Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Qualche dettaglio. Nella sede del comitato elettorale per Franco Marchetti sindaco c’è scritto: “Insieme nel Comune che verrà”. Nella parete centrale c’è una fotografia di San Giuliano con la parola PACE scritta sui monti a fine anni Sessanta o inizio Settanta, si vedeva da Pisa e, quando una volta si illuminò, anche da Livorno. Ha scritto il libro Storie di Piaggio di amore e libertà, raro esempio di letteratura di fabbrica, una lettura che mi impressionò moltissimo.
Franco precisa che ha accettato la candidatura su sollecitazione di tanti pensionati che giudicano negativo “l’impegno di questa amministrazione sulle questioni sociali e dei servizi”. Ha appena concluso una intensa campagna elettorale per le primarie: “Non è vero che siamo tutti uguali. La mia storia, la mia militanza e la mia esperienza è diversa dagli altri due candidati”.
L’ho visto in piazza a San Giuliano circondato da un bel gruppo di giovani che gli hanno dato una mano in questa campagna elettorale, mi è sembrato tranquillo e mi ha fatto un sorriso sincero. Dietro i suoi occhiali di metallo gli occhi gli brillano, quando dice che c’è bisogno di voltare pagina fa sul serio. “Per cominciare c’è bisogno del tuo sostegno, basta andare al seggio col certificato elettorale, la carta d’identità, un euro e non si firma nessun documento”, ha detto Franco.
Scrive nel suo programma: “Riconoscimento del valore referendario per l'acqua pubblica”, e questa è già una cosa. Poi: “Recupero dell'esistente e consumo del suolo zero”. E questa è un’altra cosa importante. È molto dettagliato il suo programma con al centro il sociale, la cultura, la scuola, e una “riforma della macchina comunale, rivedendo la sua struttura a partire dalle figure apicali (dirigenti)”. Dice che, una volta eletto, vuole spulciare il bilancio, “perché voglio capire i conti. Avevamo chiesto di abbassare le tasse e ci era stato risposto di no perché non c’erano i soldi e ora salta fuori che c’è oltre un milione di euro d’avanzo”. Se non la matematica la frase costringe a pensare che certi bilanci siano un’opinione.
Parla molto della storia, delle tradizioni e del futuro “di questa terra bellissima e ora un po bisfrattata”. E qui siamo all’errore creativo di Gianni Rodari, maestro e comunista d’altri tempi. Come Franco, operaio della Piaggio, storico sindacalista prima alla Fiom poi segretario dei pensionati a San Giuliano, ora candidato sindaco a cui piacerebbe molto “ricostituire una comunità avanzata”, perché rischiamo di essere bisfrattati ossia, dico con parole mie, privati dei servizi (acqua, energia, raccolta differenziata) dati ai privati e privati della bellezza della nostra terra. E questo nostro comune, un tempo modello dell’area pisana, bisfrattato come i pensionati al minimo.
Certo che non è facile. A questo proposito Franco Marchetti sa quanto sia difficile e gravoso l’impegno e così chiede: “Ma quando mai per noi le cose sono state semplici?” Poi dice: “Insieme ce la possiamo fare”. Un gran bell’impegno, eh!
Post scriptum
Il racconto di Franco Marchetti pubblicato sul librettino C’è un posto che uno sente suo. Verso la foce del Serchio mi ha così colpito che non provo a spiegarlo, desidero solo farvene partecipi. Eccolo in allegato.