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AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]
27/7/2011 - 15:57
Caro Marino, non sono Cattolico - ancorché non praticante - come "Oracle", ma credo proprio che il suo intervento sia, oltre che apprezzabile per lo sforzo intellettivo scevro da condizionamenti ecclesiastici, totalmente condivisibile e risposta precisa e puntuale alle tue pur giuste sollecitazioni.
Gli si può aggiungere, con una leggerissima vena di polemica storico-religiosa, che il Cristianesimo delle origini, il cosiddetto Paleo-Cristianesimo - la cui ultima e probabilmente più autorevole incarnazione dovrebbe essere stata dei Catari di Francia, massacrati nella primissima (e dimenticata) Crociata iniziata nel 1208 sotto Innocenzo III, protrattasi per una settantina di anni sotto l'implacabile Tribunale dell'Inquisizione di Gregorio IX, dall'infelice connubio temporale fra la Chiesa di Roma e la Corona Francese -, ammise la Prostituzione Sacra attraverso la Ierogamia, rito simboleggiante l'accoppiamento tra due divinità.
La problematica va certamente affrontata con consapevolezza storica e con un'apertura mentale notevole: l'idea di criminalizzare la Prostituzione come fenomeno in sé è semplicistico e irrispettoso della dignità umana: dunque, i vari esempi che Oracle ha introdotto circa l'approccio che i diversi ordinamenti legislativi hanno alla materia è prodigiosamente interessante, fondamentalmente perché denunciano l'assoluta e necessaria consapevolezza di quale debba essere il metodo con cui affrontarne ogni problematica.
Come continuerò a ripetere in eterno, ai Comuni non è dato di comportarsi come San Marino, Città del Vaticano, Andorra, etc., ma semplicemente di essere compartecipi in misura minima del potere Esecutivo e Legislativo come entità periferiche, sia dal punto di vista degli indirizzi che delle risorse per metterli in atto.
Nel caso specifico l'approccio amministrativo è totalmente senza senso e del tutto inefficace, qualunque possa essere l'orientamento e/o la sensibilità di un Consiglio Comunale e della sua Giunta: ci sono state risorse, prima della venuta del sommo Tremonti, che garantivano ad una serie di realtà territoriali - generalmente associazioni - di poter intervenire semplicemente nell'assistenza sanitaria e/o psicologica presso le prostitute; veri e propri fondi destinati ad un intervento integrale sul problema, come la stessa «Legge Merlin» avrebbe preteso - condivisibile o meno che la si voglia considerare - non ne sono mai stati destinati dal 1958 ad oggi da nessun Governo, complice l'onnipresenza bigotto-cattolica nella vita politica di vertice del Paese e le pressioni ecclesiastiche continue.
Ai Comuni è dato al massimo comminare sanzioni amministrative ai Clienti e, se non vado errato, per semplici infrazioni al codice stradale: certo, si possono sempre fare interventi migliorativi delle aree interessate dal fenomeno, si può aumentare il controllo da parte delle forze dell'ordine, ma tutto questo ha un costo in taluni casi insostenibile da una PA (l'assunzione di un Vigile Urbano può costare a un Comune qualcosa come 30.000 € l'anno, ancorché il comparto sfugga in qualche modo alle severe disposizioni del Patto di Stabilità) e la dotazione standard di uomini e/o mezzi di CC, PS e/o GdF dipende dalle rispettive gerarchie che non hanno alcun rapporto di interdipendenza coi Comuni, mentre, procedendo con la non gratuita «Urbanizzazione Forzata» delle aree interessate s ne può al massimo ottenere il trasferimento di qualche insignificante centinaio di metri.
L'abrogazione della «Legge Merlin» porterebbe benefici a 360° e con effetto immediato: disconnetterebbe il mercato della prostituzione dal novero delle tipiche attività criminose, mettendo fuori gioco interessi mafiosi e organizzazioni criminali coinvolte a pieno titolo e a vasto raggio nella violenta opera di lenocinio, produrrebbe un immediato e pacifico repulisti di strade, restituirebbe dignità umana e sindacale alla manodopera della Prostituzione, accompagnata da una regolarizzazione forzosa di imprese oggi clandestine e da un miglioramento generale delle condizioni di sicurezza e igienico-sanitarie del lavoro, nonché un gettito estremamente significativo nelle casse dell'erario.
Dice bene "Oracle": finché ci sarà una domanda di sesso a pagamento la Prostituzione continuerà inesorabilmente ad esistere; resta a noi decidere su quanti e quali binari incanalarla, cioè se continuare a fingerne l'inesistenza - salvo poi dover affrontare conseguenze spiacevoli come quelle a cui tu giustamente Marino alludi -, o se «liberare» l'unica risposta plausibile al problema e che può assumere consistenza nell'opera del legislatore e non dell'Amministratore.
