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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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E settembre vien danzando
vien danzando alla tua porta:
sai tu dirmi che ci porta?
Tante uve, bianche e nere
fichi e mele con le pere
e di zizzole .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Il primo lettore che risponde a un tema già presente nel forum e adopera il comando RISPONDI attiva automaticamente un dibattito. Il comando RISPONDI consente di sviluppare dibattiti su temi specifici.
AUTORE: P.L.
email: -

9/8/2011 - 16:12

L'articolo dell'Architetto Cardellini sulla stampa di oggi, che invito tutti a leggere, che chiarisce e valorizza le scelte Urbanistiche del Comune di Veccchiano, in quanto non rivoluzionarie, ma semplicemente rispondenti ad una logica di programmazione territoriale non soccombente alla speculazione fondiarie tanto di moda nel nostro Paese, mi sembra chiarisca in modo definitivo la portata dell'intervento speculativo che si voleva portare avanti nel nostro Comune con la realizzazione del centro commerciale lungo l'Aurelia a Migliarino. Sarebbe interessante che anche a sinistra chi, magari in buona fede, in tutti questi anni ha cercato di favorire in tutti i modi quel progetto, prendesse atto una buona volta, che quei "quattro gatti di Migliarino" non avevano poi tutti i torti ad opporvisi e con buone e motivate ragioni vista anche la vicinanza con una zona industriale e artigianale già attiva e regolarmente pianificata. Ma forse era proprio questo che dava fastidio: seguire le regole di una programmazione urbanistica che concedeva poco alla speculazione.
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In risposta a: La mia risposta... del 8/8/2011 - 20:02
Una buona lente genera due visuali !
AUTORE: pedro
email: -

9/8/2011 - 14:28

Oh Alessio!,provo ad essere più diretto(scusami).
Ti ricordo(ma esagero)che i tuoi interventi sia di proposta che in risposta sembrano rivolti ai congressisti laureati in economia,scienze politiche,storia della filosofia con 2 master di perfezionamento.Chi ti vorrebbe leggere o condividere o criticare deve porsi sul tuo stesso piano o saltare al post seguente quando legge Alessio o dunque passare ai toni forti, tenuto conto che il livello culturale degli interventi nel Forum è variopinto sia nei contenuti sia per coloro che li espongono. Dunque per me resta 1°"farsi accettare".Non te ne faccio una colpa,anzi...avresti - è il mio pensiero - più consensi e ascolto se il tuo modo "logorroico"(scusami ancora)di esporre le tue tesi fossero più alla portata dei partecipanti tutti.
Quanto sopra lo collego anche agli argomenti trattati nei nostri dibattiti.Vedi Alessio,le società dei nostri tempi sono molto complesse.
Se le osservi dall'alto di un aereo a 8000 mt non la percepisci realisticamente come coloro che la osservano o la vivono da vicino e nel quotidiano.
Il desiderare una società migliore così come cerchi di descrivercela tu, appare fuori dal tempo,forse sarà del tempo a divenire.
Oggi,adesso,che fare?Il capitalismo è nei grandi speculatori finanziari ma lo trovi anche sulla traversagna,e non parlo della zona industriale. Cambiare lo status quo si può!Ma non con voli pindarici e teorie politiche non realizzabili nel breve.
Ti riporto a terra:la finanziaria del 2013,il lavoro,l'evasione fiscale,le mafie,la giustizia, le carceri,la scuola,la sanità, l'immigrazione....come le affrontiamo questi problemi?,con chi li possiamo affrontare e risolvere?Questo mi chiedo e credo che se lo chiedano molti lettori sensibili al vivere quotidiano.
I nemici sono alle porte o qualcuno ci sta facendo credere che la rivoluzione è vicina?
Cordialmente.
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In risposta a: figuraccia INTERNAZIONALE del 9/8/2011 - 8:44
ma insisti.......
AUTORE: giuseppe
email: -

9/8/2011 - 14:10

ho Nicola ma la befana è a gennaio ,se ci credi ancora ,aspettala .a buon intenditore.......
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In risposta a: figuraccia INTERNAZIONALE del 9/8/2011 - 8:44
o forse.....
AUTORE: francesco
email: -

9/8/2011 - 14:04

figuraccia per ora condivisa dal comune di Torino poi per le persone ,e sono tante ,che hanno un giusto senzo del giudizio e sanno usare il cervello,non tanto .
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In risposta a: del
Yokoi Ikea
AUTORE: Lettore
email: -

9/8/2011 - 12:32

Sembra incredibile ma c'è qualcuno ancora più irriducibile del soldato giapponese Yokoi, rimasto per quasi trent'anni nascosto su un'isola delle Marianne perché non credeva alla fine della guerra Giappone/USA.
Se ci si pensa bene Yokoi ha quasi assonanza con Ikea, anzi Yokoi Ikea potrebbe benissimo essere un nome giapponese.
Il nostro Yokoi Ikea invece è migliarinese e ancora crede in una causa morta e sepolta, e perfino invia una supplica al governatore della Toscana, perché esaudisca il suo desiderio di vederla riesumata.
Sembrava che la questione Santa Multinazionale fosse ormai chiusa tanti sono stati gli argomenti contrari alla sua santificazione. Niente da fare, Yokoi Ikea resiste.
A questo punto c'è da sperare che lo faccia arrendere l'intervento dell'architetto Cardellini, pubblicato sul Tirreno di oggi.
Se nemmeno questo basta, conviene lasciare Yokoi Ikea al suo destino di sbandato.
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In risposta a: figuraccia INTERNAZIONALE del 9/8/2011 - 8:44
Ma cosa deve ancora succedere?
AUTORE: J.P.D.
email: -

