Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Dopo mesi di gossip ininterrotto siamo affondati, sprofondati finalmente nella consapevolezza della crisi. Una crisi che c’era, e si vedeva già dalle condizioni di incuria del territorio, dalle difficoltà delle amministrazioni locali, dai problemi delle famiglie. Mancanza di fondi, ed ora finalmente si scopre che l’evasore fiscale non è un furbastro da imitare ma un parassita da condannare. Finalmente si fanno spots televisivi, manovre di contenimento. Manca solo un altro passo: la realizzazione di una vera coscienza civica.
L’estate sta finendo… e un anno se ne va! Un brutto anno per il nostro Paese dove le ombre hanno superato di molto le luci. Ecco una carrellata di notizie, buone, cattive, curiose, volgari tutte concorrenti a dare l’idea di una Italia disordinata, piena ancora di privilegi, di ingiustizie, dove oramai la finanza e il denaro hanno sopraffatto non solo i cittadini ma anche la politica. Ecco la nascita del decalogo per donne sole, la proposta della scomparsa delle feste laiche, i privilegi della casta. Che sia tutta colpa dei rom??
Questo spazio per un libro. Un libro sul più cattivo degli uomini, nientemeno sul capo assoluto dei famigerati talebani, il Mullah Omar. Imprendibile, invisibile ma che riesce dal suo nascondiglio segreto e con poche armi a tenere testa da dieci anni all’esercito più potente e tecnologico del mondo. Ma è proprio così? Questo libro parla della sua figura, della sua storia e di quella del suo popolo mettendola a confronto di quella ufficiale. Una lettura molto utile per capire meglio.
L'estate sta finendo...ma fa ancora molto caldo. Sotto l'ombrellone con gli occhi persi nella distesa del mare, i pensieri si muovono liberi, qualcuno si affaccia e se ne va, qualche altro entra prepotente, fino a che iniziano a mettersi in fila, si connettono e trovano un filo, un trait d'union leggero, forse un po' frivolo...ma d'altra parte il luogo non permette di andare oltre.
“E' un mondo difficile, è vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto” (Tonino Carotone: Me cago en el amor). Cosa spinge i ragazzi inglesi a scendere in strada, sfasciare negozi, incendiare auto e scontrarsi con la polizia? Vandali, imbecilli o il prodotto di una società che dovrebbe urgentemente interrogarsi su se stessa, sui propri meccanismi, sullo stadio in cui è arrivato oggi il capitalismo? Insieme agli emarginati delle periferie cosa ci fanno quei ragazzi dagli occhi chiari con gli abiti, le scarpe firmate e i loro Blackberry?
Hanno ucciso il desiderio!
Lo hanno imprigionato, sconvolto e trasformato in semplice bisogno. Un bisogno costruito a tavolino, un bisogno facile di cose acquistabili in comode rate. Il desiderio vive di rappresentazioni e non di cose ma queste non fanno mercato. Il bisogno è più conveniente, si può esaudire in fretta senza dover perdere troppo tempo a pensarlo, a desiderarlo, a godere del pensiero.
Ma allora, senza più desideri cosa si può chiedere alle stelle?
Ma esiste veramente una razza padana? Una razza eletta, bella, intelligente e laboriosa che non vuole confondersi con quella mediterranea dagli occhi neri e dalla pelle scura? Con quei terroni meridionali che vivono a spese del laborioso Nord? Pare di si, almeno secondo le dichiarazioni della recentissima Miss, bionda e bella ma alquanto carente nella conoscenza della nostra storia e del nostro passato. Una razza quindi selezionata come quella per i cani dove conta solo la bellezza, l'intelligenza è secondaria.