Camillo Benso di Cavour - significativa fetta di storia d'Italia -, non era in fondo un coglione se è riuscito ad intravedere in un potenziale problema socio-politico-economico un'opportunità da ogni punto di vista; coglioni noi e scriteriata Angelina Merlin a pensare che un'operazione, seppur - ripeto - animata dalle migliori intenzioni, di pura e semplice bigotteria catto-socialista e non dotata peraltro di un adeguato portafoglio di spesa, potesse sanare le contraddizioni di un fenomeno umanamente avvilente come la Prostituzione.
Occorrerà un altro tipo di società per scardinarne le fondamenta e restituire alla sua manovalanza l'appropriata dignità umana: si tratta di quello stesso tipo di emancipazione di cui dovranno godere tutti gli altri lavoratori; fino a quel momento l'unica risposta è l'abolizione integrale della «Legge Merlin»!
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In risposta a: caro ale del 26/7/2011 - 22:42
A marino
AUTORE: Osservazione
email: -
27/7/2011 - 15:14
Marino leggo volentieri i tuoi scritti ma vorrei pregarti, per leggerli ancora più volentieri, di mettere uno spazio dopo la virgola. Guarda che ha imparato anche il Ciacchini (o se li fa correggere).
Questi post li leggono tutti e scrivere in maniere scorretta può indurre altri a fare lo stesso. Vale anche per le maiuscole.
In alternativa invito la redazione a corregere queste imperfezioni che danno fastidio nella lettura e possono creare imitazioni.
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AUTORE: Osservatore 2
email: -
27/7/2011 - 15:09
Può capitare che per particolari condizioni logistiche prendere l'autobus non torni bene per cui il ricorso all'auto propria diventi indispensabile.
Rimane valido però il principio e lo sarà sempre più in futuro.
Non sembri sveglio come pretendi di essere, anzi dai un cattivo consiglio (e probabilmnete un cattivo esempio).
Purtroppo, anche se non ti sembra ora ma ti apparirà in futuro, ti poni dalla parte sbagliata.
Ti consiglierei di leggere l'articolo di questa settimana di Madamadorè sull'importanza del nostro comportamento e delle nostre scelte.
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In risposta a: pagamento del 26/7/2011 - 22:37
driiiin
AUTORE: piedi per terra
email: -
27/7/2011 - 13:49
eh bè certo. Uno dovrebbe prendere l'auto per andare al parcheggio di via pietrasantina, prendere la Lam, prendere il treno e prendere un'altra volta l'autobus per arrivare alla destinazione lavorativa: tempo stimato tra viaggio di andata e di ritorno, almeno quanto un'altro turno lavorativo. Svegliati che è meglio.
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AUTORE: ORACLE
email: -
27/7/2011 - 11:32
Caro Marino,
capisco perfettamente ciò che hai espresso, ma il problema non si risolve solo con l'ordine pubblico o sociale. Va capito fino in fondo: fin dalle origini. La prostituzione esiste da sempre (di qualsiasi orientamento sessuale) e sono secoli e secoli che il fenomeno viaggia di pari passo con l'evoluzione culturale e storica dei Paesi di tutto il mondo. Talvolta diventa addirittura "costume". C'è prostituzione perché ci sono uomini e donne che ricercano il piacere del corpo a pagamento (non entro nel merito di questione morali, tanto meno sullo stato di necessità di chi ne usufruisce). E' semplicemente una regola banalissima di mercato "domanda/offerta". C'è prostituzione consapevole e per scelta e c'è prostituzione dettata dallo sfruttamento della carne umana e quindi contornata anche da illeciti più o meno gravi correlati a associazioni criminali/delinquenziali (italiane e non).
Il problema della prostituzione non si risolve eliminandola perché il fenomeno è inalienabile: è la storia che ce lo dice.
Basta fare riferimento all’origine stessa del termine: in latino dal verbo “prostituire”, ovvero pro “davanti” e statuere “porre”.
La prostituzione antica aveva connotati più sacri e si manifestava in tutte le civiltà antiche conosciute. In particolare le donne offrivano il loro corpo come sacrificio alle divinità .
Nell’antica Roma vi erano diverse leggi che regolavano il fenomeno della prostituzione ed era praticata solo nelle ore notturne e, generalmente, le prostitute o erano schiave o appartenevano ai ceti più bassi. Anche nel medioevo la prostituzione era tollerata e perfino regolata con leggi che vietavano il fenomeno solo all’interno delle mura urbane.
In Italia “moderna”, Camillo Benso di Cavour autorizzò l’apertura delle case di “tolleranza” per l’esercizio della prostituzione, prima in Lombardia e poi su tutto il territorio, non solo per controllare il fenomeno e ricavarne anche introiti disponendo l’obbligo di licenza e del pagamento di tasse, ma anche per contenere e controllare le malattie veneree attraverso controlli medici: era il 1860. Dobbiamo aspettare l’arrivo dell’Italia “bigotta” - 1958 - che introduce lo sfruttamento della prostituzione e demolisce/abolisce le case di “tolleranza”: legge Merlin.