9/8/2011 - 11:44

Per far capire dove sta andando il mondo intero e noi Vecchianesi siamo perfettamente in chiave?
Lavoro? dove? ospedali in calo, università scuola in genere in calo, pubblica amministrazione pure, la produzione di beni e servizi fa le bomboline, i centri commerciali automatizzano l'impossibile e riducono il personale poi alcuni chiuderanno, i politici continuano a sperpe../rubare a più non posso,come fosse l'ultima occasione irripetibile, ergo soldi sempre meno da spendere. E allora?
Sarà il caso di darci una scossa al cervello che ormai per alcuni si è impuntato, reset per favore, siete venuti a noia. Cominciate/mo sempre per cortesia a ragionare affrontando i problemi reali in una prospettiva seria e reale.
Qualche discussione su proposte serie sarebbe più edificante e utile, la Cina ha per i prezzi alimentari un'inflazione del 7% e ha già comprato mezza Africa ci sarà una relazione?
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In risposta a: del
Aticolo Gesualdi
AUTORE: Lettore
email: -

9/8/2011 - 11:28

08/08/11 10:00 | autore: Francuccio Gesualdi Stampa ShareThis
Gesualdi: "Il tempo della crescita è finito" 0
Il presidente del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano su decrescita e "ristrutturazioni": "Fra le mille che dovremo operare, una emerge sopra le altre: il ridimensionamento del mercato e il rafforzamento del pubblico, inteso come l'economia dei diritti e dei beni comuni, perché da lì passa la sostenibilità ambientale e la dignità umana e sociale"
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"Di più. Bisogna remare di più" si andava dicendo per tutta la nave. Lo ordinava il capitano dalla cabina, lo ripeteva il nocchiero al timone, lo gridavano i capi voga giù nella stiva. Lo sussurravano i passeggeri nei loro ritrovi ed era oggetto di preghiera durante la messa officiata nella cappella di prua. Sembrava che parlandone, la speranza potesse diventare realtà, ma nonostante lo sforzo dei rematori, la nave non avanzava di un metro. Il primo a capire perché fu un mozzo sbucciapatate che non si muoveva mai di cucina. Un giorno, togliendosi i pesanti occhiali neri, che per ordine del capitano dovevano essere portati da tutti 24 ore su 24, aveva guardato oltre l'oblò ed aveva scoperto che i remi non affondavano nell'acqua, ma nella sabbia. Per senso di responsabilità era corso dal capitano, ma non aveva finito la frase che due energumeni l'avevano alzato di peso e gettato in cella come punizione per essersi tolto gli occhiali. Un ufficiale, che aveva assistito alla scena, era stato sopraffatto dal dubbio e non appena fu solo si tolse anch'egli gli occhiali e diede un'occhiata di sotto. Bastò poco per capire che il mozzo aveva ragione e fra mille incertezze fece rapporto: "Signor capitano, l'acqua è finita. Per avanzare non è dei remi che abbiamo bisogno, ma di corde e di rulli". Ma neanch'egli venne ascoltato e al pari del mozzo venne imprigionato per essersi tolto gli occhiali. Oggi la nave è ancora là, immobile in mezzo al deserto, sola col suo mantra.

Questa è la rappresentazione, sotto forma di novella, della nostra realtà. Sarà per colpa del pensiero unico che ci offusca la vista, sarà per colpa della pigrizia che ci spinge nel branco, fatto sta che confindustria, sindacati, destra e sinistra, all'unisono tutti ripetono che bisogna crescere, crescere, crescere. Eppure tutti lo sanno: il tempo della crescita è finito. Prima di tutto per via della globalizzazione che ha spezzato la linea di continuità fra domanda e produzione. Magari i consumi crescono in Italia, ma la produzione cresce a Shangai o a Varsavia.

E poi c'è la saturazione dei mercati. In Italia già abbiamo un auto ogni due abitanti, più di un telefonino a testa, guardaroba stracolmi, dispense piene di merendine scadute. Che altro dobbiamo comprare per sostenere la crescita? Certo se il reddito fosse distribuito in maniera più equa, quei milioni di famiglie che oggi non arrivano alla quarta settimana potrebbero comprare di più. Ma l'espansione dei consumi deve fare i conti con i limiti del pianeta. Due secoli di industrializzazione selvaggia hanno delapidato la terra e lo hanno inondata di rifiuti tossici che mettono a repentaglio la vita. Il tutto mentre metà della popolazione mondiale non ha ancora conosciuto il gusto della dignità umana. I tre miliardi di poveri assoluti, loro sì hanno diritto di crescere, ma rischiano di non poterlo fare perché la concorrenza per le risorse scarse si fa sempre più aspra.

In conclusione anche la nostra nave è senz'acqua e non è più tempo dei remi ma delle corde e dei rulli. Fuori di metafora, dobbiamo cambiare modello economico, dobbiamo orientarci verso un modello di società che si pone come obiettivo il benvivere, inteso come capacità di garantire a tutti una vita sicura e armoniosa, sapendo che vanno rispettate tre condizioni: utilizzare meno risorse possibile, produrre meno rifiuti possibile, lavorare il meno possibile. Dunque si tratta di mettere in moto un processo di cambiamento ben più articolato della semplice decrescita. Non solo ridurre, ma soprattutto ristrutturare, non solo a livello energetico e tecnologico, ma anche produttivo.

Dobbiamo ridurre alcuni settori e ampliarne altri, perché nella sua distorsione, questo sistema ci ha subissato di prodotti inutili e dannosi, mentre ci ha privato del necessario. Del resto così funziona il mercato: spinge il consumo delle cianfrusaglie alla portata delle tasche di tutti e nega l'accesso ai servizi vitali perché troppo costosi per i portafogli dei più. Dunque, fra le mille ristrutturazioni che dovremo operare, una emerge sopra le altre: il ridimensionamento del mercato e il rafforzamento del pubblico, inteso come l'economia dei diritti e dei beni comuni, perché da lì passa la sostenibilità ambientale e la dignità umana e sociale. E' chiaro, ad esempio, che il trasporto per tutti, a basso impatto ambientale, non è l'auto privata, foss'anche elettrica o a idrogeno, ma l'autobus e il treno diffuso. E se ciò vale per il trasporto ancora di più vale per la sanità, l'istruzione, la previdenza , l'acqua e tutto il resto che classifichiamo come diritti.

