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AUTORE: DJJ
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10/8/2011 - 13:29
Caro Compagno fuori dai bisogni ti chiamo Compagno perchè nella tua lettera mi sembra di sentirci un po' di solidarietà come quella dei Compagni del tempo che fù ma che ora non esistono più come non esiste più la solidarietà perchè ognuno volente o dolente è condannato a pensare per se.....Ci hanno portato a questo punto e ormai ci si siamo abituati per questo ti dico che sarai un buon Compagno ma purtroppo sei un'ingenuo, forse sei troppo giovane e non hai ancora capito come stanno le cose. L'italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro.... è una Repubblica che il lavoro lo ha affondato insieme a milioni di famiglie. Nella mia azienda siamo tutti Compagni primo fra tutti il titolare il quale ha sempre lavorato come noi e diviso tutto con noi da vero Compagno ma ora non ci si fa più . Quelllo che noi facciamo lo trovi sul mercato a metà prezzo.... la nostra roba ha un prezzo maggiore ma dura un secolo invece quella della concorrenza dura un paio di anni e poi la butti via. Purtroppo tanta gente non può comprare la nostra perchè non se lo può permettere ed è costretta ad accettare quella a minor prezzo perchè il mercato moderno li obbliga a questo e li impoverisce sempre di più. Questo non è giusto perchè certe spese si fanno una sola volta per tutta la vita e ora invece si fanno dieci volte e non basta. Io ho cominciato a lavorare a 14 anni e ora che mi mancava poco alla pensione mi ci mandano per forza con tre palanche. Ora io e le mie figlie dobbiamo vivere a carico della mia compagna che lavora in cooperativa e la sfruttano come una negra....UNA BELLA COOPERATIVA ROSSA!!!!!!!!! Se ritornasse al mondo Berlinguer li butterebbe tutti fuori dal partito.....ma quale partito se il PARTITO non c'è più? Se voglio campare e mantenere la famiglia ora vado a lavorare al nero e non pago le tasse.............. come quel povero disgraziato barbuto che ci fanno vedere nella nuova pubblicità contro gli evasori ma gli evasori non hanno quella povera faccia da operaio gli evasori veri sono belli sbarbati col colletto bianco e la cravatta ma loro ci fanno vedere la faccia di un operaio per darci la colpa a noi che siamo gli unici che le tasse le paghiamo davvero. MA SIAMO MATTI?????? COSA ASPETTA LA CGIL A FAR LEVARE QUESTA PORCATA DAI TELESCHERMI E METTERCI LA FACCIA DEI VERI EVASORI?????? Se il governo cerca soldi per uscire dalla crisi perchè non gli dite che cominci a prendere quelli del 8 per mille quelli delle scuole private quelli delle scuole dei preti quelli dei deputati e senatori e di tutta la gente che fa politica di professione???. Ma queste cose non le dice ne il Compagno ingenuo ne il Niccolai e ne Pedro ne JPD perchè non le sanno o fanno finta di non saperle PERCHè PANCIA PIENA NON CONOSCE DIGIUNO.
A NOI !!!!!!! CARI COMPAGNI DI STOPPA.
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In risposta a: non ci siamo capiti... del 10/8/2011 - 8:20
A Nicola
AUTORE: Lettore
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10/8/2011 - 11:38
Stai tranquillo Nicola, in America non si preoccupano di sicuro di un piccolo paese come Vecchiano il cui atteggiamento nei confronti di una rapinosa multinazionale è stato esemplare e potrebbe essere portato a modello positivo nel mondo. L'America ha già i suoi grossi problemi fra i quali la proliferazione dei centri commerciali che tenta di frenare perché ne stanno rovinando l'economia.
Il fatto Ikea è arrivato al giornale americano per mano del suo corrispondente in Italia, persona gradita alla Confindustria, e dalla stessa aizzato a diffondere una simile e improvvida presa di posizione.
Questo è lo spunto sommario, ora pensa da solo a sviluppare il fatto e a individuarne gli elementari retroscena.
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AUTORE: Nicola
email: -
10/8/2011 - 8:20
... il punto per me non è il solito IKEA SI o IKEA NO, argometo trito e ritrito e su ogni posizione ci sono buone e cattive ragioni.
E' CHE DALL'AMERICA, cavolo, DALL'ALTRO LATO DEL MONDO ci citano come esempio di malagestione!!!
Questo per via dell'altalena di posizioni che, a sbeffeggio, poi nell'articolo il comune dice di aver preso anche posizione fermamente... bah ........ di livello internazionale, ecco cosa.
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AUTORE: Amico di Giovanni
email: -
10/8/2011 - 7:35
...Ghelardi Yokoi e& poi si racconta tutta la storiella ad un bimbetto delle elementari vecchianese (l'omini grandi la sanno già)e si vede chi ci fa la figuraccia INTERNAZIONALE.
Gnamo Nicola: arrenditi come hanno fatto lo sparito Roberto Ruberti e &
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In risposta a: Pancia piena non conosce digiuno del 9/8/2011 - 17:55
a DJJ
AUTORE: J.P.D.
email: -
10/8/2011 - 0:05
Se riuscissi a spiegare i veri problemi e meglio ancora a suggerire le soluzioni sarei sicuramente al posto di trecconti ma così non è, capisco le difficoltà che siamo tutti quanti costretti nostro malgrado,(chi più chi meno) ad affrontare ma non per questo continuo a cavalcare delle utopie questo era e resta il mio pensiero , ovviamente disponibile a cambiare opinione se le argomentazioni sono convincenti
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In risposta a: Pancia piena non conosce digiuno del 9/8/2011 - 17:55
a DJJ
AUTORE: Uno fuori dai bisogni
email: -
9/8/2011 - 21:31
"Pancia piena non conosce digiuno" titola il sig. DJJ e come metafora sembra consolatoria (per gli altri) ma voglio aggiungere che chi è fuori dai bisogni non è ricattabile ed il più ricco e furbo di tutti noi Italiani lo sa.