(Inizio wikipedia)Le leggi variano parecchio in base a quale ruolo si ricopre (prostituto/prostituta, cliente, protettore). La situazione legale in Germania, in Svizzera (dove la discussione sull'età minima per prostituirsi è al centro di uno scontro vivace tra chi sostiene che la soglia debba essere abbassata a 16 anni e chi sostiene debba essere mantenuta a 18), ed in Nuova Zelanda è simile a quella dell'Olanda. Nello stato australiano del Nuovo Galles del Sud, qualsiasi persona di età superiore ai 18 anni può offrire prestazioni sessuali in cambio di denaro. In un altro stato australiano, Victoria, una persona che desideri svolgere l'attività di prostituta può richiedere una regolare licenza. Le prostitute che lavorano in una propria attività o in attività altrui devono essere registrate. Le "sex-workers" individuali non necessitano di alcuna registrazione o licenza. In alcuni paesi, lo statuto legale della prostituzione può variare in base all'attività: in Giappone, per esempio, la prostituzione "vaginale" è contro la legge, mentre il sesso orale a pagamento è legale e colui che lo compie è come se non esercitasse affatto la prostituzione. In Canada, la prostituzione in sé è legale, ma anche in questo caso la maggior parte delle attività collaterali non lo sono. Non è legale ad esempio vivere esclusivamente di prostituzione senza essere di alcuna utilità alla società (strumento questo per ostacolare il fenomeno del lenocinio) ed è illegale inoltre (per ambo le parti) negoziare in un luogo pubblico, (incluso nei bar). Per mantenere una parvenza di legalità, le agenzie di accompagnamento organizzano un incontro tra l'accompagnatrice (o accompagnatore) ed il cliente. La Corte Suprema Canadese ha stabilito nel 1978 che, per essere condannati per adescamento, l'atto deve essere “pressante e persistente”. Allo stesso modo in Bulgaria la prostituzione in se è legale, ma la maggior parte delle attività collegate (come il lenocinio: sfruttamento) sono fuorilegge. In Svezia, Norvegia è Islanda è illegale comprare servizi sessuali, ma è legale vendere servizi sessuali. La ragione di questa legge è nella protezione delle prostitute, poiché molte di loro sono state forzate a prostituirsi da qualcuno o dalle necessità economiche. Chi si prostituisce generalmente è visto dai governi come persona oppressa, mentre i loro clienti sono visti come oppressori. La Svezia è stata il primo paese a introdurre questo tipo di legislazione nel 1999 (fine fonte wikipedia). Altri esempi si possono citare ma sarebbe ormai superfluo.
Dunque ritengo che l’aspetto criminale della prostituzione, ovvero il fenomeno lenocinio, debba essere perseguito e combattuto, ma è altrettanto vero che per rendere efficace questa azione di persecuzione del fenomeno di illegalità all’interno della prostituzione, dobbiamo far venire a galla l’intero fenomeno, regolandolo, rendendolo trasparente, prevenendolo senza nasconderci dietro un dito.
Il ritorno alle “case di tolleranza” con tutte le accortezze e i controlli igienico-sanitari, la legittimazione della professione “volontaria” e dunque la regolamentazione fiscale, permetterebbero, al contempo, di estirpare tutte le forme di sfruttamento.
Sono cattolico non praticante, ma non per questo necessariamente bigotto.
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AUTORE: NOTIZIA DI CRONACA PAESANA
email: -
27/7/2011 - 7:31
STANOTTE FRA LE 3 E LE 4 E' PRESO FUOCO UN APPARTAMENTO ALL'ULTIMO PIANO DI UNO DEI DUE PALAZZI BIANCHI POPOLARI.
I VIGILI DEL FUOCO SONO ANCORA SUL POSTO MA HANNO GIà RISOLTO IL PROBLMA.
ABITO NELLE VICINANZE, MA NON HO NOTIZIE DI FERITI (CREDO NON CE NE SIANO) E NON SO DI CHI ERA L'APPARTAMENTO.
SEMBRA CHE L'INCENDIO SIA RIMASTO CIRCOSCRITTO SOLO ALL'APPARTAMENTO IN QUESTIONE
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AUTORE: aspirante affittuario di pipistrelli
email: -
26/7/2011 - 23:41
Mi stavo documentando proprio in questi giorni sui pipistrelli e su come costruirgli una casetta...
Si, il problema dei pipistrelli non sono i veleni ma la mancanza di residenze estive confortevoli ...per loro.