E' bene alzare la testa e guardare l'orizzonte col cannocchiale in modo da evitare quei passi che pur sembrando vantaggiosi nell'immediato, preparano il disastro per il futuro. Un tipico esempio riguarda le misure che si stanno prendendo per la soluzione del debito pubblico. A parte l'invocazione della crescita, che lascia il tempo che trova, quello che davvero si farà è la privatizzazione dei servizi e la svendita del patrimonio pubblico. Con una semplice alzata di mano, il Parlamento ci priverà per sempre dei beni che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità collettiva grazie a decenni, se non secoli di sacrifici. E con un pubblico messo a nudo sarà ancora più difficile avviare quel cambio di rotta che non è più rinviabile.

Non lasciamo che siano i mercati a dettarci il futuro. Facciamo in modo che l'ultima parola sia sempre la nostra.

Francuccio Gesualdi, presidente del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano
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In risposta a: del
figuraccia INTERNAZIONALE
AUTORE: Nicola
email: -

9/8/2011 - 8:44

http://pisanotizie.it/news/news_20110808_herald_tribune_ikea_alberto_panicucci_pd_vecchiano.html

ADDIRITTURA l'Herald Tribune che ci cita come esempio negativo di malagestione che ostacola lo sviluppo...

ma soprattutto mi ha fatto ridere la frase "E' veramente curioso che dopo anni di discussioni e di chiare prese di posizione del Comune e del PD" .. chiare prese di posizione!??!?!
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In risposta a: presuntuoso del 8/8/2011 - 20:22
La libertà di parola
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

9/8/2011 - 1:33

Caro «piccolo imprenditore» il diritto di parola dovrebbe esserti sacro, visto che è uno degli ultimi «privilegi» che la cadaverica "Democrazia Classica Occidentale» continua ad accordarti; ma la sua sacralità dipende dall'uso che nei riesci a fare e mettere così un brutalmente insieme una così nevrastenica e petulante sequela di congetture (per non usare qualche meno gentile sinonimo vecchianese) mi fa venire in mente che di tutti i diritti forse quello è proprio l'unico che deve essere preventivamente meritato!
Intanto - chiunque tu sia - se vuoi interloquire su argomenti privati abbi prima il buon gusto di identificarti: di ciò che il sottoscritto fa o è non sai proprio un bel nulla e non credo sia argomento di pubblico interesse.
Tu confondi il modo in cui un evento assolutamente planetario si ripercuote sul tuo orticello con la comprensione puntuale di una complessa disciplina che porta il nome di Economia Politica; mi sorprenderei del contrario, ma in ogni caso non ti biasimo per questo, augurandoti per contro di riuscire a far fronte nel migliore dei modi, onorando i tuoi impegni contrattuali con le famiglie che ti sei preso in carico.
Disgraziatamente le crisi hanno sì una loro ciclicità, ma quella che stiamo attraversando non è iniziata quando il progressivo del tuo blocco fatture ha iniziato di anno in anno a raggiungere valori sempre più bassi, ovvero quando hai iniziato ad avvertirne gli effetti più drastici: i primi sintomi si sono avvertiti non meno di una buona quindicina di anni fa.
Solo che allora c'erano ancora tante apparentemente buone carte da giocarsi in seno alla cosiddetta «ristrutturazione capitalistica», a partire dalla guerra contro l'Iraq e l'Afghanistan, mentre oggi persino un alieno intento ad osservare la Terra da Saturno ti potrebbe dire che le tante vite barbaramente spezzate non hanno contribuito a modificare di una virgola il lento ma inesorabile intercedere della crisi.
Ma allora chi la pensava come me era un profeta nel deserto... purtroppo avevamo tutte le ragioni ad avvertire come stessero le cose!
Comunque se necessiti di un'infusione di fiducia per le sorti della tua impresa, non ti sarà di conforto sapere che nell'ultimo frenetico tentativo di ristrutturazione capitalistica i grandi gruppi finanziari multinazionali, stanno letteralmente estromettendo dal mercato interi settori produttivi rappresentati dalle PMI.
Gruppi - per capirsi - come Ikea che per continuare a produrre i propri profitti stellari, sono «costretti» ad avvalersi del lavoro sottopagato del Sud-Est Asiatico e a preoccuparsi in Occidente di come poter meglio nuocere alla società, attraverso strategie di abbattimento scientifico del gravame fiscale, in proporzione di molto inferiore al tuo.
A sessant'anni suonati e con sette dipendenti cui assicurare quotidianamente del lavoro, ti consiglio di indagare la realtà oggettiva meglio di quanto tu abbia dimostrato di saper fare: l'incubo delle falci e dei martelli, si potrebbe trasformare in qualcosa di molto più doloroso quando riuscirai a svegliarti e prendere coscienza di come stiano realmente le cose!
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In risposta a: Plurale maiestatis? del 7/8/2011 - 1:12
presuntuoso
AUTORE: piccolo imprenditore
email: -

8/8/2011 - 20:22

Io penso che tu, Niccolai, sei un presuntuoso e basta, sai per caso come funziona la piccola impresa o le problematiche che ci possono essere? Io so il lavoro (?) che fai e sinceramente non penso tu possa interloquire con chicchessia sulla crisi. Io la sto vivendo personalmente e sto facendo i salti mortali per non mandare a casa i miei 7 dipendenti. Purtroppo le crisi ci sono già state e ciclicamente ritornano, come ti ha fato notare qualcuno, ma hanno radici più profonde di quelle che tu vorresti illustrare. Sì, anche secondo me viaggi con la falce e martello stamapata in capo e non ti discosti da lì. Io ho più di 60 anni e di gente come te ne ho conosciuta molta.......e di rimboccarsi le maniche e faticare...... Poi pretendi di dare i compiti a casa. L'umiltà me la hanno insegnata da quando sono nato e cerco di coltivarla, credo che dovresti cercare il termine sul vocabolario
----------------  RISPONDI





