Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Guerra è una parola che racchiude in sé il massimo dell’imbecillità umana. Il massimo dell’orrore, della crudeltà, della distruzione, dello spreco di risorse e di vite umane. Il massimo della vanità e della sete di potere, il segno tangibile e perfetto di una umanità sempre meno umana.
Il nuovo capitolo è incentrato questa volta sul problema sanitario e della salute in generale.
Proprio con l'inizio del secolo e grazie alle maggiori consapevolezze derivanti dalla rivoluzione industriale, le disastrose condizioni igieniche ( non solo del popolo) e l'indifferenza sociale verso la gestione delle malattie che caratterizzavano il '700 cominciarono un lento cammino di sviluppo e di compartecipazione, con l'affermarsi della figura del vero medico, a fianco del padrone e del parroco, e dell'assistenza ai poveri.
Da molte fonti internazionali l'Italia è situata ai primi posti per evasione fiscale nel mondo. Un fenomeno mai affrontato con decisione ed ora elemento fondamentale per la crisi di famiglie e imprese. Il nuovo governo non potrà ignorarlo e alcuni strumenti di contrasto efficaci sarebbero invece molto semplici.
Un piccolo esempio di come sta cambiando la sanità e soprattutto come stanno cambiando i pazienti. Il medico di famiglia, principale figura di riferimento per ogni cittadino per molti anni, sta lentamente perdendo la sua caratteristica principale, quella di essere lui quello in grado di dirigere, con scienza e coscienza, ogni percorso sanitario.
Oggi questo spazio settimanale lo riserviamo per un amico. Lo cediamo volentieri perché ha scritto un piccolo racconto sulla sua pagina Facebook che merita di essere portato, per la sua bellezza e struggente attualità, all’attenzione dei nostri affezionati lettori.
Nella narrazione delle vicende storiche, ci stiamo avvicinando ai grandi cambiamenti collegati con l'instaurarsi del Regno d'Italia. Quando abbiamo pensato di presentare ai lettori della VdS una serie di articoli con i quali ripercorrere gli avvenimenti che, durante l'800, interessarono il Granducato di Toscana prima e, successivamente, l'Italia Unita, il nostro proposito era anche quello di far rilevare come quelle vicende avessero generato effetti, più o meno evidenti, sul nostro territorio: ne è attestazione anche l'articolo che segue.
Mi collego a questo argomento del cicloturismo riportando l’impressione avuta nel mio recente viaggio in Slovenia con alcune note riguardo alla vita in quel paese con particolare riguardo al loro atteggiamento nei confronti dell'argomento trattato in precedenza.
Se sul campo la guerra continua con le solite nefandezze sui nostri media nazionali appare sbiadita, superata da altri e più urgenti problemi, vecchi come il Covid e nuovi come la recente crisi politica. Oramai è un sottofondo e tranne per il pericolo Zaporizhzhia i nuovi morti e le nuove devastazioni attirano sempre meno l’attenzione dei media nazionali. Come i media anche la nostra psiche si adatta.
La Sanità Toscana sta vivendo un periodo di grande crisi e i Pronto Soccorso sono prossimi al collasso. Paramedici che fuggono e medici che non si trovano rendono la situazione drammatica a cui si aggiunge il ricorso improprio ad una struttura d’urgenza per cause banali e la nuova maleducazione dei pazienti.
Un simulacro di tomba su un ciglio di una strada nel silenzio della campagna, un funerale fra i rombi delle auto di grossa cilindrata, un invalido ucciso nel mezzo ad una strada di fronte e molti cellulari accesi. Tre morti diverse che suscitano emozioni molto diverse.
I precedenti articoli di questa seconda parte sono stati finora incentrati, come dai titoli comparsi, sulle figure del Padrone e del Parroco, i detentori del potere sociale ed economico, che avevano completa discrezionalità nel gestire la popolazione di lavoratori agricoli, gravata da quella che nei fatti era una vera e propria schiavitù.
Ma lentamente si affaccia una nuova mentalità in cui la servitù secolare dei lavoratori della terra veniva considerata in realtà un danno per la società e il progresso, come scrisse il Granduca di Toscana.
Se non sapete chi sia Elisa Esposito poco male, basta avere più di vent’anni e non frequentare troppo i social. Ma questa tizia esiste, ha appena 19 anni e si definisce la professoressa del corsivo, quel parlare un po’ strano e strascicato che hanno inventato i giovani tanto per distinguersi dagli adulti. Una cosa inutile e anche un po’ sgradevole che ho la speranza abbia vita breve.