Da quando ho ristrutturato le vecchie baracche dietro casa i pipistrelli se ne sono andati... e come a me è successo a tanti.
Sarebbe bello che in comune insieme alle pasticche antizanzara si distribuissero anche le "bat house".
Comunque, in attesa che provveda la pubblica amministrazione possiamo costruire una casetta da soli, sul web si trovano molti progetti simili, basta cercare "costruire bat box". (sarebbe anche istruttivo per i bambini).
Oppure si possono comprare già a partire da 16-20 euro sulla baia.
Vanno appese dove ci sia poco sole, vicino al luogo di caccia e magari vicino alla vegetazione.
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In risposta a: Quando il Governo era un'altro... del 25/7/2011 - 21:18
caro ale
AUTORE: marino
email: -
26/7/2011 - 22:42
premesso che non mi danno assolutamente fastidio le 3\4 ragazze al sottopasso ne tantomeno la rimanente schiera di viados sulla traversagna,e premesso anche che il mio primo ragionamento era nato da altre argomentazioni,che forse non hai nemmeno letto ma fà lo stesso,colgo l'occasione per chiederti qual'è secondo te il sottile confine tra ordine pubblico e ordine sociale.
perche la prostituzione dovrebbe essere trattata come una questione sociale e quindi anche politica,quando porta sul territorio tutta una seria di attività illecite\illegali strettamente legate alla prostituzione stessa.
vedi droga,spaccio ed uso,vedi movimenti criminali gestiti da extracomunitari,(ti ricordo che in quelle zone negli ultimi 10 anni ci sono stati dei morti quanto meno sospetti,l'ultimo mi pare fosse il barman lucchese.
e soprattutto dopo avermi spiegato quale sarebbe il suddetto confine, e sono sicuro che me lo spiegherai,mi dovresti anche spiegare a livello sociale e politico cosa è stato fatto in questi anni e magari anche cosa prevedono di fare negli gli anni a venire i nostri amministratori,se quei pochi fondi che lo stato centrale destina appunto ai comuni ,vengono usati come aiuti economici anche a chi non ne avrebbe bisogno,o per ristrutturare le varie piazze delle frazioni,o ancora per consulenze esterne,vedi ikea\ctc,o magari per pulire la sponda del serchio,o ancora...per stipendiare una portavoce del sindaco, e potrei continuare ancora se volessi,ma qui mi viene inevitabilmente da fare un altra considerazione che sicuramente marchierai ancora come debbanaggine,ma che secondo me dovrebbe far riflettere un pò tutti.
i fondi indubbiamente sono pochi e le previsioni non sono certo rosee per il futuro, se poi vengono anche spesi male non ci si leva più le gambe non trovi?
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In risposta a: FiPiLi a pagamento un furto... ai cittadini del 25/7/2011 - 13:07
pagamento
AUTORE: assonnato
email: -
26/7/2011 - 22:37
Prendete il treno, risparmiate di benzina e di tempo, ovunque andiate. Mancano i parcheggi? parcheggiate fuori Pisa e prendete una LAM, fate comunque prima. Se siete pendolari e non fate un viaggio ogni tanto? A maggior ragione continuate a risparmiare il denaro della benzina.
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In risposta a: Ancora sviluppo negato: Torino non vuole l'Ikea del 26/7/2011 - 20:22
Mettetevi d'accordo!
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]
26/7/2011 - 21:35
A proposito di vizi: quello di inventarsi posti di lavoro sul tema Ikea è ormai assodato, ma mai una volta voialtri ferventi sostenitori del mangiapane olandese vi siete trovati d'accordo sui numeri della bufala: quando 800, quando 500 e quando ancora 300 come in questo caso. La mitomania è a suo modo una scienza perfetta e quando si sparano grosse bisogna almeno avere il buon gusto di essere coerenti.
L'altro vizio è del committente Ikea Property Italia che con il suo bel disavanzo di ben 400 milioni di € verso le controllanti evade ogni anno e legalmente ben 17 milioni di € di tasse e imposte: anche in Piemonte un terreno agricolo in cambio di destinazione d'uso... sarà che noialtri NO-Ikea siamo più lungimiranti degli altri o - devo azzardare - semplicemente più intelligenti?
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In risposta a: Ancora sviluppo negato: Torino non vuole l'Ikea del 26/7/2011 - 20:22
un ci posso crede
AUTORE: jack
email: -
26/7/2011 - 21:29
Ma come, rinunciano a tutti quei posti di lavoro ellì anco in piemonte? ma enno tutti istupiti ner cervello? la kea come in tutto ir mondo ci prova, se trova de' gonzi e dell'arrafffa vaini si fa tonda, sennò va via.Ora voglio vedè chi ha il coraggio di rincorrela.
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In risposta a: no tav no ponte no pedaggio del 26/7/2011 - 16:35
Sieeeee!