In risposta a: Consigli e altro... del 8/8/2011 - 12:55
La mia risposta...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

8/8/2011 - 20:02

Caro Pedro, molte sono le tematiche che mi butti lì, forse un tantino frettolosamente e ciò mi costringe a ricostruire per intuizione i passaggi intermedi che mi aspetterei di incontrare tra una conclusione e l'altra, ma, come direbbe Brunone der Baglini, tanto scrivere sul Forum è gratuito e al massimo si potrà approfondire successivamente.
Che le idee divergano è probabilmente un valore aggiunto e non certo un limite: tuttavia, quando dici che «il "farsi accettare", il "farsi comprendere" è la naturale conseguenza» se ho capito bene ciò che intendevi dire, oserei pensare che le cose stiano esattamente all'opposto, ovvero che il "farsi comprendere" è il naturale e irrinunciabile presupposto per "farsi accettare".
In ogni caso la mia risposta che - a mio modo di vedere - non è puntuale, ma sufficientemente in ritardo sulle tappe della storia, ancorché non nel nostro dibattito, non pretende di convincerti: una diversa percezione della realtà oggettiva porta l'essere umano a conclusioni diverse, dunque a formulare opinioni talvolta inconciliabili.
L'argomento del contendere fra me e te è proprio questo: quando sostieni che «manca nella mia analisi l'individuo/l'unicità della persona» apri una tematica molto controversa e su cui potrebbe scorrere in direzione biunivoca un inarrestabile effluvio di parole: il «Socialismo Reale», altrimenti detto «Comunismo Reale» nella sua singolare declinazione di rivoluzione borghese, ha creato grossi equivoci in merito, dunque, benché ti possa sembrare strano, il mio approdo al Marxismo ed il perseguimento di una nuova società che scaturisca dal superamento del MDP Capitalistico è funzionale e subordinato all'idea per cui «l'umanità e l'individuo possano essere felici nella loro unicità, attraverso le loro passioni, i loro desideri, i loro progetti.. etc».
Ritengo che i rapporti sociali correnti costituiscano un limite per una moltitudine insormontabile alla libertà di espressione, al conseguimento della felicità individuale e di molti altri diritti (o alla soddisfazione di necessità materiali e spirituali) che la cosiddetta "Democrazia" ritiene scontati ma che in effetti non sono mai stati goduti dalla totalità e integralmente, semplicemente perché non lo possono essere.
La dicotomia fra «possesso» (fonte di soddisfazione di ogni genere di bisogno) e «appropriazione» o «impadronimento» (per parafrasare un concetto facilmente intuibile e ottimamente comprensibile ne "Il Capitale") è la ragione per cui l'individualità non potrà mai strutturalmente essere espressa nel MDP Capitalistico (o se vuoi nella sua declinazione più "accogliente", la "Democrazia Classica Occidentale"), se non a condizione di limitarne altre in proporzione variabile a seconda della loro collocazione socio-economica.
Cancellare il valore-merce di un prodotto, significa liberarne e svincolarne il suo valore d'uso: ciò equivale a dire che alla soddisfazione di un bisogno può concorrere soltanto il suo «possesso» senza che esso debba essere subordinato alla sua «appropriazione»; gli odierni rapporti umani invece condizionano la soddisfazione di un bisogno (forma più elevata di espressione dell'individualità, sia che si tratti di un bisogno materiale e concreto, che di uno spirituale) all'inutile e deleterio passaggio della sua «appropriazione» (operazione artificiosa sulla base della quale il «possesso», dunque il godimento di una data cosa è precluso a tutti gli altri, anche e soprattutto quando o mentre non soddisfa nessun bisogno del suo «proprietario»).
Non è nella natura del MDP Capitalistico farsi "più equo": l'impresa privata, ovvero il caposaldo della sua esistenza è vincolata imprescindibilmente alla produzione del Profitto; ciò è concausa di tutte le peggiori contraddizioni (quali appunto la guerra, la fame e altre storture connaturate ai sistemi politici come la corruzione, il clientelismo, etc.).
La società attuale necessità di una poderosa e globale «riduzione dei profitti», ma l'impresa privata - non per cattiveria o maldisposizione del suo amministratore, ma per strutturale necessità - ne invoca l'aumento, ne' si può pensare di imporre per legge l'idea di «impresa etica», perché le condizioni materiali di una sua applicazione sono arbitrari e condizionati dal segmento di mercato di appartenenza.
Inoltre il cosiddetto «Capitalismo dal volto umano» non può essere invocato sempre e a prescindere: il Welfare State si assottiglia strutturalmente in caso di congiuntura sfavorevole e le rivendicazioni che un tempo avevano portato all'acquisizione di nuove diritti, diventano battaglie di retroguardia e resistenza, in difesa di quanto conquistato in precedenza - se e quando ciò sia possibile -, ma difficilmente possono portare ad estendere ulteriormente il campo della «concessione».
Mi piace molto però questa tua frase: «una società costruita sul bene comune è auspicabile solo se non si alterano le propensioni di ciascuno a stare bene/meglio in questo mondo» perché è una sintesi del Marxismo che insieme alla indimenticata allocuzione «da ciascuno secondo le proprie possibilità, a ciascuno secondo il proprio bisogno» può renderne idea e intelligibilità in proporzione esponenziale.
Mi piace molto meno invece l'idea per cui «l'attesa del grande salto in avanti è già nei fatti: il progresso dell'umanità dal 2° dopoguerra ai giorni nostri è enorme; i 5000 anni precedenti li rappresento come il balzo della tartaruga, mentre gli ultimi 60 anni sono il balzo di un ghepardo»; anche se ho già tante volte espresso questa mia convinzione (condivisa peraltro da autorevoli filosofi come Levi-Strauss), la ripeterò: il progresso tecnologico non indicizza correttamente e/o interamente lo Sviluppo Umano; gli indici corretti comprendono anche l'aspettativa di vita (che in Occidente è più bassa che altrove e spesso di molto, proprio dove si ritiene che la "Democrazia" sia arrivata a compimento) ed il tasso di scolarizzazione (e anche qui l'Occidente - se si fa eccezione per la Norvegia e il Canada non brilla proprio per nulla); inoltre l'equilibrio con le risorse economiche è per taluni popoli più importante del progresso tecnologico e, benché sia fermamente convinto di quanto Marx sostiene nell'opera "Forme economiche pre-capitalistiche", come dare loro torto?
Quanto al costruire una «società meno egoista» purtroppo il divario di percezione della realtà mi pare si faccia enorme: l'egoismo non è padre dei rapporti sociali insostenibili di quest'ultima era capitalistica, ma ne è figlio.
Il profitto non si produce per avidità, ma per irrinunciabile vocazione d'impresa; non è la cattiveria (generalmente) a guidare le cattive azioni socio-economiche dell'uomo; il tabaccaio non esercita la sua professione perché ama sadicamente propinare morte, e sono convinto che i dirigenti di Oto-Melara amino i loro bambini benché siano coscienti di essere fra i più grandi produttori di mine anti-uomo del pianeta, come credo che l'imprenditore edile che rompa o disperda l'eternit nell'ambiente, più che un pessimo individuo sia un mediocre, un ignorante governato dalle necessità produttive... e guarda, voglio esagerare: neanche chi pensa che Ikea porti lavoro è governato dall'avidità o dall'ingordigia (almeno non tutti), se non dalla scarsa lungimiranza o dalla scarsa propensione allo studio e all'analisi.
Cosa sarà a «dare la voce agli individui e alle associazioni d'individui che vorranno proporsi per rendere migliore l'individuo e il loro stare insieme» non saremo ne' io ne' te a deciderlo, ma la storia, come da sempre accade; attento, non mi fraintendere: il mio non è fatalismo, ma semplicemente la convinzione che un mazzo abbia un numero limitato di carte che, quando sono state giocate tutte per più di una volta non alcun motivo di essere rimescolato per sortire i soliti risultati; le cure che stai cercando per il trapassando sistema sono soltanto pagliative perché il suo male è incurabile; "Democrazia Classica Occidentale" e "Capitalismo" sono due facciate di una solita medaglia logora e consunta.
Quanto al superamento dell'idea di confine, non è ne' Facebook ne' la RyanAir a rappresentarne neanche la benché minima parte; intendevo parlare di qualcosa di molto diverso che ti potrei riassumere - per chiudere - in un grande auspicio: i confini smetteranno di esistere quando un volo A/R per il Madagascar non varrà più 2000 volte il pasto quotidiano del bambino che vi ho adottato a distanza.