Cosa ha fatto il furbaccione per fregarti e fregando te/voi ha fregato ben bene anche quelli come me (per forza maggiore)lui governa e noi siamo in minoranza.
All'ultimo minuto utile il chiappacitrulli dice: vi do un milione di posti di lavoro in più: ma sapeva benissimo che levando altri due/tre milioni di posti di lavoro (leggi pance vuote) li 'ompri meglio.
Ps. Quando siete "non" fuori dai bisogni: firmatevi per esteso; non abbiate paura della solidarietà e delle lotte comuni di quelli che (per ora) stanno un gocciolino meglio cioè chi gode (si fa per dire) di una pensione d'anzianità o ha un lavoro fisso.
Ricordatevi che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro delle loro genti ed il lavoro è un diritto inalienabile: capito!!!
RISPONDI
AUTORE: DJJ
email: -
9/8/2011 - 17:55
Dice JPD cominciate/mo sempre per cortesia a ragionare affrontando i problemi reali in una prospettiva seria e reale.
Qualche discussione su proposte serie sarebbe più edificante e utile, la Cina ha per i prezzi alimentari un'inflazione del 7% e ha già comprato mezza Africa ci sarà una relazione?
Una relazione ci sarà... ma quale sarà? Ce lo spieghi JPD che lo sa visto che propone di ragionare affrontando i problemi reali in una prospettiva seria e reale. A parlare di economia politica come se fossero bruscolini c'è già Pedro e il Niccolai ma io intanto da ieri sono in mobilità e rischio il lavoro. Niccolai e Pedro non li capisco perciò aspetto di sentire le proposte di JPD se riesce a spiegarmi i veri problemi, io sono quì tutto orecchi e aspetto. Ma vedrai!!!!!
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AUTORE: P.L.
email: -
9/8/2011 - 16:12
L'articolo dell'Architetto Cardellini sulla stampa di oggi, che invito tutti a leggere, che chiarisce e valorizza le scelte Urbanistiche del Comune di Veccchiano, in quanto non rivoluzionarie, ma semplicemente rispondenti ad una logica di programmazione territoriale non soccombente alla speculazione fondiarie tanto di moda nel nostro Paese, mi sembra chiarisca in modo definitivo la portata dell'intervento speculativo che si voleva portare avanti nel nostro Comune con la realizzazione del centro commerciale lungo l'Aurelia a Migliarino. Sarebbe interessante che anche a sinistra chi, magari in buona fede, in tutti questi anni ha cercato di favorire in tutti i modi quel progetto, prendesse atto una buona volta, che quei "quattro gatti di Migliarino" non avevano poi tutti i torti ad opporvisi e con buone e motivate ragioni vista anche la vicinanza con una zona industriale e artigianale già attiva e regolarmente pianificata. Ma forse era proprio questo che dava fastidio: seguire le regole di una programmazione urbanistica che concedeva poco alla speculazione.
RISPONDI
AUTORE: pedro
email: -
9/8/2011 - 14:28
Oh Alessio!,provo ad essere più diretto(scusami).
Ti ricordo(ma esagero)che i tuoi interventi sia di proposta che in risposta sembrano rivolti ai congressisti laureati in economia,scienze politiche,storia della filosofia con 2 master di perfezionamento.Chi ti vorrebbe leggere o condividere o criticare deve porsi sul tuo stesso piano o saltare al post seguente quando legge Alessio o dunque passare ai toni forti, tenuto conto che il livello culturale degli interventi nel Forum è variopinto sia nei contenuti sia per coloro che li espongono. Dunque per me resta 1°"farsi accettare".Non te ne faccio una colpa,anzi...avresti - è il mio pensiero - più consensi e ascolto se il tuo modo "logorroico"(scusami ancora)di esporre le tue tesi fossero più alla portata dei partecipanti tutti.
Quanto sopra lo collego anche agli argomenti trattati nei nostri dibattiti.Vedi Alessio,le società dei nostri tempi sono molto complesse.
Se le osservi dall'alto di un aereo a 8000 mt non la percepisci realisticamente come coloro che la osservano o la vivono da vicino e nel quotidiano.
Il desiderare una società migliore così come cerchi di descrivercela tu, appare fuori dal tempo,forse sarà del tempo a divenire.
Oggi,adesso,che fare?Il capitalismo è nei grandi speculatori finanziari ma lo trovi anche sulla traversagna,e non parlo della zona industriale. Cambiare lo status quo si può!Ma non con voli pindarici e teorie politiche non realizzabili nel breve.
Ti riporto a terra:la finanziaria del 2013,il lavoro,l'evasione fiscale,le mafie,la giustizia, le carceri,la scuola,la sanità, l'immigrazione....come le affrontiamo questi problemi?,con chi li possiamo affrontare e risolvere?Questo mi chiedo e credo che se lo chiedano molti lettori sensibili al vivere quotidiano.