AUTORE: Dylan Dog
email: -
26/7/2011 - 21:22
Te lo 'mmagini la fipilì a pedaggio? Un casello gosta 'nmedia fra vindici e trenta milioni di euri? Mi garberebbe sape' vando ce li ripiglino i va'ini... se'ondo me Tremonti faresti bene a occupatti der vialetto di 'asa tua, 'nvece 'he dell'Ananasse! Fai a'riva' du' sordi a' 'omuni, alla scuola e alla sanità pubbri'he 'nvece di sta' a 'ntramescola' e a succhia' 'rsangue dell'italiani!
RISPONDI
AUTORE: Allora è un vizio
email: -
26/7/2011 - 20:22
Questa volta non è stato un problema di tempi, ma di metodo. Il risultato però è lo stesso: la multinazionale dei mobili Ikea cancella l'investimento da 70 milioni per costruire il secondo negozio in Piemonte, che avrebbe portato 250 posti di lavoro.
A poco più di due mesi di distanza, si ripete il copione che aveva sollevato un polverone in Toscana, dove Ikea ha cancellato l'investimento, sempre da 70 milioni e 300 posti di lavoro, a Vecchiano vicino Pisa, dopo aver atteso per sei anni l'autorizzazione comunale.
documenti.
In Piemonte il via libera del Comune di La Loggia, nella cintura torinese, è arrivato in tempi rapidi, ma a mettersi di traverso, dopo un accordo ormai raggiunto su oneri urbanistici e compensazioni ambientali (in tutto 17,3 milioni a carico di Ikea), è stata la Provincia di Torino, che ha bloccato il cambio di destinazione d'uso - da agricola a commerciale - dei 160mila metri quadrati sui quali avrebbe dovuto insediarsi la società svedese, paventando il rischio di una speculazione immobiliare.
RISPONDI
In risposta a: mah... del 26/7/2011 - 13:11
preciso
AUTORE: francesco
email: -
26/7/2011 - 20:12
quello che dici è giusto ma no rapportato a livello locale e per gli ultimi venti anni ma al livello nazionale negli ultimi sessanta anni con picchi negativi negli ultimi venti anni,secondo me è colpa di un sistema dove gli enti locali possono solo amministrarlo.
RISPONDI
In risposta a: per quelli più intelligenti di me... del 26/7/2011 - 12:49
preciso
AUTORE: francesco
email: -
26/7/2011 - 20:02
voglio precisare che io sono assolutamento contro ad ogni forma di scalino a carico della collettività,per le strade ,costruite con soldi pubblici, paghiamo per la manutenzione la tassa di possesso ,la benzina per oltre il settanta per cento va in tasse,non credo giusto dover pagare ancora, anche io non la uso ma è una questione di principio.
RISPONDI
AUTORE: Massimo Cerri
email: -
26/7/2011 - 18:28
Quando le zanzare ti fanno pensare
Ultimamente si parla molto di zanzare. Allora uno cerca di capire il perché di un incremento di questo fastidioso insetto.
Mi viene subito in mente che di sicuro questo insetto fa parte di una catena alimentare animale.
Mi chiedo? Forse si saranno rotti degli equilibri? Essendo cinquantenne ed essendo vissuto da sempre a Vecchiano faccio mente locale ed inizio ad elencare i vari mangiatori di zanzare e delle sue larve.
E subito mi accorgo che qualcuno non esiste più. Gli insettivori, come L’Averla, uccello che un tempo era molto frequente e proliferava notevolmente sulle nostre piante da frutto con l’avvento dei veleni in agricoltura è difficilmente visibile nelle nostre campagne. Allora la sera all’imbrunire che è il momento di maggiore frequenza della zanzare guardo il cielo e mi accolgo che di pipistrelli ce ne sono pochi e che dire delle rondini in grande calo? Dopo di che parliamo di acqua e della sua fauna, sotto e sopra regno della parificazione della zanzara. Come possiamo non pensare ai ranocchi che un tempo ti assordivano nel nostro padule e nei fossi circostanti con il loro gracidare ormai quasi estinto nel nostro territorio. La tinca, grande mangiatrice di larve di zanzare, è ormai estinta nel nostro padule e nei fossi. Giustamente ora dobbiamo cercare di combattere la zanzara, peccato che però dobbiamo usare il solito veleno come da tabella, il quale ha fatto estinguere o diminuire quelli che riuscivano a creare un equilibrio. Eppure la tabella c'era anche prima, ma evidentemente non andava bene per la fauna che è sparita mentre invece è apparsa la zanzara Tigre arrivata da altri mondi; anche lei emigrante senza permesso di soggiorno. Credo che magari un giorno quella tabella ci presenterà anche a noi il conto, o forse lo sta già facendo. Sapete le tabelle le fa l’uomo in base a dei dati ed alle sue esigenze, ed è la natura che ne subisce le conseguenze. La zanzara mi ha fatto pensare e riflettere, ma la devo ringraziare prima di toglierla di torno con i veleni che uccidono anche noi come da tabella.