A presto Pedro
----------------  RISPONDI





In risposta a: del
Voltiamo pagina
AUTORE: Massimo Cerri
email: [protetta]

8/8/2011 - 19:00

Ultimamente un giornale economista Americano ha pubblicato un'articolo che riconduce all'evento che per gli stati Uniti di America è eccezionale: dire no ad un centro commerciale. Pensate una notizia di questo genere arriva in america dopo essere passata alle cronache nazionali Italiane. Tutto nella norma, è nel copione delle multinazionali che fanno di tutto per arrivare dove vogliono.Lo strano è che proprio l'economia americana non mi sembra che gode di grandissima salute, non credo che possano dare lezione a un paesello come Vecchiano che ha saputo dire no ad una multinazionale che vuole andare dove vuole. Voltiamo pagina prendiamo la notizia Americana come una nota positiva di un comune piccolo ma grande. Si proprio grande, come una città Indiana che seppe dire no alla famosa bevanda che gli toglieva acqua da bere. Questa non è mai apparso, ma se facciamo ricerca troveremo molti articoli che non vengono pubblicati chi sa perchè? Dimenticavo un'evento che è passato inosservato:come mai la finale di Super coppa di calcio italiano è stata giocata in Cina?
----------------  RISPONDI





In risposta a: Risposta ad alberto panicucci del 7/8/2011 - 10:54
Il Mix di Max
AUTORE: Elettore di Insieme per Vecchiano
email: -

8/8/2011 - 14:24

Il sig. Max si cuce addosso i suoi vestiti e gli tornan bene; così come i discorsi fatti a sua misura.

La giacca cucita addosso al sig. Max e poi messa al Governatore della Toscana per poterla poi aggiustare/tirare a piacimento e.. tutti cercano di stiracchiarla dalla propria parte.

Enrico Rossi venne alla cena per la chisura della campagna elettorale di Insieme per Vecchiano a Migliarino (...)la lunga campagna incentrata su Ikea in zona agricola sotto le finestre dei migliarinesi o in zona preposta: cioè in zona Commerciale-Industriale sia di Migliarino che di: Massa, Cascina, Livorno, Navicelli, Volterra od altrove poteva forse far accettare un si nostro come dello stesso Governatore.

Una settimana prima, sempre alla Casa del Popolo di Migliarino, intervenne a sostegno di Insieme per Vecchiano l'Assessore Anna Marson e disse testualmente che la proposta grande centro commerciale comprendente un negozio Ikea a quattro passi da un Parco Naturale era una "PROPOSTA BANALE".
Enrico conosce bene Anna e noi conosciamo bene tutteddue e non ci poteva essere contraddizione alcuna. I patti elettorali vanno rispettati, altrimenti...