I nemici sono alle porte o qualcuno ci sta facendo credere che la rivoluzione è vicina?
Cordialmente.
RISPONDI
AUTORE: giuseppe
email: -
9/8/2011 - 14:10
ho Nicola ma la befana è a gennaio ,se ci credi ancora ,aspettala .a buon intenditore.......
RISPONDI
In risposta a: figuraccia INTERNAZIONALE del 9/8/2011 - 8:44
o forse.....
AUTORE: francesco
email: -
9/8/2011 - 14:04
figuraccia per ora condivisa dal comune di Torino poi per le persone ,e sono tante ,che hanno un giusto senzo del giudizio e sanno usare il cervello,non tanto .
RISPONDI
AUTORE: Lettore
email: -
9/8/2011 - 12:32
Sembra incredibile ma c'è qualcuno ancora più irriducibile del soldato giapponese Yokoi, rimasto per quasi trent'anni nascosto su un'isola delle Marianne perché non credeva alla fine della guerra Giappone/USA.
Se ci si pensa bene Yokoi ha quasi assonanza con Ikea, anzi Yokoi Ikea potrebbe benissimo essere un nome giapponese.
Il nostro Yokoi Ikea invece è migliarinese e ancora crede in una causa morta e sepolta, e perfino invia una supplica al governatore della Toscana, perché esaudisca il suo desiderio di vederla riesumata.
Sembrava che la questione Santa Multinazionale fosse ormai chiusa tanti sono stati gli argomenti contrari alla sua santificazione. Niente da fare, Yokoi Ikea resiste.
A questo punto c'è da sperare che lo faccia arrendere l'intervento dell'architetto Cardellini, pubblicato sul Tirreno di oggi.
Se nemmeno questo basta, conviene lasciare Yokoi Ikea al suo destino di sbandato.
RISPONDI
AUTORE: J.P.D.
email: -
9/8/2011 - 11:44
Per far capire dove sta andando il mondo intero e noi Vecchianesi siamo perfettamente in chiave?
Lavoro? dove? ospedali in calo, università scuola in genere in calo, pubblica amministrazione pure, la produzione di beni e servizi fa le bomboline, i centri commerciali automatizzano l'impossibile e riducono il personale poi alcuni chiuderanno, i politici continuano a sperpe../rubare a più non posso,come fosse l'ultima occasione irripetibile, ergo soldi sempre meno da spendere. E allora?
Sarà il caso di darci una scossa al cervello che ormai per alcuni si è impuntato, reset per favore, siete venuti a noia. Cominciate/mo sempre per cortesia a ragionare affrontando i problemi reali in una prospettiva seria e reale.
Qualche discussione su proposte serie sarebbe più edificante e utile, la Cina ha per i prezzi alimentari un'inflazione del 7% e ha già comprato mezza Africa ci sarà una relazione?
RISPONDI
AUTORE: Lettore
email: -
9/8/2011 - 11:28
08/08/11 10:00 | autore: Francuccio Gesualdi Stampa ShareThis
Gesualdi: "Il tempo della crescita è finito" 0
Il presidente del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano su decrescita e "ristrutturazioni": "Fra le mille che dovremo operare, una emerge sopra le altre: il ridimensionamento del mercato e il rafforzamento del pubblico, inteso come l'economia dei diritti e dei beni comuni, perché da lì passa la sostenibilità ambientale e la dignità umana e sociale"
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"Di più. Bisogna remare di più" si andava dicendo per tutta la nave. Lo ordinava il capitano dalla cabina, lo ripeteva il nocchiero al timone, lo gridavano i capi voga giù nella stiva. Lo sussurravano i passeggeri nei loro ritrovi ed era oggetto di preghiera durante la messa officiata nella cappella di prua. Sembrava che parlandone, la speranza potesse diventare realtà, ma nonostante lo sforzo dei rematori, la nave non avanzava di un metro. Il primo a capire perché fu un mozzo sbucciapatate che non si muoveva mai di cucina. Un giorno, togliendosi i pesanti occhiali neri, che per ordine del capitano dovevano essere portati da tutti 24 ore su 24, aveva guardato oltre l'oblò ed aveva scoperto che i remi non affondavano nell'acqua, ma nella sabbia. Per senso di responsabilità era corso dal capitano, ma non aveva finito la frase che due energumeni l'avevano alzato di peso e gettato in cella come punizione per essersi tolto gli occhiali. Un ufficiale, che aveva assistito alla scena, era stato sopraffatto dal dubbio e non appena fu solo si tolse anch'egli gli occhiali e diede un'occhiata di sotto. Bastò poco per capire che il mozzo aveva ragione e fra mille incertezze fece rapporto: "Signor capitano, l'acqua è finita. Per avanzare non è dei remi che abbiamo bisogno, ma di corde e di rulli". Ma neanch'egli venne ascoltato e al pari del mozzo venne imprigionato per essersi tolto gli occhiali. Oggi la nave è ancora là, immobile in mezzo al deserto, sola col suo mantra.
Questa è la rappresentazione, sotto forma di novella, della nostra realtà. Sarà per colpa del pensiero unico che ci offusca la vista, sarà per colpa della pigrizia che ci spinge nel branco, fatto sta che confindustria, sindacati, destra e sinistra, all'unisono tutti ripetono che bisogna crescere, crescere, crescere. Eppure tutti lo sanno: il tempo della crescita è finito. Prima di tutto per via della globalizzazione che ha spezzato la linea di continuità fra domanda e produzione. Magari i consumi crescono in Italia, ma la produzione cresce a Shangai o a Varsavia.