Il turismo emozionale è il turismo del presente e del futuro. Domandiamoci se anche noi siamo pronti ad accoglierlo con idee e progetti a lungo termine. No, non lo siamo per niente e pagheremo per questo ritardo, perdendo una straordinaria occasione di sviluppo pur avendo a diposizione tutto quello serve per rappresentare una meta turistica privilegiata, e non solo a livello nazionale.
Dopo l'articolo incentrato sugli avvenimenti dell'inizio del 1800 e sugli adempimenti che Napoleone chiedeva al territorio della Comune di San Giuliano, in cui Vecchiano era stata inclusa da Pietro Leopoldo nel 1776, insieme con tutte le 31 Comunità della precedente Podesteria di Ripafratta, arriviamo ora alle vicende al tramonto dell'Impero napoleonico.Nel 1808 Vecchiano era stata separata, sempre dai francesi, dai Bagni di San Giuliano, dividendo le Comunità a destra e a sinistra del Serchio, ma la procedura fu molto ostacolata dall'amministrazione di San Giuliano.
E’ una frase tratta da “Una storia come questa”, canzone del 1971 interpretata da Adriano Celentano su testo e musica di Goffredo Canarini e Miki Del Prete. Una realtà che molti di noi hanno vissuto e che sembra appartenere ad un passato così lontano da essere quasi dimenticato. Ma forse….
Non dobbiamo stupirci che in guerra ci siano crudeltà ed orrori. Sono tipici di ogni guerra, da quella santa dei crociati a questa recente dei russi. Anche noi non siamo stati da meno in Africa e Jugoslavia perché la guerra è così, disumanizza e rende gli uomini orribili e capaci delle più orrende nefandezze. Ecco perché ritengo un valore essere pacifista.
Nel primo articolo di questa seconda serie di articoli sviluppati da Franco Gabbani, siamo tornati indietro per esaminare meglio le figure del Padrone e del Parroco, annunciando la volontà di collegare questi aspetti alle vicende del periodo storico a cui appartenevano.A ciò è dedicato questo secondo articolo, che amplia la visione storica a quanto stava succedendo in Europa, con le conseguenze per il popolo toscano.
Parlando, con qualche divagazione, di Molina mon amour. Gabriele Santoni è il presidente felice per i cinque anni dell’associazione, animata da tanti amici, soci, volontari, persone che hanno organizzato un programma primavera estate ricco, curioso e che può riservare qualche piacevole sorpresa, come quella di farci tornare la voglia di incontrarci. Domenica pomeriggio 5 giugno brindisi in piazza.
Alla logica e cronica domanda come mai in un comune di campagna come il nostro situato all’interno di un Parco Regionale non ci siano piste ciclabili degne di questo nome, e non si cerchi di intercettare il grande ed espansivo fenomeno del cicloturismo, non è facile rispondere.
Dopo tanta guerra che ci circonda, dopo tanti articoli e commenti un po’ di sana riflessione. Lo spunto è banale, un nero in una strada che si affanna ad indicare posti liberi alle auto in transito nella speranza di ricevere in cambio qualche euro. E la mente va e si allontana dalla guerra, almeno per un attimo.
Se la guerra si dovesse decidere in televisione probabilmente sarebbe una guerra infinita, stante le diverse e spesso divergenti opinioni. Su tutto, sulle cause, le strategie, le soluzioni. Ma ogni opinione è di per sé, per definizione, rispettabile, se non presa per interesse personale o strategia politica. Ognuno ha il diritto costituzionale di esprimere la sua evitando sempre di offendere gli altri.
Come abbiamo anticipato la volta scorsa, dopo aver completato l'excursus temporale delle vicende storiche e sociali della famiglia Salviati e del Parco di San Rossore, Migliarino, Massaciuccoli fino ai giorni nostri, torniamo ora indietro, ai primi dell'800, per riesaminare le stesse vicende da un diverso punto di vista, quello che univa , ma anche opponeva, la figura del Padrone con quella del Parroco, in un periodo storico ricchissimo di sconvolgimenti nella vita delle comunità.
Questa terribile guerra sta comportando gravi rischi. I toni si alzano, la potenza delle armi pure, non si vedono reali trattative di pace e con la ricerca di un depotenziamento russo unito alle sanzioni commerciali si sta rischiando una catastrofe non solo nucleare ma anche economica e sociale.
L’antagonismo spinto di questi giorni si può riversare anche su organizzazioni che hanno radici profonde nella nostra storia. Una sorta di manicheismo prodotto da un generale imbarbarimento della società che si è trovata così, improvvisamente, coinvolta in una guerra che non si aspettava.
Il ricordo di un amico, di un grande personaggio che ha fatto d di Migliarino un paese speciale con la sua presenza costante, con il suo equilibrio, con la sua intelligenza e lungimiranza politica e sociale.