Ora, come è possibile pensare che Enrico Rossi essendo stato eletto Governatore della Toscana con la promessa: no a grandi centri commerciali; compreso anche capannoni, villette a schiera invendute e più opifici per dare lavoro vero ai nostri figli, potesse ribaltare il suo pensiero ed andasse a sostenere una lista che accoglieva elementi di destra dichiarata ed un si dichiarato ad una grossa speculazione edile in un terreno agricolo!?

ps,

(...) i tre puntini sospesi voglion dire che il Governatore ancora non è andato ad una cena elettorale di T&F se aveva vinto la Magnolfi forse...
----------------  RISPONDI





In risposta a: Chissà... del 7/8/2011 - 18:53
Consigli e altro...
AUTORE: pedro
email: -

8/8/2011 - 12:55

Dal mio punto di vista, prima anteporrei il "farsi accettare",il "farsi comprendere" è la naturale conseguenza,anche se le idee divergono.
La tua risposta puntuale non mi convince.
Manca nella tua analisi l'individuo/l'unicità della persona. La conseguenza non è
lo sprofondare del capitalismo ma renderlo accettabile,più equo.
L'umanità/l'individuo è felice nella sua unicità,con le sue passioni,i suoi desideri,i suoi progetti..ecc.
Una società costruita sul bene comune è auspicabile solo se si non si alterano le propensioni di ciascuno a stare bene/meglio in questo mondo.
L'attesa del grande salto in avanti è già nei fatti:il progresso dell'umanità dal 2°dopoguerra ai giorni nostri è enorme;i 5000 anni precedenti li rappresento come il "balzo" della tartaruga, mentre gli ultimi 60 anni sono il "balzo" di un ghepardo.
Certo,i problemi da risolvere sono molti,alcuni dei quali,e qui posso concordare con te,su progetti di società più equa, meno egoista.
La storia come tu dici è in cammino, l'importante non farci sorprende da coloro che vorrebbero riportare indietro le lancette dell'orologio della Storia.
Educare l'individuo al bene comune è un progetto da realizzare,senza tralasciare per ciascuno possibili progetti di felicità realizzabile.
Democrazia/Costituzione sono le regole per dare la voce agli individui e alle associazioni d'individui che vorranno proporsi per rendere migliore l'individuo e il loro stare insieme.
I confini delle nazioni sono già superati dal progresso tecnologico, ci separano ancora le diverse forme linguistiche, e per coloro che vorrebbero farci regredire il colore della pelle e della religione che pratica.
Cordialmente.
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In risposta a: del
La nostra economia ...........
AUTORE: Ultimo
email: -

8/8/2011 - 11:32

....... e la nostra politica sono dettate dalla Cancelliera Merkel e dal Presidente Sarkozy ....... Berlusconi e la sua casta sono ridotti ad obbedienti esecutori delle direttive ricevute. ...... ma non tutto il male vien per nuocere ......... adesso il fallimentare operato del nostro governo è sotto il controllo dell'UE ....... Il governo ha spudoratamente mentito agli italiani vantando un economia solida ........ per poi, ai fatti, risultare traballante e bisognosa di aiuto ......... E' il caso di dire "Per fortuna che l'UE c'è" .....per nostra fortuna l'UE sta salvandandoci dai guai irresponsabilmente provocati dal governo Berlusconi. ....... Ultimo.
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In risposta a: CONSULENZE-INCARICHI del 6/8/2011 - 12:40
Darei ...
AUTORE: Napolitano Francesco
email: -

7/8/2011 - 18:59

... un'occhiata anche alla parte dedicata ai Dirigenti, e poi fate il confronto con il sito del Comune di San Giuliano Terme, in cui vengono elencate anno per anno le retribuzioni dei dirigenti. Così vicini i comuni e così distanti nella comunicazione.
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In risposta a: Un Sapere mal riposto ? del 7/8/2011 - 12:00
Chissà...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

7/8/2011 - 18:53

Quando te la stressano poderosamente, poi ad un certo punto bisogna anche che tu risponda per le rime, sai, caro Pedro, e colui al quale ho inteso rispondere si può dire fortunato se non me lo sono mangiato vivo, data l'ennesima dimostrazione di irriducibile povertà di intelletto, di disinformazione assoluta e di incapacità di elaborare o rielaborare se non confortato dal preconcetto o dal sentito dire.
Poiché su questo Forum la malalingua corre più veloce della sensatezza, l'irrefrenabile mancanza di qualsiasi contegno va arginata in qualche modo, pur brutale e arrogante ti possa sembrare: con te per contro mi confronto molto volentieri, benché ci separi una percezione diversa della realtà oggettiva.
Non ho mai fatto mancare il mio sostegno alla Costituzione Italiana e continuerò a non farglielo mancare finché i tempi non saranno maturi per il grande salto in avanti: la mia purtroppo non è propriamente una visione distorta del modello produttivo e se molti marxisti nel XX° Secolo hanno avuto fretta di proiettarsi verso una società che non era ancora nella natura delle cose potesse sorgere, oserei pensare che l'abisso in cui giorno dopo giorno sprofonda il Capitalismo è un segnale abbastanza chiaro.
Non sarò io a decidere se ci sarà un punto di non ritorno per il MDP Capitalistico e non premerò perché un processo assolutamente naturale si acceleri artificiosamente: ma sappi che ogni cosa ha una vita e la "Democrazia" quale tu la conosci non è il punto d'arrivo dell'umanità: non ha risolto e non può risolvere le contraddizioni che ha ingenerato.
Fallimentare diventerà se non avrà il coraggio di lasciare il posto ai nuovi auspicati rapporti fra gli uomini, ad un nuovo pactum societatis e trascinerà nel baratro chiunque le impedisca di trapassare.
La storia non si ferma, Pedro, niente è immutabile: non c'è alcun motivo per pensare che un sistema politico - frutto di precisi rapporti sociali - non si debba estinguere: la perfezione che pretendi abbia raggiunto la "Democrazia" porta seco sventure come la guerra, la fame nel mondo e tante altre contraddizioni socio-economiche e non c'è medicina che la possa guarire, se non la rimozione dei suoi presupposti (la proprietà privata dei mezzi di produzione e la sua rappresentazione presso il consorzio umano, «sua maestà il denaro» per usare parole di Franco Battiato).
Non mi precipiterò ad organizzare l'avanguardia rivoluzionaria, se questo è il tuo timore: ma dubito che il mondo possa andare avanti governato da questi rapporti socio-politici per più di una ventina d'anni al massimo e comunque, a condizione che la transizione sia condotta in maniera equilibrata, estendendo progressivamente la partecipazione di ciascun individuo alla gestione delle cose, riducendo via via la dimensione della proprietà privata, estendendo quanto più possibile la portata dei Beni Comuni e favorendo sempre di più la condivisione, rafforzando l'idea di collettività e la sua percezione di sé stessa, ma soprattutto, iniziando a dissolvere l'idea che esistano dei confini nazionali.
Non credo all'Europa, Pedro, come sono certo che fra qualche anno l'onorato servizio della Carta Costituzionale potrà giungere a legittima e auspicabile conclusione: ma sono convinto che il male peggiore da rimuovere sia al momento lo stesso che tu consideri tale, altrimenti il processo rivoluzionario si innescherà spontaneamente e ben prima che i tempi siano maturi.
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In risposta a: CONSULENZE-INCARICHI del 6/8/2011 - 12:40
Sapete ...
AUTORE: Napolitano Francesco
email: -