E poi c'è la saturazione dei mercati. In Italia già abbiamo un auto ogni due abitanti, più di un telefonino a testa, guardaroba stracolmi, dispense piene di merendine scadute. Che altro dobbiamo comprare per sostenere la crescita? Certo se il reddito fosse distribuito in maniera più equa, quei milioni di famiglie che oggi non arrivano alla quarta settimana potrebbero comprare di più. Ma l'espansione dei consumi deve fare i conti con i limiti del pianeta. Due secoli di industrializzazione selvaggia hanno delapidato la terra e lo hanno inondata di rifiuti tossici che mettono a repentaglio la vita. Il tutto mentre metà della popolazione mondiale non ha ancora conosciuto il gusto della dignità umana. I tre miliardi di poveri assoluti, loro sì hanno diritto di crescere, ma rischiano di non poterlo fare perché la concorrenza per le risorse scarse si fa sempre più aspra.
In conclusione anche la nostra nave è senz'acqua e non è più tempo dei remi ma delle corde e dei rulli. Fuori di metafora, dobbiamo cambiare modello economico, dobbiamo orientarci verso un modello di società che si pone come obiettivo il benvivere, inteso come capacità di garantire a tutti una vita sicura e armoniosa, sapendo che vanno rispettate tre condizioni: utilizzare meno risorse possibile, produrre meno rifiuti possibile, lavorare il meno possibile. Dunque si tratta di mettere in moto un processo di cambiamento ben più articolato della semplice decrescita. Non solo ridurre, ma soprattutto ristrutturare, non solo a livello energetico e tecnologico, ma anche produttivo.
Dobbiamo ridurre alcuni settori e ampliarne altri, perché nella sua distorsione, questo sistema ci ha subissato di prodotti inutili e dannosi, mentre ci ha privato del necessario. Del resto così funziona il mercato: spinge il consumo delle cianfrusaglie alla portata delle tasche di tutti e nega l'accesso ai servizi vitali perché troppo costosi per i portafogli dei più. Dunque, fra le mille ristrutturazioni che dovremo operare, una emerge sopra le altre: il ridimensionamento del mercato e il rafforzamento del pubblico, inteso come l'economia dei diritti e dei beni comuni, perché da lì passa la sostenibilità ambientale e la dignità umana e sociale. E' chiaro, ad esempio, che il trasporto per tutti, a basso impatto ambientale, non è l'auto privata, foss'anche elettrica o a idrogeno, ma l'autobus e il treno diffuso. E se ciò vale per il trasporto ancora di più vale per la sanità, l'istruzione, la previdenza , l'acqua e tutto il resto che classifichiamo come diritti.
E' bene alzare la testa e guardare l'orizzonte col cannocchiale in modo da evitare quei passi che pur sembrando vantaggiosi nell'immediato, preparano il disastro per il futuro. Un tipico esempio riguarda le misure che si stanno prendendo per la soluzione del debito pubblico. A parte l'invocazione della crescita, che lascia il tempo che trova, quello che davvero si farà è la privatizzazione dei servizi e la svendita del patrimonio pubblico. Con una semplice alzata di mano, il Parlamento ci priverà per sempre dei beni che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità collettiva grazie a decenni, se non secoli di sacrifici. E con un pubblico messo a nudo sarà ancora più difficile avviare quel cambio di rotta che non è più rinviabile.
Non lasciamo che siano i mercati a dettarci il futuro. Facciamo in modo che l'ultima parola sia sempre la nostra.
Francuccio Gesualdi, presidente del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano
RISPONDI
AUTORE: Nicola
email: -
9/8/2011 - 8:44
http://pisanotizie.it/news/news_20110808_herald_tribune_ikea_alberto_panicucci_pd_vecchiano.html
ADDIRITTURA l'Herald Tribune che ci cita come esempio negativo di malagestione che ostacola lo sviluppo...
ma soprattutto mi ha fatto ridere la frase "E' veramente curioso che dopo anni di discussioni e di chiare prese di posizione del Comune e del PD" .. chiare prese di posizione!??!?!
RISPONDI
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]
9/8/2011 - 1:33
Caro «piccolo imprenditore» il diritto di parola dovrebbe esserti sacro, visto che è uno degli ultimi «privilegi» che la cadaverica "Democrazia Classica Occidentale» continua ad accordarti; ma la sua sacralità dipende dall'uso che nei riesci a fare e mettere così un brutalmente insieme una così nevrastenica e petulante sequela di congetture (per non usare qualche meno gentile sinonimo vecchianese) mi fa venire in mente che di tutti i diritti forse quello è proprio l'unico che deve essere preventivamente meritato!
Intanto - chiunque tu sia - se vuoi interloquire su argomenti privati abbi prima il buon gusto di identificarti: di ciò che il sottoscritto fa o è non sai proprio un bel nulla e non credo sia argomento di pubblico interesse.
Tu confondi il modo in cui un evento assolutamente planetario si ripercuote sul tuo orticello con la comprensione puntuale di una complessa disciplina che porta il nome di Economia Politica; mi sorprenderei del contrario, ma in ogni caso non ti biasimo per questo, augurandoti per contro di riuscire a far fronte nel migliore dei modi, onorando i tuoi impegni contrattuali con le famiglie che ti sei preso in carico.