Esiste anche una terza Italia? Pensiamo proprio di si. Un Italia minore, ma non perchè meno importante, oppure elitaria, o forse anche un po' snob. Un'Italia minore semplicemente perchè non fa notizia, non passa sui media se non in occasioni particolari, non produce audience. E' un' Italia diversa che opera in silenzio, che appare poco ma che invece conta molto perchè dovrà essere quella del futuro, quella responsabile e che sa scegliere. L'unica che ci potrà salvare. (Trilussa)
E’ un’Italia a due velocità. Chi ha così tanto da potersi permettere spese voluttuarie addirittura offensive per chi vive del proprio lavoro e chi si avvicina sempre più al margine della povertà. Spese voluttuarie per la medicina estetica spinte ormai oltre il limite della decenza e del decoro e con una età che si abbassa sempre più ed il coinvolgimento di entrambi i sessi. Una forbice di reddito che la politica non riesce ad affrontare e con sacrifici da cui si chiama sempre fuori.
E’ cambiato il modo di divertirsi. E’ cambiato, senza che noi ce ne accorgessimo, anche il tempo in cui divertirsi. Sono cambiati i giovani, è cambiato il mondo e forse tutti noi siamo un po’ in ritardo nel mettere in opera quella consapevolezza e quelle iniziative per conciliare il cambiamento di costume che si è verificato in questi ultimi anni. E’ urgente fornire alternative ai nostri giovani che rimangono, pur nello sfascio della nostra società, l’unica speranza per il nostro futuro.
Di nuovo siamo alle prese con le intercettazioni. Il problema principale del paese secondo l'ultimo intervento del nostro Premier. Non il lavoro, la scuola, la ricerca, i precari, l'economia, la crisi finanziaria. No, la necessità di potere parlare liberamente al telefono e fare i propri affari senza che nessuno ti possa sentire ( e giudicare).
Come l'affare P4 o la conversazione dei due imprenditori dopo il terremoto dell'Aquila. Gli affari prima di tutto!
Esistono guerre spettacolarizzate e guerre invece nascoste. Sono esattamente uguali, ci sono le armi, ci sono i morti, ci sono le sofferenze delle inermi e passive popolazioni civili. Ma c’è una classifica da rispettare e non tutte hanno il visto delle grandi potenze occidentali. Visto spesso condizionato non tanto dalla quantità dei morti sul terreno ma da quello dei pozzi petroliferi o delle materie prime possedute. Solo allora i media possono intervenire e la guerra, solo allora, esiste.
Il problema del giusto contributo allo Stato per il mantenimento dei servizi è problema che viene da lontano. I massimi contrinbuenti sono proprio quei lavoratori dipendenti su cui maggiore è la ricaduta della grave crisi economica. Evasione fiscale, lavoro nero e disequilibrio fra tassazioni di lavoro e di capitale stanno diventando i capitoli di scontro dei prossimi mesi fra le forze politiche. Un ingiustizia di fondo che dovrà comunque essere colmata.
C'è chi dice si, c'è chi dice no. Un esercizio di democrazia fondamentale per un popolo che si consideri libero. Non andare a votare significa perdere un po' della nostra libertà, abdicare ad un diritto fondamentale che poi è anche un dovere: quello di dover decidere. Un vero atto di democrazia partecipativa che è merce rara nel nostro paese dove la classe politica sembra distratta da ben altre faccende che spesso poco hanno a che fare con la vita reale dei cittadini.
Forse siamo alla fine di un ciclo. Le ultime lezioni amministrative sembrerebbero proprio indicare questo. La situazione di attesa prolungata sembra arrivata alla fine. I cittadini appaiono stanchi delle promesse e degli scandali e sotto l’effetto di una grave crisi economica e sociale fanno sentire forte la loro voce. E’ la stessa idea di un certo tipo di società che sta andando in crisi. Forse siamo proprio all’anno zero.
Cosa ci può essere di più grave per un padre di famiglia che perdere il posto di lavoro? Con il lavoro oltre al reddito si perde la dignità, si perde praticamente il futuro. Si diventa uno scarto, un rifiuto, una cosa inutile. Se poi chi lo perde non è più tanto giovane si entra in un limbo da cui non si riesce più ad emergere. Né carne né pesce, a causa dell’età non più giovane, nè occupato né pensionato. Così, esattamente: uno scarto.
