kea... magari ha' fatto 'ndigestione di troiai urtimamente!
RISPONDI
AUTORE: Massimo c'è
email: [protetta]
18/8/2011 - 10:49
Sapete, che la grande distribuzione alimentare butta via tonnellate di alimenti non vendute e in scadenza tutti i giorni. Tutte questo viene pagato dai cliente. Credo che dovremmo tornare alla filiera corta cioè dal produttore al consumatore nel nostro comune sarebbe importante per quanto riguarda l'agricoltori piccoli. Pensate devono portare i prodotti in altre provincie mentre potremmo comprarle noi. Potremmo fare un piccole mercato contadino e addirittura questo potrebbe rilanciare l'agricoltura locale. Esistono realta come nel comune di Capannori (LU) che si sono inventati un negozio che si chiama F.Corta dove oltre che vendere prodotti locali vendono anche alimenti sfusi che riducono notevolmente i rifiuti.Credo che sarebbe una buona idea anche nel nostro comune. Inoltre ridurremmo i consumi e lo spreco di energia.
RISPONDI
In risposta a: La massima der giorno del 17/8/2011 - 21:10
Dilanne..!!!
AUTORE: Idargo
email: -
18/8/2011 - 1:53
caro Dilanne Dogghe ti ringrazio ma io mangio genuino e di certo non sta a te a di cosa devo mangià...!!! quello che non vuoi ammettere e che tutti velli che vanno sur seggiolone si dimentiano subito delle promesse fatte...!Ps; ora a senti i tu discorsi mi sè stimolata la peristalsi...
RISPONDI
AUTORE: francesco
email: -
17/8/2011 - 21:36
dato che sai contare ,mi puoi dire quante cose ha fatto il presidente del consiglio nei suoi primi cento giorni,non è che se le cose vanno così e un pò anche colpa sua ......
RISPONDI
AUTORE: Dylan Dog
email: -
17/8/2011 - 21:10
Dice che esse' socialisti è sinonimo di po'a 'ntelligenza; s'osserva però che con la grebanizzazione dell'e'onomia pol'esse' vvero anco 'rcontrario, e cioè che avecci po'a 'ntelligenza vòr di si'uro esse' socialisti.
Appri'azione der principio e Poste Scrippetu'
Caro Idargo, lì fòri fenno la fila per ave' ll'onore di fassi ca'a davanti all'uscio di 'asa sua da me, e se'ondo te io dovrei veni' a ca'a ar tuo per poi ripigliammela?
Sai 'osa, vando per desina' ti fanno la 'arbonara, digni a chi te la 'oce di mettici ll'òva fresche 'nvece di 'ompralle alla 'Oppe o all'Eurospi', di mettitici meno pancetta e di fattici gratta' 'rpeorino bòno!
Se 'un funziona neanco 'osì allòra 'un c'è niente da fa: vòr di' che siei socialista anco te!
RISPONDI
AUTORE: Tiro
email: -
17/8/2011 - 20:29
Te la sei fatta addosso un altra volta? Poi un dì che un sei un caerone.
RISPONDI
AUTORE: Idargo
email: -
17/8/2011 - 18:57
dilanne dogghe vedo che ti garba ir dialetto.. allora sai osa ti dio... che mi sembri vello che mi caoo sull uscio e poi la rivoleva..sei ganzo vai schiavi del sistema..!!
RISPONDI
AUTORE: Dylan Dog
email: -
17/8/2011 - 18:03
Ber mi' Tito, lo sai 'he alla scadenza de' cento giorni der mandato Lunardi si pòr fa anco un'artra 'osa: ri'onta' tutti e discorsi a bischero 'he tu ha' 'nfilato 'nsur Forumme della Voce 'ché 'un sono po'hini!
Mi viene 'rsospetto 'he tu possi esse socialista anco te: vai ar mare, 'nvece di sta' a scrive, tanto 'un ne 'mbrocchi una neanco a paga' e 'rpiù delle vorte ci pigli ghieci!
RISPONDI
In risposta a: I cento giorni del 17/8/2011 - 14:20
Bravo Tito..
AUTORE: Amio di ...!
email: -
17/8/2011 - 17:23
direi anche le promesse SPORTIVE.!!! PS: meglio i figli in Palestra che al BAR
RISPONDI
In risposta a: I cento giorni del 17/8/2011 - 14:20
Forza Max..
AUTORE: Idargo
email: -
17/8/2011 - 17:15
Condivido in pieno le tue idee.. chi la pensa diversavente sicuramente non è in grado di dire la sua perchè non accorgersi che nel nostro comune ci girano molti giovani in possesso di droghe varie è triste la cosa... Ps: un consiglio BOLLARE!!!
RISPONDI
AUTORE: Max
email: -
17/8/2011 - 16:13
Carissimo dialettante, sai perche il nostro comune non emerge? per tutti quelli che la pensano come te per tutti quelli che sono solo buoni a lamentarsi in piazza e al mare e poi si trovano schiavi alle sagre alle feste dell'unità perche cosi pensano di trovare un posto di lavoro per se o per i loro figli da inserirli nel comune.
Il tuo Sindaco ha fatto delle promesse ai suoi cittadini che lo hanno votato , compreso la sicurezza, cosa che per ora non si è ancora vista.
Forse il tuo sindaco ha la testa a pensare che si avvicina settembre e verso la fine ci sarà la sentenza per il seggiolo e dovrà spiegare diverse controversie della sua candidatura, niente che me ne venga in tasca a me, anzi per me uno vale l'altro tanto non devo raccomandarmi per avere un lavoro o devo correre a servire la sagra,per mia fortuna ho gia un bellissimo lavoro e come hobby non ho il calcio.
Ma ritornando ai controlli che è l'argomento principale non sei stato in grado di dire niente, ma sei stato capace solo di fare delle battute mirate delle quali ti sei preso la risposta...SALUTI..
RISPONDI
AUTORE: Massimo c'è
email: [protetta]
17/8/2011 - 15:07
La spiaggia di Marina di Vecchiano è del comune dalle dune fino alla macchia. Anche questo credo che non sia poco, ti ricordo che il reddito proveniente consente di avere qualche soldarello in più da usare per i cittadini di Vecchiano. Di questi tempi servono i soldi di marina, perchè il governo centrale taglia e si dimentica del sociale e dei problemi dei comuni.
RISPONDI