Disgraziatamente le crisi hanno sì una loro ciclicità, ma quella che stiamo attraversando non è iniziata quando il progressivo del tuo blocco fatture ha iniziato di anno in anno a raggiungere valori sempre più bassi, ovvero quando hai iniziato ad avvertirne gli effetti più drastici: i primi sintomi si sono avvertiti non meno di una buona quindicina di anni fa.
Solo che allora c'erano ancora tante apparentemente buone carte da giocarsi in seno alla cosiddetta «ristrutturazione capitalistica», a partire dalla guerra contro l'Iraq e l'Afghanistan, mentre oggi persino un alieno intento ad osservare la Terra da Saturno ti potrebbe dire che le tante vite barbaramente spezzate non hanno contribuito a modificare di una virgola il lento ma inesorabile intercedere della crisi.
Ma allora chi la pensava come me era un profeta nel deserto... purtroppo avevamo tutte le ragioni ad avvertire come stessero le cose!
Comunque se necessiti di un'infusione di fiducia per le sorti della tua impresa, non ti sarà di conforto sapere che nell'ultimo frenetico tentativo di ristrutturazione capitalistica i grandi gruppi finanziari multinazionali, stanno letteralmente estromettendo dal mercato interi settori produttivi rappresentati dalle PMI.
Gruppi - per capirsi - come Ikea che per continuare a produrre i propri profitti stellari, sono «costretti» ad avvalersi del lavoro sottopagato del Sud-Est Asiatico e a preoccuparsi in Occidente di come poter meglio nuocere alla società, attraverso strategie di abbattimento scientifico del gravame fiscale, in proporzione di molto inferiore al tuo.
A sessant'anni suonati e con sette dipendenti cui assicurare quotidianamente del lavoro, ti consiglio di indagare la realtà oggettiva meglio di quanto tu abbia dimostrato di saper fare: l'incubo delle falci e dei martelli, si potrebbe trasformare in qualcosa di molto più doloroso quando riuscirai a svegliarti e prendere coscienza di come stiano realmente le cose!
RISPONDI
In risposta a: Plurale maiestatis? del 7/8/2011 - 1:12
presuntuoso
AUTORE: piccolo imprenditore
email: -
8/8/2011 - 20:22
Io penso che tu, Niccolai, sei un presuntuoso e basta, sai per caso come funziona la piccola impresa o le problematiche che ci possono essere? Io so il lavoro (?) che fai e sinceramente non penso tu possa interloquire con chicchessia sulla crisi. Io la sto vivendo personalmente e sto facendo i salti mortali per non mandare a casa i miei 7 dipendenti. Purtroppo le crisi ci sono già state e ciclicamente ritornano, come ti ha fato notare qualcuno, ma hanno radici più profonde di quelle che tu vorresti illustrare. Sì, anche secondo me viaggi con la falce e martello stamapata in capo e non ti discosti da lì. Io ho più di 60 anni e di gente come te ne ho conosciuta molta.......e di rimboccarsi le maniche e faticare...... Poi pretendi di dare i compiti a casa. L'umiltà me la hanno insegnata da quando sono nato e cerco di coltivarla, credo che dovresti cercare il termine sul vocabolario
RISPONDI
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]
8/8/2011 - 20:02
Caro Pedro, molte sono le tematiche che mi butti lì, forse un tantino frettolosamente e ciò mi costringe a ricostruire per intuizione i passaggi intermedi che mi aspetterei di incontrare tra una conclusione e l'altra, ma, come direbbe Brunone der Baglini, tanto scrivere sul Forum è gratuito e al massimo si potrà approfondire successivamente.
Che le idee divergano è probabilmente un valore aggiunto e non certo un limite: tuttavia, quando dici che «il "farsi accettare", il "farsi comprendere" è la naturale conseguenza» se ho capito bene ciò che intendevi dire, oserei pensare che le cose stiano esattamente all'opposto, ovvero che il "farsi comprendere" è il naturale e irrinunciabile presupposto per "farsi accettare".
In ogni caso la mia risposta che - a mio modo di vedere - non è puntuale, ma sufficientemente in ritardo sulle tappe della storia, ancorché non nel nostro dibattito, non pretende di convincerti: una diversa percezione della realtà oggettiva porta l'essere umano a conclusioni diverse, dunque a formulare opinioni talvolta inconciliabili.
L'argomento del contendere fra me e te è proprio questo: quando sostieni che «manca nella mia analisi l'individuo/l'unicità della persona» apri una tematica molto controversa e su cui potrebbe scorrere in direzione biunivoca un inarrestabile effluvio di parole: il «Socialismo Reale», altrimenti detto «Comunismo Reale» nella sua singolare declinazione di rivoluzione borghese, ha creato grossi equivoci in merito, dunque, benché ti possa sembrare strano, il mio approdo al Marxismo ed il perseguimento di una nuova società che scaturisca dal superamento del MDP Capitalistico è funzionale e subordinato all'idea per cui «l'umanità e l'individuo possano essere felici nella loro unicità, attraverso le loro passioni, i loro desideri, i loro progetti.. etc».
Ritengo che i rapporti sociali correnti costituiscano un limite per una moltitudine insormontabile alla libertà di espressione, al conseguimento della felicità individuale e di molti altri diritti (o alla soddisfazione di necessità materiali e spirituali) che la cosiddetta "Democrazia" ritiene scontati ma che in effetti non sono mai stati goduti dalla totalità e integralmente, semplicemente perché non lo possono essere.