7/8/2011 - 18:11

... da chi è composto lo studio professionale associato GEA di Vecchiano?
A voi non piacerebbe sapere quante volte ha vinto le cause lo studio D'Antone?
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In risposta a: CONSULENZE-INCARICHI del 6/8/2011 - 12:40
Opposizione
AUTORE: uno qualsiasi
email: -

7/8/2011 - 17:39

Mi sono incuriosito e o dato un'occhiata anch'io.
Bella roba! Ma abbiamo bisogno di così tante e costose consulenze legali? Anch'io penso che l'elenco non sia completo ma come mai stanno tutti zitti zitti anche l'opposizione. Sono tutti in vacanza, dormono o anche loro avrebbero fatto così?
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In risposta a: che puzza del 7/8/2011 - 0:17
vai a cena nodia
AUTORE: e ninna er bimbo un vo dormi
email: -

7/8/2011 - 16:56

invece di statti a lamenta del puzzo guarda se trovi il verso di mangia meno cosi vai meno a c..e der depuratore un c'e' piu bisogno o bimbo si fa per ride anchio sto da queste parti e ti devo da ragione ma se un si scherza un po tra di noi qui come dicevan quei due un ci resta che piangere
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In risposta a: crisi del 6/8/2011 - 19:29
ma allora
AUTORE: franci
email: -

7/8/2011 - 13:49

non è allora che il capitasmo è fallito come sistema ?quelli che dicevano che il comunismo era fallito cosa pensavano .. ...di inventato l'aqcua calda...
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In risposta a: che puzza del 7/8/2011 - 0:17
il rimedio c'è....
AUTORE: un vecchianese
email: -

7/8/2011 - 13:41

inviti gli amici a casa tua ,almeno per un giorno stanno bene.....
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In risposta a: Plurale maiestatis? del 7/8/2011 - 1:12
Un Sapere mal riposto ?
AUTORE: pedro
email: -

7/8/2011 - 12:00

Caro Homo Sapiens Alessio( e non mi riferisco al nostro comune antenato...)non mi permetto di mettere in discussione le tue conoscenze e il tuo sapere,anche se a volte lo esterni in modo saccente, pur in risposta ad alcune provocazioni del Forum nei tuoi confronti.
Mi dispiace invece che la tua profonda cultura politico-economica sia così mal riposta,sino al disprezzo delle regole democratiche sancite nella nostra Carta Costituzionale.
Ti cito per essere chiari su quali argomenti non concordo con te:

I nobili e giovanili presupposti sono espressi meravigliosamente nella Nostra Costituzione.
Pur se disattesa e vilipesa la nostra Carta è ancora l'unico regolamento che ci tiene uniti come Nazione, inserita e cofondatrice di una Comunità più ampia:la CEE (Comunità Economica Europea)
A mio parere sono le politiche economiche e sociali dei governi/uomini italiani a rendere la nostra imperfetta e non le regole mai applicate.
I tuoi richiami alle teorie marxiste sono la controprova, sono gli uomini e il potere a "sputtanare"gli ideali.
In ogni caso il progresso dell'umanità,pur tra mille contraddizioni continua.
Vorrei permettermi di suggerirti di mettere a disposizione della dialettica "democratica vera" le tue capacità intellettuali e conoscitive - al servizio di cause concrete e realistiche,meno elitarie ed utopiche.
infine,per restare sul concreto, ho ragione di pensare che il berlusconismo sia contro la nostra Costituzione e contro L'Europa.
Il nostro debito pubblico è uno dei grimaldelli per scardinare l'Europa Unita con il placet dei vertici religiosi che vorrebbero una Costituzione Europea meno laica(libera Religione in libero Stato) e più giudaico-cristiana (come si dice?..le radici del potere?).Così come sono scettico che l'Europa dei Popoli( quali?come? dove?)sia un'idea per dividere e non per unire.
La debolezza della nostra democrazia ci sta portando al "tanto peggio tanto meglio?"
A chi giova? Fare ricorso alla storia del xx secolo non è un artificio diversivo.
Cordialmente.
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In risposta a: del
Risposta ad alberto panicucci
AUTORE: Max
email: -