RISPONDI
AUTORE: più intelligente di te
email: -
26/7/2011 - 16:35
"potrebbe pagare un piccolo contributo per la manutenzione. Soprattutto gli stranieri (perchè non hanno contribuito con le tasse)".
Ma allora anche i paesi straieri farebbero come l'Italia e farebbero pagare i trasportatori italiani, è il cane che si morde la coda, lo capisci???.
La FI PI LI dovrebbe restare superstrada senza pedaggio proprio per quelli che la devono percorrere per lavoro, penso a quanto costerebbe al mese il pedaggio per un lavoratore pendolare, mediamente 150 euro che su uno stipendio da 800 incidono per una bella fetta.
Dovrebbero essere i Comuni interessati ad opporsi a questo nuovo balsello ma non c'è da sperarci perchè nei Comuni non esistono più amministratori capaci ma solo burattini nelle mani delle grandi lobby del capitale.
RISPONDI
In risposta a: caro ragionere del 25/7/2011 - 22:49
mah...
AUTORE: marino
email: -
26/7/2011 - 13:11
io credo che con questo suo modo di ragionare abbia fatto un bellissimo quadro del come siamo amministrati.
esattamente la stessa mentalità di chi da venti anni continua a chiedere voti facendo promesse che puntualmente non manterrà proprio perchè ragiona secondo dei criteri molto simili ai suoi.
l'importante alla fine è scaricare le colpe sul governo di turno,consapevoli che la colpa voi non la prenderete mai.
RISPONDI
AUTORE: autovettura
email: -
26/7/2011 - 12:49
1 non puoi controbattere all'affermazione che i mezzi pesanti rovinano maggiomente il manto stradale perché è vera! Quindi nel caso della superstrada tutti i cittadini toscani devono pagare per aggiustare quello che viene rovinato da pochi (anche stranieri).
2 fatti il calcolo di quanto incidono 5 euro di pedaggio su 80 km per il trasporto merci e vedrai quanto incide sul costo finale della merce: niente.
(ovvero circa 6 centesimi al km per carichi di alcune tonnellate...)
3 non mi sembra di essere egoista perché io la superstrada la prendo 1 volta al mese pur avendola pagata (con le tasse) quanto un trasportatore che la usa 4 volte al giorno con mezzi da decine di tonnellate.
Riassumendo, chi rovina maggiormente il manto stradale (l'autotrasporto), secondo me potrebbe pagare un piccolo contributo per la manutenzione. Soprattutto gli stranieri (perchè non hanno contribuito con le tasse)
RISPONDI
AUTORE: francesco
email: -
25/7/2011 - 22:49
dato che conti i numero delle prostitute prova a fere un conto da quanti anni esistono ,forse più di venti.....e in tutto il mondo, forse un pò di più di quelle due o tre che dici.....cosa ci facciamo ,le facciamo sparire con la bacchetta magica? Saluti.
RISPONDI
AUTORE: francesco
email: -
25/7/2011 - 22:37
se pagano solamente i trasporti merci , queste merci aumenteranno i costi e questi costi chi li paga ? Oltre che ingenuo sei egoista ed anche poco intelligente.....scusami.
RISPONDI
AUTORE: Alessio Niccolai
email: [protetta]
25/7/2011 - 21:18
Era il 20 Febbraio 1958 e il Parlamento Italiano ratificava la Legge N° 1975, passata alla storia col nome di «Legge Merlin» in ossequio ad Angelina Merlin - sua prima Firmataria e battagliera sostenitrice -, nonché candidata PSI nel Collegio di Rovigo alle elezioni del 1948 prima donna eletta nel Senato della Repubblica.
La coalizione di Governo di allora era composta da DC, PSLI, PRI, e PLI, a presiederlo era stato chiamata le vecchia volpaccia democristiana Alcide De Gasperi e tra i sottosegretari campeggiava già il nome di un promettente Giulio Andreotti (insomma, a parte un po' di maquillage politico niente di nuovo rispetto a oggi!).
Sette mesi dopo quella fatidica data, esattamente il 20 settembre a mezzanotte la «Legge Merlin» entrava in vigore recando seco l'abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia, la soppressione delle case di tolleranza; contestualmente, avrebbe dovuto essere avviata una lotta senza quartiere contro lo sfruttamento della prostituzione altrui, almeno sulla base delle migliori intenzioni professate in questo catastrofico provvedimento legislativo.