La dicotomia fra «possesso» (fonte di soddisfazione di ogni genere di bisogno) e «appropriazione» o «impadronimento» (per parafrasare un concetto facilmente intuibile e ottimamente comprensibile ne "Il Capitale") è la ragione per cui l'individualità non potrà mai strutturalmente essere espressa nel MDP Capitalistico (o se vuoi nella sua declinazione più "accogliente", la "Democrazia Classica Occidentale"), se non a condizione di limitarne altre in proporzione variabile a seconda della loro collocazione socio-economica.
Cancellare il valore-merce di un prodotto, significa liberarne e svincolarne il suo valore d'uso: ciò equivale a dire che alla soddisfazione di un bisogno può concorrere soltanto il suo «possesso» senza che esso debba essere subordinato alla sua «appropriazione»; gli odierni rapporti umani invece condizionano la soddisfazione di un bisogno (forma più elevata di espressione dell'individualità, sia che si tratti di un bisogno materiale e concreto, che di uno spirituale) all'inutile e deleterio passaggio della sua «appropriazione» (operazione artificiosa sulla base della quale il «possesso», dunque il godimento di una data cosa è precluso a tutti gli altri, anche e soprattutto quando o mentre non soddisfa nessun bisogno del suo «proprietario»).
Non è nella natura del MDP Capitalistico farsi "più equo": l'impresa privata, ovvero il caposaldo della sua esistenza è vincolata imprescindibilmente alla produzione del Profitto; ciò è concausa di tutte le peggiori contraddizioni (quali appunto la guerra, la fame e altre storture connaturate ai sistemi politici come la corruzione, il clientelismo, etc.).
La società attuale necessità di una poderosa e globale «riduzione dei profitti», ma l'impresa privata - non per cattiveria o maldisposizione del suo amministratore, ma per strutturale necessità - ne invoca l'aumento, ne' si può pensare di imporre per legge l'idea di «impresa etica», perché le condizioni materiali di una sua applicazione sono arbitrari e condizionati dal segmento di mercato di appartenenza.
Inoltre il cosiddetto «Capitalismo dal volto umano» non può essere invocato sempre e a prescindere: il Welfare State si assottiglia strutturalmente in caso di congiuntura sfavorevole e le rivendicazioni che un tempo avevano portato all'acquisizione di nuove diritti, diventano battaglie di retroguardia e resistenza, in difesa di quanto conquistato in precedenza - se e quando ciò sia possibile -, ma difficilmente possono portare ad estendere ulteriormente il campo della «concessione».
Mi piace molto però questa tua frase: «una società costruita sul bene comune è auspicabile solo se non si alterano le propensioni di ciascuno a stare bene/meglio in questo mondo» perché è una sintesi del Marxismo che insieme alla indimenticata allocuzione «da ciascuno secondo le proprie possibilità, a ciascuno secondo il proprio bisogno» può renderne idea e intelligibilità in proporzione esponenziale.
Mi piace molto meno invece l'idea per cui «l'attesa del grande salto in avanti è già nei fatti: il progresso dell'umanità dal 2° dopoguerra ai giorni nostri è enorme; i 5000 anni precedenti li rappresento come il balzo della tartaruga, mentre gli ultimi 60 anni sono il balzo di un ghepardo»; anche se ho già tante volte espresso questa mia convinzione (condivisa peraltro da autorevoli filosofi come Levi-Strauss), la ripeterò: il progresso tecnologico non indicizza correttamente e/o interamente lo Sviluppo Umano; gli indici corretti comprendono anche l'aspettativa di vita (che in Occidente è più bassa che altrove e spesso di molto, proprio dove si ritiene che la "Democrazia" sia arrivata a compimento) ed il tasso di scolarizzazione (e anche qui l'Occidente - se si fa eccezione per la Norvegia e il Canada non brilla proprio per nulla); inoltre l'equilibrio con le risorse economiche è per taluni popoli più importante del progresso tecnologico e, benché sia fermamente convinto di quanto Marx sostiene nell'opera "Forme economiche pre-capitalistiche", come dare loro torto?
Quanto al costruire una «società meno egoista» purtroppo il divario di percezione della realtà mi pare si faccia enorme: l'egoismo non è padre dei rapporti sociali insostenibili di quest'ultima era capitalistica, ma ne è figlio.
Il profitto non si produce per avidità, ma per irrinunciabile vocazione d'impresa; non è la cattiveria (generalmente) a guidare le cattive azioni socio-economiche dell'uomo; il tabaccaio non esercita la sua professione perché ama sadicamente propinare morte, e sono convinto che i dirigenti di Oto-Melara amino i loro bambini benché siano coscienti di essere fra i più grandi produttori di mine anti-uomo del pianeta, come credo che l'imprenditore edile che rompa o disperda l'eternit nell'ambiente, più che un pessimo individuo sia un mediocre, un ignorante governato dalle necessità produttive... e guarda, voglio esagerare: neanche chi pensa che Ikea porti lavoro è governato dall'avidità o dall'ingordigia (almeno non tutti), se non dalla scarsa lungimiranza o dalla scarsa propensione allo studio e all'analisi.
Cosa sarà a «dare la voce agli individui e alle associazioni d'individui che vorranno proporsi per rendere migliore l'individuo e il loro stare insieme» non saremo ne' io ne' te a deciderlo, ma la storia, come da sempre accade; attento, non mi fraintendere: il mio non è fatalismo, ma semplicemente la convinzione che un mazzo abbia un numero limitato di carte che, quando sono state giocate tutte per più di una volta non alcun motivo di essere rimescolato per sortire i soliti risultati; le cure che stai cercando per il trapassando sistema sono soltanto pagliative perché il suo male è incurabile; "Democrazia Classica Occidentale" e "Capitalismo" sono due facciate di una solita medaglia logora e consunta.
