L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Mi collego a questo argomento del cicloturismo riportando l’impressione avuta nel mio recente viaggio in Slovenia con alcune note riguardo alla vita in quel paese con particolare riguardo al loro atteggiamento nei confronti dell'argomento trattato in precedenza.
Se sul campo la guerra continua con le solite nefandezze sui nostri media nazionali appare sbiadita, superata da altri e più urgenti problemi, vecchi come il Covid e nuovi come la recente crisi politica. Oramai è un sottofondo e tranne per il pericolo Zaporizhzhia i nuovi morti e le nuove devastazioni attirano sempre meno l’attenzione dei media nazionali. Come i media anche la nostra psiche si adatta.
La Sanità Toscana sta vivendo un periodo di grande crisi e i Pronto Soccorso sono prossimi al collasso. Paramedici che fuggono e medici che non si trovano rendono la situazione drammatica a cui si aggiunge il ricorso improprio ad una struttura d’urgenza per cause banali e la nuova maleducazione dei pazienti.
Un simulacro di tomba su un ciglio di una strada nel silenzio della campagna, un funerale fra i rombi delle auto di grossa cilindrata, un invalido ucciso nel mezzo ad una strada di fronte e molti cellulari accesi. Tre morti diverse che suscitano emozioni molto diverse.
I precedenti articoli di questa seconda parte sono stati finora incentrati, come dai titoli comparsi, sulle figure del Padrone e del Parroco, i detentori del potere sociale ed economico, che avevano completa discrezionalità nel gestire la popolazione di lavoratori agricoli, gravata da quella che nei fatti era una vera e propria schiavitù.
Ma lentamente si affaccia una nuova mentalità in cui la servitù secolare dei lavoratori della terra veniva considerata in realtà un danno per la società e il progresso, come scrisse il Granduca di Toscana.
Se non sapete chi sia Elisa Esposito poco male, basta avere più di vent’anni e non frequentare troppo i social. Ma questa tizia esiste, ha appena 19 anni e si definisce la professoressa del corsivo, quel parlare un po’ strano e strascicato che hanno inventato i giovani tanto per distinguersi dagli adulti. Una cosa inutile e anche un po’ sgradevole che ho la speranza abbia vita breve.
Il turismo emozionale è il turismo del presente e del futuro. Domandiamoci se anche noi siamo pronti ad accoglierlo con idee e progetti a lungo termine. No, non lo siamo per niente e pagheremo per questo ritardo, perdendo una straordinaria occasione di sviluppo pur avendo a diposizione tutto quello serve per rappresentare una meta turistica privilegiata, e non solo a livello nazionale.
Dopo l'articolo incentrato sugli avvenimenti dell'inizio del 1800 e sugli adempimenti che Napoleone chiedeva al territorio della Comune di San Giuliano, in cui Vecchiano era stata inclusa da Pietro Leopoldo nel 1776, insieme con tutte le 31 Comunità della precedente Podesteria di Ripafratta, arriviamo ora alle vicende al tramonto dell'Impero napoleonico.Nel 1808 Vecchiano era stata separata, sempre dai francesi, dai Bagni di San Giuliano, dividendo le Comunità a destra e a sinistra del Serchio, ma la procedura fu molto ostacolata dall'amministrazione di San Giuliano.
E’ una frase tratta da “Una storia come questa”, canzone del 1971 interpretata da Adriano Celentano su testo e musica di Goffredo Canarini e Miki Del Prete. Una realtà che molti di noi hanno vissuto e che sembra appartenere ad un passato così lontano da essere quasi dimenticato. Ma forse….
Non dobbiamo stupirci che in guerra ci siano crudeltà ed orrori. Sono tipici di ogni guerra, da quella santa dei crociati a questa recente dei russi. Anche noi non siamo stati da meno in Africa e Jugoslavia perché la guerra è così, disumanizza e rende gli uomini orribili e capaci delle più orrende nefandezze. Ecco perché ritengo un valore essere pacifista.
Nel primo articolo di questa seconda serie di articoli sviluppati da Franco Gabbani, siamo tornati indietro per esaminare meglio le figure del Padrone e del Parroco, annunciando la volontà di collegare questi aspetti alle vicende del periodo storico a cui appartenevano.A ciò è dedicato questo secondo articolo, che amplia la visione storica a quanto stava succedendo in Europa, con le conseguenze per il popolo toscano.