Non voglio testé mettere in dubbio le buone intenzioni della prima Senatrice della Repubblica Italiana, antifascista convinta, personaggio molto contiguo a Matteotti, e Socialista, quando alla parola si potevano ancora associare idee decisamente di Sinistra, ancorché riformiste e destinate a rivelare ben presto la loro reale consistenza; ma, si sa, «la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni» e ciò che nella sua testolina dovette somigliare ad una vera e propria battaglia a favore della dignità femminile, contro il lenocinio e in conformità e piena adesione con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, da tradurre espressamente in una feroce repressione della tratta degli esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione.
Tuttavia - come dimostrano chiaramente i fatti, non ultimi quelli recenti tenutisi nei buoni salotti brianzoli a suon di Ruby & C. - o qualcosa è andato decisamente storto (ciò prende tecnicamente il nome di «Eterogenesi dei Fini»), o alla Legge hanno fatto seguito solamente provvedimenti di natura coercitiva e/o misure di Ordine Pubblico, omettendo l'aspetto del riscatto dalla prostituzione, la problematica eminentemente sociale, o semplicemente, la Legge è stato letteralmente uno sbaglio dal suo primo capoverso alla fine.
Diciamo pure che dal mio punto di vista, tenuto conto delle condizioni storiche e, comunque ragionando col «senno del poi», sono tremendamente propenso a optare per quest'ultima scelta anche perché, quand'anche fossero davvero buone le intenzioni della Merlin - e, non mi permetterò di dubitarne visto il suo laborioso contributo politico ed impegno nei confronti della dignità umana (le "appartengono" provvedimenti quali la Legge N. 1064 del 31 ottobre 1955 in base alla quale viene abolita l'infamante dicitura «figlio di N.N.» che veniva apposta sugli atti anagrafici dei trovatelli, quali l'equiparazione dei figli naturali ai figli legittimi in materia fiscale, la legge sulle adozioni che eliminava le disparità di legge tra figli adottivi e figli propri, o ancora, la soppressione definitiva della cosiddetta "clausola di nubilato" nei contratti di lavoro, che imponeva il licenziamento alle lavoratrici che si sposavano) -, ne' trovò mai nel suo partito una sponda alla sua intransigenza e alla propria fervente militanza (nel 1961 strappò letteralmente la tessera del PSI!), ne' l'alleato democristiano si sarebbe mai realmente dimostrato sensibile alle tematiche sociali o, men che meno, alle necessarie contromisure sul piano socio-economico che la battaglia contro la prostituzione avrebbe dovuto produrre, interprete zelante sì, ma di tutta quella parte della Legge che si sarebbe occupata di repressione.
Alla fine - non è un mistero per nessuno - il più antico mestiere del mondo, del quale la moderna contemporaneità ci propina altre innovative declinazioni e varianti etniche, non sfuggendo a certune leggi di mercato (anzi, essendone spesso miglior paradigma!), forte di un'esperienza maturata sul campo pressoché millenaria ma, soprattutto, confortata dall'immarcescibile sicurezza di una domanda commerciale mai in declino e seconda per assenza di rischi d'impresa soltanto all'attività pompe funebri, smise di scorrere per la filiera rappresentata da quel fiorente coacervo di aziende che fino al 20 Settembre 1958 aveva garantito - se non proprio una dignità umana - condizioni professionali di esercizio in linea con quello che si sarebbe sviluppato in seguito come diritto del lavoro e/o sindacale, nel rispetto di normative in materia sanitaria e di sicurezza che nel breve volgere di qualche lustro si sarebbero fatte sempre più restrittive e rispettose del dignità del lavoratore, e, oltretutto, un significativo gettito fiscale.
Da quel momento in avanti la filiera della prostituzione ha trovato nella clandestinità la sua naturale via di manifestazione, irreggimentando in forma schiavistica donne italiane e (sempre più spesso) migranti, brutalmente private di qualsiasi diritto e mutilate nella dignità da tracotanti organizzazioni criminali occulte, ma ugualmente ben radicate nella società civile con i propri comitati d'accoglienza (spesso composti dagli stessi politici e/o da silenziose pattuglie di esemplari della cosiddetta "Nobiltà di Toga"), confortata, anziché scoraggiata, dalla situazione venutasi a creare per effetto del mancato riconoscimento dello status professionale della propria manodopera - privata di qualunque capacità di contrattazione e della facoltà di affrancarsi dalla propria condizione -, che di fatto ha sortito gli stessi effetti del proibizionismo americano nei confronti dell'alcool, facendo cioè levitare i prezzi del servizio e diminuire il salario dei lavoratori.