Quanto al superamento dell'idea di confine, non è ne' Facebook ne' la RyanAir a rappresentarne neanche la benché minima parte; intendevo parlare di qualcosa di molto diverso che ti potrei riassumere - per chiudere - in un grande auspicio: i confini smetteranno di esistere quando un volo A/R per il Madagascar non varrà più 2000 volte il pasto quotidiano del bambino che vi ho adottato a distanza.
A presto Pedro
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AUTORE: Massimo Cerri
email: [protetta]
8/8/2011 - 19:00
Ultimamente un giornale economista Americano ha pubblicato un'articolo che riconduce all'evento che per gli stati Uniti di America è eccezionale: dire no ad un centro commerciale. Pensate una notizia di questo genere arriva in america dopo essere passata alle cronache nazionali Italiane. Tutto nella norma, è nel copione delle multinazionali che fanno di tutto per arrivare dove vogliono.Lo strano è che proprio l'economia americana non mi sembra che gode di grandissima salute, non credo che possano dare lezione a un paesello come Vecchiano che ha saputo dire no ad una multinazionale che vuole andare dove vuole. Voltiamo pagina prendiamo la notizia Americana come una nota positiva di un comune piccolo ma grande. Si proprio grande, come una città Indiana che seppe dire no alla famosa bevanda che gli toglieva acqua da bere. Questa non è mai apparso, ma se facciamo ricerca troveremo molti articoli che non vengono pubblicati chi sa perchè? Dimenticavo un'evento che è passato inosservato:come mai la finale di Super coppa di calcio italiano è stata giocata in Cina?
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In risposta a: Risposta ad alberto panicucci del 7/8/2011 - 10:54
Il Mix di Max
AUTORE: Elettore di Insieme per Vecchiano
email: -
8/8/2011 - 14:24
Il sig. Max si cuce addosso i suoi vestiti e gli tornan bene; così come i discorsi fatti a sua misura.
La giacca cucita addosso al sig. Max e poi messa al Governatore della Toscana per poterla poi aggiustare/tirare a piacimento e.. tutti cercano di stiracchiarla dalla propria parte.
Enrico Rossi venne alla cena per la chisura della campagna elettorale di Insieme per Vecchiano a Migliarino (...)la lunga campagna incentrata su Ikea in zona agricola sotto le finestre dei migliarinesi o in zona preposta: cioè in zona Commerciale-Industriale sia di Migliarino che di: Massa, Cascina, Livorno, Navicelli, Volterra od altrove poteva forse far accettare un si nostro come dello stesso Governatore.
Una settimana prima, sempre alla Casa del Popolo di Migliarino, intervenne a sostegno di Insieme per Vecchiano l'Assessore Anna Marson e disse testualmente che la proposta grande centro commerciale comprendente un negozio Ikea a quattro passi da un Parco Naturale era una "PROPOSTA BANALE".
Enrico conosce bene Anna e noi conosciamo bene tutteddue e non ci poteva essere contraddizione alcuna. I patti elettorali vanno rispettati, altrimenti...
Ora, come è possibile pensare che Enrico Rossi essendo stato eletto Governatore della Toscana con la promessa: no a grandi centri commerciali; compreso anche capannoni, villette a schiera invendute e più opifici per dare lavoro vero ai nostri figli, potesse ribaltare il suo pensiero ed andasse a sostenere una lista che accoglieva elementi di destra dichiarata ed un si dichiarato ad una grossa speculazione edile in un terreno agricolo!?
ps,
(...) i tre puntini sospesi voglion dire che il Governatore ancora non è andato ad una cena elettorale di T&F se aveva vinto la Magnolfi forse...
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AUTORE: pedro
email: -
8/8/2011 - 12:55
Dal mio punto di vista, prima anteporrei il "farsi accettare",il "farsi comprendere" è la naturale conseguenza,anche se le idee divergono.
La tua risposta puntuale non mi convince.
Manca nella tua analisi l'individuo/l'unicità della persona. La conseguenza non è
lo sprofondare del capitalismo ma renderlo accettabile,più equo.
L'umanità/l'individuo è felice nella sua unicità,con le sue passioni,i suoi desideri,i suoi progetti..ecc.
Una società costruita sul bene comune è auspicabile solo se si non si alterano le propensioni di ciascuno a stare bene/meglio in questo mondo.
L'attesa del grande salto in avanti è già nei fatti:il progresso dell'umanità dal 2°dopoguerra ai giorni nostri è enorme;i 5000 anni precedenti li rappresento come il "balzo" della tartaruga, mentre gli ultimi 60 anni sono il "balzo" di un ghepardo.
Certo,i problemi da risolvere sono molti,alcuni dei quali,e qui posso concordare con te,su progetti di società più equa, meno egoista.
La storia come tu dici è in cammino, l'importante non farci sorprende da coloro che vorrebbero riportare indietro le lancette dell'orologio della Storia.
Educare l'individuo al bene comune è un progetto da realizzare,senza tralasciare per ciascuno possibili progetti di felicità realizzabile.
Democrazia/Costituzione sono le regole per dare la voce agli individui e alle associazioni d'individui che vorranno proporsi per rendere migliore l'individuo e il loro stare insieme.