Parlando, con qualche divagazione, di Molina mon amour. Gabriele Santoni è il presidente felice per i cinque anni dell’associazione, animata da tanti amici, soci, volontari, persone che hanno organizzato un programma primavera estate ricco, curioso e che può riservare qualche piacevole sorpresa, come quella di farci tornare la voglia di incontrarci. Domenica pomeriggio 5 giugno brindisi in piazza.
Alla logica e cronica domanda come mai in un comune di campagna come il nostro situato all’interno di un Parco Regionale non ci siano piste ciclabili degne di questo nome, e non si cerchi di intercettare il grande ed espansivo fenomeno del cicloturismo, non è facile rispondere.
Dopo tanta guerra che ci circonda, dopo tanti articoli e commenti un po’ di sana riflessione. Lo spunto è banale, un nero in una strada che si affanna ad indicare posti liberi alle auto in transito nella speranza di ricevere in cambio qualche euro. E la mente va e si allontana dalla guerra, almeno per un attimo.
Se la guerra si dovesse decidere in televisione probabilmente sarebbe una guerra infinita, stante le diverse e spesso divergenti opinioni. Su tutto, sulle cause, le strategie, le soluzioni. Ma ogni opinione è di per sé, per definizione, rispettabile, se non presa per interesse personale o strategia politica. Ognuno ha il diritto costituzionale di esprimere la sua evitando sempre di offendere gli altri.
Come abbiamo anticipato la volta scorsa, dopo aver completato l'excursus temporale delle vicende storiche e sociali della famiglia Salviati e del Parco di San Rossore, Migliarino, Massaciuccoli fino ai giorni nostri, torniamo ora indietro, ai primi dell'800, per riesaminare le stesse vicende da un diverso punto di vista, quello che univa , ma anche opponeva, la figura del Padrone con quella del Parroco, in un periodo storico ricchissimo di sconvolgimenti nella vita delle comunità.
Questa terribile guerra sta comportando gravi rischi. I toni si alzano, la potenza delle armi pure, non si vedono reali trattative di pace e con la ricerca di un depotenziamento russo unito alle sanzioni commerciali si sta rischiando una catastrofe non solo nucleare ma anche economica e sociale.
L’antagonismo spinto di questi giorni si può riversare anche su organizzazioni che hanno radici profonde nella nostra storia. Una sorta di manicheismo prodotto da un generale imbarbarimento della società che si è trovata così, improvvisamente, coinvolta in una guerra che non si aspettava.
Il ricordo di un amico, di un grande personaggio che ha fatto d di Migliarino un paese speciale con la sua presenza costante, con il suo equilibrio, con la sua intelligenza e lungimiranza politica e sociale.
In questo conflitto, come in tutti i conflitti, è molto difficile avere delle certezze perché la guerra è una cosa complessa che non offre mai verità assolute anche se molti pensano di averle e facciano di tutto per cercare di imporle agli altri.
Una importante lettera pubblica da parte di noti corrispondenti di guerra che non ha trovato molto spazio sui giornali e che pone l’attenzione sulla propaganda di guerra, quella ufficiale da entrambe le parti, da valutare sempre con molta attenzione per capire meglio. La pubblichiamo integralmente sul nostro giornale.
Con il presente articolo termina l'esame e la descrizione di Franco Gabbani della vita di Scipione Borghese Duca Salviati, il Padrone, arrivando comunque, come naturale completamento della storia del territorio, ad una visione fino ai giorni nostri delle vicende del Parco.Quella che all'inizio ci era sembrata una scommessa azzardata, si è rivelata una iniziativa vincente, a giudicare dall'interesse registrato.
Questa scellerata guerra ha smosso molte coscienze, ha creato molto dibattito, suscitato molte polemiche, posizioni contrastanti e fatto nascere anche un nuovo vocabolo, un neologismo non presente nei vocabolari di lingua italiana: il neneismo. Usato più spesso per offendere che per distinguere.
Nell’ anno 2006 il Maggio Migliarinese cominciò a crescere di importanza e di livello. Il motivo fu ii grande successo della manifestazione nei due anni precedenti che stimolò alla partecipazione tutte le Associazioni del paese che si unirono per rendere la festa popolare ancora migliore e piena di eventi.
Oggi i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Si fanno tante chiacchiere, specie a sinistra, ma il problema non solo non si risolve ma questi ultimi avvenimenti, prima la pandemia e ora questa assurda guerra, non faranno che peggiorare le disuguaglianze.