Dopo decenni di supremazia di tipo bulgaro il Partito Democratico a Vecchiano stavolta ha veramente tremato. Un nuova e giovane formazione politica alternativa, con una appassionante rincorsa durante la quale ha raccolto una schiera di eterogenei personaggi, ha rischiato veramente di ottenere un risultato storico. E’ dovuto scendere nuovamente in campo il vecchio Lunardi, una medicina amara ma necessaria, per non capitolare.
Ci sentiami liberi ma spesso non lo siamo. E' una prigionia poco appariscente, impalpabile ma consistente, che ci indica modelli e mode, scale di valori. Molto è dovuto alla perdita di consapevolezza individuale e alla oramai inconsistente forza delle masse, la forza del popolo che sta perdendo la sua voce, sfilacciato e disorientato. Televisione e religione sono oramai, purtroppo, i soli punti di riferimento rimasti per costruire le nostre idee.
La tecnologia moderna è capace di muovere celermente centinaia di migliaia di persone da una parte all'altra del mondo, siano essi turisti frettolosi e chiassosi che consumatori allettati dalla convenienza e dallo sconto. Queste invasioni sono capaci di modificare l'ambiente e la vita delle persone in modo significativo. In ogni modo si perde qualcosa. Ne vale comunque la pena?
Navighiamo in un mondo virtuale in cui siamo estranei.
Non vi apparteniamo ma vi partecipiamo emotivamente mascherando con le frivolezze e la superficialità le nostre ansie e i nostri problemi quotidiani, respingendo la amara consapevolezza di un mondo disuguale, ingiusto e sempre più violento. E’ un modo per evitare, almeno per un momento, la dura realtà di tutti i giorni o un’opera perversa per cercare di allontanarci volutamente dalla verità?
Se le tre persone più ricche al mondo hanno risorse finanziarie pari ad altre seicento milioni di persone identiche a loro, ma che hanno avuto altre opportunità per nascita, significa che qualcosa non quadra in questo nostro piccolo mondo!
E’ uno degli effetti della globalizzazione, del mercato globale, dove imperversa l’ipocrisia, la distanza abissale fra le solenni dichiarazioni dei Grandi e la dura realtà dei poveri. Una distanza destinata, purtroppo, a crescere ancora.
La questione del Centro Commerciale rimane purtroppo irrisolta. Le formazioni in campo per le amministrative hanno posizioni diverse e la tornata elettorale sarà decisiva per una decisione finale che ci auguriamo tutti ponga fine a questo problema che ha profondamente diviso i cittadini del comune di Vecchiano. Sarebbe veramente ora di passare ad altro.
Arrivano stipati su barconi fatiscenti e vengono visti come invasori, come elementi estranei che vogliono rubarci il nostro benessere, minacciare la nostra sicurezza. Pochi pensano a loro solo come esseri umani in cerca di una vita migliore. Non tutti sono laceri e sporchi, molti sono istruiti e parlano inglese, vogliono solo l'opportunità a cui tutti hanno diritto, loro vogliono semplicemente l'opportunità dell'Europa.
La politica non è più una cosa seria. E’ diventata uno spettacolo. Come uno sceneggiato televisivo in cui i vari attori passano tranquillamente dal Parlamento alla televisione e viceversa e le loro facce si ritrovano nei resoconti parlamentari ma anche sui giornali scandalistici e di gossip. Sono sempre gli stessi personaggi, spesso in una confusione di ruoli che non fa certamente bene alla politica.
Partiamo dal 1992: una bambina, all'ONU, fa un appello per il mondo.
Per la sua salvezza, per la salvezza delle sue piante, dei suoi animali, per la salvezza dell'intera umanità dalla catastrofe ambientale.
Dopo circa 20 anni la situazione non appare cambiata e i passi fatti nella direzione della riduzione degli inquinanti ambientali appaiono molto modesti. La ragione sta negli interessi di pochi Stati e di poche persone, interessi che prevalgono nei confronti di quelli di tutta l'umanità sempre più divisa fra chi ha troppo e chi invece non ha nie