I confini delle nazioni sono già superati dal progresso tecnologico, ci separano ancora le diverse forme linguistiche, e per coloro che vorrebbero farci regredire il colore della pelle e della religione che pratica.
Cordialmente.
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AUTORE: Ultimo
email: -
8/8/2011 - 11:32
....... e la nostra politica sono dettate dalla Cancelliera Merkel e dal Presidente Sarkozy ....... Berlusconi e la sua casta sono ridotti ad obbedienti esecutori delle direttive ricevute. ...... ma non tutto il male vien per nuocere ......... adesso il fallimentare operato del nostro governo è sotto il controllo dell'UE ....... Il governo ha spudoratamente mentito agli italiani vantando un economia solida ........ per poi, ai fatti, risultare traballante e bisognosa di aiuto ......... E' il caso di dire "Per fortuna che l'UE c'è" .....per nostra fortuna l'UE sta salvandandoci dai guai irresponsabilmente provocati dal governo Berlusconi. ....... Ultimo.
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In risposta a: CONSULENZE-INCARICHI del 6/8/2011 - 12:40
Darei ...
AUTORE: Napolitano Francesco
email: -
7/8/2011 - 18:59
... un'occhiata anche alla parte dedicata ai Dirigenti, e poi fate il confronto con il sito del Comune di San Giuliano Terme, in cui vengono elencate anno per anno le retribuzioni dei dirigenti. Così vicini i comuni e così distanti nella comunicazione.
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In risposta a: Un Sapere mal riposto ? del 7/8/2011 - 12:00
Chissà...
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]
7/8/2011 - 18:53
Quando te la stressano poderosamente, poi ad un certo punto bisogna anche che tu risponda per le rime, sai, caro Pedro, e colui al quale ho inteso rispondere si può dire fortunato se non me lo sono mangiato vivo, data l'ennesima dimostrazione di irriducibile povertà di intelletto, di disinformazione assoluta e di incapacità di elaborare o rielaborare se non confortato dal preconcetto o dal sentito dire.
Poiché su questo Forum la malalingua corre più veloce della sensatezza, l'irrefrenabile mancanza di qualsiasi contegno va arginata in qualche modo, pur brutale e arrogante ti possa sembrare: con te per contro mi confronto molto volentieri, benché ci separi una percezione diversa della realtà oggettiva.
Non ho mai fatto mancare il mio sostegno alla Costituzione Italiana e continuerò a non farglielo mancare finché i tempi non saranno maturi per il grande salto in avanti: la mia purtroppo non è propriamente una visione distorta del modello produttivo e se molti marxisti nel XX° Secolo hanno avuto fretta di proiettarsi verso una società che non era ancora nella natura delle cose potesse sorgere, oserei pensare che l'abisso in cui giorno dopo giorno sprofonda il Capitalismo è un segnale abbastanza chiaro.
Non sarò io a decidere se ci sarà un punto di non ritorno per il MDP Capitalistico e non premerò perché un processo assolutamente naturale si acceleri artificiosamente: ma sappi che ogni cosa ha una vita e la "Democrazia" quale tu la conosci non è il punto d'arrivo dell'umanità: non ha risolto e non può risolvere le contraddizioni che ha ingenerato.
Fallimentare diventerà se non avrà il coraggio di lasciare il posto ai nuovi auspicati rapporti fra gli uomini, ad un nuovo pactum societatis e trascinerà nel baratro chiunque le impedisca di trapassare.
La storia non si ferma, Pedro, niente è immutabile: non c'è alcun motivo per pensare che un sistema politico - frutto di precisi rapporti sociali - non si debba estinguere: la perfezione che pretendi abbia raggiunto la "Democrazia" porta seco sventure come la guerra, la fame nel mondo e tante altre contraddizioni socio-economiche e non c'è medicina che la possa guarire, se non la rimozione dei suoi presupposti (la proprietà privata dei mezzi di produzione e la sua rappresentazione presso il consorzio umano, «sua maestà il denaro» per usare parole di Franco Battiato).
Non mi precipiterò ad organizzare l'avanguardia rivoluzionaria, se questo è il tuo timore: ma dubito che il mondo possa andare avanti governato da questi rapporti socio-politici per più di una ventina d'anni al massimo e comunque, a condizione che la transizione sia condotta in maniera equilibrata, estendendo progressivamente la partecipazione di ciascun individuo alla gestione delle cose, riducendo via via la dimensione della proprietà privata, estendendo quanto più possibile la portata dei Beni Comuni e favorendo sempre di più la condivisione, rafforzando l'idea di collettività e la sua percezione di sé stessa, ma soprattutto, iniziando a dissolvere l'idea che esistano dei confini nazionali.
Non credo all'Europa, Pedro, come sono certo che fra qualche anno l'onorato servizio della Carta Costituzionale potrà giungere a legittima e auspicabile conclusione: ma sono convinto che il male peggiore da rimuovere sia al momento lo stesso che tu consideri tale, altrimenti il processo rivoluzionario si innescherà spontaneamente e ben prima che i tempi siano maturi.
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In risposta a: CONSULENZE-INCARICHI del 6/8/2011 - 12:40
Sapete ...
AUTORE: Napolitano Francesco
email: -
7/8/2011 - 18:11
... da chi è composto lo studio professionale associato GEA di Vecchiano?
A voi non piacerebbe sapere quante volte ha vinto le cause lo studio D'Antone?
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