Mi sentirei pertanto di chiamare "dabbenaggine" la riflessione in virtù della quale si debba affrontare il problema come mera questione di Ordine Pubblico e non come questione primariamente sociale, dunque e conseguentemente politica; ma una cosa è certa: se per quasi un decennio la Sig.ra Merlin non si fosse - pur ammirevolmente - prodigata nel far approvare un provvedimento che, sempre nelle intenzioni, avrebbe voluto restituire dignità alla donna (perché allora la prostituzione si manifestava al femminile secondo gli schemi più tradizionali), oggi una moltitudine di donne, aspiranti e/o professanti tali, non sottoporrebbe più alcun bambino di passaggio ai rituali caroselli d'adescamento del cliente, godrebbe di uno stato di legittimità che la farebbe sfuggire all'arbitrio della tratta schiavistica e alle soperchierie delle organizzazioni criminali, sarebbe dotata di un potere contrattuale, potrebbe esercitare in sicurezza, seguendo regolare profilassi e/o rispetto di norme igieniche e in un ambiente appositamente adibito e facilmente controllabile e i Comuni, anziché dover reperire le risorse - che il Governo Centrale oggi incanala verso opere mostruose e inutili come la TAV o il Ponte di Messina, per appagare qualche azienda compiacente, verso la scuola privata e/o in sostegno ai grandi interessi privati - per contrastare la prostituzione, godrebbero di un gettito fiscale imponente una parte del quale potrebbe peraltro essere reinvestita per il riscatto e/o l'affrancamento delle prostitute...
Purtroppo la storia «non si fa con i se» e la genuflessione alle bigotte istanze dei settori più conservatori (o reazionari) del mondo cattolico che la «Legge Merlin» ha accolto, continuerà imperterrita ad essere pagata da tutti gli italiani: ma ciò non significa necessariamente che non se ne possa legittimamente invocare l'abolizione.
Nel frattempo però, caro Marino, per quanto si sia (ancora) liberi di guardare il dito, fingendo che la luna non esista, sono convinto che quando la luna è piena sia doveroso volgerle lo sguardo, mentre al novilunio sia estremamente difficile anche scorgere il dito!
I Comuni a cose normali scoprono su quante e quali risorse potranno contare dopo la promulgazione della Finanziaria che, come ben saprai, ha risolto gli squilibri tra aspetti sociali e aspetti di ordine pubblico correlati alla prostituzione semplicemente facendo sparire le risorse sia per gli uni che per gli altri; certo, la Finanziaria Regionale potrà ovviare in qualche minima misura dirottandone alcune fuori dal range abituale di interesse politico-economico di questo Governo, investendo qualcosina in più sul sociale, sulla cultura, sull'istruzione, etc. ma questo niente toglie al quadro generale.
Poiché «il sangue dalle rape 'un ci si leva» e le ditte che installano i lampioni o che fanno riqualificazione urbanistica prima o poi vogliono essere pagate, penso proprio che la soluzione non sia proprio a portata di mano: per un Amministrazione di Sinistra che si rispetti esistono priorità indeclinabili e improcrastinabili, come il sostegno ai redditi meno abbienti, alle politiche sociali, etc. dunque penso proprio che, stando così le cose a Roma (o ti vuoi immaginare che un Comune si comporti come una personalità giuridica privata?), benché mi auguri che le cose possano volgere rapidamente al meglio, se la presenza delle prostitute ti disturba più del dovuto, immagino tu debba necessariamente iniziare a percorrere strade diverse per raggiungere le tue mete!
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AUTORE: Marco da Vecchiano
email: -
25/7/2011 - 13:07
Concordo pienamente con
"amico di pendolari"
Anzi furto 2 volte se si osserva che al contrario delle autostrade in cui è abbondante il capitale privato, la medesima è stata realizzata con danaro pubblico.
LA FI-PI-LI è STATA COSTRUITA PROPRIO COME ARTERIA PER SVUOTARE LE STRADE URBANE, L'INTRODUZIONE DEL "DAZIO" LE FARA' RIEMPIRE NUOVAMENTE, AUMENTANDO L'INQUINAMENTO LOCALE.
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In risposta a: FiPiLi pedaggio del 23/7/2011 - 12:37
trasporti
AUTORE: autovettura
email: -
25/7/2011 - 12:59
se proprio devono mettere il pedaggio, che lo facciano solo per il trasporto merci, sono i grandi trasporti che rovinano il manto stradale!
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AUTORE: marino
email: -
25/7/2011 - 11:50
e lei che sta generalizzando,e per andare a parare sempre sullo stesso argomento,e cioè che la colpa è del governo.
ma restando invece sullo specifico e quindi su vecchiano comune,le prostitute c'erano anche quando il governo era un altro ed i tagli non c'erano,e lo stesso vale per marina di vecchiano.
sono venti anni che ci sono giri del genere,ma si deve arrivare sempre agli estremi per trovare una soluzione,se per lei di soluzione si tratta quella appena discussa dai vari organi preposti.
certo si fà presto.....si chiude una strada ed il problema è risolto con la minima spesa,tanto la colpa è sempre di altri.
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