7/8/2011 - 10:54

Caro Alberto, non ho il piacere di conoscerti, ma posso dirti che accetto tutto tranne l'ipocrisia.
Facciamo un pò di storia:
La giunta Pardini nel grande piano d'area dichiaro' l'ovaio come area commerciale con tanto di voto contrario del cosigliere Cerri e Meini aprendo così una spaccatura all'interno della maggioranza.
Successivamente e grazie ai grandi poteri della politica la giunta prdini fece un bel passo indietro...chissà...magari con le elezioni vicine qualche minaccia di abbandono ha fatto cambiare idea al PD.
L'assessore Chicca, e il Vice Sindaco Baldoni si dimesero accusando l'assessore Sermonti di non aver mantenuto i patti che anche apertamente aveva dichiarato ( vedi articoli sulla stampa e megastriscione in piazza IKEA= Lavoro).
Ora veniamo alle ultime elezioni, il PD si è assicurato il Comune promettendo ai migliarinesi che il mega centro commerciale non avrebbe mai rovinato i loro ortiocelli,facendo addirittura scendere in campo il Governatore Rossi che diceva l'esatto contrario accaparrandosi così i voti del resto delle frazioni.
Non ho motivo di dubitare della buona fede di Rossi, persona intelligente qual'è ha sicuramente interesse nello sviluppo della toscana, quello che non capisco è perchè dopo il 20 di maggio la vicenda Ikea, anche nei meandri regionali, è taciuta.
Ora caro alberto, avete assicurato che i giardinetti dei Migliarinesi non saranno mai rovinati da entri commerciali ma lo avete fatto a scapito di posti di lavoro e di benessere econimco delò comune, e trovo veramente immorale accusare Ikea di non aver presentato altri progetti quando sapete benissimo che l'offerta della zona industriale equivale ad un diniego e quello che mi dà più fastidio è leggere Marianetti che riprende la minoranza accusandoli di nonvolere lo sviluppo economico del comune sulla vicenda serre.
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In risposta a: crisi del 6/8/2011 - 19:29
Plurale maiestatis?
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]

7/8/2011 - 1:12

Il mio interesse per l'economia-politica non è motivato dalla ricerca di una soluzione per l'intercedere (1° termine tecnico che non hai capito: si tratta di un verbo nella sua forma infinita; molto caro ad alcuni settori delle aree più intransigenti del Marxismo, può essere compreso finanche da un bimbo di 5 anni a patto che si abbia eventualmente l'umiltà di consultare un vocabolario della lingua italiana) della crisi.
La crisi di per sé non ha «colpevoli», che siano Obama, la Merkel o il Berluskaiser: colpevole è il Modo di Produzione (2° accoppiata di termini tecnici assai più ostici del primo: qui il vocabolario non ti può aiutare e, casomai tu ci avessi pensato, neanche Wikipedia riesce a fornire delucidazioni esaustive: se vuoi saperne qualcosina di più con qualche migliaio di pagine - ivi incluso "Il Capitale" - te la levi) che qualcuno a suo tempo si è prefigurato come una vena inesauribile ma che, per sua stessa natura non può esserlo.
Presumibilmente ne' il Premier, ne' tantomeno Bersani riescono a rendersi conto della portata di questa crisi, nei confronti della quale nessuna risposta nazional-patriottica (qui la spiegazione del termine è molto semplice: la soluzione esiste ed ha una portata sovranazionale, o per meglio dire, internazionalista) potrà d'ora in avanti essere sufficientemente risolutiva.
Ora mi dovrai spiegare però l'espressione «Purtroppo viaggiate con i paraocchi, non riuscite a vedere più in là di Berlusconi, esistono corsi e ricorsi storici sulle crisi indipendentemente da chi governa».
La prima parte non mi è chiara: o stai usando nei miei confronti il plurale maiestatis, o pensando di riuscire a pronunciare al mio indirizzo qualcosa di sensato, hai pensato bene di estendere la portata della comunicazione a non si sa chi, quasi si trattasse di un unico destinatario collettivo: niente di più sbagliato; ma la scempiaggine più grossa è nella seconda parte del tuo discorso, ovvero la teoria dei «corsi e ricorsi storici».
C'è un limite naturale a quella teoria: porta il nome di «entropia» e, benché indigesto, è un concetto ben spiegato anche da Wikipedia; non mi aspetto che tu vada a consultarla, se lo farai, che tu ne possa cogliere il significato più profondo, e se anche lo cogliessi, che tu abbia una sufficiente prontezza di spirito e/o gli strumenti cognitivi per comprendere a pieno la rielaborazione concettuale che le ho cucito intorno.
Niente in realtà si ripete mai, neanche quando le somiglianze e/o le affinità sono tali da lasciarlo supporre: il «ricorsismo storico» è un artificio per allontanare l'essere umano dalla comprensione della realtà quale essa è e quale la storia nella sua interezza ci ha consegnato attraverso l'inarrestabile processo dialettico (brutta parola anche questa: quando fai la ricerca, associale i termini «tesi», «antitesi» e «sintesi»).
Per quanto riguarda ciò che presumi possa essere il «mio orticello politico», temo ti sia illuso di aver capito qualcosina di come io la possa pensare: ebbene, ti comunico che non è la milionesima parte di quello che in realtà penso; poiché coltivo il superamento degli attuali rapporti di produzione, non mi conforta sapere che un Bersani possa prendere il posto di Berlusconi, ne' che si facciano o meno le elezioni, tanto è l'importanza che attribuisco a questo cadavere della rappresentatività che molti si ostinano a voler chiamare «Democrazia» e che dal mio punto di vista non è nient'altro se non la pallida ombra dei suoi più nobili e giovanili presupposti.
La «Democrazia Classica Occidentale» punta oggi al pareggio di bilancio, chi la vede come me alla rimozione d'ufficio del debito pubblico, con l'arresto di chi ne sia direttamente o indirettamente responsabile (dunque metti in fila Amministratori e Dirigenti di FIAT, OTO-Melara, Breda-Ansaldo, Mediaset, FinMeccanica, la tua nobile Ikea - come già altrove ho ampiamente dimostrato -).
Mi fermerò qui, perché mi sembra di averti già oberato di lezione per casa: non sono i miei «grandi discorsi», sei te incredibilmente piccolo e insignificante di fronte al loro tragico normo-dimensionamento e alla loro sempre più necessaria e impellente ordinarietà.
----------------  RISPONDI





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